Il coordinamento No Zoo rigetta con forza l’ipotesi di destinare il Parco Michelotti ad ospitare, seppure in maniera apparentemente “innovativa”, forme di detenzione animale, per giunta a scopo commerciale
Il coordinamento No Zoo, che riunisce diverse sigle dell’associazionismo ambientalista e animalista torinese, lancia una petizione popolare rivolta al Consiglio Comunale di Torino contro l’ipotesi di coinvolgere animali in cattività nell’ambito della futura destinazione del Parco Michelotti.A seguito dell’approvazione della relativa delibera consiliare che ha ignorato gli emendamenti volti al divieto di inserire l’utilizzo di animali vivi nel progetto di “Concessione per la Valorizzazione” del Parco Michelotti e nel successivo piano di gestione, le associazioni LAV Lega Anti Vivisezione, Lega per la difesa del Cane, L.I.D.A, ProNatura Torino, S.O.S Gaia ed Ecopolis si rivolgono alla cittadinanza e alla pubblica amministrazione con l’obiettivo di scongiurare, a distanza di quasi trent’anni, la riapertura di un luogo di prigionia per animali nella nostra città.
“Nel 1987 supportati da molti cittadini avevamo plaudito alla chiusura dello zoo di parco Michelotti – afferma Marco Francone, presidente della Consulta dell’associazionismo animalista della Città di Torino e tra i protagonisti di quella conquista di civiltà. Nel 2015 rischiamo di rivedere l’apertura di una struttura di detenzione per animali usati a scopo di “intrattenimento” a beneficio di soggetti privati, e non lo possiamo accettare”.
La petizione lanciata dal coordinamento interassociativo chiede, tra l’altro, il coinvolgimento delle associazioni nella fase di elaborazione del progetto di valorizzazione del parco. Attualmente, il progetto del comune prevede una concessione di durata ben trentennale a un soggetto privato che dovrà, come recita la delibera, “mantenere e valorizzare la memoria storico-botanica-paesaggistica-architettonica del luogo, offrendo a cittadini e turisti un polo permanente pluridisciplinare per attività ludiche, scientifiche e didattiche.”
Il coordinamento No Zoo rigetta con forza l’ipotesi di destinare il Parco Michelotti ad ospitare, seppure in maniera apparentemente “innovativa”, forme di detenzione animale, per giunta a scopo commerciale. Le associazioni che ne fanno parte ritengono infatti che questo tipo di destinazione non possa in alcun modo rispondere agli intendimenti dichiarati dal comune in sede progettuale, riguardanti la valorizzazione della memoria “storico-botanica-paesaggistica-architettonica” di Parco Michelotti.Del resto, nel 2015, appare a tutti assai improbabile l’idea che eventuali mucche, elefanti o pinguini, siano costretti a vivere a pochi passi da piazza Vittorio, tra un bar e un ristorante, e posizionati di fronte ad un grande viale destinato ad un costante passaggio automobilistico, tra i più massicci della città. E’ già possibile firmare la petizione: un primo appuntamento sarà ai tavoli informativi LAV presenti il 28 febbraio e il 7 marzo in via Roma angolo piazza Castello a Torino, oppure presso le sedi delle associazioni che fanno parte del coordinamento No Zoo.
LAV Lega Anti Vivisezione, Lega per la difesa del Cane, L.I.D.A, Lega Italiana dei Diritti dell’Animale, ProNatura Torino, S.O.S Gaia ed Ecopolis