I giovani: “Il Jobs Act è una farsa, ci renderà ancora più precari”
Segnali contrastanti, in questi tempi di crisi. Da un lato i giovani che cercano occupazione contestano il governo nella persona del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, a margine di un incontro nell’ambito della manifestazione IoLavoro al Pala Alpitour. Dall’altro le istituzioni si coalizzano, attraverso le parole del sindaco Piero Fassino che spalleggia Matteo Renzi (a dire il vero dopo averlo criticato il giorno prima per i tagli ai Comuni). Il ministro – democraticamente – ha invitato una ragazza a intervenire. “Il Jobs Act è una farsa, ci renderà ancora più precari” – ha detto, riporta l’Ansa, Maria Edgarda, studentessa di Filosofia. La risposta di Poletti: “Col Jobs Act vogliamo invertire la situazione attuale che vede l’85% dei contratti precari”. Gli studenti contestatori hanno distribuito un volantino dal titolo “Non siamo loro schiavi”.
E veniamo a Fassino, appena riconfermato al vertice dell’Anci, alle prese con un problema quasi grave quanto quello della disoccupazione: il profondo rosso delle casse pubbliche, a causa del quale non solo sono a rischio i servizi ma ogni progetto di rilancio del lavoro e delle attività produttive è impensabile. “Il premier si è messo in sintonia con la mia relazione e con lo spirito del congresso”, dice il primo cittadino a proposito del discorso tenuto dal presidente del Consiglio durante l’assemblea annuale Anci.
“Noi abbiamo ribadito – dice Fassino – che i comuni sono pronti a continuare a fare la loro parte, a partecipare allo sforzo per portare l’Italia fuori dalla crisi ma chiediamo di essere messi nelle condizioni di poter fare questo sforzo, continuando a garantire ai cittadini i servizi”. “La reazione di Renzi – conclude -mi è sembrata importante perché ha interloquito con le nostre richieste, ha confermato le aperture e le disponibilità a emendamenti e correzioni della legge di stabilità che avevamo concordato con il governo. Anche gli interventi dei ministri credo vadano nella stessa direzione e tutto questo lo valuto positivamente”. A quanto pare la pensano diversamente i giovani torinesi.