“I tagli previsti dal 2017 al 2019 configurano una situazione che nei fatti mette a rischio la sopravvivenza del Sistema Regioni”
Le dimissioni di Sergio Chiamparino dalla presidenza della Conferenza delle Regioni – dimissioni congelate ma irrevocabili – erano state motivate dal governatore piemontese dal buco di quasi 6 miliardi nei conti piemontesi: “mi devo occupare del Piemonte”, aveva detto il Chiampa. Ma le tensioni con il governo sembravano acuirsi ancora di più fino a poche ore fa: “I tagli previsti dal 2017 al 2019 configurano una situazione che nei fatti mette a rischio la sopravvivenza del Sistema Regioni”. Chiamparino dixit, nell’audizione in Commissione Bilancio del Senato, dedicata alla legge di stabilità. Il governatore del Piemonte chiede un incontro urgente con il governo per “capire qual è il valore istituzionale che viene dato alle Regioni, e in particolare al sistema sanità”. Renzi, venuto a conoscenza della richiesta ha detto: “Ci sarà da divertirsi”. Il divertimento è stato limitato e tutto pare essere finito a tarallucci e vino. Sulla legge di stabilità, dopo il vertice con le Regioni, Chiamparino ha dichiarato: “Ora un percorso è individuato. Il governo si è impegnato ad incontrarci prima dell’approvazione della legge. Si valuterà l’aumento del fondo per la sanità”.
(Foto: il Torinese)
IL COMUNICATO STAMPA DEL CONSIGLIO REGIONALE
Nella seduta del 3 novembre il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, ha svolto una comunicazione in Aula si richiesta del gruppo M5S per fare il punto sul confronto tra il Governo e le Regioni sulla legge di stabilità.
Dopo aver ricordato che si è in attesa di un decreto legge che deve intervenire sulla situazione determinata dal D.l. 35/2013 “un decreto salva sistema più che salva Piemonte”, è passato a illustrare la situazione che si sta prefigurando rispetto ai tagli alle Regioni previsti dal Governo nella legge di stabilità.
“Nel 2016 – ha spiegato il presidente – sommando le misure derivanti dalle leggi di stabilità del passato e dalle leggi di settore si arriva a 9 miliardi e mezzo di euro di tagli a carico delle Regioni. Per la revisione della spesa nel 2016 sono previsti 4,2 miliardi a carico delle Regioni dei quali due miliardi sulla sanità e il resto sulla extra sanità. La situazione sul pluriennale è poi particolarmente preoccupante con altri cinque miliardi nel 2017 e sette nel 2018. Ormai i margini di manovra delle Regioni si vanno esaurendo”.
“Abbiamo semplicemente, quindi, denunciato una situazione molto difficile – ha continuato Chiamparino – per la quale auspichiamo un accordo con il Governo che vada oltre questa legge di stabilità. Altrimenti, nei fatti, i tagli dal 2017 al 2019 mettono a rischio la sopravvivenza del sistema Regioni. Si mettono in pericolo i fondi per il sociale, invece di avere la copertura con i nuovi Lea, è a rischio la copertura per i farmaci salvavita e le Regioni in bilico potrebbero essere costrette ad aumentare i ticket. Secondo i nostri calcoli, che nessuno fino ad ora ha contestato, mancano due miliardi. Posto che gli oneri per la revisione della spesa dovrebbero essere riequilibrati tra le Regioni e i ministeri, confidiamo di essere convocati dal Governo per un incontro prima di giovedì, quando la Conferenza dovrà formulare il parere sulla legge di stabilità. Vi sarebbe margine per istituire due gruppi di lavoro sulla revisione della spesa, uno sui fondi sanità ed un secondo su quelli extrasanità, che può trovare soluzioni prima della seconda lettura”.
Diversi i relatori intervenuti nella discussione.
Il gruppo M5S, intervenuto con diversi relatori – Giorgio Bertola, Federico Valetti, Mauro Campo, Stefania Batzella – ha lamentato un atteggiamento negativo del Governo come nel caso di “Trenitalia che da un lato non vuole ridiscutere i contratti mentre il Governo taglia i fondi al trasporto pubblico per le Regioni, un gioco che sembra fatto apposta per far fallire le Regioni” ma anche una inadeguatezza dell’Esecutivo regionale che “alla luce del giudizio di parificazione il lavoro svolto in quest’anno e mezzo dalla attuale Giunta regionale non è positivo” ed ancora si “chiede un maggior impegno invece del teatrino delle dimissioni”. Il gruppo M5S, oltre “alla sudditanza morale del Piemonte che ha più problemi di altre Regioni” ha anche rilevato l’incongruità di alzare le tasse proprio “con l’aumento del bollo auto per le auto ecologiche” che penalizzerebbe una scelta responsabile dei cittadini retroattivamente.
Gilberto Pichetto, Claudia Porchietto e Gian Luca Vignale hanno preso la parola per il gruppo FI asserendo che il Governo “ha come unico modo di governare i tagli sul territorio e il presidente Chiamparino doveva fare di più per difendere gli interessi del Piemonte”. In merito all’atteggiamento del premier Matteo Renzi, “sembra che sia alla ricerca sempre di un avversario per cogliere l’attenzione dell’opinione pubblica. La situazione di bilancio è difficile sia per le inefficienze delle Regioni e sia per quelle dello Stato centrale e non può essere cambiata a colpi di mannaia e non si vedono i margini enormi di efficientamento dei ministeri. Chiediamo al centrosinistra di spiegare se la centralizzazione della sanità è una battuta del ministro Lorenzin o un disegno politico. Il cinismo istituzionale di Renzi è di un livello mai visto, i tagli devono essere chiariti, così si rischia di non erogare più servizi e di non chiudere il bilancio”.
Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia) ha manifestato preoccupazione per “il decreto legge sul D.l. 35/2013 che non arriva mai, evidentemente si tratta di una precisa volontà politica” il consigliere del centrodestra ha pure sottolineato che mentre “l’Anci ha avuto una copertura integrale dei bilancia, completa dei mancati introiti fiscali, le Regioni sono state individuate come il male assoluto dove scaricare tutti gli oneri: Matteo Renzi blandisce i Comuni per massacrare le Regioni”.
La maggioranza è intervenuta appoggiando la relazione del presidente Chiamparino con l’intervento di Davide Gariglio e Andrea Appiano del gruppo Pd. “Vanno chiariti i dubbi interpretativi sul pagamento dei debiti attraverso il D.l. 35/2013” è stato detto dai banchi del Pd. “Questa è la prima manovra di governo espansiva nei fatti dopo tanti anni che sta portando più in alto il tasso di fiducia del Paese. La manovra sconta un elevato tasso di debito pubblico però si fa carico di alcune questioni, come clausole di salvaguardia con 17 miliardi per non aumentare Iva e accise su carburanti, con 5 miliardi per cancellare la Tasi sulla prima casa, 3,5 miliardi per le pensioni e le misure antipovertà, e 1,5 miliardi di minori tasse per imprese. Il presidente Chiamparino ha posto in modo corretto e equilibrato le problematiche delle Regioni per cercare una soluzione”.
Una vena critica da parte di Marco Grimaldi (Sel) che ha parlato di “federalismo per abbandono. Il contributo degli Enti locali in questi anni è stato il doppio rispetto a quello dello Stato centrale e l’Italia è al 15mo posto per spesa sanitaria tra i Paesi della Unione europea, mentre abbiamo una media di anziani molto alta, secondi dietro la Svizzera che non sta nell’Ue”.
Nella replica finale il presidente Chiamparino ha chiarito i motivi delle sue dimissioni da presidente della Conferenza delle Regioni, puntualizzando che nella riunione di giovedì “chiederà che venga messo all’ordine del giorno della prossima seduta l’elezione di un nuovo presidente. Voglio porre come principio di responsabilità il fatto che anche quest’anno nella legge di stabilità gli enti più penalizzati sono le Regioni. Desidero sgombrare il campo da ipotetici conflitti di interesse essendo il Piemonte in una situazione complessa. Desidero anche avere ‘mani libere’ nella stagione di riforme regionali che si sta aprendo. Si dovranno rivedere le competenze non dimenticando i lusinghieri giudizi dell’Oms verso la nostra sanità che spende anche relativamente poco rispetto gli altri paesi europei”.