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Premi San Giovanni a Christillin e Comoglio

Pubblicato il 11 Febbraio 2016

La consegna a Palazzo Lascaris

Evelina Christillin e Paolo Comoglio hanno ricevuto i Premi San Giovanni 2015 dalle mani del presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Laus, e dei vice Daniela Ruffino e Nino Boeti. La cerimonia si è svolta a Palazzo Lascaris: il Premio è stato istituito SanGiovanni per rendere omaggio a personalità della cultura, della scienza, dell’arte e delle libere professioni che abbiano contribuito ad accrescere il prestigio di Torino e del Piemonte. Con i rappresentanti delle istituzioni civili e militari sono intervenuti Gianduja (interpretato dal famoso Andrea Flamini) e Giacometta, alcuni gruppi di figuranti in costume provenienti dalle varie province del Piemonte. La professoressa Christillin attualmente è presidente del Museo Egizio di Torino e, tra i vari prestigiosi incarichi ricoperti, sicuramente spicca quello di presidente esecutivo del Comitato promotore di Torino 2006, che è riuscito nella straordinaria impresa di ottenere l’assegnazione dei XX Giochi olimpici invernali del 2006, riportando la manifestazione sportiva in Italia dopo 46 anni di assenza. La stessa Christillin è parsa particolarmente emozionata, in quanto proprio il 10 febbraio di dieci anni fa, vennero inaugurate le Olimpiadi a Torino. Il professor Comoglio, torinese, dopo essersi laureato in Medicina, si è trasferito negli Stati Uniti dove ha studiato le proprietà biologiche delle cellule neoplastiche. Dal 1996 dirige la Divisione di Oncologia molecolare dell’Istituto per la ricerca e la cura del Cancro di Candiolo (To) e, dal gennaio 2000, ricopre la carica di direttore scientifico.Ha sviluppato nuove tecnologie per lo studio degli oncogeni. Grazie a queste ha scoperto, alla fine degli anni Ottanta, i recettori per i fattori di “Scattering” e recentemente, i geni che codificano le “Plexine”, molecole chiave per la comprensione dei meccanismi molecolari che controllano la malignità neoplastica e le metastasi.“Le antiche usanze, quelle cui è collegato il nostro cuore e il nostro sentimento, sono un vero e proprio tesoro che, una volta perduto, non si trova più”, ha voluto sottolineare Flamini, riprendendo il concetto di Jean Jacques Rousseau.