Il grande basket visto dal campo

La situazione della FIAT Torino basket

Nei momenti di difficoltà escono le vere caratteristiche di chiunque. E quando i momenti di difficoltà “esagerano”, non perdere la capacità di condurre il vascello in mezzo ai perigli di un oceano in burrasca è capacità solo dei migliori capitani

Analizzando la stagione in maniera oggettiva e non solamente dal punto di vista degli “umori” altalenanti di chi vorrebbe correttamente vedere solo vincere la propria squadra, è difficile non riscontrare una buona dose di avversità non volute che avrebbero abbattuto un gigante corazzato.Partendo fin dall’inizio, il primo infortunato è il playmaker titolare della stagione Tra Holder che si trova senza una spalla. Con gli arrivi scaglionati dei giocatori, probabilmente l’impiego di Carlos Delfino ha procurato degli affaticamenti tali che ha pagato con diverse giornate di riposo in panchina; Mc Adoo è al secondo infortunio grave alla caviglia che già aveva pregiudicato la preparazione e che ora lo terrà fermo un altro mese. Cotton, che stava andando alla grande si è ritrovato con uno strappo al “polpaccio” che richiede lunga degenza, e l’ormai noto “caso” Okeke fa sì che il giovane talento sia in attesa di un probabile ritorno nel 2019. Anche Marco Cusin purtroppo paga dazio con problemi muscolari ed è restato ai box per match importanti. Già detto in altri momenti del caso Stojanovic, che forse dovrebbe far riflettere sui giovani che non amano impegnarsi duramente per raggiungere i propri obiettivi, si può dire che la colpa di tale situazione sia poco imputabile alla società, che ha dovuto anche far fronte ad un “infortunio” del Coach Larry Brown che la ha privata della sua guida nel momento topico di inizio stagione. Quale squadra è la FIAT Torino Auxilium basket, in questo momento? E’ un cantiere in evoluzione e, nonostante tutto, la società si adopera per avere fin da subito, con notevoli sforzi economici (anche perché i giocatori fermi non sono ovviamente e giustamente senza stipendio) dei giocatori nuovi anche solo per poter eseguire allenamenti adeguati. Marco Portannese e Mam Jaiteh sono solo i primi di un momento di rinforzo in situazione di emergenza assoluta. Avere tifosi che tifano contro o ragionamenti di mancanza di programmazione aziendali sono solo pretestuosi momenti di antichi rancori o mancanza di lucidità intellettuale. Certo, in un popolo come quello italiano in cui metà saprebbe come mettere a posto le finanze dello stato e l’altra è Commissario Tecnico di ogni tipo di nazionale e club sportivo è difficile non incontrare le critiche. Ma si sa, a sparlare e a criticare non siamo secondi a nessuno, ma a fare e metterci la faccia sono sempre i soliti noti. Ed è a questi “noti” che bisogna tendere una mano e un grazie, anche se tutto sembra facile ai giocatori da Playstation e ai manager di Monopoli, perché tenere in piedi un castello complesso come una società di serie A del secondo sport nazionale non è proprio un gioco. E a tutti coloro che a qualsiasi livello se ne occupano, risulta offensiva la critica di chi poco fa o nulla ha fatto ma tanto sa perché da tanto osserva…e “qualcosa ha giocato”. L’Auxilium pallacanestro Torino è un miraggio in mezzo al deserto che si è concretizzato solo grazie al contributo di decine di piccole formiche che un pezzo dopo l’altro hanno messo in piedi una realtà che combatte da anni ad alto livello e che ha già prodotto diverse soddisfazioni che già molti dimenticano. Nel più puro spirito sportivo ha sempre elegantemente coperto, assumendosene le colpe, situazioni non purtroppo ascrivibili a se stessa pur di garantire spettacolo alla piazza di Torino. A tutte queste persone, che ai più non dicono nulla perché sono nell’ombra, dovrebbe essere fornito l’appoggio morale dei veri tifosi, che possono essere tristi perché hanno perso, ma non delusi, perché la società sta lavorando ogni ora contro ogni avversità presente e futura. Chi ha coraggio guarda avanti , e chi non ne ha, come raccontava il cantautore, narra ai presenti che lui avrebbe fatto, avrebbe potuto…ma poi sai, la vita…il destino…l’infortunio… . La FIAT Torino non ha ancora mostrato il suo vero volto: la pazienza è la virtù dei forti ma la volontà e la virtù di chi vuole vincere. La volontà sta nei fatti e la società di fronte ai tanti infortuni (che dovranno poi essere analizzati al meglio per evitare ulteriori “ricadute”) ha risposto presente. E’ chiaro che anche a me avrebbe fatto piacere trovare nel roster Lebron James e Stephen Curry… ma non è proprio facile…, ma semplice non è la gestione finanziaria di una società di questo livello, e i rinforzi sono comunque frutto di sacrifici personali tra la gestione e il main sponsor Fiat. Siamo in credito con la sorte da diverso tempo: è ora che tutti insieme cerchiamo di sostenere la società (dal magazziniere alla segreteria, dagli addetti stampa ai dirigenti, dai giocatori alla proprietà), perché lo meritano loro, la città e tutto il mondo del basket che adora lo spettacolo. E, appena pronti, siamo certi che ripresi tutti in maniera “salutistica” adeguata, avremo quella squadra forte e tanto sognata che potrà darci tante soddisfazioni. GO AUX!

Paolo Michieletto

 

Il particolare momento della FIAT Torino

In un particolare racconto di tipo umoristico, la situazione che si è venuta a creare in casa della FIAT Torino basket sarebbe simile a quella di un personaggio che anche quando c’è il sole riuscirebbe ad avere la sua nuvola personale ad inseguirlo. Infatti, pur agendo per il meglio e lavorando per poter fare tutto quanto sia in proprio potere e anche andando oltre le proprie capacità, il fato o la sfortuna sembra accanirsi sulla squadra. In una sola settimana, nell’arco di due sole partite, la FIAT Torino ha perso per un notevole lasso di tempo Mc Adoo e per un brevissimo (si spera) Cusin, la miglior guardia difensiva in “dotazione” Tekele Cotton, e gli acciacchi tengono ancora lontano dal campo Delfino mentre il buon Tyshawn Taylor vive in continua situazione di critica grazie anche al fatto che i risultati non sono arrivati. Inoltre anche alcune situazioni esterne familiari di alcuni giocatori non sono di supporto.

Eppure la squadra lotta sempre, non molla e nonostante tutto (partita contro Milano compresa, dove fino a 4’06″ al termine il risultato era in bilico, basta osservare le immagini degli highlights per ricordare bene) fino alla fine è in competizione per il risultato. Dire che la squadra sia in costruzione è ottimismo puro: in realtà la squadra è costretta ogni settimana a giocare con gente diversa. E, in tutto questo, gli sforzi della proprietà non vengono apprezzati come dovrebbero. Sono già arrivati due giocatori per riuscire almeno ad allenarsi, “Mam” Jaiteh e Marco Portannese, ed il primo è sicuramente un gran buon acquisto che potrebbe addirittura essere un supporto importante anche al rientro degli infortunati. E sembra che il tutto non sia finito ma che ci si stia adoperando per permettere a questa città di vedere ancora un super basket a Torino. Le critiche sono per la gran parte ingiuste, in quanto gli infortuni hanno decimato una squadra che ha il merito di non essere crollata sotto i colpi della malasorte (non da poco anche quello relativo al coach Brown che per quasi un mese è dovuto restare lontano dal campo per motivi di salute) che hanno impedito alla squadra di evolversi in una realtà consolidata. Si potrebbe ascrivere qualche colpa forse ad una preparazione non adeguata, ma comunque gli infortuni del campo sono sempre difficilmente prevedibili. In ogni caso, chi dice di imparare da altri, è sicuramente o in malafede o ha qualche motivo personale per avercela con la gestione della FIAT Torino basket.

In tutto questo “bailamme” la società non solo non molla ma rilancia e continua lo sforzo per salire di livello: questo è carattere e qualità di alto profilo. E’ chiaro che tutti noi tifosi vorremmo sempre la nostra squadra vincente, e tutti oggi vedono Milano come un esempio…ma i tanti estimatori di Milano attuale dimenticano i 12 anni di vuoto e di crisi estrema di Milano stessa e i diversi e tanti milioni di Euro spesi per arrivare ora ad essere una ottima squadra. L’Auxilium è la squadra che più velocemente di tutti, nella storia del basket italiano, ha vinto un trofeo dal suo arrivo nella massima serie (Coppa Italia dell’altr’anno testimoniata dal circoletto tricolore sulle maglie) e che ha avuto come poche difficoltà non dovute a cause volute (infortuni gravi, situazioni familiari di giocatori e altro ancora) e nonostante tutto ha una squadra con il coach più “leggendario” che tutti gli altri invidiano, un impianto spettacolare che sta cominciando a prendere vita e un futuro che, appena si riprenderanno tutti dagli infortuni, si prospetta molto interessante.E, tutto questo conta, per tutti coloro che osservano il basket con occhi realistici e oggettivi. La Fiat Torino sta andando avanti e sta provando come sempre a superare le difficoltà, e tutti i componenti stanno contribuendo a realizzare il meglio. Il carattere da queste parti non manca, ed il coraggio di intraprendere nuove azioni sia sportive che di contributo sociale neppure. L’Auxilium FIAT Torino corre anche con l’impegno solidale con il centro di ricerche antitumori di Candiolo e l’ADMO Piemonte Onlus che sarà presente con una splendida iniziativa al palavela domenica 11 novembre.Già, la partita: domenica alle12 arriverà una squadra, quella di Brindisi, che è tutt’altro che un materasso; è una squadra molto agile, forte e tecnica: ci vorrà il cuore perché la FIAT Torino possa farcela, e quando si tratta di cuore il sostegno dei veri tifosi è fondamentale.Coraggio Torino: la squadra è ferita ma il gruppo è forte e tutti, dal primo all’ultimo devono battersi per la causa cestistica, dal capitano all’ultimo degli addetti tutti devono essere uniti: solo un gruppo che ci crede diventerà un gruppo vincente, e noi ci crediamo. Questa è Torino.

Paolo Michieletto