Le parole delll’arcivescovo pronunciate all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale ecclesiastico del Piemonte, rappresentano un auspicio ma anche un monito
Le nozze tra persone dello stesso sesso sono uno dei temi sociali all’ordine del giorno. Quello che, invece, pare essere passato di moda e’ il matrimonio, proprio quello tradizionale. E’ un istituto in crisi, sia il rito religioso sia la cerimonia in municipio. L’allarme a Torino e’ stato lanciato dall’arcivescovo. E’ vero che la Chiesa subalpina continua imperterrita con i suoi corsi per futuri sposi e con la sua costante attività a tutelare la tradizione, ma perché – si chiede mons. Cesare Nosiglia – non lo fa anche lo Stato attraverso “corsi che aiutino i giovani a scoprirne la bellezza e il valore?” Le parole delll’arcivescovo pronunciate all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario del Tribunale ecclesiastico del Piemonte, rappresentano un auspicio ma anche un monito: “Bisogna contrastare la tendenza a rendere tutto precario: ne va della stabilità della società”. Sarà che i giovani hanno paura a mettere al mondo dei figli, in questo clima di crisi che non garantirebbe loro un futuro? Chissà . Fatto sta che la popolazione piemontese e’ tra le più vecchie d’Italia e tra qualche decennio , senza un incremento demografico, saremo – Dio e governo piacendo – un popolo di pensionati.