Laura Mancinelli, da tempo malata di sclerosi multipla, è scomparsa a 82 anni dopo aver dedicato al Medioevo tutta la vita sia come studiosa sia ambientandovi alcuni dei romanzi più famosi. Con “I dodici abati di Challant”, “I miracoli di Santa Odilia”, “Gli occhi dell’Imperatore”, “I tre cavalieri del Graal” e tanti altri romanzi storici – cucendo trame invisibili, tra storia e invenzione — ci ha fatto conoscere il Medioevo, dando ai lettori l’incredibile sensazione di vivere pienamente quell’epoca. Questi libri, insieme ai suoi gialli umoristici, raccontano la sua passione per la scrittura, con una vena speciale, ironica, leggera che traspare anche nella sua autobiografia , “Andante con tenerezza “. Laura Mancinelli era nata a Udine il 18 dicembre 1933, ma fin da piccola si era trasferita a Torino con la sua famiglia. Ha insegnato letteratura tedesca medievale presso la Facoltà di Lettere dell’Università torinese ed è stata una fine traduttrice di testi classici della tradizione medievale germanica, come, per esempio, I Nibelunghi (1972) – tradotto su consiglio di Claudio Magris – e il Tristano di Gottfried von Strassburg (1985) e la storia della letteratura tedesca medievale dal titolo Da Carlo Magno a Lutero, pubblicata nel 1996 da Bollati Boringhieri. Prima di avere la docenza a Torino, insegnò anche Filologia Germanica all’Università di Sassari e ottenne la cattedra di Storia della lingua tedesca all’Università Ca’ Foscari, chiamata a Venezia dal germanista Ladislao Mittner a metà dagli anni ’70. Nel 1994 venne colpita dalla sclerosi multipla e costretta ad abbandonare la docenza, continuando a dedicarsi, però, alla scrittura. La sua malattia invalidante non ne piegò la determinazione al punto che, quasi per sfida, intitolò “Il mistero della sedia rotelle” il primo romanzo che inaugurò la nuova serie di libri “gialli” che hanno come protagonista quella sorta di italianissimo “tenente Colombo” del capitano Florindo Flores. Laura Mancinelli, com’è stata ricordata sul “Corriere” da Isabella Bossi Fedrigotti, era “una piccola signora determinata, coltissima e spiritosa”. E ci mancherà molto.
Marco Travaglini