STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
Siamo sbigottiti al limite dell incredulità dopo le “rivelazioni” del Governatore piemontese in consiglio regionale su FinPiemonte e il suo ex presidente Fabrizio Gatti. Che qualcosa nella finanziaria regionale non andasse era palese con il cambio al suo vertice. Quando arriva Il dott. Ambrosini di fatto è considerato un commissario che tenta di rimettere a posto i conti. Ma da quello che abbiamo capito c’è dell’altro. Non ci sarebbe solo eventuale “malagestione”. Scelte imprenditoriali sbagliate, sarebbero spariti dei soldi per coprire dei buchi di società “sospette”. Ovviamente il condizionale è d’obbligo. Ma Sergio Chiamparino é persona che sa dosare le parole e le pondera. In quelle parole l’amarezza d’ essersi fidato della persona sbagliata. Eppure Fabrizio Gatti era noto per essere un manager pubblico capace ed accorto anche lui nel ponderare scelte ed azioni. Qualcosa non torna per come sono avvenuti i fatti.Gatti ha sempre ricoperto incarichi con successo. É stato consigliere comunale a Torino. Insomma conosce regole del gioco politico ed amministrativo. FinPiemonte è uno dei gioielli di famiglia. Nel cda ritorna come vicepresidente chiaramente indicato dal Pd. Maggioranza di centrodestra. Deve le sue fortune alle dimissioni del presidente Massimo Feria. diventando prima di fatto e poi formalmente presidente, poi prontamente riconfermato da Chiamparino. Ma per Gatti FinPiemonte non è l’unica attività lavorativa.Ha incarichi fiduciari ed amministrativi in società controllate da privati nel sistema autostradale del Piemonte e della Valle d Aosta. Viene riconfermato, implicito il giudizio positivo. In FinPiemonte non essendo amministratore unico deve rendicontare al cda e ai soci. Investimenti e operazioni finanziarie sono scelte del cda ed il controllo dei sindaci. Dunque qualcosa non ha funzionato se si parla di in ammanco di 11 milioni di euro. Difficile credere che Gatti abbia fatto – se ha fatto – tutto da solo. Difficile non ipotizzate un atto di responsabilità civile sull’attività verso tutti gli amministratori. Ovviamente siamo tutti garantisti. Aspettiamo cosa farà la magistratura.La Regione è socia di FinPiemonte e ci sono altri soci che debbono decidere se con la conduzione Gatti hanno avuto un diretto danno. E devono deciderlo subito. Ho assistito 10 anni fa allo scorporo di FinPiemonte con FinPiemonte partecipate, costola operativa delle politiche industriali. E, ad esempio, l’operazione sulla palestra di Collegno non mi pare negli scopi della società. Insomma, uno strappo alla regole societarie, qualcosa che è maturato nel tempo e non “farina” del solo Gatti?