A Torino e in Regione la confusione regna sovrana. Tutti contro tutti. Non solo tra le forze politiche ma all’interno delle stesse forze politiche. Forse il Chiampa rimpiange il centralismo democratico del Pci. E La nostra Chiara (Appendino) si sta chiedendo dove é atterrata e chi sono i suoi compagni di viaggio, i Cinque Stelle. Una cosa accomuna tutti: poco si fa e poco cambia. Sergio va giù duro. “Mi vergogno del Consiglio”. Lettura politica: la riforma della legge elettorale deve passare. Ne va della nostra credibilità. Ed anche sui costi della politica pochino é stato fatto. Vero, sono stati ridotti gli stipendi, ma a futura memoria. In altre parole riguarderà i consiglieri futuri. Chiara intanto invita tutti i suoi consiglieri per rappacificarsi e questi non si presentano. Cattivi. Ma forse c’è dell’altro. Ognuno rivendica: siamo stati eletti su un programma che vogliamo rispettare. Peccato che nel loro programma c’era tutto e il incontrario di tutto. Lunghissimo l’elenco. Mai più costruzioni di nuovi supermercati. E invece poi più permessi che in tutto il passato. Mai si abbatterà il ponte di Corso Grosseto. Abbattuto. E in ultimo le Olimpiadi. Chiara ha detto “ci penso io”. Risultato, Torino tagliata fuori. L’inesperienza si paga. Col risultato che tutti sono arrabbiati con la Sindachessa. Chi voleva le Olimpiadi e chi non le voleva.Viene proprio voglia di dire “chi é causa del suo mal pianga se stessa”. Chi sicuramente non è inesperto è Sergio Chiamparino. Sapeva che a ridosso delle elezioni é difficile fare leggi che non si sono riuscite a fare durante la legislatura. I consiglieri pensano ad una eventuale rielezione… diciamo che sono distratti. Eppure era partito bene. “Se non fate io mi dimetto”.
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L’attimo fuggente é passato ed i problemi sono rimasti. Si è consumato il gioco delle parti. Intanto il collegamento Tav (fortunatamente) va avanti prescindendo dalla politica. Non é più come una volta quando la politica contava e persino Gianni Agnelli chiedeva ed ordinava di soprassedere ai licenziamenti. Doveva parlare con i romani. E tornato diceva perentorio: non si può licenziare. Una cosa ora possono fare gli attuali politici: lavorare per restituire la credibilità alle istituzioni. E le divisioni, direi quasi profonde lacerazioni, tra piddini e pentastellati nuocciono a loro ed anche alle istituzioni che governano. Un Pd sempre più in stato comatoso e oscillante, nei sondaggi, dal 15 al 16 e qualcosa per cento. Comatoso perché sono gli stessi dirigenti che non se lo vogliono dire. E i pentastellati, nonostante il consenso, sono come ” moribondi” – o forse morituri – che continuano a dirsi: stiamo benissimo. Ma il vuoto non esiste, in politica. Qualcuno queste elezioni amministrative le vincerà. Con la speranza che il centrodestra scelga candidati qualificati. Ne va della credibilità della nostra regione e della nostra città. Il Piemonte deve ritornare a contare, soffre di troppa marginalità. Scherzando si apostrofa il governo gialloverde come un alleanza tra Borboni (pentastellati) e Austroungarici (leghisti). Ed allora ricerchiamo lo spirito dei Savoia. Non sono monarchico, e tanto meno filo Savoia. Casata di dubbie capacità. Ma vorrei una classe di politici che pensassero anche alla regione dove sono stati eletti.
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Patrizio Tosetto
(foto: il Torinese)