Il mondo nelle mani. Le anatomie del paesaggio di Arno Minkkinen da Photo & Co

CONTEMPORANEA / di Maria Cristina Strati

Body performer e artista finlandese classe 1945, Minkkinen vive e lavora negli Stati Uniti, dove insegna all’Università del Massachussetts

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Con questo articolo prende il via su Il Torinese CONTEMPORANEA, la mia rubrica dedicata all’arte e alla cultura a Torino, con una particolare attenzione al mondo delle arti visive. Il tentativo è quello di leggere la città di Torino con dal punto di vista degli eventi che riguardano la cultura, l’arte visiva, la letteratura, il cinema, il teatro e così via, selezionando quelle notizie e quegli eventi che magari non sono necessariamente i più altisonanti, ma che, a nostro modestissimo parere, portano qualcosa di nuovo e interessante all’interno del già vivace e variopinto panorama culturale della nostra città. Il caso vuole che questa mia nuova avventura abbia inizio proprio nella settimana in cui si avvia la stagione espositiva delle gallerie d’arte torinesi. E qui, dato anche il titolo che ho scelto per questo spazio, l’attenzione all’evento era d’obbligo.

Lo scorso 29 settembre ha infatti avuto luogo a Torino Ouverture, la consueta apertura collettiva delle maggiori gallerie d’arte cittadine. Quest’anno l’evento ha dato vita a un percorso a tratti inedito, con nuovi acquisti (la nuova sede di Davide Paludetto e Neochrome, di cui spero avremo occasione di parlare prossimamente) e felici conferme. A proposito di conferme, da Photo & Co si è inaugurata una mostra molto interessante di Arno Minkkinen. Body performer e artista finlandese classe 1945, Minkkinen vive e lavora negli Stati Uniti, dove insegna all’Università del Massachussetts. Nella sua lunga e ragguardevole carriera ha esposto il suo lavoro nelle più prestigiose sedi internazionali, dal Moma di New York fino al Metropolitan Museum of Photography di Tokyo, e ha al suo attivo una considerevole serie di pubblicazioni. Tra le altre cose, nel 2013 è stato insignito del noto Lucie Award for Fine Arts di Los Angeles.

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Già a un primo sguardo le fotografie di Minkkinen colpiscono per le loro caratteristiche di eleganza e armonia formale, ma appare subito chiaro che la sua ricerca non si ferma certo all’aspetto meramente estetico delle immagini. Il progetto artistico che Minkkinen conduce fin dal 1971, anno in cui diede inizio alle sue sperimentazioni con la fotografia, hanno a che fare con l’interazione tra il corpo umano e il paesaggio. A un primo sguardo, i lavori ricordano certi scatti di Bill Brandt. Qui però il corpo che interagisce con il paesaggio è quello dell’artista, che realizza quasi unicamente autoscatti, sempre in maniera del tutto analogica, rinunciando a qualsiasi intervento di post produzione o manipolazione successiva con mezzi digitali. Infatti Minkkinen lavora studiando preventivamente ogni singola inquadratura in modo da ottenere come risultato qualcosa di più della semplice sovrapposizione della figura umana al paesaggio.

Sfruttando le proprie doti fisiche e atletiche ai limiti del contorsionismo, egli usa ogni parte del proprio corpo, mani, braccia e gambe, fino a quasi fondersi con il paesaggio stesso, ottenendo scorci e visioni inattese. Ma se in questi casi è il paesaggio a cambiare per la presenza del corpo, in altre immagini invece il corpo mantiene la propria identità, mentre è il paesaggio a modificarsi nei propri equilibri e proporzioni, per farsi protagonista di una visione surreale, in cui il dialogo tra corpo dell’artista e elementi ambientali assume, con ricercata ironia, i toni onirici di un miraggio fantastico. Il corpo dell’artista è spesso teso, al momento dello scatto, in una tensione atletica, dovuta alla posa che egli stesso si impone per ottenere il risultato stabilito. Di volta in volta il corpo è una duna, un albero, una mano afferra un bosco. La visione è immaginifica e l’effetto finale insieme poetico e ironico. Una visione in cui non siamo subito in grado di distinguere l’elemento naturale dal corpo che abita e compone il paesaggio stesso, che sia esso un paesaggio mediterraneo o un deserto, o uno scenario urbano metropolitano.

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Il mondo esteriore si fa così visione dell’interiorità: non solo messa in scena delle emozioni che ci abitano, paure e speranze comprese, ma vero e proprio tentativo di esplorazione del mondo interno e sua resa visiva e plastica, attraverso la presenza inalienabile del corpo. Ed ecco che allora esterno e interno si fondono in un’unica soluzione e ciò che impariamo a conoscere, muovendo lo sguardo lungo le forme umane, naturali o architettoniche, sono i nostri stessi pensieri, sentimenti, intuizioni. Così, nella dialettica tra corpo e ambiente prende vita e si fa visibile il mondo interiore, con i suoi sentimenti e percezioni, e soprattutto con la sua enorme, traboccante vitalità. Il risultato è la visione di un abitare poetico, dove l’armonia delle cose e tra le cose, e non l’io (nemmeno quello del fotografo), è protagonista.

***

Dati mostra:

Arno Rafael Minkkinen – The World at My Fingertips

Dal 30 settembre al 26 novembre 2016 – ingresso libero

Photo & Contemporary, Via dei Mille 36 Torino

Tel. 011889884 – photoco@libero.it

 

Nelle foto, a partire dall’alto:

 

– Arno Rafael Minkkinen, 10.10.10, Fosters Pond, 2010

– Arno Rafael Minkkinen, Swimming in the Air, Rio de Janeiro, Brazil, 2015

– Arno Rafael Minkkinen, Nassau, The Bahamas, 2010

 

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