TORINO CITTA’ DELLA RADIO E DELLA TELEVISIONE / 2
INTERVISTA A PAOLO CAIROLI
La stagione 2024-2025 dell’Orchestra Sinfonica Nazionale è stato un successo. Tra ospiti internazionali o appuntamenti sold out, l’Orchestra di Andrés Orozco-Estrada ha superato le aspettative anche quest’anno.
Il merito è anche di un programma originale e variegato, che attira un pubblico di ogni età. La scelta è ampia: le serate Rai NuovaMusica sono dedicate alla contemporaneità musicale, le Domeniche all’Auditorium alla musica da camera e gli appuntamenti di stagione ricchi di ospiti. A ciò si aggiungono i concerti Fuori Sede – alla Scala di Milano, ad esempio – e quelli con una tradizione di più di vent’anni, di Natale e di Pasqua.
Tutti i concerti vengono trasmessi in diretta su Radio3, alcuni su Rai5; gli appuntamenti si possono poi ascoltare gratuitamente in streaming su RaiPlay.
Abbiamo avuto l’opportunità di incontrare Paolo Cairoli, responsabile della comunicazione e dell’ufficio stampa dell’OSN, che ha raccontato tutte le sfumature che rendono l’Orchestra l’istituzionale nazionale che è oggi.
B: Siamo arrivati quasi al termine della stagione. Com’è andata?
P: Alla fine le serate di maggior successo coincidono con la proposta di brani più noti al grande pubblico. Un concerto che ha fatto registrare il tutto esaurito molti mesi prima di andare in scena è stato il concerto che prevedeva la Quinta di Beethoven e il terzo concerto di pianoforte con l’orchestra di Rachmaninoff, divenuto celebre grazie al film Shine (1996).
Un conto è il successo, un altro è la soddisfazione. A volte danno grande soddisfazione anche concerti inaspettati. Per esempio, l’anno scorso ha debuttato un direttore d’orchestra giovane e molto bravo, Thomas Guggeis, che ha avuto uno straordinario successo di pubblico ma anche presso l’orchestra. Questo è un altro fattore molto importante, l’entusiasmo con cui certi interpreti trascinano l’orchestra. In quel caso, un giovane direttore che è stato un po’ la rivelazione della stagione scorsa, ha avuto un grande successo.
In generale, il nostro direttore principale Andrés Orozco-Estrada è un grande musicista ma è anche un grande comunicatore e quindi ha un grande appeal sul pubblico, ed è molto apprezzato come direttore.
B: A proposito di comunicazione, come comunica l’orchestra oggi?
P: La comunicazione è integrata su diversi canali. L’orchestra è presente sia sui media tradizionali, quali televisione e radio, in quanto tutti i concerti sono trasmessi da Radio3 e molti concerti sono trasmessi in televisione su Rai5. Dopo la trasmissione televisiva, tutti i concerti rimangono disponibili sullo streaming; in ogni caso tutti i concerti, anche quelli non trasmessi in televisione, vengono trasmessi in streaming.
Esiste una grossa fascia di pubblico che non è a Torino o nelle città in cui suona l’Orchestra, che ci può seguire attraverso diversi media. Tradizionalmente, la radio è quella più antica, in quanto questa nasce come Orchestra della radio. Tuttavia, adesso è diventata anche un’Orchestra di internet. Inoltre, tutti i contenuti vengono (ri)lanciati anche attraverso i social media, che sono un ottimo mezzo per raccontare delle storie e far vedere e sentire quello che facciamo.
I social media sono canali che raggiungono pubblici diversi o comunque permettono di aggiornare le informazioni e far preassaporare quello che si andrà ad ascoltare. Per esempio, durante le prove si pubblica uno stralcio di una prova di un brano che poi si ascolterà in diretta sulla radio o in streaming il giovedì successivo.
B: Come ben sappiamo, oggi l’Orchestra Sinfonica Nazionale fa parte della famiglia di Rai Cultura. Come è cambiato il rapporto con la televisione nel corso degli ultimi anni?
P: Il rapporto con la televisione è abbastanza articolato, nel senso che Rai Cultura riprende e trasmette almeno 10 concerti l’anno, che trasmette su Rai5. Tuttavia, ci sono concerti che vanno su altri canali. Ad esempio, da più di vent’anni il concerto di Natale dalla Basilica Superiore di San Francesco d’Assisi, va in onda su Rai1 dopo la benedizione urbi et orbi del Papa.
Delle altre componenti che non sono cambiate sono la qualità e la cura nelle riprese: non bisogna pensare solo a dove si trasmette, ma bisogna pensare soprattutto a come si produce una ripresa.
Per riprendere un concerto occorrono sei od otto telecamere – ad eccezione dell’esclusiva streaming per cui ne servono solo quattro. Sono necessarie delle persone che seguono le prove, dei consulenti musicali con la partitura che indicano dove fare le riprese, quali strumenti riprendere e quando riprendere l’orchestra nella sua interezza, oltre ad un intero team di regia.
Inoltre, se il concerto viene post prodotto, servono dei professionisti che si occupano del montaggio e dell’editing. C’è tutto un mondo che cura la produzione che poi viene trasmessa su più canali diversi.
B: E’ quindi fondamentale poter contare su un team che sappia valorizzare l’orchestra attraverso riprese che finiscono successivamente su media differenti.
P: E’ molto importante la qualità della produzione della ripresa. Il concerto che viene trasmesso in diretta è così come lo si vede, il concerto che viene trasmesso magari un mese dopo viene post prodotto e rimane a disposizione in streaming su RaiPlay, diventando un documento storico. Ad esempio, ci sono esecuzioni storiche della Rai con interpreti che non ci sono più, o prime assolute di brani che sono diventati di repertorio.
B: Ennio Morricone, uno dei più grandi compositori italiani, ha diretto l’Orchestra Sinfonica della Rai nel 2013. Da Rigoletto (2010) di Bellocchio a Cenerentola (2012) di Verdone, l’OSN è stata protagonista di alcuni film-opera trasmessi in diretta su Rai1. Qual è il rapporto di oggi con il cinema?
P: L’OSN produce anche colonne sonore di fiction televisive e indice dei cd, c’è un’ampia discografia. E’ capitato anche che l’Orchestra abbia eseguito colonne sonore cinematografiche. Non è frequentissimo, ma può capitare che succeda.
B: Abbiamo del direttore attuale Andrés Orozco-Estrada, molto amato dal pubblico, che resterà fino al 2026. Qual è il processo di selezione dei direttori principali dell’OSN?
P: Si tratta di una scelta della direzione artistica tra i direttori ospiti che frequentano l’Orchestra, invitati per interpretare i brani di alcuni concerti della settimana. Se si crea un buon rapporto con l’Orchestra, si può valutare la posizione di direttore principale e valutare se si può percorrere un pezzo di strada assieme.
B: Avete notato un cambiamento nel pubblico negli ultimi anni, sia in merito di numeri che in base, ad esempio, all’età?
P: Come è capitato un po’ a tutti, durante la pandemia c’è stato un grande calo, seguito poi da una ripresa graduale spunta dallo streaming, che è stato inserito proprio in quegli anni per esigenze che tutti noi conosciamo.
Per quanto riguarda l’età anagrafica, la nostra offerta di appuntamenti di musica contemporanea attira un pubblico giovane, interessato ad alcune serate in particolare. Poi ci sono i cosiddetti pubblici specifici, che seguono solo Bach o solo Wagner, ad esempio. Chiaramente, le serate che riscontrano un maggiore successo sono quelle dei grandi classici, come la Quinta di Beethoven.
B: Cosa si vede nel futuro dell’Orchestra?
P: A brevissimo presenteremo la stagione 2025-2026, che si inaugurerà ad ottobre. Ci saranno novità, nuovi programmi e tournée.
Non resta che consultare il programma ufficiale per non perdere gli ultimi appuntamenti della stagione, oppure recuperarli gratuitamente su Rai Play, nell’attesa di scoprire le novità del prossimo anno.
Beatrice Pezzella
La foto dell’Orchestra è di PiùLuce