Una vendemmia stellata

I dati delineano la capacità del comparto di resistere alla crisi economica. A seguito di un’annata decisamente ridotta in termini quantitativi come il 2012, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “vendemmia più scarsa del secolo”, il 2013 è ritornato su livelli più vicini alla media degli ultimi anni

vendemmia

“Piemonte Anteprima Vendemmia” ha delineato l’immagine di un comparto vitivinicolo che, pur fronteggiando l’attuale momento economicamente delicato, è capace di resistere rispetto a molti altri settori e conferma come la strategia di puntare sulla qualità e l’eccellenza paghi nel medio-lungo periodo.

La tradizionale manifestazione si è svolta il 29 novembre nella Cascina Cuccagna di Milano, scelta per lanciare un messaggio importante nell’ottica dell’Expo 2015: il Piemonte, insieme alle sue produzioni di eccellenza, sarà presente e vivrà la rassegna da protagonista. Presenti, tra le altre autorità, l’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte, Claudio Sacchetto, il presidente di Piemonte Land of Perfection, Andrea Ferrero, il presidente della Vignaioli Piemontesi, Giulio Porzio, il direttore marketing territoriale del Padiglione Italia Expo 2015, Fabrizio Grillo.

A seguito di un’annata decisamente ridotta in termini quantitativi come il 2012, tanto da guadagnarsi l’etichetta di “vendemmia più scarsa del secolo”, il 2013 è ritornato su livelli maggiormente vicini alla media degli ultimi anni: se l’Italia passa dai 41,07 milioni di ettolitri del 2012 ai 47,4 milioni stimati del 2013 – con una crescita del 15% – il Piemonte, seppur con valori meno incisivi, registra un incremento non trascurabile: la produzione stimata è di 3.658.640 quintali di uva da cui sono derivati 2.579.534 ettolitri di vino (+9% sul 2012), che rappresenta il 5,5% della produzione nazionale. La suddivisione per province parte da Asti con 906.000 ettolitri, seguono Cuneo con 847.000, Alessandria con 697.000, Torino con 72.000, Novara con 28.000, Biella con 21.000, Vercelli con 7.000, VCO con quasi 2.000 ettolitri. La peculiare stagione climatica non ha influito sulla vendemmia 2013 dal punto di vista qualitativo, tanto che la si può definire una ottima annata che merita le quattro stelle per tutte le varietà, con alcune punte di eccellenza.

L’assessore Sacchetto ha sostenuto nel suo intervento che “pur non trascurando le difficoltà del momento, ritengo che gli ottimi risultati che si stanno ottenendo non siano frutto del caso: in primo luogo vanno ricordate le aziende vitivinicole sul territorio, che coniugano al duro e faticoso lavoro in vigna quella professionalità di alto livello indispensabile per risultare competitivi sul mercato, in particolare quello estero; in seguito, non va trascurata l’attività sinergica operata su più livelli da enti e organismi differenti. La Regione Piemonte ha proseguito nel sostegno al settore mediante il programma finanziato dall’OCM vino, che ha previsto un intervento superiore ai 20 milioni di euro per la promozione sui mercati dei Paesi terzi, gli investimenti, la ristrutturazione e riconversione dei vigneti. Per il 2014 sono previste nuovamente risorse per circa 20 milioni. L’assessorato ha inoltre supportato il settore con la promozione sui mercati europei prevista dal Piano di sviluppo rurale 2007-2013”. I buoni risultati – ha concluso Sacchetto – non devono distoglierci dagli impegni che ci aspettano per il futuro: a cominciare dall’Expo 2015 e ancor più nella predisposizione del nuovo Programma di sviluppo rurale 2014-2020, una sfida dalla quale dipende buona parte del futuro non solo del comparto vino, ma dell’intera agricoltura piemontese”.

“Piemonte Anteprima Vendemmia 2013” è stata anche la conferma di come il comparto vitivinicolo piemontese sia un condensato di tradizione, valori, cultura e territorio, miscela vincente che ha portato alla candidatura dei paesaggi vitivinicoli piemontesi nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco. In tale contesto si colloca l’assegnazione del premio annuale nella duplice versione: quello rivolto alla memoria è stato dedicato a Beppe Fenoglio nel 50° della morte, quello improntato al futuro è stato assegnato a Enrico Remmert e Luca Ragagnin, scrittori della nuova generazione e cantori delle terre piemontesi del vino.

Giulio Porzio, presidente di Vignaioli Piemontesi, ha dal canto suo lanciato una proposta: “Creare una Nazionale azzurra del Made in Italy, nella quale noi piemontesi ci candidiamo ad essere negli undici. E’ ormai una necessità, un imperativo, per affrontare i nuovi mercati ed essere incisivi e vincenti, fare squadra e sistema, presentarsi in modo organizzato superando i campanilismi e gli individualismi”. Infine, Andrea Desana, coordinatore del Comitato per la celebrazione del 50° anniversario della prima legge sulle denominazioni d’origine, ha evidenziato l’urgenza di una riforma del sistema “perché oggi le doc e docg del Piemonte, comprese le sottodenominazioni e menzioni di legge superano le cento diciture previste in etichetta. La nostra proposta porta ad una grande semplificazione, basata su una ventina di denominazioni e soprattutto dando finalmente sviluppo alla doc Piemonte, di elevato valore strategico”. (Foto Coldiretti)

Gianni Gennaro

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