L’angolo della poesia

L’angolo della Poesia di Gian Giacomo Della Porta: Giorgio Orelli

GINOCCHI

Io sono uno studente e studio su una terrazza contro prati in pendio
dove errano galline su cui possono piombare falchetti detti sciss.
Il fucile è qui, accanto a me.
Da un pezzo una ragazza bruna di fuorivia va in altalena, ogni poco
mi vengono incontro i suoi ginocchi lucenti.
Fingo di scrivere qualcosa e ad un tratto, nell’attimo che giunge alla mia altezza,
le chiedo una gomma per cancellare.
Lei subito salta giù, corre in casa, torna fuori e mi dà sorridendo una gomma biancicante.
Cancello il bianco e poi col lapis scrivo sulla gomma, in stampatello: T’AMO.
La dichiarazione è così netta che arrossisco, l’attenuo fregandovi il pollice.
Adesso forse va bene, posso restituire la gomma.
La ragazza scappa in casa, non si fa più vedere.

Giorgio Orelli, nato ad Airola nel 1921 e morto a Bellinzona nel 2013, è considerato uno tra i più importanti poeti italiani appartenenti al filone post-ermetico, oltre che fine traduttore dell’opera di Goethe e narratore.

Profondo conoscitore della Letteratura Italiana, Orelli è tra le voci più interessanti e complesse della poesia contemporanea, usa un’ampia varietà di registri senza venir meno al suo stile riconoscibile, mantenendo una solida armonia fra tradizione e sperimentalismo. Vi è, nella poesia di Giorgio Orelli, una musicalità e un avvicinamento del verso alla  prosa, caratteristica che richiama un ritorno alle origini della poesia orale. Vi invito a scoprire o a riscoprire questo grande poeta, leggendo i suoi scritti a voce alta.

Gian Giacomo Della Porta 

L’angolo della Poesia di Gian Giacomo Della Porta: Giuseppe Ungaretti

Poesie di Giuseppe Ungaretti

 

Veglia

Un’intera nottata

buttato vicino

a un compagno

massacrato

con la sua bocca

digrignata

volta al plenilunio

con la congestione

delle sue mani

penetrata

nel mio silenzio

ho scritto

lettere piene d’amore

Non sono mai stato

tanto

attaccato alla vita.

 

Fratelli

Di che reggimento siete

fratelli?

Parola tremante

nella notte

Foglia appena nata

Nell’aria spasimante

involontaria rivolta

dell’uomo presente alla sua

fragilità

Fratelli

Giuseppe Ungaretti, nato ad Alessandria d’Egitto nel 1888 e morto a Milano nel 1970, è stato uno dei principali poeti della letteratura italiana del XX secolo
La poesia di Giuseppe Ungaretti, inizialmente influenzata dal simbolismo francese (non a caso i primi apprezzamenti arrivarono proprio da Guillaume Apollinaire e da Louis Aragon, che ne riconobbero la comune matrice simbolista)  si distingue per la sua scelta delle parole votata all’essenzialità, caratteristica che va a contrapporsi alla magniloquenza tipica dannunziana.

In questi due testi molto famosi che ho selezionato per voi, viene fuori con forza uno dei temi centrali nell’opera di Ungaretti: la Guerra, il dolore che essa si porta dietro e la voglia di un uomo di resistere, di perpetrare il bello attraverso la poesia, la gioia di trovare in vita i compagni d’armi (Fratelli) e la sofferenza di passare una nottata “buttato vicino a un compagno massacrato”, aspettando l’aurora come fosse la prima volta e illuminarsi d’immenso nella consapevolezza di essere ancora in vita.

Una vita che si rivela nella sua grande fragilità, ma che porta in sé una volontà feroce d’amore e di tempo da non sprecare.

Provate a leggere le due poesie ad alta voce, dando peso ad ogni lettera e assaporando il loro sapore sulle labbra: vi accorgerete della potenza di questi scritti quando sarete voi stessi a digrignare la bocca pronunciando le parole: “massacrato”, “digrignata”, “penetrata”.

Buona lettura!

Gian Giacomo Della Porta