BLOCCATA LA A32 ALL'USCITA DI GIAGLIONE. A SUSA I MANIFESTANTI URLANO SLOGAN DAVANTI ALL'ALBERGO DELLA POLIZIA

Che ci faceva il sindaco con i No Tav che insultavano i carabinieri?

napoleon2Un centinaio di attivisti ha disturbato il sonno delle forze dell’ordine  urlando slogan di fronte all’hotel Napoleon dove alloggia la polizia in servizio al cantiere di Chiomonte. Ma una  battagliera signora gli  ha rovesciato secchi d’acqua da una finestra

 

no taV STRADADopo la firma della delibera da parte di 12 Comuni della Valle di Susa che intendono contrastare per via istituzionale la realizzazione della Torino – Lone, ora è la volta di chi la Tav la vuole bloccare con metodi un po’ più duri.

 

l No tav, una quindicina di persone, hanno occupato  la A32 all’uscita di Giaglione. Durante il blocco, durato circa un quarto d’ora, è stato esposto uno striscione con la scritta: “Padalino e Rinaudo, non ci fermerete mai”, in riferimento ai due magistrati torinesi.

 

Nel frattempo a Susa  un attivista ha gettato una miscela di terriccio  e acqua nel serbatoio di un escavatore. Nel corso della notte, invece, un centinaio di attivisti ha disturbato il sonno delle forze dell’ordine  urlando slogan di fronte all’hotel dove alloggia la polizia in servizio al cantiere di Chiomonte. Ma una  battagliera signora gli  ha rovesciato secchi d’acqua da una finestra.

 

Ma il fatto più eclatante, denunciato dalla titolare dell’hotel, il Napoleon, è che assieme ai manifestanti che urlavano slogan contro lo Stato e i carabinieri ci fosse anche Sandro Plano, il sindaco No Tav di Susa. Che ha poi detto di essere accorso solo per verificare che la situazione non degenerasse. Ha anche annunciato querele nei confronti di chi asserisce il contrario.

 

Sul fronte giudiziario, intanto, i difensori dei tre No Tav arrestati nelle scorse settimane per aver preso parte all’assalto del 14 maggio 2013 al cantiere di Chiomonte, hanno chiesto i domiciliari per i loro assistiti, durante l’udienza di oggi al tribunale del riesame di Torino.

 

I legali hanno inoltre sollevato alcune questioni di nullità legate ai decreti con cui erano state autorizzate le intercettazioni nel corso delle indagini effettuate.