un artista poliedrico che attraverso la contemplazione della natura e del semplice ambiente quotidiano ritrovava le radici e la trepida elegia di sogni bucolici

L’arte di Bertazzi sulle facciate di Balzola

Saranno esposti sulle case private 30 pannelli riproducenti altrettanti disegni del pittore che nella sua breve vita ha onorato incessantemente l’arte e il proprio paese

Il paese monferrino di Balzola si appresta al singolare evento “Rimbalzolando” che avrà luogo domenica 29 ottobre a cura della Pro Loco, presidente Anna Lorenzon, per ricordare un prestigioso pittore-scenografo che qui è vissuto e ne ha immortalato la campagna, i boschi, le risaie, i campi di grano e i contadini al lavoro. Saranno esposti sulle facciate di case private 30 pannelli riproducenti altrettanti disegni di Alberto Bertazzi che nella sua breve vita ha onorato incessantemente l’arte e il proprio paese.

Verrà rappresentata, in un ideale percorso museale, una delle due anime di un artista poliedrico che attraverso la contemplazione della natura e del semplice ambiente quotidiano ritrovava le radici e la trepida elegia di sogni bucolici che davano quiete ad uno spirito inquieto e alla brama di vivere intensamente come esigeva l’altra sua anima. Il bagaglio di esaltanti visioni durante la lunga permanenza in Perù, Bolivia, Cile, Patagonia unito alla profonda cultura umanistica e l’interesse per tutti i movimenti artistici antichi e contemporanei rendevano la sua poetica un vulcanico crogiuolo di programmi d’arte. S’intersecano, restituite all’arte figurativa, matrici letterarie suggerite da Novalis, Keats, Neruda e matrici pittoriche di riverberi rembrandtiani, luminismi caravaggeschi e minuziosi dettagli fiamminghi in una resa analitica della realtà come nell’amato Van Eych ma anche, al contrario, in una resa occulta affine al simbolismo. Una memoria creativa che si avvale di presente e passato, che non disdegna all’inizio il Dada, l’Action painting, l’astrazione ma che approda, in processo inverso a ciò che succede comunemente, ad un figurativo inquietante e misterioso.

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Proprio per la costante alchemica di molte sue opere, fu invitato nella fortunata serie televisiva torinese di Primantenna Supersix intitolata “Nell’occhio del gatto: mistero, arte, cultura, varia spiritualità” condotta da Luigi Marianini che rimase colpito dalla straordinaria preparazione e dall’eloquio forbito di Bertazzi che contrastava con l’aspetto esteriore bohémien e modì con cui volutamente appariva.Sempre in balia di tormento ed estasi, il culto del proprio ruolo di pittore si sviscerava negli autoritratti, ora presentandosi avvolto in un inquietante nero mantello, ora sensuale Casanova davanti al teatro settecentesco di Casale ma anche nelle vesti del dottor Tulp per omaggiare l’amato Rembrandt o anche romantico innamorato mentre bacia la mano di una fanciulla all’interno di una elegante limousine.

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Le infinite sfumature con cui rappresentava la propria personalità (che egli chiamava” Ridondanza”) non erano contraddizioni ma esigenza di sperimentare tutto e il contrario di tutto trasmettendolo all’arte. L’estenuante ricerca di conoscere se stesso si placava quando, in disegni a contè, rappresentava la sua Balzola; qui l’animo tormentato e mai appagato trovava serenità ed equilibrio nella contemplazione della campagna e nella solidarietà dei compaesani. Sicuramente l’idea di ricordare la grande arte di Bertazzi, come accadde quando presentai, Assessore alla Cultura di Casale, nel 2012, una sua retrospettiva nel Castello Paleologo, potrebbe rinnovare il mito dell’artista scomparso prematuramente e degno di notorietà.

Giuliana Romano Bussola