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Il “Battista” di Caravaggio ai Musei Reali di Torino

Da Roma un capolavoro delle “Gallerie Nazionali di Arte Antica”. Fino al 30 maggio

Da Roma a Torino. Scortato dal Corpo dei Carabinieri, è arrivato sotto la Mole mercoledì 24 febbraio scorso e qui resterà per i prossimi tre mesi, il “San Giovanni Battista” di Caravaggio, ospitato fino a domenica 30 maggio nelle sale dedicate ai pittori caravaggeschi della “Galleria Sabauda” ai Musei Reali del capoluogo piemontese. L’opera, un olio su tela di 94 x 131 cm., è una delle due ispirate al “Battista”, realizzate da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio (Milano,1571 – Porto Ercole, 1610) fra il 1604 e il 1606 – la seconda, commissionatagli dal banchiere e mecenate ligure Ottavio Costa, si trova ora al “Museo Nelson-Atkins” di Kansas City – e proviene dalle “Gallerie Nazionali di Arte Antica” di Roma grazie a uno scambio promosso dalle direzioni dei due musei in occasione della mostra “L’ora dello spettatore. Come le immagini ci usano” che si terrà fino al prossimo 5 aprile in “Palazzo Barberini” e che, nel suo percorso, accoglierà la rarissima tavola di Hans Memling con la “Passione di Cristo”, conservata alla “ Sabauda”. Sostenuto dalla “Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali” di Torino e da “Reale Mutua”, l’evento espositivo “rappresenta dunque una straordinaria opportunità per portare all’attenzione del pubblico le collezioni di due grandi pinacoteche italiane e il genio dei loro insuperati maestri”. Al San Giovanni Battista, (talvolta definito “San Giovanni nel deserto”), fra i santi più venerati dalle chiese cristiane e spesso considerato come l’ultimo dei Profeti, Caravaggio dedicò, fra l’altro, almeno otto dipinti, oltre tre grandi scene raffiguranti la sua morte, l’imponente “Decollazione” (1608) oggi nella “Cattedrale di San Giovanni” a La Valletta e altre due opere (1609) rappresentanti Salomé che mantiene la sua testa, una custodita al “Palazzo Reale” di Madrid e l’altra alla “National Gallery” di Londra. Davanti a questa tela oggi visitabile a Torino restiamo davvero incantati e toccati nel profondo per il prevalere narrativo di quel “realismo drammatico” di cui a ragione parlava il grande Giulio Carlo Argan che nelle opere religiose di Caravaggio vedeva sempre il prevalere del “motivo sociale”, poiché “il divino – affermava – si rivela negli umili”. Ecco dunque, ancora una volta, un San Giovanni spoglio dei consueti attributi iconografici allusivi all’identità del santo, fra cui il più volte ripetuto (nei tempi dell’arte) “mantello con peli di cammello” . Il Giovanni Battista è qui raffigurato come un essere umano qualunque, un qualunque adolescente, fermato in un momento di riposo nel deserto, accanto la croce di canne e la ciotola per i battesimi, la figura avvolta in un mantello rosso, con le mani screpolate e rugose per la fatica, il busto pallido che emerge dall’oscurità dello sfondo (quale potenza di luci e ombre!), il volto in penombra e lo sguardo schivo e malinconico a ricordarci che fu proprio un vero ragazzo del popolo a posare in studio e a fare da modello a Caravaggio. Non ricordato da fonti coeve, del dipinto si sa solo che nel 1784 faceva parte della Collezione “Corsini” di Roma, dov’era forse approdato in seguito al matrimonio fra Bartolomeo Corsini e Vittoria Felice Barberini Colonna, avvenuto nel 1758. Ora Torino, per qualche mese, potrà goderselo in tutta la sua suggestiva tattile evidenza e sarà anche un’occasione unica per metterlo a confronto con le opere di quei pittori, italiani e stranieri (custoditi alla “Sabauda”) di prima e seconda generazione, che furono profondamente influenzati dalla pittura di Caravaggio. I cosiddetti “caravaggeschi”. Tanti. Da Giovanni Baglione – suo coetaneo e acerrimo nemico – ad altri come Antiveduto Gramatica e all’olandese Matthias Stomer, fino al “Cristo flagellato” di Jusepe de Ribera (lo Spagnoletto) e alla magnifica “Annunciazione” donata da Orazio Gentileschi a Carlo Emanuele I nel 1623. Per la nostra città un evento espositivo imperdibile, che ben risponde alla “necessità di offrire al pubblico- sostiene Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali – proposte culturali inedite, misurate sulle attuali esigenze di fruizione e di sostenibilità, sviluppate anche in collaborazione con altre realtà nazionali”.

Gianni Milani

“San Giovanni Battista” di Caravaggio
Musei Reali – Galleria Sabauda, Piazzetta Reale 1, Torino; tel. 011/5362030 o www.museireali.beniculturali.it
Fino al 30 maggio
Orari: dal lun. al ven. 9/19