La mostra allestita a Palazzo Madama fino al 10 settembre

Il sogno di una scenografia per 32 studenti del Politecnico torinese

“Come direttore di Palazzo Madama sono lieto di aver favorito questa collaborazione tra la Facoltà di Architettura del Politecnico di Torino, il Teatro Regio e il Museo Civico di Arte Antica della nostra città, suggellando così un esemplare rapporto istituzionale, che ha prodotto una mostra piccola ma emblematica, nel cui ambito viene messa in evidenza la creatività degli studenti dell’ultimo anno di laurea in Architettura e l’efficacia formativa dei loro ottimi docenti”. Così Guido Curto nel siglare la mostra 8 scenografie per Macbeth, che troverà posto sino al 10 settembre nella Sala Atelier, al secondo piano del Palazzo di piazza Castello. Curata da Roberto Monaco (Professore Ordinario del Politecnico torinese), Valentina Donato (architetto), Claudia Boasso scenografa del Regio di Torino), Attilio Piovano (docente del Conservatorio “G. Cantelli” di Novara), Loris e Martina Poët (architetto e illustratrice grafica), allineando nelle alte bacheche le suggestioni, le idee, le maquette di 32 allievi, rigorosamente quattro attorno ad ogni progetto, segue l’esperimento di due anni fa riguardante Madama Butterfly – ci si è cimentati anche con lo spartito di Norma, il prossimo appuntamento riguarderà il mozartiano Don Giovanni – ospitato nelle sale del MAO-Museo d’Arte orientale, cornice propria all’ambientazione esotica dell’opera. Quest’anno si è cercata l’ospitalità di Palazzo Madama, in considerazione anche del fattibile confronto con le collezioni museali, che vantano un prezioso patrimonio di stampe e disegni a soggetto teatrale, firmati da artisti quali Filippo Juvarra e i fratelli Bernardino e Fabrizio Galliari.

Un anno di lavoro, nell’anno accademico 2016 – 2017, all’interno del quale sono stati messi a frutto le competenze tecniche, artistiche e musicali degli studenti, un momento per porsi di fronte alla complessità della macchina teatrale incentrata sull’opera verdiana che pone le proprie radici nel terreno shakespeariano, nella significativa concomitanza con le celebrazioni per i 400 anni dalla morte del drammaturgo inglese. Un progetto che è stato realizzato nei vasti laboratori di scenografia del Teatro Regio a Settimo Torinese, dove i ragazzi hanno portato avanti l’elaborazione di bozzetti, tavole tecniche, campioni di elementi di scena, materiali tutti occorrenti a produrre nella realtà l’allestimento di un’opera lirica, confrontandosi con le tecniche costruttive e i materiali imposti dal palcoscenico, in particolare da quelli del Regio torinese.

Adesso, potenzialmente pronti per una messa in scena, gli otto progetti sono lì, incorniciati sul palcoscenico del teatro, con le loro silhouette, le foreste che avanzano, i piccoli personaggi, le ombre e le luci, i materiali diversissimi tra loro, gli incanti, le realtà. La speranza giovanile di una realizzazione. Sono il frutto delle differenti sensibilità degli studenti, capaci di considerare maggiormente quanto il potere contamini il sovrano e la sua sposa o la volontà a mettere in luce il lato metafisico della vicenda o a incorniciare cromaticamente i fatti, addirittura, forse con un azzardo di troppo, a intravedere e illustrare un Macbeth non estraneo all’ambiente e alla legge mafiosi.

 

Elio Rabbione