ISOLA LIBRO

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Salomé Esper “La seconda venuta di Hilda Bustamante” – SUR- euro 17,50

E’ strepitoso l’esordio della 41enne argentina Salomé Esper che in questo breve romanzo: afferra il mastodontico tema della morte, lo affronta con tocco magico, lo alleggerisce dal dolore e finisce per esorcizzarlo con ironia e tenerezza. Lancia il messaggio che ogni attimo sia prezioso e che, nell’imperscrutabile ciclo di vita e morte, anche gli oggetti trattengano l’energia di chi non c’è più.

L’inizio è di quelli da brivido. Un anno dopo la sua morte, la 79enne Hilda Bustamante si risveglia: al buio, con la bocca invasa dal metallico sapore di terriccio e vermi, rinchiusa in una bara, sotto palate di terra. L’unica cosa che sa è che deve uscire; a fatica tira fuori prima un pugno, poi un braccio e, con disperate manovre, riesce a riemergere dal sepolcro.

Mentre lascia il camposanto e si avvia verso il suo paese, si verificano una serie di fenomeni tipo poltergeist, di quelli paranormali e inspiegabili: strade invase da cavallette, campane impazzite e vetri che esplodono. Insomma, una mattina qualunque Hilda risorge e il panico dilaga in città.

Lei si presenta alla porta di casa, dove ancora la stanno piangendo inconsolabili il marito Alvaro, la nipotina adottiva Amelia (che però la chiamava mamma) e il gruppo delle Devote del Sacro Cuore (Carmen, Clara e Susan, ovvero le amiche della chiesa).

Che reazioni si possono avere di fronte a una donna anziana che torna dal regno dei morti?

Turbamenti profondissimi e contrastanti saranno quelli che travolgeranno i vari personaggi.

Il marito Alvaro non si allontanerà più neanche di un millimetro dall’adorata moglie, nel timore di perderla nuovamente. Mentre la piccola Amelia, condividendo la stessa paura, si rifiuterà di dormire. Poi gli atteggiamenti diversi delle amiche… che scoprirete leggendo.

Tra i vari quesiti di fondo: sarebbe meglio sbandierare ai quattro venti il miracoloso ritorno di Hilda, oppure mantenere il segreto?

E ci sarà anche chi vorrà vedere nella sua resurrezione quella di Gesù.

Vi anticipo solo che l’ironia è sparsa in ogni pagina e il terrore della morte viene un po’ allontanato. Preparatevi anche ad un finale decisamente a sorpresa, poi portatevi nel cuore questo bellissimo romanzo, in attesa del prossimo della Esper che ha subito rivelato una creatività incantevole

 

 

Stefania Colombo “Jeanne Hébuterne. La luce di Modigliani” -Morellini- euro 20,00

Nel parigino Cimetière du Père-Lachaise, Amedeo Modigliani e Jeanne Hèbuterne sono sepolti insieme e sostare davanti al loro sepolcro è un’emozione intensa. Pensi che sia l’epilogo -almeno un briciolo consolatorio- che consegna all’eternità una delle storie d’amore più travolgenti della storia umana e dell’arte.

La 46enne autrice (regista e attrice) Stefania Colombo prova a immedesimarsi nella disperazione di Jeanne che, alla morte di Modì, decide di seguirlo (con la creatura che porta in grembo), perché senza di lui la vita sarebbe impossibile.

La storia di Jeanne Hèbuterne è legata a quella dello scultore-pittore -dotato di immenso talento- Amedeo Modigliani, nato a Livorno nel 1884; ebreo sefardita, minato dalla tubercolosi.

A inizi Novecento lo troviamo a Parigi, culla delle avanguardie artistiche. Città, all’epoca, calamita di pittori, scultori, scrittori e artisti che vivono in mansarde gelate, attanagliati dai morsi della fame; ma nei caffè e negli atelier lungo la Senna scatenano creatività, idee e grandi ambizioni.

Jeanne nasce nel 1898, a Meaux, in una famiglia benestante della borghesia cattolica francese, parecchio conservatrice. La giovane rivela presto predisposizioni artistiche; riesce a superare l’opposizione dei genitori e si iscrive ai corsi di Belle Arti di Parigi.

In quelle aule, nell’inverno 1916, Jeanne incontra Amedeo; la sua vita entra in un dirompente amore…e nel mito.

Lei ha 18 anni, è timida e riservata.

Lui è un uomo che piace molto alle donne e ricambia, tossisce e sputa sangue, beve a dismisura e non disdegna le droghe. Ha un bagaglio di sofferenza e povertà; soprattutto, è tormentato e disilluso.

In un secondo, tra i due la passione è travolgente, condividono pensieri, emozioni, arte….

Jeanne -eterea, esile, capelli rosso fiammante, pelle eburnea- diventa la musa per eccellenza di Modì. Lei ammira e comprende perfettamente l’incanto e il senso delle tele del suo uomo. Figure allungate, volti malinconici, occhi vuoti ma pieni di significato, che paiono contenere e incarnare tutto il dolore e la bellezza del mondo. L’arte di lui… è nell’anima di lei.

La giovane non si volta più indietro. Gli Hébuterne la ripudiano e la buona società pure. La coppia fa vita bohémien in un minuscolo appartamento-atelier pieno di spifferi e miseria, ma è il loro nido… dove si amano e dipingono.

Anche Jeanne disegna centinaia di nudi femminili, immagini di Amedeo, acquerelli, autoritratti e crea gioielli. Nel 1918 è incinta; Modì non è di grande aiuto, lei a stento dà alla luce la piccola Jeanne della quale non riesce ad occuparsi e viene messa a balia.

La loro situazione peggiora tra miseria e salute precaria di entrambi; per lei è sempre più difficile tenere insieme tutti i pezzi. Lui la dipinge e le dice «Sei il mio sogno. Jeanne, e io sono il tuo incubo».

Nel 1919 un’altra gravidanza, ma il fisico di Jeanne è consumato, mentre la tubercolosi di Amedeo è in fase terminale. Tanto che, ricoverato d’urgenza in ospedale, muore il 24 gennaio 1920.

Ed è la fine di tutto.

Quando il gelido padre -che non l’ha perdonata e non le rivolge la parola- l’accompagna a vederlo, lei riflette sui famosi occhi dipinti da Modì; non vuoti, piuttosto, liberi e riempiti dai ricordi di chi guarda.

Ma ora nell’ospedale de la Charité, davanti alle pupille svuotate di vita del suo Amedeo, Jeanne capisce che quelle di un morto non si possono riempire di ricordi, perché non resta nulla.

La volontà di vivere l’ha abbandonata, lei è come stordita da tanto strazio e le manca l’aria. La loro meravigliosa storia d’amore è durata 3 anni.

Quella notte, il 25 gennaio, nella stanza da ragazza, a casa del padre, l’amato fratello cerca di consolarla…inutilmente.

Mentre lui si appisola, Jeanne, all’ottavo mese di gravidanza, sale sul davanzale del quinto piano, prende fiato e si lancia incontro al suo Amedeo….

 

 

Holly Gramazio “I mariti” -Einaudi- euro 20,00

L’idea di fondo è originale e pure divertente, poi forse manca un freno all’eccesso di sliding doors; sorta di continua apertura-chiusura di porta-portale che ogni volta sforna e inghiotte mariti, via uno, sotto un altro.

Tutto ha inizio a Londra. Una sera, Lauren, single 30enne, rientra dall’addio al celibato di un’amica; apre la porta di casa e…sorpresa!

C’è uno sconosciuto, perfettamente a suo agio in pigiama, che l’aspetta per andare a dormire… la cosa più normale del mondo. Peccato lei non l’abbia mai visto prima.

L’uomo dice di essere Michael, suo marito; le svariate foto della coppia disseminate nell’appartamento e la dimestichezza con cui si muove all’interno sembrano confermarlo.

Saggiamente, lei ci dorme sopra e al risveglio mattutino sarebbe anche disposta a vivere con quell’avvenente e gentile esemplare maschile.

Ma, immaginate il suo sconcerto quando Michael sale in soffitta per una lampadina…e…al suo posto scende un uomo completamente diverso.

E non è che l’inizio.

In pieno plot surreale e visionario, scatta un indiavolato meccanismo; scandito da un continuo inarrestabile saliscendi da capogiro di mariti (tutti diversissimi uno dall’altro).

Punto di svolta è la scala della soffitta.

Lauren, alcuni se li terrebbe pure volentieri ma, per un imperscrutabile disegno, a volte non riesce ad impedirgli di salire in soffitta… ed ecco che a calarsi è poi uno nuovo. Altri, invece, li detesta fin da subito e non ci mette un secondo a rispedirli sopra con un pretesto, curiosissima del prossimo arrivo.

Ogni marito comporta anche un cambiamento di vita, non sempre in meglio. Insomma un reset continuo da perdere l’equilibrio.

E’ l’esordio letterario di chi per mestiere inventa videogiochi, e nel romanzo è più che evidente il suo background di game designer.

 

 

Ugo Barbàra “Malastrada” -Rizzoli- euro 20,00

E’ il secondo capitolo della saga dei “Malarazza” ad opera dello scrittore, giornalista e sceneggiatore siciliano Ugo Barbàra, che ha pubblicato il primo volume nel 2023.

Questo libro centrale (di una trilogia, il cui terzo capitolo è in corso d’opera) copre l’arco temporale dal 1880 al 1920 e riprende la storia di una famiglia -realmente esistita- di imprenditori siciliani, emigrata da Castellamare del Golfo verso l’America.

La prima generazione dei Montalto, a fine Ottocento, aveva esteso il suo impero commerciale dagli Stati Uniti all’Europa.

Ora, a inizi Novecento il testimone passa agli eredi che devono mandare avanti il business e dividersi incarichi, responsabilità, ricchezze e guadagni.

Rosaria Battaglia affida ai figli Leonardo e Paolo la guida della banca di cui lei è stata la prima donna presidente, e si appresta a lasciare New York, insieme alla figlia minore, Benedetta.

Le due sono dirette a Castellamare del Golfo -dove tutto ha avuto inizio- e dove Benedetta dovrà -in futuro- gestire il ramo siciliano degli affari di famiglia.

Ma non tutti hanno la tempra giusta per ruoli decisionali di alto livello e responsabilità; Leonardo e Paolo sono molto diversi, ed in questo romanzo corale si innescano svariati rapporti controversi e conflittuali.

Mentre sullo sfondo divampa o serpeggia la storia con la S maiuscola (inclusa l’emigrazione in America di frange della mafia siciliana), le vite dei personaggi si aggrovigliano tra: lotte di potere, avidità, ambizioni personali, intrallazzi vari, amori, tradimenti, legami di sangue travagliati ed infiniti altri ostacoli.

 

 

L’isola del libro / 300

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA 

Puntata  N. 300

 

Vigdis Hjorth “Ripetizione” -Fazi Editore- euro 18,00

La Hjorth, una delle maggiori scrittrici norvegesi, ha fatto centro anche con questo romanzo apprezzatissimo dai critici e dal pubblico. Protagonista è una scrittrice 60enne che trova sicurezza nella ripetizione di alcuni rituali a cui si ancora per stare meglio a galla nella vita. Uno di questi è recarsi a Oslo ogni anno per assistere al concerto di Natale.

Sua è la voce narrante che racconta come trovarsi seduta accanto ad una famiglia sia stato l’innesco di un doloroso déjà vu. Nelle poltrone vicine, due genitori criticano e riprendono la giovane figlia per tutto il tempo. Apparentemente, nulla di grave.

Invece, per la protagonista, è la molla che fa scattare un viaggio a ritroso, e la catapulta nell’inferno dei suoi 16 anni; in una casa e una famiglia claustrofobiche ed opprimenti.

Rivive il senso di disagio di quando i genitori si parlavano senza di fatto dirsi nulla, incapaci di comprendere la figlia ed averne cura in modo equilibrato.

Soprattutto la madre si accaniva su di lei, ripetutamente e senza darle tregua; per ogni minima sciocchezza, spinta da sospetti continui e ingiustificati. La controllava in tutto, togliendole l’aria e qualsiasi possibilità di autostima.

Un’adolescenza profondamente infelice, quella della protagonista, che era solita sfogare i suoi stati d’animo nelle pagine di un diario segreto che nascondeva sotto il letto. Quando poi aveva incontrato un ragazzo più grande, col quale nella realtà non era successo nulla di grave, lei invece era volata con la fantasia. Si era inventata -e aveva descritto con dovizia di scabrosi particolari- una “prima volta particolarmente bollente”.

L’inferno domestico divampa quando la madre-sentinella rovistando, trova il diario. Persino il padre, peraltro precedentemente sempre rifugiato nelle retrovie delle discussioni, ora prende in mano la situazione e si trasforma in una sorta di spietato carnefice che non vuol sentire ragione…..

Senza anticipare altro, va detto che la Hjorth è magistrale nel giocare sui due piani dell’io 16enne e quello 60enne; nel mezzo c’è l’adulta, che nella scrittura trova la salvezza e la strada maestra per veleggiare tra i marosi della burrascosa esistenza.

 

 

Anjet Daanje “Il canto della cicogna e del dromedario” -Neri Pozza- euro 23,00

Prima ancora di addentrarvi nelle pagine di questo monumentale romanzo l’invito è a soffermarvi sulla bellezza della copertina; poi immergetevi nell’opera scritta magnificamente, che contiene tante storie, in una sorta di gioco di specchi e rimandi. I temi sono quelli che rendono immensa la letteratura: l’amore, la perdita, la morte, il tempo, il dolore, la sorellanza, il senso della vita…e molto altro ancora.

La scrittrice olandese Anjet Daanjie, ispirandosi alla vita nascosta di Emily Brontë, ha congegnato in modo sontuoso e di ampio respiro questo premiatissimo romanzo.

11 capitoli, equivalenti ad altrettanti biografie di personaggi che, in qualche modo, hanno avuto a che fare con la vita di Eliza May; scrittrice di immenso talento di cui si scoprirà la grandezza letteraria solo dopo la morte.

Al centro del primo capitolo c’è la moglie 60enne del falegname, Susan Knowles-Chester, che presta i suoi pietosi servigi al capezzale di chi sta esalando gli ultimi respiri. I concittadini detestano il suo lavoro. Dove va lei, il dolore e la morte la seguono; eppure, sono in molti a chiederne l’aiuto.

La sua esistenza sarà segnata il 12 dicembre 1847, quando prepara per il viaggio finale proprio Eliza May, morta improvvisamente e in modo misterioso, a casa del cognato. Susan trova il corpo ancora tiepido, malamente gettato sul letto, consumato dalla fame, con il volto ossuto.

Lo spazio tra l’ultimo respiro e la tomba è affidato a Susan che lo svolge con infinita pietas.

Ed è da qui che il romanzo prende l’avvio, poi scorre attraverso vari personaggi ed attraversa i secoli per arrivare fino ai giorni nostri.

 

 

Sharon Gosling “Il faro che custodiva i libri” -Garzanti- euro 16,90

E’ il libro con cui l’autrice inglese (di cinema, spettacolo e televisione) Sharon Gosling esordisce in letteratura. La storia si svolge in un affascinante faro, trasformato in libreria, immerso in un piccolo paesino immerso nelle lande scozzesi.

E non è un caso, perchè Gosling, vive con il marito in una cittadina della Cumbria, Nord dell’Inghilterra, a Newton Dumbar, nell’Aberdeenshire, in Scozia.

Protagonista è la giovane Rachel: occhi color turchese, capelli scuri e corti. Per troppo tempo si è come lasciata trascinare dagli eventi e dallo scivolare via del tempo; ora è alla ricerca di una nuova traiettoria di vita ed ha trovato rifugio in questa sorta di nido protettivo.

E’ il faro dai massicci muri in pietra e minuscole finestre, costruito agli inizi del XIX secolo in piena campagna scozzese, a chilometri di distanza dal mare. Un faro che non guida i naviganti nella tempesta, ma compie salvataggi altrettanto importanti: illumina l’anima!

Dopo l’iniziale spaesamento, Rachel si adatta velocemente. Si lascia avviluppare dal senso di appartenenza alla nuova comunità e ai clienti abituali che, come lei, amano i libri e le storie che raccontano. Sistema i volumi sugli scaffali, offre tazze di tè agli avventori e con loro scambia consigli, pareri letterari… e non solo. Tutto sembra scorrere quasi in un’atmosfera magica.

Quando però, la giovane scopre l’esistenza di una stanza segreta che potrebbe contenere la risposta ai suoi tormenti, il dilemma è: fuggire o restare? Saprà trovare la forza e il coraggio di affrontare quel passato irrisolto che continua ad inseguirla?

 

 

Patricia Cornwell “Identità sconosciuta” -Mondadori- euro 23,00

Chissà se teme la morte l’anatomopatologa Patricia Cornwell?

Lei che è tra gli autori di thriller più letti al mondo. Oltre 100 milioni di copie vendute, pubblicate in più di 126 paesi, tradotte in 36 lingue. 68 anni portati divinamente, capelli biondi corti, occhi freddi e glaciali, piglio deciso.

Scrivere è stato uno dei suoi modi per controllare la realtà esterna e le cicatrici private di un’infanzia difficile. Abbandonata dal padre, una madre inghiottita dalla depressione, una terribile storia di abusi nella famiglia affidataria.

Cornwell si è buttata nel lavoro ed ha conseguito una successo dopo l’altro: prima cronista di nera, poi anatomopatologa e scienziata, clamoroso infine l’exploit come scrittrice.

La sua protagonista Kay Scarpetta la rappresenta egregiamente. In quest’ultimo libro si trova ad indagare sull’assassinio di una bambina di soli 6 anni, Luna Briley, la cui brevissima vita è stata un inferno. Emaciata e costellata di lividi, i genitori miliardari affermano che si sarebbe sparata per sbaglio da sola.

A complicare la vita di Kay si aggiunge il macabro ritrovamento del cadavere del premio Nobel Sal Giordano, astrofisico, ex fidanzato proprio di Scarpetta. Non una morte facilmente decodificabile, perché, secondo i testimoni, il corpo sarebbe stato gettato da un oggetto volante non identificato, ma simile a un Ufo….

E ricompare anche l’antica, spietata, nemica, Carrie Grethen: psicopatica criminale sovietica che si diletta a colpire persone vicine a Kay….

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Luis Landero “Una storia ridicola” -Fazi Editore- euro 18,50

E’ decisamente urticante il protagonista di questo romanzo di Landero, pubblicato in Spagna nel 2022 ed annoverato tra i dieci migliori da “El Pais”.

Luis Landero, nato ad Albuquerque, in Estremadura, nel 1948, mette in scena un uomo mediocre, con un fastidioso ipertrofico “Super Io” che, a tratti, scivola nel patetico e tracima nel ridicolo. Fondamentalmente è il classico “Uomo senza qualità”.

Si chiama Marcial, ha umili origini ed è cresciuto all’ombra di perenni difficoltà economiche; poi diventato caporeparto in una macelleria industriale. Lavoro non per animi troppo sensibili, dal momento che è lui a presiedere l’orrida catena di montaggio della barbara uccisone del bestiame, con annessi squartamento ed eviscerazione.

Nel corso di 216 pagine, scandite in 48 brevi capitoli, il protagonista racconta di sé, del suo fastidio (spesso più che altro odio) ed assoluto senso di superiorità rispetto al resto dell’umanità. Unico sentimento, in un certo senso, positivo che prova è la folgorante passione per Pepita.

Infatti lo scorrere banale e presuntuoso dell’esistenza di Marcial viene incrinato quando incontra la giovane donna; studiosa dell’arte, di famiglia colta e ricca che, però, non sembra ricambiare l’attrazione dell’uomo.

Per impressionarla, Marcial si professa quello che non è: scrittore, filosofo, pensatore di alto livello e suprema profondità. Chissà cosa succederà quando Pepita decide di invitarlo nel suo esclusivo salotto letterario…..

 

 

Maria Teresa Cometto Glauco Maggi “Qui non è Nuova York” -Neri Pozza- euro 20,00

Gli autori sono marito e moglie, entrambi giornalisti e scrittori pluripremiati, trasferitisi a New York nel 2000 e cittadini americani a tutti gli effetti dal 2018.

Questo libro è l’affascinante reportage del loro viaggio “On the road” di 100 giorni lungo le rotte dell’ʺAltra Americaʺ, quella meno conosciuta e poco glamour. Ma la più profonda e verace.

Il titolo rimanda allo storico corrispondente Rai degli anni ’60, Ruggero Orlando che, come loro, raccontò gli Stati Uniti conosciuti in misura minore. I due giornalisti hanno percorso il paese dal grande Nord al profondo Sud; 32mila chilometri suddivisi in due viaggi.

Il primo “Coast to coast” sulle tracce dei pionieri è stato nell’estate 2021, da New York a Portland in Oregon; poi il ritorno lungo il confine canadese. 17mila chilometri in 53 giorni: 19 stati visitati, 3 capitali, 13 parchi naturali e una miriade di incontri.

La seconda traversata, tra estate-autunno 2023, scendendo lungo l’Atlantico fino alla Georgia; e a seguire, in direzione Ovest fino a San Diego in California. La bellezza di 15mila chilometri in 52 giorni: 15 stati attraversati, 9 capitali viste. Questa volta (più che natura) hanno scoperto storia e cultura visitando biblioteche e musei presidenziali.

Ogni tappa impreziosita dagli incontri con abitanti dei luoghi, ognuno ammantato di origini disparate ed infinite storie da raccontare. Continue rivelazioni di quanto l’ʺAltra Americaʺ sia molto diversa dai soliti luoghi comuni.

 

 

Laurie Colwin “Felici tutti i giorni” -SUR-

Euro 18,00

L’autrice (morta nel 1992, a soli 48 anni,) era molto amata per la sua scrittura lieve e intrisa di sano ottimismo, tanto da essere di culto per l’affezionato pubblico. Basta leggere questo romanzo pubblicato nel 1978 ed ora riproposto dalle edizioni Sur.

Una storia di grande amicizia e rapporti sentimentali che evolvono piacevolmente in relazioni costruttive: autentiche, sane, sincere e durature tanto da sfociare in solidi matrimoni.

Sullo sfondo della New York di fine anni Settanta si muovono due giovani amici: Guido Morris e Vincent Cadworthy, appartenenti ad importanti famiglie della Upper Class. Hanno caratteri molto diversi, sono entrambi scapoli spensierati, laureati ed avviati a carriere di successo.

Guido dirige una fondazione che aiuta gli artisti a valorizzare e migliorare la città; Vincent, invece, si occupa di gestione dei rifiuti urbani. Le loro vite subiscono una svolta quando incontrano due fanciulle, che potrebbero rivelarsi anche future anime gemelle.

Guido, ha origini italiane, è espansivo e focoso, forse un po’ insicuro. Si innamora di Holly Sturgis: bella, ricca, elegante, sempre perfetta in tutto. Ma pure austera e apparentemente incapace di provare e manifestare sentimenti. Atteggiamento che scompensa Guido, il quale non sa bene come destreggiarsi.

Vincent, sportivo e per natura molto intraprendente, in ufficio incontra la giovane linguista Misty Berkowitz; ebrea dotata di gran cervello e notevole preparazione come scienziata della parola; ma di primo impatto, decisamente poco avvenente, regolarmente paludata in abiti informi, seriosi e assai poco donanti.

E’ l’esatto contrario delle bellissime rampolle dorate WASP con le quali Vincent aveva sempre avuto successo. Eppure si scopre sempre più innamorato della scontrosa, dura e respingente Misty.

Ma tranquilli….per una volta godetevi una boccata d’aria e un lieto fine.

 

 

Barbara Frandino “Tremi chi è innocente” -Einaudi- 17,50

Al centro del romanzo della scrittrice e sceneggiatrice torinese c’è la famiglia Astori, una come tante altre, di quelle assestate in un apparentemente consolidato e placido tran tran quotidiano. Padre ingegnere per lo più risucchiato dal lavoro e spesso assente; madre parecchio frustrata che cerca vie di fuga salvifiche nella lettura; il figlio Nicola di 16 anni.

E’ l’adolescente irrisolto e pericolosamente in mezzo al guado, come da manuale; imbrigliato in quella fase di trasformazione fisica che è informe e sgraziata terra di nessuno.

Aggrovigliato in stati d’animo e pensieri grigi tendenti alla depressione, che cerca di bloccare con psicofarmaci e chissà cos’altro. E’ intelligente e sensibile, ma anche tormentato, senza grandi prospettive future, né sogni nel cassetto.

A smuovere tanta infelice monotonia è un colpo di scena inaspettato. Viene ripescato nel fiume il cadavere del professor Costa, insegnante di Nico. Ma non è solo questo e più persone si ritengono responsabili del suo omicidio……

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Elizabeth Jane Howard “Una vacanza incantevole” -Fazi Editore- euro 20,00

E’ il libro di esordio dell’amata autrice della “Saga dei Cazalet” e rivela già il suo talento per la scrittura. Al centro una sottile e pungente critica verso l’educazione delle giovani donne borghesi dell’epoca, il cui orizzonte era ristretto ai ruoli di moglie, madre ed efficiente padrona del nido domestico.

Ci immergiamo nella Londra dei primi anni del Novecento i cui canoni di comportamento femminili erano rigidamente circoscritti. Protagonista è la sedicenne (della quale non sapremo mai il nome) figlia di un compositore di belle speranze, ma successo e guadagni prossimi allo zero. La sua quotidianità in famiglia è noiosa, scandita da precisi rituali e impostata su un comportamento decoroso e delimitato. E’ una ragazzina insicura e timida, schiacciata nel perimetro angusto di confini che le vanno stretti.

A spezzare la monotonia arriva l’invito a trascorrere le vacanze natalizie nella dimora di campagna della famiglia Lancing, lontani parenti materni.

Ed è lì che le si spalanca un intero nuovo mondo. Tanto per cominciare è la prima volta che si allontana dai genitori, la prima in cui viaggia da sola, la prima in cui vola sulle ali di una libertà mai sperimentata prima.

Sarà il Natale più bello della sua vita, in cui viene piacevolmente catapultata in una vita completamente diversa da quella a cui è abituata.

I Lancing hanno un carnet fitto di leggerezza, divertimento, incontri, giochi, “piccole cerimonie”, discorsi brillanti e arguti, lunghe ore di gradevole ozio. A condire maggiormente l’esperienza, ci sarà l’incontro con l’affascinante Rupert ed annessa scoperta di sentimenti nuovi.

Il rientro a casa ovviamente sarà scioccante e triste, ma ora la nostra eroina sa di poter puntare più in alto. Comunica al padre che intende trovarsi un lavoro; cerca di smarcarsi dal cliché della ragazza di buona famiglia vincolata a modelli di vita che blindano le donne.

L’anelito all’indipendenza -prima di tutto economica- è potente; tanto che si procurerà una serie di lavori; dall’impiego come bibliotecaria a quello di dama di compagnia di una matura signora. Ed è solo l’inizio della ribellione e della strada verso la crescita.

Tutto distillato dalla penna di Elizabeth Jane Howard che scrisse il romanzo all’epoca in cui era 27enne, dopo aver fatto la modella e l’attrice.

Soprattutto aveva già delineato con nitida chiarezza le idee fondanti della sua personalità e del futuro che inseguiva.

In queste pagine -pubblicate nel 1950- gli ingredienti sono rilevanti: ironia, sensibilità, delicatezza, una critica educata ma decisa di quella società che negava l’emancipazione al gentil sesso. Insomma era sbocciata una grande scrittrice.

 

 

Rachel Cusk “Corteo” -Einaudi- euro 17,50

Dopo la trilogia di successo articolata in “Resoconto”, “Transiti” e “Onori”, la scrittrice canadese -che ha rivoluzionato il modo di raccontare una storia- ora imbastisce questo romanzo particolarissimo e non sempre di facilissima lettura.

Il narratore è solo e sempre “Io”, senza mai precisarne il nome.

Il resto è l’intrigante galleria di artisti e artiste, chiamati tutti “G”, femmine o maschi che siano.

Un “G” uomo che fa ritratti e visioni a testa in giù; una “G” donna che nell’800 aveva dipinto autoritratti incinta; “G” che ottiene successo ma trascura la figlia; “G” artista di colore che riflette sulla marginalità e dipinge un piccolo quadro di una grande cattedrale.

Un complesso racconto e spaccato dell’umanità, sperimentale, analitico; una notevole prodezza dal punto di vista della narrazione, e spesso il lettore si ritrova spiazzato e finisce per smarrirsi nei discorsi. Un continuo interrogarsi su come e perché costruire un ponte tra sé e il proprio mondo; su come rappresentarlo e con quale impatto sugli altri.

 

 

Dino Marchese “Libera nel vento. A cavallo verso Santiago di Compostela”

-Europa Edizioni- euro 14,90

Commovente, bellissimo, scritto magnificamente e col cuore, ricco di aneddoti e, soprattutto, immenso omaggio a una vita che non c’è più.

Questa è solo la punta dell’iceberg di “Libera nel vento”, romanzo in cui Dino Marchese ha narrato il viaggio verso Santiago di Compostela fatto a cavallo della sua amatissima Calypso. Purosangue arabo, campione di bellezza, sensibilità e intelligenza che lui ha accolto da piccolissima, cresciuta e cavalcata fino alla sua improvvisa morte nel 2022, dopo quasi 30 anni di comunione di amorosi sensi e profondissima reciproca intesa.

156 pagine che sono diario di viaggio, storia dell’amore per Calypso ed il tentativo di stemperare il dolore della sua perdita che tutt’oggi brucia. Libro consigliato a chi ama gli animali, le belle storie d’amore, di sentimenti puri e unici, scritte divinamente, e che lasciano il segno….un piacevolissimo segno.

 

 

 

Taiki Raito Pym “Tsundoku” -Giunti- euro 16,00

Tsundoku è una parola giapponese che riassume il concetto di comprare libri e metterli da parte per leggerli in un secondo tempo; inoltre questo libro è d’ispirazione per chi ama circondarsi di libri.

Di più, è praticamente un manuale per gestire al meglio le cosiddette “pile della vergogna”, ovvero tutti quei libri che abbiamo accumulato in qualunque spazio domestico e che si rivelano troppi per essere letti nel corso di una sola vita.

Taiki Raito Pym è lo pseudonimo di un pool di appassionati lettori vittime dello Tsundoku; in comune hanno il fatto di possedere più libri di quanti potranno mai leggere.

Ed ecco allora che in aiuto di accumulatori seriali di libri, bibliomani e bibliofili, interviene la mirabile arte di vivere Tsundoku. Ha infinite sfaccettature imprevedibili tra le quali: la gioia di scegliere e comprare un volume, la ribellione alle liste dei già letti, vari modi creativi per organizzare le librerie private, e ancora, giustificare la presenza dell’ennesimo testo nuovo, le tecniche per ricordare quello che si è già letto, il piacere di leggere più libri in contemporanea e…..via così.

In uno scorrevolissimo volumetto intercalato da divertenti questionari che potete compilare per scoprire meglio e più a fondo la passione per la lettura che vi divora.

Il Tsundoku è anche una filosofia che ci rammenta che non necessariamente dobbiamo avere letto tutti i libri che possediamo per amarli incondizionatamente. Quindi addio ai sensi di colpa per mille letture rimandate, perché in definitiva i libri sono un potente balsamo curativo per l’anima. Basta toccarli, annusarli o ammirarne le copertine e la magia si avvera, comunque, in un attimo.

L’isola del libro

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RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Antonio Monda “Incontri ravvicinati” -La nave di Teseo- euro 26,00

C’è da innamorarsi di questa sorta di antologia di ampio respiro che tratteggia un vastissimo mosaico del mondo culturale internazionale.

Lo sapevate che Robert De Niro è attento agli sprechi e di una generosità che non sbandiera mai? E’ lui che ai tempi de “Il cacciatore” pagò le cure al collega John Cazale, compagno di Meryl Streep, condannato da un tumore ai polmoni.

Oppure che Ingrid Bergman era estremamente affabile. Parola di Antonio Monda che le vendette un paio di scarpe quando, giovanissimo maturando, ebbe in premio un viaggio negli Stati Uniti; per mantenersi lavorò come umile garzone in un negozio di calzature sulla Madison Avenue a New York. Lì un bel giorno entrò la diva, splendida 65enne, che lo promosse suo commesso personale e con lui parlò dell’amata Italia.

Benedetta quella vacanza negli States che cambiò la vita di Antonio Monda; si innamorò di New York, dove si trasferì definitivamente nel 1994. Oggi la sua casa nel cuore di Manhattan è il salotto culturale di altissimo livello in cui riceve il gotha del mondo letterario e dello spettacolo degli ultimi decenni.

Dagli incontri nel corso dei suoi 31 anni americani nasce questo meraviglioso libro da conservare religiosamente. Potremmo definirlo una sorta di antologia che tratteggia un mosaico del mondo culturale internazionale.

Lo stesso Antonio Monda è un fuori classe dai molteplici talenti: scrittore, saggista, direttore artistico, curatore, professore (docente di cinema alla New York University), giornalista, conduttore televisivo. Ha incontrato ed è diventato amico di personaggi da sogno; i maggiori scrittori, attori, registi, intellettuali americani e mondiali. La sua vita è invidiabile perché gli offre accesso ai nomi dell’Olimpo intellettuale. In questo mastodontico volume ha raccolto gli scritti, le impressioni, le interviste e gli aneddoti sulle celebrità in svariati campi.

Incontri ravvicinati” racchiude 150 ritratti di personaggi di massimo calibro in letteratura, cinema, arte e musica. Ad ognuno dedica un capitolo in cui li racconta con pennellate acute e personalissime; è un attimo andare all’indice dei nomi (elencati nella bellezza di 28 pagine alla fine del libro) e scegliere chi più interessa.

Ci sono quasi tutti; da Philip Roth e Richard Ford a Jonathan Safran Foer e Saul Bellow, da Joyce Carol Oates a Oriana Fallaci ed Erica Jong, passando per infiniti altri. Stelle hollywoodiane come Meryl Streep, Cate Blanchett, Richard Gere, Tom Hanks, Ralph Fiennes, e Jude Law. E ancora, i più grandi registi e produttori.

Il libro ci avvicina ad ogni personaggio, ritratto dal punto di osservazione assolutamente privilegiato dell’autore che narra con sensibilità, delicatezza e rispetto, le personalità e l’anima dei tanti big. Pennella ritratti intimi e profondi; dimostrando una sovrana abilità camaleontica nel veleggiare da un ambiente socio-culturale all’altro, sempre con competenza e curiosità umana e culturale.

 

Esther Cross “La donna che scrisse Frankestein” -La Nuova Frontiera- euro 16,90

Il libro è a metà tra saggio e romanzo; del primo ha la precisione e la ricostruzione dei dettagli, del secondo la meravigliosa immaginazione. Una narrazione incantevole della vita e dell’opera dell’autrice di uno dei romanzi più inquietanti e famosi della letteratura mondiale.

A partire dal primo capitolo, in cui si racconta che le spoglie mortali di Mary Shelley (nata nel 1797, morta nel 1851), riposano nella città costiera inglese di Bournemouth insieme al cuore del famoso marito Percy Shelley, ai genitori e ad altre reliquie.

Sullo sfondo della Londra vittoriana viene ricostruito, anche attraverso le lettere e i diari, il mondo in cui Mary crebbe. Denso di intellettuali di preziosa caratura, cimiteri, predatori di tombe, medici che pagavano per avere cadaveri da dissezionare e procedere nella scoperta di come funziona il corpo umano.

Figlia di due menti eccelse – Mary Wollstonecraft, filosofa, fondatrice del femminismo, e William Godwin, scrittore, politico libertario e teorico dell’anarchismo filosofico- Mary crebbe in un ambiente intellettualmente stimolante, pervaso dal senso della morte. Il suo genio la portò a concepire, a soli 18 anni, l’idea di Frankestein, mostro assemblato con pezzi di cadaveri.

Il libro diventa sempre più appassionante man mano che ci si addentra nell’universo della sua solitaria infanzia – abituata a rifugiarsi nei cimiteri per leggere e scrivere sulla tomba della madre- poi il suo peregrinare per l’Europa alle prese con passioni dirompenti, dolori e perdite.

Il suo nome è strettamente legato a quello del famoso lirico romantico Percy Shelley (1792, 1822), entrato nel mito anche per la sua tragica fine; annegato lungo la costa di Viareggio, dapprima sepolto nella sabbia, poi cremato davanti al mare che lo aveva travolto e ucciso.

 

 

Eleanor Catton “Birnam Wood” -Einaudi- euro 22,00

C’è molta natura in questo romanzo della scrittrice e sceneggiatrice neozelandese, inclusa tra i 20 Best of Young British Writers di “Granta”. Al centro della narrazione c’è Birnam Wood, collettivo di orticoltori militanti in Nuova Zelanda. Attraverso atti di “guerrilla gardening” vorrebbero sviluppare un radicale e durevole cambiamento sociale e fare capire quanta terra viene sacrificata e sprecata quotidianamente.

Il collettivo è stato fondato dalla 29enne Mira Bunting che si muove in base alla convinzione che la terra appartenga a chi la lavora. I membri di Birnam Wood si appropriano di ampi spazi abbandonati, creando abusivamente orti biologici sostenibili. Poi applicano principi di solidarietà e mutuo soccorso; sfruttano il terreno e si dividono il raccolto, una parte è destinata ai bisognosi, mentre il resto lo vendono per recuperare un po’ dei soldi spesi.

In sostanza è un progetto illegale di violazione della proprietà privata. Il romanzo inizia con una frana al passo di Korowai, tra l’omonimo parco e la tenuta Darvish. Di lì in poi scendono in campo vari personaggi, ed ognuno persegue i propri interessi. La trama si infittisce e sfocia in una sorta di thriller ambientato dall’altra parte del mondo, animato da intrighi, complotti, corruzione, abuso di potere.

Un raffinato mix di potente satira sociale che sviscera temi come il cambiamento climatico, il capitalismo sullo sfondo di affascinanti descrizioni del meraviglioso territorio della Nuova Zelanda.

 

 

Arwin J. Seaman “Un giorno di calma apparente” -Piemme- euro 18,90

L’isola di Liten, a metà strada tra Svezia e Danimarca, sembra proprio un luogo tranquillo; e invece no. E’ l’epicentro del secondo romanzo, pubblicato sotto pseudonimo da uno scrittore italiano -che vuole restare anonimo- ed ambienta una serie di gialli scandinavi originalissimi.

Ci sono un omicidio e le indagini della polizia; ma il vero fulcro è l’isola di Liten. Poco più che un scoglio boscoso e ripido -con al centro un lago vulcanico- abitato da circa duemila persone. La loro vita tranquilla, scandita da un sonnacchioso tran tran quotidiano senza scossoni, ora si frantuma e attira un’ampia attenzione mediatica su quanto sta avvenendo di inquietante.

I piani di lettura sono molteplici; oltre alla trama noir, viene affrontato l’attuale e scottante tema dell’influenza dei social; la loro deriva nel momento in cui manipolano i soggetti più deboli, o incitano all’odio e alla persecuzione. Il problema deflagra quando quattro adolescenti si suicidano, uno dopo l’altro, in rapida successione. Ad essere additata come istigatrice è la 16enne Malin.

Se il male di vivere degli adolescenti può essere molto profondo e devastante, quello di Malin è esacerbato dall’aver perso la madre troppo presto. Figlia del commissario di polizia locale, esprime tonnellate di rabbia tingendosi i capelli di verde; soprattutto, farebbe qualsiasi cosa per aumentare la sua popolarità sul web.

Per esempio posta filmati in cui simula di lasciarsi cadere in mare da un’altura; peccato che il suo coetaneo Ake faccia un video parodia per deriderla e finisca per precipitare davvero e sfracellarsi. Il resto è un susseguirsi di colpi di scena mozzafiato….

 

 

 

L’isola del libro

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RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Colm Tóibín “Long Island” -Einaudi- euro 20,00

Il grande scrittore irlandese 69enne ci affascina con questo romanzo dal finale incerto; sequel del precedente successo “Brooklyn” (2009), che aveva ispirato l’omonimo film adattato da Nick Hornby, interpretato da John Crowley e Saoirse Ronan.

Durante la pandemia Tóibín ha fantasticato su un possibile seguito, al quale ha lavorato al ritmo di 10 ore al giorno. Ed ecco questo bellissimo testo scritto con il suo rigoroso stile letterario. “Brooklyn” si era concluso con il ritorno in America della protagonista, Eilis Lacey, che si era recata nella natia Irlanda per la morte della sorella.

Ora sono trascorsi 20 anni, Eilis vive a Long Island con il marito Tony, i figli Larry e Rossella, ad un passo dalle villette di suoceri e cognati italoamericani; una piccola enclave fondata su legami di sangue e reciproco aiuto.

Il suo rassicurante ritmo di vita quotidiano viene infranto da uno sconosciuto che bussa alla porta e le ringhia contro. E’ il marito “cornuto” a casa del quale Tony aveva fatto dei lavori; poi però si era anche sollazzato con la padrona di casa e l’aveva pure messa incinta. L’uomo le annuncia che non ha nessuna intenzione di tenere il figlio del peccato e che lo scaricherà davanti alla porta di Eilis.

E’ la bomba che fa esplodere l’esistenza della protagonista e scava un baratro con il marito fedifrago e la famiglia di lui. Eilis è determinata a non voler crescere il futuro nascituro e non accetterà nemmeno che ad occuparsene sia la suocera. L’ultimatum è chiaro e inappellabile: se il bastardino entrerà in famiglia, lei ne uscirà definitivamente.

E, giusto perché l’aut aut sia ancora più esplicito, decide di partire per l’Irlanda portando con sé i figli; adduce come scusa il compleanno dell’ottuagenaria madre, ma ovviamente dietro c’è molto di più.

Il seguito narra il suo ritorno a Enniscorthy, dove l’ultima volta aveva avuto una relazione con Jim. Poi era ripartita senza dare spiegazioni per tornare dal marito.

Jim però non l’ha dimenticata; è rimasto single, dedito solo al suo pub. Solo ultimamente frequenta di nascosto Nancy (amica di Eilis); vedova e madre di due figli, che manda avanti una friggitoria, barcamenandosi tra mille difficoltà.

Un legame che viene messo in pericolo dal ritorno di Eilis….

 

 

Ursula Parrott “Ex wife” -Gramma Feltrinelli- euro 18,00

Ursula Parrot è lo pseudonimo della giornalista, scrittrice e sceneggiatrice Katherine Ursula Towle, (nata nel 1899, morta nel 1957). Ebbe una vita movimentata, con 4 matrimoni e svariate relazioni con personaggi di spicco dell’epoca, tra cui Francis Scott Fitzgerald. Morì stroncata da un tumore a 58 anni, in povertà e dimenticata da tutti.

Pubblicò questo romanzo nel 1929 riscuotendo notevole successo; ma anche suscitando un certo scandalo perché metteva in scena la storia di una difficile emancipazione femminile.

E’ ambientato a Manhattan negli Anni ’20, era del jazz e delle trasgressioni. Patricia e Peter si sposano nel 1924 e incarnano una giovane coppia che trascorre le serate tra balli, feste e alto tasso etilico. I due pattuiscono di dirsi sempre tutto.

5 anni dopo lei confessa la sbandata di una notte e Peter non la prende affatto bene. Nonostante lui abbia un’amante da anni, decide di mettere una pietra tombale sul matrimonio. Verdetto inappellabile che relega Patricia al triste ruolo di ex moglie.

L’autrice racconta con spietato acume i vari stati d’animo in cui sprofonda la donna, nello snervante turbinio tra speranza e disillusione; avviluppata dai consigli delle amiche, e pure da perfide pseudo-amiche che sputano veleno a palate e finiscono per confonderla. Ma è anche la difficile rimonta di una nuova Patricia che si mantiene da sola con il lavoro di copywriter e festeggia la ritrovata libertà e l’indipendenza.

 

 

Giorgio Biferali “A New York con Paul Auster” -Giulio Perrone Editore- euro 16,00

Prima di tutto un plauso all’editore Perrone per l’idea della collana “Passaggi di dogana” dedicata alle città viste attraverso gli occhi e le opere di grandi scrittori. I lettori vengono trascinati tra le vie e i punti di riferimento letterari scoprendo: Lisbona con Tabucchi, Buenos Aires con Borges e, ancora, tra le molte altre mete, la Costa Azzurra con Fitzgerald e l’Oriente con Terzani. Insomma una preziosa manna per i bibliofili.

Giorgio Biferali, nato a Roma nel 1988, scrittore e docente dell’Accademia Molly Bloom, ci accompagna nelle strade della Big Apple attraverso i libri di Auster. E rimpiange di essere arrivato a New York 10 giorni dopo la morte dello scrittore (nell’aprile dell’anno scorso); così il libro è anche la nostalgica storia di un appuntamento mancato.

Il volume dedicato alla New York di Auster non è un romanzo, non è un saggio e neppure una guida in senso classico; piuttosto è una piacevolissima traccia narrativa.

Ci avventuriamo tra citazioni, riferimenti culturali e passi dei romanzi del grande autore, immenso cantore della città unica al mondo. Da nord verso sud attraversiamo una New York inedita: di quartiere in quartiere, passando per parchi, strade e ponti, da scoprire con occhi nuovi.

Attraverso la letteratura, il cinema e le serie tv, avrete uno speciale ritratto della Big Apple.

Dalla Columbia nell’Upper West Side (dove Auster alloggiò nel dormitorio dell’Università), alla nuova Harlem, Manhattan, Soho e Queens; fino alla zona che forse gli somiglia più di tutte, Brooklyn, spesso tanto presente nelle sue opere.

Una New York meditata e svelata nelle sue molteplici sfaccettature: frenetica, rumorosa, umorale, affollata, emotiva, gentile, ma anche pericolosa. Questo è uno dei libri da mettere in valigia per il vostro prossimo viaggio nella città dalle mille luci e che non dorme mai.

 

 

A.K. Blakemore “L’insaziabile” -Fazi Editore- euro 18,50

L’autrice inglese, che aveva esordito con “Le streghe di Manningtree” (sulla caccia alle streghe nell’Inghilterra del XVII secolo), ora torna in libreria con questo secondo romanzo che narra l’avventura picaresca e grottesca di Tarare, ragazzo perennemente affamato.

Blakemore ha traslato in forma romanzesca una vicenda realmente accaduta nella Francia di fine Settecento. Quella del giovane diventato famoso per la sua sorprendente capacità di ingurgitare qualsiasi cosa, oggetti compresi.

E’ la storia di Tarare, ed è documentata. L’autrice ama scavare in epoche tramontate; poi mette in campo l’immaginazione e narra con la sua consueta scrittura elegante. Qui ricostruisce la breve, incredibile e dannata vita di Tarare, che lui stesso racconta alla giovane suora Perpetuè, rimasta al suo capezzale fino alla fine. Attratta -ma anche pervasa da repulsione- di fronte all’uomo-mostro.

Tarare, orfano di padre già alla nascita, vive un’infanzia derelitta con la madre prostituta (che l’ha addirittura costretto a seppellire la sorellina morta) e il patrigno contrabbandiere che tenta di ucciderlo con un’accetta. Il ragazzino riesce a fuggire e si unisce a un gruppo di girovaghi sbandati, che lo trasformano in fenomeno da baraccone.

Tarare diventa una sorta di essere ripugnante, malfatto e in preda a una fame smisurata, che è potente metafora della mancanza di amore. La sua è una spasmodica ricerca che ne determina la vita.

Si ingozza di qualsiasi cosa e in continuazione: tappi di sughero, cibo marcescente, frattaglie immonde e decomposte, animali vivi e carcasse di quelli morti, per toccare il fondo cibandosi del cadaverino di una bimba.

 

 

 

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Xochitl Gonzalez “Olga muore sognando” -Fazi Editore- euro 19,00

Tra rincorsa al successo, rivalsa e solitudine, questo romanzo di esordio della scrittrice (americana di origine portoricana e messicana) può essere letto anche come potente satira sociale. “Olga muore sognando” è stato proclamato miglior libro del 2022 da “New York Times”, “New York Post” ed altre prestigiose testate.

Protagonista è la brillante Olga Isabel Acevedo, nata a Brooklyn; lei e il fratello Prieto sono figli di genitori portoricani, attivisti in un movimento di estrema sinistra. Quando Olga aveva 13 anni, la madre Blanca aveva abbandonato la famiglia per consacrarsi alla lotta per l’indipendenza di Porto Rico e muoversi in clandestinità. Invece il padre tossicodipendente era morto di AIDS.

Diciamo che le vite di Olga e Prieto sono partite subito in ripida e faticosa salita; eppure loro due si sono sempre sostenuti a vicenda, riuscendo ad avanzare spavaldi sulla strada del successo.

Olga è diventata la wedding planner più richiesta dall’high society newyorkese ed ha uno spazio seguitissimo in una trasmissione televisiva, dai cui schermi dispensa i segreti delle buone maniere.

Invece Prieto si è dedicato alla politica; è deputato ed è definito l’Obama latino-americano. Due giovani che, nonostante tutto, ce l’hanno fatta a suon di intelligenza, impegno, forza di volontà e disciplina.

L’unico contatto con la madre è epistolare e a senso unico, dato che lei non è mai contattabile. Comunque segue i figli a distanza e le lettere che gli spedisce grondano contenuti ideologici e -peggio ancora- esprimono giudizi negativi sulle loro scelte. Blanca critica duramente il materialismo che permea le loro esistenze; tanto per dire, definisce la wedding planner una cameriera.

Olga, nonostante la vita brillante, glamour e sempre al top si ritrova avvitata su se stessa in una spirale di solitudine. In crisi finisce anche Prieto che si rifiuta di riconoscere la sua omosessualità. Condannato a una vita di finzione, in lui serpeggia la vergogna e l’angoscia di essere politicamente ricattabile.

Sullo sfondo c’è poi la complicata situazione di Portorico; paese caraibico storicamente flagellato da catastrofi naturali e politiche.

 

 

Kaveh Akbar “Martire” -La nave di Teseo-

Euro 22,00

Kaveh Akbar è un poeta iraniano-statunitense che con questo romanzo si affaccia alla prosa, e lo fa dimostrando un notevole talento; infatti “Martire” -finalista al National Book Award 2024- promette parecchio bene. Una storia in parte autobiografica e romanzo di formazione che tratta in modo personalissimo la morte, il martirio, il lutto e il senso di alcune vite.

Il protagonista, Koroosh Shams, per tutti Cyrus, è l’alter ego dell’autore; la sua vita è stata precocemente dilaniata dalla morte (poco dopo la sua nascita) della madre Roya, tra le vittime di un disastro aereo.

Era a bordo del velivolo civile iraniano che nel 1988 (nell’ambito di alcune manovre preventive di guerra) fu abbattuto da un missile statunitense. Tragedia che gli Stati Uniti negarono fosse un atto premeditato e dopo molto tempo la derubricarono a semplice incidente ed errore.

Per Cyrus è un trauma che gli scalpella l’anima e non lo lascerà mai più. Il padre decide di abbandonare l’Iran per andare a cercare fortuna proprio nel paese che gli ha strappato la moglie.

Cyrus, che all’epoca era troppo piccolo per metabolizzare quel lutto, cresce con un perenne vuoto interiore che ne condizionerà la vita di ragazzo iraniano –statunitense.

Riempie la voragine con disperazione, droghe, alcool, farmaci e notti insonni.

Studente mancato all’Università dell’Indiana, si mantiene con sporadici lavoretti, profondamento segnato dalla morte della madre, si dedica a un progetto letterario sul martirio, e cerca costantemente una risposta alla domanda: per che cosa si muore?

Il romanzo arriva fino al 2017, nel frattempo Cyrus è cresciuto e sullo sfondo scorrono anche avvenimenti storici; dalla guerra Iran e Iraq a riferimenti all’11 settembre, fino alla prima presidenza Trump… ed altro.

Scopriamo un Cyrus preda dell’ossessione per il martirio e affascinato da tutti i martiri; da quelli di fede islamica che si fanno esplodere in nome di Allah, a quelli che si danno la morte per la patria in guerra, o ancora, quelli per motivi politici. Cyrus è attratto anche da chi ne ha fatto una scelta di vita o artistica in virtù di un valore ritenuto superiore all’esistenza stessa.

Punto di svolta del romanzo è l’incontro con Orkideh, famosa e quotata artista iraniana, omosessuale e malata terminale di cancro, che a Brooklyn realizza l’installazione Morte-Parla (performance alla Marina Abrahamovic). Sarà l’artista a confermargli che l’arte resta, senza essere deteriorata dal tempo che passa; un valore supremo al quale dedicarsi. Tutto accompagnato da un’enorme sorpresa finale.

 

Fred Vargas “Sulla pietra” -Einaudi- euro 20

E’ il ritorno di Fred Vargas al giallo dopo 6 anni; ma anche il riaffacciarsi sulla scena di uno dei suoi protagonista di maggior successo; l’eccentrico detective Jean Baptiste Adamsberg, visionario commissario della squadra anticrimine del XIII arrondissement di Parigi.

L’azione avviene in Bretagna, nell’immaginario villaggio di Louviec, funestato da una serie di misteriosi delitti.

Il borgo è nei pressi dell’antico Castello di Combourg; era stato la residenza del visconte François René de Chateaubriand (1768- 1848) autore delle “Memorie d’oltretomba”, opera postuma in 12 volumi.

E’ lì che si svolge la decima indagine di Adamsberg; classico eroe anticonformista, apparentemente sempre svagato, in realtà sottilmente perspicace. Nel paesino bretone pare aggirarsi un killer, inoltre circola la leggenda di un fantasma che si aggirerebbe tra le case. Gli abitanti sostengono che il suo arrivo venga annunciato da inquietanti colpi che anticipano due omicidi.

Una vicenda che si dipana tra spettri e menhir, sui quali Adamsberg si sdraia per riflettere. E tra le pieghe del giallo ci sono anche precisi riferimenti storici sciorinati con cognizione di causa perché la Vargas è anche archeologa e medievalista.

 

 

 

L’isola del libro

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Rubrica settimanale a cura di Lura Goria

 

Jonathan Coe “La prova della mia innocenza” -Feltrinelli- euro 22,00

L’ultimo romanzo del famoso scrittore inglese è una satira con delitto, ma può essere inteso anche come giallo politico che ritrae il caos della Gran Bretagna tra gli anni ’80 e i 42 giorni del governo inglese più breve della storia, ovvero la premiership meteora di Liz Truss, tra settembre ed ottobre 2022.

Nello stile lieve e canzonatorio (tratto distintivo di Coe) il testo è suddiviso in tre sezioni ed annovera svariati protagonisti; ma il quadro generale è di fatto uno spaccato tragicomico che mette in luce contraddizioni e disfunzioni sociali del paese nel dopo Brexit.

Tra i protagonisti in primo piano, sullo sfondo di Cambridge, seguiamo i passi della giovane Phyl, neolaureata in Lettere ed aspirante scrittrice.

Suo zio Richard (alter ego di Jonathan Coe) conduce una conferenza nel Cotswold, durante la quale uno dei delegati viene ucciso. Scoprirete se la soluzione delle indagini stia nella politica contemporanea oppure tra le righe di un vecchio enigma letterario.

La vittima è Christopher, ucciso nell’albergo dove si era recato per indagare sul raduno di un gruppo eversivo. Il giallo è soprattutto il pretesto per riflettere sulla deriva della politica inglese e sul mestiere di scrivere. Tra vari colpi di scena, Coe esplora come le ideologie politiche comportino spesso anche la manipolazione della verità.

 

Lorrie Moore “Sono senza casa se questa non è la mia” -La nave di Teseo- euro 20,00

La scrittrice americana Lorrie Moore (nata a Nord dello Stato di New York) oggi vive a Madison ed insegna all’Università del Wisconsin; ha al suo attivo vari romanzi e racconti in corso di traduzione e pubblicazione in Italia.

Ed è una piacevole scoperta perché svela un notevole talento nel trattare temi difficili come la morte e la sua accettazione; mostra uno stile personalissimo nell’imbastire i dialoghi tra i personaggi e le loro battute, il tutto sotteso da uno humor sulla soglia dell’assurdo.

Narra la storia di Finn, professore di mezza età, in congedo temporaneo; forse è la punizione per aver respinto le avance della moglie del preside. Oppure è a causa del suo metodo d’insegnamento che spinge gli studenti a formulare pensieri critici ed autonomi…di quelli malvisti dall’istituzione.

Sia come sia, Finn raggiunge il fratello Max ricoverato in un hospice, anticamera della morte. Un confronto tra due personalità molto diverse tra loro. Nei dialoghi c’è il tema della fine, come affrontarla, la ricerca del senso della vita, il cruccio per le occasioni mancate e il rammarico per non essere riusciti a diventare la persona che sognavano di essere…. Insomma temi belli tosti.

Poi Fin deve ripartire subito quando gli giunge la notizia che Lily, l’amore della sua vita (però gli aveva preferito un altro uomo) si è tolta la vita. Non era la prima volta che ci provava, solo che ora ci era riuscita. Finn corre sulla tomba della suicida dove lo attende una sorpresa.

Lily è morta, eppure Fin la trova ad aspettarlo, in piedi sull’erba del camposanto. Le sembianze sono decisamente quelle di un cadavere chiazzato dalle macchie del livor mortis. Eppure è proprio lei; ha scavato la terra sotto cui era stata sotterrata ed è uscita dal sepolcro, perché si rifiuta di giacere per l’eternità dove altri hanno deciso per lei.

Di qui la strabiliante richiesta a Finn di accompagnarla altrove. Segue un lungo viaggio in macchina durante il quale fa capolino l’affascinante semi follia di Lily; e si spiega come il loro rapporto, sebbene scandito da continue liti e riappacificazioni, avesse retto e creato un legame fortissimo che travalica anche la morte.

 

Katia Tenti “E ti chiameranno strega” -Neri Pozza- euro 19,00

Questo romanzo è una rivisitazione della figura della strega come è stata tramandata nei secoli: immagine tenebrosa e oscura, dedita a pratiche malefiche, legate al demoniaco.

Gli studi compiuti da Katia Tenti ne fanno un’esperta dei fenomeni di devianza; e le sue conoscenze in materia sono dispiegate in questo libro.

Protagoniste sono due donne distanti nel tempo, ma in qualche modo legate, entrambe delle outsider.

Una è Barbara Vellerin, vissuta nel passato e considerata una “striga”.

L’altra, secoli dopo, è l’antropologa Arianna Miele, vincitrice del concorso che prevede la nomina a curatrice di una mostra sulle streghe dello Sciliar.

La neolaureata è al suo primo incarico in Trentino, presso l’importante Fondazione Von Stauber, guidata dal superficiale presidente Moser.

L’allestimento rimanda al 1509, quando a Castel Presule nel paesino di Fié allo Scilar, nelle Dolomiti, si era tenuto uno dei processi più inquietanti del Cinquecento.

30 donne innocenti erano state imprigionate, torturate ed arse sul rogo. Colpevoli, secondo la sentenza, di essere amanti del diavolo.

Barbara Vellerin era una di loro, e le ricerche di Arianna conducono soprattutto a lei. L’antropologa racconta la storia di quelle donne senza voce, vittime di superstizioni ed ignoranza.

Barbara era cresciuta ai margini del paese e la madre le aveva trasmesso le sue profonde conoscenze mediche e fitoterapiche.

E’ in linea matrilineare che si tramandava il sapere medicale.

Le guaritrici conoscevano a fondo i segreti della natura e delle erbe, miscelavano abilmente i medicamenti e guarivano malanni e disturbi vari.

Pratiche e credenze che si discostavano dai dictat della dottrina ufficiale.

Anche per questo le “strighe” furono vittime di una spietata caccia che fu un efficace meccanismo di controllo sociale, e penalizzò la fascia di popolazione più emarginata.

 

Kathy Reichs “Il codice delle ossa” -Rizzoli- euro 19,00

E’ un altro capitolo delle avventure dell’antropologa forense Temperance (“Tempe”) Brennan, le cui caratteristiche ricordano parecchio la scrittrice Kathy Reichs che ha trasfuso molto di se stessa nella protagonista dei suoi thriller. La trasposizione televisiva con l’accattivante serie “Bones” ha poi contribuito

ad ampliare la fama di quest’autrice e del suo alter ego letterario.

Il codice delle ossa”, di primo acchito, sembra un collage di tante indagini differenti, apparentemente scollegate tra loro e con scenari diversi. Due casi che Tempe deve risolvere sono a Montreal; ma il pezzo forte è ai Caraibi, nelle isole Turks e Caicos, dove fanno capolino anche due nuovi detective.

Tutto inizia a Montreal, mentre Tempe e il compagno Ryan sono ospiti sulla barca di un amico per assistere a spettacolari fuochi d’artificio, e si scatena un’improvvisa tempesta. Loro si salvano, ma non altrettanto bene è andata a un uomo che sembra essere stato colpito da un fulmine e finito in acqua; di lui non resta traccia.

Giorni dopo affiorano dei resti che fanno pensare proprio al malcapitato. Tempe si trova ad indagare sull’identità del cadavere e viene a contatto con una detective delle isole caraibiche, Ti Musgrove, che le chiede consulenza per alcuni scheletri ritrovati.

In apparenza questi filoni di indagine sembrano scollegati; ma le sorprese arrivano una dopo l’altra con continui colpi di scena che porteranno Tempe in più paesi e su diversi fronti.

Altro non è da anticipare; solo che la Reichs si riconferma bravissima nel divulgare gli aspetti scientifici della professione di antropologa forense e tiene col fiato sospeso fino all’ultima pagina.

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Valérie Perrin “Tatà” -Edizioni e/o- euro 21,00

La Perrin ha l’innegabile capacità di inserire tombe e cimiteri nelle storie che racconta, riuscendo a rendere l’argomento magnetico ed accattivante. Dopo l’esordio con il best seller “Cambiare l’acqua ai fiori”, anche in questo romanzo, morte, segreti e famiglie fanno la parte del leone. E nonostante “Tatà” non sia superlativo come il primo romanzo, lo stile Perrin aleggia comunque.

L’inizio è di quelli che catalizzano subito l’attenzione.

Una telefonata dalla gendarmeria di Gueugnon annuncia la morte di Colette Septembre all’unica parente indicata in uno scritto della defunta. Ma come si spiega che la donna era già stata dichiarata morta e sepolta tre anni prima?

Al telefono risponde Agnès Dugain, regista parigina 38enne, in piena crisi professionale e sentimentale; Colette era la sorella di suo padre.

Immaginate la sorpresa dato che la notizia della dipartita della zia le era già stata comunicata in passato; all’epoca però lei era in America e dei funerali si era occupato un amico dell’anziana signora. Il rebus è: chi era stato seppellito?

Questa volta Agnès sta attraversando un momento difficile e nulla la trattiene nella capitale francese; dopo che il fascinoso marito Pierre, attore in tutti i suoi film e padre della loro figlia Ana, l’ha lasciata per un’attrice.

La protagonista parte subito alla volta del minuscolo paesino della Borgogna per fare luce sulla doppia morte di “Tatà”.

E’ così che la chiamava affettuosamente quando, da bambina, trascorreva con lei le vacanze estive; mentre i genitori -entrambi affermati musicisti- andavano in tournée in giro per il mondo.

Colette era stata una zitella silenziosa e anonima la cui vita si animava intorno a due interessi: il suo lavoro di calzolaia nella piccola bottega del villaggio e la dirompente passione per la squadra di calcio locale della quale non perdeva neanche una partita.

Ora, all’obitorio, la salma che Agnès riconosce è proprio quella di Tatà; più vecchia e magra di quando l’aveva vista l’ultima volta, ma è lei senz’ombra di dubbio. Come spiegare che Colette sarebbe morta due volte? E chi giace sotto la sua lapide?

Agnès si sistema su un materasso buttato in terra nella casa della buon’anima e cerca di capire il mistero della sua duplice dipartita. In eredità la zia le ha lasciato una valigia piena di cassette registrate in cui svela i segreti della sua vita.

Poco per volta emergono infiniti e sorprendenti retroscena che restituiscono una Colette Septembre completamente diversa, inaspettata e capace di gesti di grande coraggio.

Nel romanzo di 600 pagine sono ricostruite anche le vite di altri personaggi che avevano incrociato il tragitto di Tatà; con il fardello di tragedie, violenze, amori, fughe, omicidi e segreti che compongono l’affresco di una vita unica.

Quella che Colette aveva celato, adottando la tecnica difensiva di apparire una donna insignificante.

 

 

J. Bernlef “Chimere” -Fazi Editore- euro 16,50

E’ uno dei romanzi più notevoli del Novecento letterario olandese e le chimere del titolo alludono al tema delle illusioni; qualcosa che rincorriamo senza mai riuscire ad afferrarlo. Tema centrale è la perdita di memoria che sta affossando il protagonista Maarten Klein; 70enne che dall’Olanda si era stabilito da tempo sulla costa nord di Boston in America.

Trascorre una vita appartata insieme alla moglie Vera, scandita da piccoli rituali e rasserenanti abitudini; mentre i figli, ormai adulti, vivono lontani e latitanti.

Il confortante tran tran quotidiano si infrange la mattina in cui Maarten confonde i giorni e dalla consueta passeggiata con il cane torna a casa senza di lui. Da anni è in pensione ma un giorno si veste come per andare al lavoro; poi scambia la notte con il giorno…..e così via, penalizzato dalla memoria che si appanna sempre più.

La malattia inizia con questa modalità, poi avanza come un panzer.

Marteen regredisce al punto di non riuscire ad alzarsi da solo o andare in bagno, e si dice convinto che i suoi genitori -morti da anni- siano ancora vivi.

Al costante declino assiste con crescente angoscia la moglie, impreparata al tornado della malattia che le sta portando via il compagno di 50 anni di vita. Poi subentrano altri personaggi ai quali Vera chiede aiuto; il medico e la giovane badante Phyl, che Maarten scambia per un’amica dei figli.

Se è vero che gli anziani vivono di ricordi, quando li smarriscono, alla fine rimane solo il nulla e una vita sfumata.

Bernlef è straordinario nel descrivere la discesa agli inferi della malattia che spazza via tutto e si chiede se sia peggio il destino di lei o quello di lui.

Infatti, non sembra meno doloroso il ruolo di Vera che, impotente e disperata, vede la persona amata perdersi progressivamente nell’ oblio, fino a dimenticarla.

 

 

A cura di Maria Luisa Frisa “I racconti della moda” Einaudi- euro 19,50

La curatrice è un’esperta di moda, critica e fondatrice del corso di laurea in Design della moda e Arti Multimediali, docente all’Iuav di Venezia. Ha raccolto scritti sull’argomento ad opera di svariati autori.

Risultato: un poliedrico collage che mette a fuoco il linguaggio universale della moda. Un sistema ibrido che veleggia tra: cultura, gusti, industria, creatività, sogno (a volte irraggiungibile); ma anche necessità quotidiana, mercato e molto altro.

15 storie concentrate in una sorta di breve antologia; altrettanti pensieri intorno all’universo “moda” espressi da scrittori diversissimi tra loro. Da Bret Easton Ellis a Joyce Carol Oates, da Jhumpa Lahiri a Irene Brin, passando per Michela Murgia e Pier Vittorio Tondelli; giusto per darvi l’idea del livello del libro.

Un viaggio colto e affascinante che traccia un percorso a partire dagli sfarzosi salotti di inizio Novecento per giungere alle variegate creazioni contemporanee. E poiché la moda non è solo il modo di vestirsi, il libro percorre anche le traiettorie di filosofia, sociologia, psicologia, storia, economia……

L’abbigliamento come vestito di un’epoca, con la sua estetica e le esigenze del vivere quotidiano, il modo di essere ed apparire. Basti pensare allo scritto di Jhumpa Lahiri che descrive le uniformi degli studenti di Calcutta, spiegando il loro significato sociale e l’identità imposta attraverso gli abiti indiani tradizionali.

Uno spaccato del senso più intrinseco e profondo dei vestiti che non fanno solo da intercapedine tra il nostro corpo e il resto del mondo; ma sono anche espressione di come siamo e come vorremmo essere. 15 voci che, pur nelle diverse idee, corrono sul filo comune che riconosce la moda come un aspetto fondante della nostra vita. E infiniti possono essere i modi di decodificarne i significati e funzioni.

 

 

Louise Penny “Il più crudele dei mesi” -Einaudi- euro 17,00

La pluripremiata scrittrice nata a Toronto, l’unica ad aver vinto per 4 anni consecutivi il prestigioso premio Agatha Award for Best Novel, imbastisce una nuova avventura per l’amato ispettore Armand Gamache, protagonista di altri suoi libri.

Il noir è ambientato nell’idilliaco paesino creato dalla fantasia dell’autrice, Three Pines, in Quebec. Siamo nei giorni precedenti la Pasqua, Gabri e il compagno Oliver gestiscono un B&B nel centro del villaggio ed ospitano una veggente e maga, Jeanne Chauvet, il cui arrivo crea un certo scompiglio.

Un po’ per gioco, per curiosità, per spezzare la monotonia e anche per scacciare l’aura di tristezza che -secondo gli abitanti- aleggia da tempo, decidono di fare organizzare alla medium una seduta spiritica.

La location scelta è la vecchia e abbandonata casa degli Hadley, in passato teatro di un omicidio e parecchie altre sventure. Ma, la seduta che dovrebbe servire a scacciare spiriti e fantasmi, si trasforma in tragedia. Una donna stramazza al suolo e muore. In un primo tempo si pensa che a ucciderla sia stato lo spavento.

La vittima è Madeleine Favreau, signora che sprigionava una luce tutta particolare, di quelle che mettevano in ombra chi la circondava.

Qui entra in scena il commissario Armand Gameche, della Sureté del Quebec; uomo integerrimo, con acume superiore alla media, autorevole, ma anche ricco di sentimento. Lui non crede alla morte per cause naturali e con la sua squadra inizia le indagini a tutto tondo.

Gameche cerca di individuare cosa e chi si nasconda dietro questa morte; ma finisce per infilarsi in una rete di eventi che potrebbero distruggergli carriera e famiglia…

 

L’isola del libro

RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA

 

Han Kang “Non dico addio” -Adelphi- euro 20,00

Questo romanzo dell’autrice coreana vincitrice del Premio Nobel per la letteratura nel 2024 (uscito in patria nel 2021) è una storia di spettri e superstiti, oscillante tra passato e presente. Affronta una pagina rimossa della storia della Repubblica di Corea; ovvero le decine di migliaia di morti civili, massacrati nel 1948 sull’isola di Jeju-do, perché sospettati di essere comunisti.

Protagonista è Gye-ong, scrittrice affossata in un momento difficile; da mesi vive isolata dopo avere vissuto affetti importanti e subito abbandoni dolorosissimi. Il romanzo ci avvinghia subito con un sogno che la tormenta; l’immagine del mare che si ritrae e lascia al suo posto una sorta di cimitero, con migliaia di tronchi d’albero neri, simili a lapidi su cui cade la neve leggera, circondate da pesci morenti, scheletri e relitti.

A distoglierla da incubi e depressione arriva la telefonata dell’amica Inseon, film maker con la quale aveva collaborato in passato. Altra donna di mezza età, con vita e carriera andate in frantumi. Ed ecco l’altro piano narrativo con al centro la devozione tra due donne sole.

Anche Inseon aveva lasciato tutto e si era ritirata nella sperduta isola di Jeju, ed era diventata falegname. Ora la chiama dall’ospedale dove è ricoverata perché si è mozzata due dita della mano. La sua richiesta all’amica è sorprendente; le chiede di andare a dar da bere al suo pappagallo rimasto solo a Jeju, dove sta imperversando una devastante bufera.

E’ l’inizio di un viaggio che condurrà Gye-ong verso la memoria e il baratro di uno del più feroci massacri nel passato delle guerre coreane. Sogni, deliri, simboli e metafore, un continuo dialogo tra vivi e morti, sono lo sfondo da cui riemergono gli atroci fatti tra 1948-50; quando, con l’appoggio americano, i membri della Gioventù del Nord-Ovest avevano massacrato più di 30mila civili innocenti, rimasti poi senza sepoltura.

 

 

Paul Auster “Una nazione bagnata di sangue” -Einaudi- euro 24,00

L’ultimo libro del famoso scrittore americano Paul Auster è una meditazione -tra immagini e parole- sul “cuore di tenebra” e l’uso sconsiderato delle armi negli USA. E’ stato pubblicato in patria nel 2023, più o meno un anno prima della sua morte.

Ai racconti e ai saggi di Paul Auster fanno da contraltare le foto; tante lapidi del dolore che segnano i luoghi di morte e siglano la contabilità delle vittime.

Poco più di 100 pagine -sapientemente miscelate- tra gli scritti di Auster e le fotografie emblematiche di Spencer Ostrander.

Tutte immagini in bianco nero, in cui non compaiono mai gli esseri umani; forse proprio perché ritraggono l’assenza della vita. Rappresentano i luoghi delle stragi, con un conteggio delle vittime che lascia agghiacciati se si pensa all’orrore perpetrato e al sangue versato in quei luoghi.

La cifra narrativa dei testi è fondamentalmente quella saggistica in cui Auster compie un’acuta analisi dei pericoli insiti nell’indiscriminato possesso ed uso improprio delle armi. In mano a un pazzo qualunque si trasformano in strumenti di morte.

Ma c’anche il racconto di memorie personali; dal suo rapporto di bambino con le armi giocattolo all’indagine dolorosa sul suo passato familiare. Segnato dalla morte del nonno paterno, ucciso dalla moglie con 4 pallottole.

 

 

Hans Tuzzi “Colui che è nell’ombra” -Bollati Boringhieri- euro 16,00

Hans Tuzzi, nato a Milano nel 1952, è pseudonimo di Adriano Bon: scrittore, autore di saggi di bibliofilia e sul mercato antiquario dei libri, consulente editoriale e docente al master in Editoria cartacea e multimediale dell’Università di Bologna, autore dei gialli ambientati a Milano con protagonista il commissario, poi vicequestore, Norberto Melis.

Questo romanzo è di fatto una saga gotica, scritta con una cifra stilistica difficilmente etichettabile; una prosa erudita ma allo stesso tempo accessibile. La trama coinvolge e la scrittura incanta.

L’idea è nata quando l’autore -soffermandosi su una foto di famiglia scattata a fine 800- pensa all’enorme peso dell’eredità genetica per ognuno di noi. Segue la ricostruzione di 4 generazioni degli Avogadro, dal 1937 ad oggi, sullo sfondo di un Friuli agricolo che cambia insieme all’Italia intera.

Sulla famiglia aleggia una leggenda nera che ha per protagonista lo spirito inquieto di un antenato, anima dannata che si innesta sulle superstizioni delle campagne.

Qualcosa di profondamente oscuro che permea le vite delle 4 generazioni, in epoche diverse, tutte condizionate da questa zavorra. La voce narrante è quella dell’intendente della famiglia, Domenico Rigolato.

 

 

Hélène Gullberg “La protetta” -Neri Pozza- Euro 20,00

E’ un romanzo scritto magnificamente che amalgama due piani narrativi: un giallo con tanto di delitto, ma anche un viaggio nel mondo degli oggetti d’arte e dell’antiquariato, con corollario di famiglia, difficoltà e disagi.

Non è un caso che la scrittrice abbia lavorato presso due case d’aste ed oggi sia sovrintendente del Palazzo Reale di Stoccolma. Ha travasato la sua competenza in queste pagine, avvolgendoci in un mondo affascinante, che suscita il desiderio di sfogliare il catalogo di un’asta o visitare musei.

Tutto ha inizio quando l’ex armatore e collezionista di antiquariato, Sten Hammar, per puro caso, finisce in un granaio sperduto nella campagna della Svezia.

L’insegna dice “Mercatino delle pulci”; lì, in mezzo a tante cianfrusaglie, il suo occhio esperto scopre pezzi dal valore inestimabile.

Nonostante la loro dubbia provenienza è disposto a tutto pur di accaparrarseli, incluso prendere sotto la sua ala protettrice la piccola figlia del proprietario, Majja.

E’ una bimba trasandata e trascurata, selvaggia e sporca, cresciuta in una situazione familiare disagiata e disfunzionale. Ma è anche intelligentissima, curiosa e assetata di sapere; perfetta come pupilla e brillante allieva d Steiner.

20 anni dopo, nel 2018, ritroviamo Majja Skog diventata un’esperta della Wallius, la casa d’aste più famosa di Stoccolma. Invece Sten Hammar viene trovato ucciso nella sua tenuta di Hammarnäs, principesca e piena di tesori.

Le indagini vengono affidate alla detective Karin Klinga che per stimare il valore della collezione Hammar si affida proprio a Majja. Chissà perché la giovane donna nega di aver mai conosciuto la vittima…?