Defiscalizzazione del tutor aziendale, benefici per le imprese che assumeranno in apprendistato formativo e quelle che ospiteranno studenti in alternanza scuola-lavoro, valorizzazione dell’investimento formativo dell’impresa, sostegno alla mobilità degli studenti e supporto logistico tra istituzioni formative e imprese. Sono solo alcune delle proposte emerse nell’incontro organizzato a Torino dalla Regione Piemonte e dall’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte sul tema dell’apprendimento basato sul lavoro. Sono 96.196 gli studenti piemontesi che frequentano il triennio delle scuole superiori coinvolti, il prossimo anno, in percorsi di alternanza scuola-lavoro: 92.476 provengono da istituti statali, 3.720 da scuole private. Il 50 per cento degli iscritti abita nel Torinese, la provincia di Cuneo conta quasi 14.000 studenti e, ad esclusione di Vercelli e del Verbano-Cusio-Ossola, che hanno un numero di studenti ridotto, le altre province oscillano fra i 6 e gli 8.000. A questi numeri si aggiungono poi i circa 13.700 giovani che frequentano percorsi finalizzati all’acquisizione di una qualifica o diploma professionale. Da qui al 2018, considerando gli alunni iscritti alle classi terze, quarte e quinte, si stima che a fruire di percorsi di alternanza dovranno essere complessivamente 288 mila studenti delle scuole superiori e quasi 42 mila iscritti a percorsi di formazione professionale per l’ottenimento di qualifica o diploma professionale.
La legge “La Buona Scuola” ha infatti reso l’alternanza un elemento strutturale dell’offerta formativa, con l’obbligo di effettuare almeno 400 ore negli ultimi tre anni degli istituti tecnici e professionali e 200 nei licei. Ad oggi, il 72% delle scuole piemontesi ha attivato percorsi di alternanza, cosi come in costante aumento risultano essere le aziende che stipulano convenzioni con le singole scuole per avviare percorsi di alternanza. Grazie all’istituzione di una cabina di regia, sarà ora compito dei diversi attori istituzionali, economici e sociali (Città Metropolitana di Torino, Inps, Inail, Unioncamere, associazioni datoriali e sindacati) costruire, attraverso una strategia comune e il raccordo degli interventi e delle risorse, costruire un progetto pilota che consenta alla regione di crescere e cambiare modello formativo.