Tutta la vicenda del Salone rivela l'incapacità di ragionare in grande

La cultura a Torino tra saloni e salotti, circoli e fondazioni

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Il capoluogo lombardo sta organizzandosi come sotto la Mole forse pochi immaginano

E’ un vecchio sogno dell’assessore regionale Parigi egemonizzare il Salone del Libro ,facendolo diventare un’emanazione del Circolo dei lettori, la sua creatura prediletta da cui ha spiccato il volo verso  la giunta Chiamparino. Addirittura si è detto che il circolo dei lettori doveva diventare una sorta di salone 365 volte all’anno.  C’è chi si è opposto, con argomentazioni più o meno diplomatiche e intelligenti,  a questa idea. Lo stesso Luca Beatrice ,presidente del Circolo dei lettori, ha temuto che il Circolo possa diventare il cassiere del Salone, mentre, in realtà ,come a tutti e’ noto, il cassiere resta la Regione per ambedue le realtà . Adesso si aggiungono le velleità  della Fondazione per la cultura del Comune che , dopo la scoppola  imposta dai grillini, e’ moribonda . La Fondazione commise gravi errori e fu un organo di egemonizzazione culturale non di poco conto e andrebbe chiusa più che ripensata. Cosa diversa e’ Torino Musei che, privata della sua presidente, e’ diventata una bella addormentata.  Tutta la vicenda  del Salone rivela l’incapacità di ragionare in grande, ma solo in una dimensione torinese  . Il Salone internazionale del libro dovrebbe diventare sempre più internazionale, se vuole competere con Milano e con le grandi capitali del libro mondiali , e sempre meno piemontese. Il Salone finora realizzato e ‘ stato troppo torinocentrico. 

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Il Circolo dei lettori che egemonizza la cultura torinese , facendo terra bruciata intorno  , fruendo di sede e contributi regionali che non ha nessun altro, non ha le caratteristiche  per gettarsi in una esperienza internazionale  come il Salone del Libro. Il Circolo dei lettori e’ ritrovo abituale di tanti pensionati che passano la giornata nei locali che furono del ben più illustre Circolo  degli artisti e ha un ruolo di mero intrattenimento che è la causa prima  del suo successo. Le strategie di alto profilo gli sono estranee. Ha una sala da 70 posti ,quando ha tentato di creare una sede estiva al Castello Medievale, ha dovuto velocemente  far marcia indietro . Il glorioso Circolo della Stampa rischia di snaturarsi , seguendo le logiche che lo hanno caratterizzato negli ultimi tempi e che riprendono quelle del circolo dei lettori  ,per tentare di fare anch’esso impresa sull’onda di via Bogino. Il Circolo dei lettori ha pervaso Torino, e ‘ giunto a Novara, ma il Salone internazionale del libro e’ un ‘altra cosa. Senza i ministeri il Salone non fa  nulla. Quello degli Esteri e ‘ decisivo. Il Circolo e’ cosa torinese che lega il Salone a Torino, ma non può fare la differenza per rendere il Salone davvero internazionale . E il secondo tentativo di Milano nel 2018 non sarà cosa da ridere. Milano sta organizzandosi come a Torino forse pochi immaginano. Il confronto sarà durissimo ed occorre ben altro che il Circolo creato da Antonella Parigi ,attuale assessore alla cultura della Regione Piemonte, per fronteggiare Milano. Per non dire di Francoforte.

 

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