LE INCHIESTE DEL “TORINESE”
I ragazzi intervistati spiegano alla redazione come sia difficile poter andare avanti senza farsi aiutare dai propri genitori. Abbiamo chiesto quali iter hanno percorso per trovare un’occupazione e ogni storia appare simile all’altra
“Oggi è il tempo del lavoro schiavo, quello senza diritti e della mancanza di lavoro” . A pronunciare questa frase,non è il solito politico che, in vista delle elezioni elettorali deve ricevere consensi, ma è Papa Francesco,che, meno di un mese fa, rivolgendosi a migliaia di persone, ha affermato quanto sia grave per un giovane non avere un’occupazione.Alcune ricerche hanno confermato come la “spintarella” o la raccomandazione, sia lo strumento più idoneo per chi cerca un lavoro.
Non ci vogliono di certo degli studi per comprendere quanto sia più facile farsi raccomandare rispetto al seguire un faticoso percorso che, anche per un brillante laureato, non porta spesso da nessuna parte. Oggi i giovani hanno poche strade da percorrere; la prima è quella di iscriversi a Garanzia Giovani, un progetto voluto dal Governo Renzi che permette agli under 29 di trovare un’occupazione attraverso il Centro per l’Impiego ma, per coloro che hanno un’età superiore, il sistema offre veramente poco. La Redazione ha intervistato un gruppo di ragazzi privi di occupazione che, in assenza di questa, ha seguito dei percorsi formativi individuali, utili per acquisire delle competenze spendibili per la labirintica ricerca. Tra i ragazzi del gruppo c’è chi ha seguito dei Corsi finanziati, tra i più quotati, quelli di Lingua inglese e Paghe e contributi. In una realtà come Torino, spiegano i ragazzi, si combatte contro la quantità e la qualità, cioè, rispetto ad altre realtà italiane, la Città Metropolitana ha la possibilità di scegliere i migliori candidati tra centinaia di persone che si propongono ad una determinata offerta.
Per questo motivo, il giovane che può permettersi di seguire un corso per inoccupati, approfitta della possibilità formativa, quasi sempre gratuita perché finanziata da Enti appositi, e ne fa di questa un surplus alla sua formazione professionale. In realtà però, frequentare un corso,è l’ultima spiaggia per la persona inoccupata perché, appare scontato affermarlo ma, un lavoratore, non seguirebbe mai un percorso tale, se non per arricchire il proprio bagaglio culturale. I ragazzi intervistati spiegano alla redazione come sia difficile poter andare avanti senza farsi aiutare dai propri genitori. Abbiamo chiesto quali iter hanno percorso per trovare un’occupazione e ogni storia appare simile all’altra. Marco ha una Laurea in Giurisprudenza, frequenta il Corso per la “Selezione e gestione del personale”perché, seppur ha ottenuto la faticosa abilitazione, non riesce a trovare uno Studio che gli dia uno stipendio ragionevole quindi, spiega, “Meglio trovare soluzioni alternative, piuttosto che guadagnare 300 euro al mese”. Marco, come gli altri ragazzi, sono iscritti a moltissime Agenzie per il lavoro ma,”Se qualcuno non mette il mio curriculum sotto gli occhi del selezionatore,è difficile trovare un’occupazione tra centinaia di persone che si candidano per quella offerta. Ad alcune agenzie puoi portare il curriculum solo una volta a settimana, in orari stabiliti ma nessuno propone un colloquio individuale”. Il percorso da seguire infatti prevede,in primis, l’iscrizione al Centro per l’Impiego, in secundis,il portare a mano i curricula nelle agenzie. Qui però sta la più grande faglia del sistema. Oggi infatti, la maggior parte delle Agenzie interinali, sature di richieste di lavoro, chiedono alla persona che cerca, di effettuare l’iscrizione on line perché non hanno tempo di effettuare i colloqui individuali. Marta, una delle ragazze intervistate, racconta come questa procedura scarti a priori il candidato, infatti, spiega: “Se le agenzie non effettuano più colloqui e si basano solo sulle informazioni del curriculum come fanno a sapere se il candidato vale oppure no.
Pochi giorni fa,un’impiegata di una nota agenzia che si trova vicino la stazione di Porta Nuova, mi ha letteralmente cacciata dicendomi che, seppur ho una laurea, se non conosco determinati programmi operativi, è inutile mandare la mia candidatura come impiegata,al massimo,possono propormi per effettuare l’ennesimo corso di formazione. Oggi mi ritrovo a seguire il Corso di paghe e contribuiti perché, con la mia laurea in Scienze della Formazione, non ci faccio nulla”. Il Centro per l’Impiego invece, propone ai ragazzi, un percorso di Politiche Attive cioè, degli esperti, seguono il singolo candidato,fanno un bilancio delle rispettive competenze e lo indirizzano su quelli che possono essere le possibili mansioni da svolgere ma, non offrono un lavoro loro, che sono i primi designati a doverlo fare, se va bene, propongono un tirocinio di 600 euro al mese per 8 ore al giorno. Un tirocinio però, non da diritto, ovviamente, a tutti i benefici che offre un contratto di lavoro come: ferie pagate, pagamento degli straordinari, trattamento di fine rapporto (Tfr), al massimo concede un’assicurazione contro gli infortuni.Quindi, in sostanza, la persona inoccupata deve iscriversi on line in tutte le Agenzie del lavoro e sperare che queste chiamino. Possono passare mesi, anni, ma, in conclusione, senza la famigerata spintarella, è difficile che qualcuno selezioni il candidato.
Bianca Maria