Un ritorno alle origini, nel posto dove sono nati i suoi nonni e dove c’è ancora il palazzo di famiglia, ormai abbandonato degli avi, Cordero di Montezemolo. Luca di
Montezemolo, presidente di Ntv e di Manifatture Sigaro Toscano, ha colto l’occasione di una visita ad Alba per un viaggio all’indietro nel tempo, nel paese Montezemolo, Piemonte, 300 abitanti a 750metri di altezza. Il tempo di una chiacchierata con il sindaco Giuseppe Taramazzo, il ricordo di nonno Mario che è stato tanti anni fa sindaco del Paese e una visita al cimitero dove riposano i suoi cari: “Quanta e
mozione e nostalgia nel rivedere questi posti e questa bellissima terra di boschi e agricoltura. Erano ormai trent’anni che non tornavo in questi luoghi”, ha ricordato Luca di Montezemolo spiegando come i cugini, poco vicino tra Alba e Morra, producano dell’ottimo vino. Meno turisti in queste terre rispetto alle più famose Langhe, ma per Montezemolo una terra cara e piena di ricordi felici.



“Mi chiamo Stefania Tassi, abito a Grosseto e, avendo da poco lasciato il lavoro, ho deciso di dedicare più tempo a quella che da piccola, consideravo una delle mie tante passioni-miraggio: la scrittura
quella forza che mai avrei creduto di possedere: se riesco a convincere un essere che pesa quintali, posso convincere me stessa ad uscire dal guscio. Ho scritto il mio primo libro “Cetrioli alti” in un numero limitato di copie, in occasione della nascita della mia nipotina. Volevo raccontarle i miei primi anni di vita, i ricordi, le filastrocche e le nanne che cadenzavano le mie giornate, corredate dai miei disegni e da vecchie foto. Sono stata tanto incoraggiata da tutti i lettori, occasionali e non, che ho ripreso la penna in mano, stavolta decisa a pubblicare le prossime opere. “Il Corridoio del Vescovo” edito da Booksprintedizioni nel
2017, è un thriller ambientato in Maremma, la mia terra, nel quale vengono a galla i segreti sepolti dal troppo dolore di una famiglia anomala. Il secondo, “Hielo”, pubblicato a febbraio, è un romanzo scaturito da un mio recente viaggio in Argentina. Grazie a due accompagnatori meravigliosi che vivono in quella terra, forte e sfacciatamente bella, ho potuto immergermi nei luoghi, nella vita delle persone e nella storia violenta e triste. Ho percorso a cavallo la Estepa Patagonica, ho camminato sul ghiacciaio unico al mondo, ho respirato le arie struggenti del tango e de Las canciones comprometidas, mi sono commossa di fronte al Sacrario dei caduti alle Malvinas. Tutta questa bellezza, tutta la passione e l’incanto, li ho portati con me e trasferiti sulle pagine di “Hielo”. Tra romanzo e realtà il passo è breve. Ho scelto di pubblicare “Hielo” tramite Streetlib in self publishing; l’ho seguito come un niño, e come l’ultimo nato, lo amo profondamente”.
Sembra quasi di trovarsi davanti all’arazzo di Bayeux visitando la mostra su Carlo Magno a Palazzo Madama ma al posto della conquista normanna dell’Inghilterra dell’XI secolo narrata per immagini in un famoso tessuto ricamato lungo 70 metri scopriamo invece pitture murali del Trecento
Ottanta per motivi conservativi e dopo un meticoloso restauro sono esposti da allora al Museo di
Chambery. Nonostante alcune parti mancanti, cancellate dal tempo e dall’incuria, le pitture murali emergono in tutto il loro splendore. Nel ciclo non si vedono tanto le campagne militari di Carlo Magno ma piuttosto episodi tratti da una popolare Chanson de geste, il Girart de Vienne di Bertrand de Bar-sur-Aube, composta nel 1180 e dedicata alle avventure di un cavaliere della corte di Carlo Magno, tra banchetti a corte, combattimenti tra cavalieri, cerimonie di investiture feudali, galoppate di messaggeri, accampamenti e città assediate. Un grande poema cavalleresco che si snoda a Palazzo Madama in pitture che
ricostruiscono idealmente, grazie a uno scenografico allestimento, la decorazione del salone aulico del castello di Cruet. Oltre alle raffigurazioni esposte, la mostra presenta al pubblico una cinquantina di opere provenienti dalle collezioni di Palazzo Madama, da Moncalieri, Mondovì, San Vittoria d’Alba e Quart (Aosta), con pezzi esposti per la prima volta. Codici miniati, ceramiche, vasellame, cofanetti, cassaforti, monete, sigilli, spade, avori e sculture documentano i molteplici aspetti dell’arte di corte e della cultura dell’epoca. Si vedono anche speroni, punte di freccia e di lancia e altri armi per ricordare le corazze dei cavalieri impegnati in guerre, tornei e battute di caccia al cervo e al cinghiale, oggetti preziosi e giochi come gli scacchi, bambole in terracotta, poemi e romanzi cavallereschi con pagine miniate, pergamene che illustrano le spese
rafforzare le relazioni istituzionali in una Europa unita dalla cultura, di cui Carlo Magno è stato un antesignano. La mostra è aperta al pubblico a Palazzo Madama fino al 16 luglio con orario da lunedì a domenica 10.00-18.00, chiuso il martedì. 
Venerdì 13 aprile alle 21 avrà luogo a Torino in Viale Virgilio 53, si terrà la presentazione della casa editrice “La valigia rossa edizioni“, con la partecipazione di Tamara Brazzi e Corinna Ivaldi

Presso il Palazzo Parasi in via Giovanola a Cannobio (Vb) è in corso la mostra di Ubaldo Rodari “Spazio negato-Spazio immaginato”.
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