RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Colm Tóibín “Long Island” -Einaudi- euro 20,00
Il grande scrittore irlandese 69enne ci affascina con questo romanzo dal finale incerto; sequel del precedente successo “Brooklyn” (2009), che aveva ispirato l’omonimo film adattato da Nick Hornby, interpretato da John Crowley e Saoirse Ronan.
Durante la pandemia Tóibín ha fantasticato su un possibile seguito, al quale ha lavorato al ritmo di 10 ore al giorno. Ed ecco questo bellissimo testo scritto con il suo rigoroso stile letterario. “Brooklyn” si era concluso con il ritorno in America della protagonista, Eilis Lacey, che si era recata nella natia Irlanda per la morte della sorella.
Ora sono trascorsi 20 anni, Eilis vive a Long Island con il marito Tony, i figli Larry e Rossella, ad un passo dalle villette di suoceri e cognati italoamericani; una piccola enclave fondata su legami di sangue e reciproco aiuto.
Il suo rassicurante ritmo di vita quotidiano viene infranto da uno sconosciuto che bussa alla porta e le ringhia contro. E’ il marito “cornuto” a casa del quale Tony aveva fatto dei lavori; poi però si era anche sollazzato con la padrona di casa e l’aveva pure messa incinta. L’uomo le annuncia che non ha nessuna intenzione di tenere il figlio del peccato e che lo scaricherà davanti alla porta di Eilis.
E’ la bomba che fa esplodere l’esistenza della protagonista e scava un baratro con il marito fedifrago e la famiglia di lui. Eilis è determinata a non voler crescere il futuro nascituro e non accetterà nemmeno che ad occuparsene sia la suocera. L’ultimatum è chiaro e inappellabile: se il bastardino entrerà in famiglia, lei ne uscirà definitivamente.
E, giusto perché l’aut aut sia ancora più esplicito, decide di partire per l’Irlanda portando con sé i figli; adduce come scusa il compleanno dell’ottuagenaria madre, ma ovviamente dietro c’è molto di più.
Il seguito narra il suo ritorno a Enniscorthy, dove l’ultima volta aveva avuto una relazione con Jim. Poi era ripartita senza dare spiegazioni per tornare dal marito.
Jim però non l’ha dimenticata; è rimasto single, dedito solo al suo pub. Solo ultimamente frequenta di nascosto Nancy (amica di Eilis); vedova e madre di due figli, che manda avanti una friggitoria, barcamenandosi tra mille difficoltà.
Un legame che viene messo in pericolo dal ritorno di Eilis….
Ursula Parrott “Ex wife” -Gramma Feltrinelli- euro 18,00
Ursula Parrot è lo pseudonimo della giornalista, scrittrice e sceneggiatrice Katherine Ursula Towle, (nata nel 1899, morta nel 1957). Ebbe una vita movimentata, con 4 matrimoni e svariate relazioni con personaggi di spicco dell’epoca, tra cui Francis Scott Fitzgerald. Morì stroncata da un tumore a 58 anni, in povertà e dimenticata da tutti.
Pubblicò questo romanzo nel 1929 riscuotendo notevole successo; ma anche suscitando un certo scandalo perché metteva in scena la storia di una difficile emancipazione femminile.
E’ ambientato a Manhattan negli Anni ’20, era del jazz e delle trasgressioni. Patricia e Peter si sposano nel 1924 e incarnano una giovane coppia che trascorre le serate tra balli, feste e alto tasso etilico. I due pattuiscono di dirsi sempre tutto.
5 anni dopo lei confessa la sbandata di una notte e Peter non la prende affatto bene. Nonostante lui abbia un’amante da anni, decide di mettere una pietra tombale sul matrimonio. Verdetto inappellabile che relega Patricia al triste ruolo di ex moglie.
L’autrice racconta con spietato acume i vari stati d’animo in cui sprofonda la donna, nello snervante turbinio tra speranza e disillusione; avviluppata dai consigli delle amiche, e pure da perfide pseudo-amiche che sputano veleno a palate e finiscono per confonderla. Ma è anche la difficile rimonta di una nuova Patricia che si mantiene da sola con il lavoro di copywriter e festeggia la ritrovata libertà e l’indipendenza.
Giorgio Biferali “A New York con Paul Auster” -Giulio Perrone Editore- euro 16,00
Prima di tutto un plauso all’editore Perrone per l’idea della collana “Passaggi di dogana” dedicata alle città viste attraverso gli occhi e le opere di grandi scrittori. I lettori vengono trascinati tra le vie e i punti di riferimento letterari scoprendo: Lisbona con Tabucchi, Buenos Aires con Borges e, ancora, tra le molte altre mete, la Costa Azzurra con Fitzgerald e l’Oriente con Terzani. Insomma una preziosa manna per i bibliofili.
Giorgio Biferali, nato a Roma nel 1988, scrittore e docente dell’Accademia Molly Bloom, ci accompagna nelle strade della Big Apple attraverso i libri di Auster. E rimpiange di essere arrivato a New York 10 giorni dopo la morte dello scrittore (nell’aprile dell’anno scorso); così il libro è anche la nostalgica storia di un appuntamento mancato.
Il volume dedicato alla New York di Auster non è un romanzo, non è un saggio e neppure una guida in senso classico; piuttosto è una piacevolissima traccia narrativa.
Ci avventuriamo tra citazioni, riferimenti culturali e passi dei romanzi del grande autore, immenso cantore della città unica al mondo. Da nord verso sud attraversiamo una New York inedita: di quartiere in quartiere, passando per parchi, strade e ponti, da scoprire con occhi nuovi.
Attraverso la letteratura, il cinema e le serie tv, avrete uno speciale ritratto della Big Apple.
Dalla Columbia nell’Upper West Side (dove Auster alloggiò nel dormitorio dell’Università), alla nuova Harlem, Manhattan, Soho e Queens; fino alla zona che forse gli somiglia più di tutte, Brooklyn, spesso tanto presente nelle sue opere.
Una New York meditata e svelata nelle sue molteplici sfaccettature: frenetica, rumorosa, umorale, affollata, emotiva, gentile, ma anche pericolosa. Questo è uno dei libri da mettere in valigia per il vostro prossimo viaggio nella città dalle mille luci e che non dorme mai.
A.K. Blakemore “L’insaziabile” -Fazi Editore- euro 18,50
L’autrice inglese, che aveva esordito con “Le streghe di Manningtree” (sulla caccia alle streghe nell’Inghilterra del XVII secolo), ora torna in libreria con questo secondo romanzo che narra l’avventura picaresca e grottesca di Tarare, ragazzo perennemente affamato.
Blakemore ha traslato in forma romanzesca una vicenda realmente accaduta nella Francia di fine Settecento. Quella del giovane diventato famoso per la sua sorprendente capacità di ingurgitare qualsiasi cosa, oggetti compresi.
E’ la storia di Tarare, ed è documentata. L’autrice ama scavare in epoche tramontate; poi mette in campo l’immaginazione e narra con la sua consueta scrittura elegante. Qui ricostruisce la breve, incredibile e dannata vita di Tarare, che lui stesso racconta alla giovane suora Perpetuè, rimasta al suo capezzale fino alla fine. Attratta -ma anche pervasa da repulsione- di fronte all’uomo-mostro.
Tarare, orfano di padre già alla nascita, vive un’infanzia derelitta con la madre prostituta (che l’ha addirittura costretto a seppellire la sorellina morta) e il patrigno contrabbandiere che tenta di ucciderlo con un’accetta. Il ragazzino riesce a fuggire e si unisce a un gruppo di girovaghi sbandati, che lo trasformano in fenomeno da baraccone.
Tarare diventa una sorta di essere ripugnante, malfatto e in preda a una fame smisurata, che è potente metafora della mancanza di amore. La sua è una spasmodica ricerca che ne determina la vita.
Si ingozza di qualsiasi cosa e in continuazione: tappi di sughero, cibo marcescente, frattaglie immonde e decomposte, animali vivi e carcasse di quelli morti, per toccare il fondo cibandosi del cadaverino di una bimba.