Il rating è stato tagliato in relazione alla performance più debole del previsto nell’esercizio fiscale 2013 e per le sfide che la società si trova ad affrontare per raggiungere gli obiettivi. Alle prese con il problema cassa integrazione a Mirafiori, aumentano le preoccupazioni per il duo di Fca Elkann – Marchionne
Mentre i poteri forti della Torino bene continuano a beatificare la “trasferta” della Fiat negli Stati Uniti via Londra e Amsterdam, come salvifica operazione per l’economia subalpina e nazionale, una nuova tegola cade sull’azienda ormai “torinese” solo tra virgolette. Moody’s, infatti, ha abbassato il ‘Corporate Family Rating’ di Fiat a ‘B1’ da ‘Ba3’.
Il rating è stato tagliato in relazione alla performance più debole del previsto nell’esercizio fiscale 2013 e “per le significative sfide che la società si trova ad affrontare per raggiungere gli obiettivi di quest’anno”, si legge in una nota.
Il rating B1 riflette, inoltre, i limiti di Fiat all’accesso del cash flow di Chrysler e la dipendenza dell’azienda dal mercato europeo. Sul giudizio dell’agenzia hanno pesato anche la veloce erosione della redditività in Sudamerica, la considerevole sovracapacità in Italia senza immediati piani di aggiustamento.
Dopo il duro scontro con l’imprenditore Della Valle, la situazione difficile per la cassa integrazione a Mirafiori (e a Termini Imerese, dove i parroci locali hanno chiesto ai fedeli di scendere in piazza a fianco degli operai), si aggiungono nuove preoccupazioni per il duo Fca Elkann – Marchionne.
(Foto: il Torinese)
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