C’è chi giura che si tratterà di un nuovo carrozzone e chi sostiene che il nuovo ente sarà funzionale e a costi ridottissimi. Fatto sta che la defunta Provincia lascerà il posto alla Città metropolitana. E poi chi vivrà vedrà
Sono tre in tutto le liste per eleggere il nuovo Consiglio metropolitano di Torino. Un listone di 18 candidati si riferisce all’area Pd, Ncd e Forza Italia. Lista autonoma per la Lega Nord che si presenta con la ‘Lista civica alternativa’, con 11 candidati, altrettanti per il Movimento 5 stelle. L’ ammissibilità dei candidati, sarà verificata entro mercoledì, mentre si terrà venerdì il sorteggio dell’ordine delle liste sui manifesti.
C’è chi giura che si tratterà di un nuovo carrozzone e chi, invece, sostiene che il nuovo ente pubblico sarà funzionale e a costi ridottissimi. Fatto sta che la defunta Provincia lascerà tra pochi mesi il posto alla nuova Città metropolitana. E poi chi vivrà vedrà. Il 12 ottobre, infatti, in undici centri della provincia si terranno le elezioni per il consiglio metropolitano. A votare, però, non saranno i cittadini. Si tratta, in questo caso, di elezioni di secondo grado, in cui gli eletti saranno anche elttori. Il diritto di voto spetta a tutti gli amministratori – sindaci e consiglieri comunali del territorio, in tutto 3820 per 315 Comuni – e sarà espresso per eleggere i 18 nuovi consiglieri metropolitani.
Si voterà a Torino (a Palazzo Cisterna) ma anche nei palazzi municipali di Chieri, Chivasso, Collegno, Ivrea, Moncalieri, Pinerolo, Rivarolo, Settimo Torinese e Susa. L’attuale vicepresidente della Provincia, Alberto Avetta e il sindaco Piero Fassino sono stati i Caronte che hanno traghettato la vecchia amministrazione provinciale in questa fase di transizione.
Il sindaco di Torino ricoprirà anche il ruolo di primo cittadino metropolitano. Fassino, insomma, con i suoi colleghi delle altre grandi città (Roma, Milano,Genova, Firenze, Napoli, Venezia, Bologna, Bari e Reggio Calabria) diventerà un supersindaco. I suoi poteri ingloberanno quelli che prima appartenevano alle provincia. Entreà in conflitto con le competenze del governatore Sergio Chiamparino? Tanto per fare qualche esempio, definirà le basi dei piani regolatori, dei piani di sviluppo e territoriale, curerà la programmazione dell’intero hinterland del capoluogo.
Certo è che il nuovo ente pubblico non parte proprio alla grande, se si considera il deficit delle casse provinciali da cui dovrà incominciare il proprio percorso. Avetta (che ha sostituito l’ex presidente di Palazzo Cisterna Antonio Saitta, ora alla guida della sanità regionale) ha in più occasioni ricordato che le condizioni necessarie per il varo della Città metropolitana sono tre: un bilancio sano, un percorso condiviso tra le 315 municipalità e l’equilibrio territoriale nel nuovo consiglio metropolitano. Quante di queste saranno soddisfatte?
Qualche dato sulla ex Provincia di Torino:
– una popolazione di oltre 2 milioni e 200.000 abitanti
– oltre 3.000 Km di strade (la gran parte dei quali in montagna e in collina)
– 160 edifici scolastici che ospitano circa 90.000 studenti.
– Le risorse investite nel 2013: 100 milioni di Euro per la formazione professionale, 35 milioni per i trasporti, 10 milioni per le politiche del lavoro, 16 milioni per la manutenzione di strade ed edifici scolastici, 6 milioni per azioni di solidarietà sociale.