La poesia di Alessia Savoini
APEIRON
Oscillo
tra i docili fianchi di questo sogno,
dopo aver strappato alla preghiera
la traccia inconsistente di questo corpo.
Volubile,
ho indugiato le cospirazioni della notte
nella fessura pigra della palpebra.
Come la schiusa di un guscio,
il giorno si rese parto, culla, occasione
ed il volo fu il desiderio incolmabile dell’ala.
Siamo generati dal nulla:
la parola mi salva dal buio.
Sconfino
nel graffio.