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MASTOPLASTICA ADDITIVA: COME SUPERARE LA PAURA DI MIGLIORARSI

Marylin Monroe, un’icona di bellezza in tutto il mondo, disse : “sono egoista, impaziente e insicura“. Anche lei, simbolo di femminilità, la più amabile e accattivante, faceva degli errori, andava fuori controllo e diveniva persino difficile da gestire per se stessa. Nonostante ciò fu una grande donna, votata dal pubblico americano come la numero uno.

Se sappiamo gestire la nostra parte peggiore, allora riusciremo anche a far emergere quella migliore accettando la possibilità di cambiare qualcosa di noi o della nostra vita, senza alterare noi stessi né la nostra identità in modo da farci comunque riconoscere da chi sa davvero apprezzarci. Sono molte le donne che desiderano migliorare il proprio seno, spesso per superare, nei casi più complessi, un difficile rapporto con l’altro sesso. Ma Giulia Roberts si chiede: “perché gli uomini sono perennemente fissati nel notare il nudo, in particolare il seno, perché hanno questo grande interesse? Seriamente, chiediamocelo, è solo un seno. Al mondo almeno una persona su due ne ha.” Il seno è una parte molto importante del corpo femminile spiega il Dott. Luca Spaziante, Specialista in Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica: le sue caratteristiche non sono solo finalizzate all’attrazione sessuale, ma servono anche a compensare esigenze funzionali come ad esempio l’allattamento dei neonati. Vero è che la tentazione primaria è quella di abbellire il proprio seno, rassodandolo, ingrandendolo o riducendolo, ma fondamentale è non perdere di vista anche la sua struttura e la sua anatomia – aggiunge il Dott. Spaziante – cercando, prima ancora di modificarlo, di capire esattamente come sia possibile intervenire. Una volta appurata la sua integrità funzionale e ciò che in esso vorremmo variare, potremo allora permetterci di valutare un miglioramento dello stesso.

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Ogni caso è unico e richiede un approccio molto delicato per il chirurgo che opererà. Per questo motivo la scelta dovrà essere assolutamente mirata nei confronti del professionista che da un lato interverrà chirurgicamente e dall’altro dovrà offrire un importante supporto psicologico alla sua paziente. Non sappiamo chi abbia inventato i reggiseni, ma sicuramente chi ha ideato ciò aveva una gran cultura in materia per farlo diventare negli anni un oggetto addirittura capace di camuffare le misure e le forme di un seno vero. Se parliamo però di ricostruzione o rimodellamento del seno – sottolinea il Dott. Spaziante – la protagonista diviene la protesi mammaria e la scelta di quest’ultima dipende innanzitutto dalla disponibilità ad ascoltare il professionista che ci supporta, senza farci troppo cogliere dalla paura di avere una protesi che ci faccia venire un seno troppo grosso o troppo piccolo. L’eccesso non è mai bello e il concetto di naturalezza deve raggiungere un perfetto equilibrio con l’armonia del corpo che andrà a migliorare. Avvaliamoci quindi di procedure altamente qualitative e attentamente valutate, non certo frutto di sottocosti assurdi, come purtroppo oggi sempre più spesso accade. Come spiega il Dott. Spaziante il chirurgo, preparato e specializzato, sarà lui stesso a scegliere la miglior protesi per la sua paziente, in quanto non esiste la protesi migliore, ma la migliore per il singolo caso.

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L’intervento di chirurgia estetica più richiesto per l’aumento del volume mammario – aggiunge il Dott. Spaziante – è la mastoplastica additiva.Questo intervento consente di modificare le dimensioni e/o la forma di un seno troppo piccolo correggendo un’eventuale asimmetria. Il volume non può essere tutto per la buona riuscita di questo intervento chirurgico ed il risultato finale deve essere innanzitutto quello di un seno naturale; si deve porre molta attenzione alla forma che assumerà la mammella e che condizionerà non poco il risultato estetico. Le mammelle devono essere morbide al tatto e il risultato deve essere duraturo nel tempo. Proprio per questo occorre affidarsi ad uno specialista in chirurgia plastica in grado di trovare la soluzione ottimale e capace di rispondere al meglio a queste esigenze. L’intervento viene generalmente eseguito in Day-Hospital o con una notte di degenza, preferibilmente in anestesia generale. La paziente – conclude il Dott. Spaziante – potrà riprendere le sue attività dopo 3-4 giorni senza sforzi; nel post-operatorio non verranno applicate fastidiose fasciature dopo l’intervento, ma solo un reggiseno contenitivo e dopo circa 1 mese la paziente potrà riprendere la regolare attività fisica. La nostra mente, le nostre paure, le nostre emozioni e le nostre aspettative possono alle volte condizionare le nostre decisioni. Voler migliorare il proprio corpo, se fatto con intelligenza e naturalezza, può divenire un tramite perfetto anche per dimostrare di volersi bene e per procedere nell’evoluzione della propria personalità. Il mondo della chirurgia estetica è un luogo nel quale ci si può incamminare con sicurezza soltanto se accompagnati da un professionista serio, preparato e attento alla naturalezza del risultato finale.

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TORINO –  ALBA –  ASTI

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Amiat e Città di Torino: nuova spinta alla raccolta differenziata

È partita il 18 Settembre la campagna di comunicazione di Amiat gruppo Iren e Città di Torino volta a sensibilizzare tutti i cittadini sul tema dei rifiuti

Con lo slogan “Apri gli occhi! #torino si differenzia” si intende favorire l’attenzione del pubblico sul tema della corretta raccolta differenziata. A tale scopo sono stati utilizzati numerosi veicoli di comunicazione, facendo leva su immagini accattivanti e volutamente esplicative: dal mondo web e dei social network, agli spazi pubblicitari presenti in strade e viali cittadini sino alla distribuzione di simpatiche card presso circoscrizioni, biblioteche, uffici informativi, giungendo ai bar e locali del quartiere di San Salvario, del centro storico, di Vanchiglia/Vanchiglietta e del Quadrilatero Romano. Tutti noi siamo responsabili del cambiamento che desideriamo. Basta volerlo.

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Torna a Torino la tradizionale Festa dell’Italia

Dal 14 al 17 settembre, ogni giorno, dalle ore 18 all’interno del Parco della Pellerina in Corso Appio Claudio 176 interno 30, presso il “Circoletto Rosso” – Tennis Pellerina, sarà possibile partecipare a presentazioni di libri e convegni

“Con la Festa dell’Italia il Movimento Nazionale inizia l’anno che porta all’elezioni politiche fra la gente e con la gente. Convegni, presentazioni di libri, ma anche momenti di vera festa come le cene tricolori e serate musicali e di cabaret”, dichiarano all’unisono il Consigliere regionale Gian Luca Vignale, Presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità e il Coordinatore regionale Marco Botta.

L’unità e la coesione delle forze politiche sarà il tema principale del convegno di apertura di giovedì 14 settembre “Regionali del 2019: uniti si vince?” e in quest’occasione intorno allo stesso tavolo ci saranno il Coordinatore Direzione Nazionale MNS, Giuseppe Scopelliti, e tutti i coordinatori regionali del centro destra piemontese.

“La quattro giorni di Festa dell’Italia vuole stimolare anche la necessità di cambiare completamente l’agenda politica regionale e nazionale, coinvolgendo ospiti del centrodestra di livello nazionale e regionale in un dialogo aperto con i cittadini” ribadiscono Botta e Vignale.

La scelta dei convegni nei giorni successivi non è casuale: venerdì 15 il Presidente del MNS Francesco Storace discuterà “Lo Ius Soli: una legge da non approvare, un principio da abolire“, sabato 16 “La sovranità come baluardo della democrazia” sarà il tema presentato alla presenza del Vicesegretario nazionale MNS Roberto Menia con l’importante partecipazione di Diego Fusaro e domenica 17 la Festa si concluderà trattando uno dei temi più importanti di questo periodo storico “La tutela del lavoro italiano” alla presenza del segretario nazionale MNS Gianni Alemanno. Oltre ai già citati esponenti politici ad ogni iniziativa parteciperanno esponenti del MNS regionali e di altri partiti politici come Forza Italia, Lega Nord, UDC, Direzione Italia.

“Questi tre convegni individuano quelle che per noi sono 3 priorità dichiara il Consigliere regionale Gian Luca Vignale In primis è fondamentale respingere completamente il principio culturale e politico dello Ius Soli e il presidente Storace porterà il suo contributo per l’occasione, inoltre crediamo nella sovranità politica e monetaria di uno stato, individuando il sovranismo come unico baluardo alla difesa della democrazia. La Festa si chiuderà con un tema per noi essenziale: la tutela del lavoro italiano, che vedrà nella marcia per il lavoro italiano promossa dal MNS a Roma il 14 ottobre la logica conseguenza”.

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PROGRAMMA

Giovedì 14 Settembre

Ore 18.00: “INAUGURAZIONE FESTA DELL’ITALIA” Giuseppe SCOPELLITI: Coordinatore Direzione nazionale MOVIMENTO NAZIONALE Luisa BERGOGLIO: Componente Assemblea nazionale MNS Angelo D’AMICO: Componente Assemblea nazionale MNS Luigi FURGIUELE: Componente Assemblea nazionale MNS Elvio GUGLIELMET: Componente Assemblea nazionale MNS Ore 19.00: Convegno: “REGIONALI DEL 2019: UNITI SI VINCE?” Introduce: Massimo FICARA: Commissario MNS Provincia del VCO Intervengono: Giuseppe SCOPELLITI: Coordinatore Direzione Nazionale Movimento Nazionale Marco BOTTA: Commissario regionale Movimento Nazionale Gilberto PICHETTO FRATIN: Coordinatore regionale e Presidente gruppo consiliare FORZA ITALIA in Piemonte Riccardo MOLINARI: Segretario nazionale LEGA NORD Piemonte Gian Luca VIGNALE: Presidente Gruppo consiliare MNS in Regione Piemonte Roberto ROSSO: Coordinatore regionale Direzione Italia Giovanni BAROSINI: Coordinatore regionale UDC Moderano: Michele RUGGIERO: Giornalista RAI Francesco ROSSA: Direttore editoriale “Civico 20 News” Ore 20.30: Cena tricolore

Venerdì 15 Settembre

Ore 18.00: Presentazione del libro: “ITALIA ALLO SBANDO” Incontro con l’autore: Augusto GRANDI Ore 19.00: Convegno: “LO IUS SOLI: UNA LEGGE DA NON APPROVARE, UN PRINCIPIO DA ABOLIRE” Introduce: Alessandro BEGO: Commissario Provincia di Alessandria MNS Intervengono: Francesco STORACE: Presidente Nazionale del MOVIMENTO NAZIONALE Carlo GIACOMETTO: Coordinatore provinciale Forza Italia Marco ZACCHERA: Dirigente Fondazione Alleanza nazionale Alessandro BENVENUTO: consigliere regionale LEGA NORD Piemonte Modera: Andrea Costa: Giornalista “Il Giornale” Ore 20.30: Cena Tricolore

Sabato 16 Settembre

Ore 18.00: Presentazione dell’opera: “STORIA DELL’ITALIA UNITA – generazione e corruzione di uno Stato Nazionale” Incontro con l’autore: prof. Marcello Croce Ore 19.00: Convegno: “LA SOVRANITÀ COME BALUARDO DELLA DEMOCRAZIA” Introduce: Gabriele MARTINAZZO: Commissario provincia di Biella del MNS Intervengono: Diego FUSARO: filosofo Roberto MENIA: Vicesegretario nazionale Movimento Nazionale Ennio GALASSO: Componente Direzione nazionale del Movimento Nazionale Ferrante DE BENEDICTIS: Commissario cittadino Torino MNS Modera: Brunella BOLLOLI: Giornalista “Libero” Ore 20.30: Cena Tricolore; Ore 21.30: Serata musicale in compagnia di “Attila”

Domenica 17 Settembre

Ore 19.00: Convegno: “LA TUTELA DEL LAVORO ITALIANO” Introduce: Francesco Zanotti: Commissario Provincia di Vercelli MNS Intervengono: Gianni ALEMANNO: Segretario nazionale del Movimento Nazionale Claudia PORCHIETTO: Consigliere regionale FI, Vice Presidente Commissione Attività Produttive Giorgio FELICI: Presidente regionale CONFARTIGIANATO Carlo MAJORINO: Amministratore Unico di Saa Scarl – School of Management dell’Università degli Studi di Torino Alberto MORANO: Notaio e consigliere comunale Lista Morano Comune di Torino Moderano: Bruno BABANDO: Direttore “Lo Spiffero” Paolo VARETTO: Giornalista “CronacaQui” Ore 20.30: Cena Tricolore Ore 21.30: Serata di Cabaret con i “CD ROM” e “Paride MENSA” Ore 22.30: Estrazione Sottoscrizione a Premi

 

 

Tra più fuochi: la storia degli internati militari italiani 1943-1945

L’Associazione Casa della Resistenza di Verbania-Fondotoce  e il Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte promuovono per venerdì 8 settembre un’iniziativa congiunta dedicata agli Internati militari italiani (IMI), gli Italienische Militär-Internierten, come furono denominati dai tedeschi i soldati italiani catturati in patria e sui fronti di guerra all’estero nel settembre 1943. L’iniziativa, prevista le ore 16,30 presso la Casa della Resistenza in via Filippo Turati a Fondotoce (Vb) sarà articolata in due momenti: l’inaugurazione della mostraTra più fuochi: la storia degli internati militari italiani 1943-1945”, liberamente tratta dal catalogo dell’omonima Mostra Permanente dedicata agli IMI, realizzata nell’ex-lager di Niederschöneweide a Berlino, e l’incontro con la prof.ssa Pietra De Blasi, figlia di un ex internato. La De Blasi è autrice del libro “Scorze di patate“, storia-inchiesta sulla seconda guerra mondiale attraverso il resoconto biografico del padre Giuseppe e dello zio Andrea,  prigionieri in Germania dal 1943 al 1945. L’iniziativa , che si avvale della collaborazione dell’Associazione Stella Alpina, in occasione del 74° anniversario del proclama di armistizio di Badoglio dell’8 settembre 1943. In quei giorni drammatici l’esercito italiano, lasciato senza ordini, soprattutto per quanto riguardava l’atteggiamento da tenere verso l’ex alleato tedesco, si dissolse. I nazisti , violando ogni regola e convenzione, non vollero qualificarli “prigionieri di guerra” per sottrarre al controllo e all’assistenza degli organi internazionali previsti dalla convenzione di Ginevra del 1929 le vittime predestinate al “castigo esemplare” che Hitler aveva promesso agli italiani, rei di essere venuti meno al patto di alleanza, che era in realtà un rapporto di soggezione. Seicentomila uomini e forse più: ufficiali, sottufficiali, soldati, medici, cappellani militari, chiusi nei carri ferroviari e trasferiti nei campi della Polonia e della Germania a languire di inedia o a lavorare come schiavi nelle miniere e nelle fabbriche di guerra.  A più riprese fu loro offerta la possibilità di arruolarsi con i tedeschi o nelle forze armate della Repubblica di Salò, ma gli oltre seicentomila internati rifiutarono per venti mesi ogni collaborazione con la Germania nazista e la Repubblica Sociale  di Mussolini, scegliendo volontariamente e consapevolmente la “via dei lager”. Più di quarantamila morirono di fame o di tubercolosi, per sevizie ed esecuzioni sommarie o sotto i bombardamenti. Della drammatica vicenda di quei seicentomila uomini, che scelsero di non abbassare la testa con tanta fermezza e pagando a caro prezzo, a lungo si è taciuto o si è parlato troppo poco. Finita la guerra, su questa immane tragedia calò un inesplicabile silenzio. Parve che nella coscienza nazionale fosse avvenuta una sorta di rimozione dell’evento, anche se ben altre furono le motivazioni politiche e sociali che la determinarono. Soltanto l’Associazione Nazionale Ex Internati intraprese un’opera sistematica di ricerca e di raccolta di documenti, che oggi si concreta in decine di volumi, a disposizione degli studiosi. Il dato macroscopico che caratterizzò la vicenda dei militari italiani internati nei lager fu il loro massiccio rifiuto di combattere e di collaborare con i tedeschi e con i fascisti. Tutto ciò a testimonianza della prova d’orgoglio e dignità dei militari italiani che seppero riscattare e difendere il tricolore della Patria e del carattere unitario e nazionale della lotta di Liberazione, non a caso definita il “secondo Risorgimento” italiano.

Ettore Fico, una vita per la pittura

IL MEF DI TORINO RICORDA IL GRANDE PITTORE BIELLESE A CENT’ANNI DALLA NASCITA

FINO AL 17 SETTEMBRE

Una vita intera dedicata alla pittura. Studi all’Accademia Albertina di Torino e allievo, ancora giovanissimo, di Luigi Serralunga, del quale frequentò per anni lo studio – “compagno di banco” di altri giovani dalle belle speranze e dalle indubbie doti artistiche come Filippo Sartorio, Mattia Moreni e Piero Martina – Ettore Fico non smise mai di dipingere. Dai primi Anni Trenta (non ancora ventenne) fino agli ultimi giorni di vita.

Non depose pennello e colori neppure durante la guerra, quando nel 1943 fatto prigioniero in Africa Settentrionale e portato ad Algeri, grazie alla sensibilità del suo comandante gli venne addirittura concessa una tenda-studio tutta per se’, dove nacquero numerosi ritratti di ufficiali inglesi, così come paesaggi esotici dal fascino sottile, il porto di Algeri e le sue bellissime spiagge. Luoghi e opere ben presenti, insieme ad altri che hanno segnato il suo lungo percorso artistico – esistenziale (da Torino alla Liguria, dalla Costa Azzurra alle marine di Positano fino a Castiglione Torinese, considerato il suo “buen retiro”), nell’importante e sicuramente completa retrospettiva torinese a lui dedicata nel centenario della nascita dal MEF, il Museo Ettore Fico, nato tre anni fa dalla riconversione di un ex edificio industriale per volontà della famiglia e della moglie Ines Sacco in via Cigna 114, proprio per tenere viva la memoria dell’artista, nato a Piatto Biellese nel 1917 e morto a Torino nel 2004.

Oli, tempere e acquerelli, disegni e incisioni: complessivamente sono oltre centosettanta le opere esposte in rassegna (la curatela è di Andrea Busto, direttore del Museo) che documentano più di sessant’anni dell’avventura artistica di Fico, pittore di ampio respiro internazionale, cui negli ultimi anni sono state dedicate numerose retrospettive in importanti spazi museali e, che, fin dal ’47, appare fra i protagonisti di maggior spicco nell’ambito di prestigiosi appuntamenti culturali, quali la Quadriennale di Torino e la VII Quadriennale Nazionale di Roma del 1955. Anni in cui, sia pur non dimenticati, sono comunque alle spalle gli insegnamenti del maestro Serralunga, superati da una vera e propria “rivoluzione stilistica” in cui si conferma la volontà di una ricerca espressiva del tutto personale, eclettica (anche nell’uso delle tecniche) e fortemente attratta dai linguaggi più innovativi dell’epoca. I suoi oli (paesaggi e nature morte soprattutto) diventano spazi aggrediti dal colore, acceso e vibrante, spesso dalle tonalità violente proprie dell’esperienza fauve; le pennellate si fanno ampie e sinuose e la materia gioca un ruolo fondamentale nella delineazione di soggetti pittorici, non di rado frutto di una “voluta” intrigante casualità. La stessa che gli farà guardare con molta attenzione e simpatia, alla fine degli Anni ’50 alle trasgressive esperienze dell’informale europeo e d’oltreoceano. Ne restano tracce nella bellissima “Composizione con fiori”, esposta al MEF ed eseguita a tempera, china e biro su carta nel 1966. Ma già alla fine degli Anni ’60, le campiture di colore si fanno meno “arroganti” e più distese e gli oggetti si riappropriano in certo modo delle loro forme usuali, in schemi compositivi che guardano all’astrazione, ma anche alle geometrie-cubiste di Braque e di Gris (esemplare la “Natura morta” del ’64) e ai lampi di colore di Cèzanne o di Monet e Renoir. Così come di Matisse e Bonnard. Bellissimo, in quest’ottica, il “Giardino”, pastello su carta del ’96. Un’accecante esplosione di colori. Una pittura che si reinventa di volta in volta. Tenuta a terra da un grande mestiere ma fatta veleggiare da una passione e da una genialità artistica che vivono di fantasia e stupefacente creatività. Scrive bene Andrea Busto: “La pittura è per Fico gioco e poesia, colore e luce, dimensione del vivere e fonte di giovinezza, storia in continuo divenire”.

 

Gianni Milani

“Ettore Fico. Opere dal 1935 al 2004”

MEF – Museo Ettore Fico, via Cigna 114, Torino; tel. 011/852510 – www.museofico.it

Fino al 17 settembre. Orari: da merc. a ven. 14-19; sab. e dom. 11-19

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…E AL MEF C’E’ ANCHE IL “CAPRICCIO” DI PAOLO BRAMBILLA

Sempre fino al 17 settembre, contestualmente alla retrospettiva di Ettore Fico, il MEF ospita anche la personale (la sua prima in un Museo) del giovane artista lombardo Paolo Brambilla. Nato a Lecco nel 1990, Brambilla presenta, sul tema del “Capriccio”– che dà il titolo alla mostra – un lavoro “site specific”, realizzato appositamente per gli spazi del Museo di via Cigna e che propone diversi ambienti totali in cui convivono (attraverso materiali che vanno dalle incisioni a laser alle stampe digitali su raso, alluminio e ottone) arredi modulari insieme a sculture amorfe e a impianti decorativi di singolare progettualità. Un testo critico di Niekolas Johannes Lekkerkerk accompagna la mostra.

g.m.

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Nelle immagini:

– Ettore Fico: “Composizione con fiori”, tempera, china e biro su carta, 1966
– Ettore Fico: Natura morta”, olio su compensato, 1964
– Ettore Fico: “Giardino”, pastello su carta, 1996
– Ettore Fico: “Paesaggio”, tempera su carta, 1965
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– Paolo Brambilla: “Del miracolo delle acque amare mutate in dolci”, stampa digitale su raso, alluminio, ottone, pellicola adesiva effetto legno, 2017

Una pizza che piacerà (anche) ai torinesi

“Abbiamo notato che spesso passano per la Valle visitatori stranieri, come gli inglesi, i francesi, gli svizzeri, oltre che gli italiani, molti dei quali torinesi perché qui siamo sulla strada provinciale, già statale che collega il capoluogo regionale con la valle

Promuovere la Valcerrina, terra che partendo dal Casalese si inserisce come una punta di lancia, a partire da Brozolo, Cavagnolo e Verrua Savoia, in direzione di Torino, incastrata tra tre territori patrimoni Unesco (Langhe-Roero e Monferrato, Sacro Monte di Crea e Collina Po),  attraverso una pizza, potrà sembrare un azzardo ma una sua logica l’ha. L’idea è del ristoratore Silvio Tortora, titolare del “Ci Voleva” a Cerrina Valle (comune di Cerrina) che ha messo in campo un piatto a base di speak, radicchio, scamorza, filadelfia, pomodorino, grana in scaglie, mozzarella. Spiega Tortora: “Abbiamo notato che spesso passano per la Valle visitatori stranieri, come gli inglesi, i francesi, gli svizzeri, oltre che gli italiani, molti dei quali torinesi perché qui siamo sulla strada provinciale, già statale che collega il capoluogo regionale con la valle. In questo modo si è voluto affiancare ai piatti tipici del territorio una pizza che almeno ricordi loro il nome di dove si trovano”. La creazione è stata approntata poco prima di ferragosto ed è un ulteriore modo per fare conoscere, forse in modo poco protocollare e lontano dai piatti della tradizione monferrina, anche per chi magari non volesse gustarli, un territorio che si protende come una punta di lancia dal Casalese in direzione della Città Metropolitana di Torino.

Massimo Iaretti

 

L’estate ragazzi della Casa del Teatro

Con la fine della scuola, per molti giovani e giovanissimi comincia Estate Ragazzi: un intero catalogo di proposte di intrattenimento, formazione, sport, finalizzate al divertimento e all’incontro con gli altri. Fra le tante proposte, una delle più originali e divertenti è Estate in Scena, l’Estate Ragazzi ideata e organizzata dalla Casa del Teatro di corso Galileo Ferraris 266 a Torino. Che cos’è Estate in scena? In poche parole, è un’esperienza in cui divertendosi si impara a fare teatro, costruendo un vero spettacolo e conoscendo da vicino il mondo del palcoscenico: i costumi, le scenografie, il lavoro che si fa dietro le quinte. Maestri d’eccezione, gli attori della Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus.

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I percorsi offerti da Estate in scena sono due:
Spettacolando, dedicato ai ragazzi dai 6 ai 13 anni,
Teatralmente, proposto ai giovani dai 14 ai 17 anni.

I due percorsi vengono offerti in più turni, tra la metà di giugno e il mese di settembre. Ogni sessione dura cinque giorni, da lunedì a venerdì, dalle ore 8.30 alle 17.30. Al termine della settimana i ragazzi potranno offrire ad amici e famiglie lo spettacolo che hanno costruito nei giorni precedenti. Alle attività teatrali, inoltre, si alterneranno momenti di gioco e attività in piscina. L’obiettivo di Teatralmente è fornire ai ragazzi gli strumenti che consentono di analizzare un testo teatrale e di trasformare la parola scritta in azione scenica: comunicando con la voce e con il corpo, affrontando le proprie timidezze e i propri limiti, imparando a sentirsi liberi da giudizi e pregiudizi e valorizzando le capacità di relazione che ognuno possiede in profondità. Sarà l’occasione per muovere i primi passi dentro il mondo del teatro: un mondo meraviglioso e vastissimo, in cui, tramite il gioco attoriale di immedesimarsi nell’altro, diventa possibile superare le barriere che ci dividono dalle persone. E chissà che qualcuno non si innamori davvero del teatro, e decida di non abbandonarlo più…Il percorso dedicato ai più piccoli, Spettacolando, è aperto a chiunque sia curioso di entrare in un mondo nuovo e misterioso: un laboratorio giocoso e divertente, progettato per guidare i piccoli alla conoscenza di tutti gli aspetti del teatro. Ogni bambino potrà essere attore, scenografo, drammaturgo, costumista, vivendo il teatro a 360 gradi, tanto sul palco che dietro le quinte. I partecipanti avranno la possibilità di sviluppare le loro capacità di attenzione, relazione e integrazione, divertendosi in modo creativo e intelligente in un clima non competitivo.

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INFO E PRENOTAZIONI
Casa del Teatro Ragazzi e Giovani – c.so Galileo Ferraris, 266 – 10134 Torino
tel. 011/19740280/287 – laboratori@casateatroragazzi.it – casateatroragazzi.it

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Ottobre di-vino sotto la Mole

‘Portici divini’ è la la nuova manifestazione dell’autunno nell’ambito della prima edizione di ‘La vendemmia a Torino – Grapes in Town’, un evento promosso dall’assessorato alla Cultura e al Turismo della Regione, in programma il 14 e 15 ottobre sotto la Mole . Verrà presentato  il meglio della produzione del territorio attraverso enogastronomia, storia, arte e cultura in un ricco calendario di appuntamenti. Diversi i percorsi di degustazione proposti, che porteranno i visitatori alla scoperta di residenze reali, palazzi cittadini, musei, vie del centro, gallerie d’arte e i suoi negozi. Paese ospite è il Perù con 40 produttori vitivinicoli presenti.

Per i torinesi in vacanza: De Bortoli a “Un libro per l’estate”,

Per i torinesi in vacanza che amano la lettura, anche in vacanza, sabato 5 agosto, alle ore 21, a Finale Ligure, in piazza San Giovanni, c’è un appuntamento da non perdere. Nell’ambito della rassegna “Un libro per l’estate”, organizzata dalla Libreria Cento Fiori, Ferruccio De Bortoli presenta la sua ultima opera, “Poteri forti ( o quasi). Memorie di oltre quarant’anni di giornalismo” edito per i tipi de La Nave di Teseo. Conducono Caterina Malavenda e Carlotta Scozzari. E’ il diario, anche autocritico, dell’ex direttore del Corriere della Sera e del Sole 24 Ore.

Un libro molto atteso, oltre quarant’anni di storia del nostro paese e del mondo vissuti da uno speciale punto di osservazione. Scena e retroscena del potere in Italia, dalla finanza alla politica e alle imprese, dai media alla magistratura, con i ritratti dei protagonisti, il ricordo di tanti colleghi, episodi inediti, fatti e misfatti, incontri, segreti, battaglie condotte sempre a testa alta e personalmente: per la prima volta Ferruccio de Bortoli, un punto di riferimento assoluto nel giornalismo internazionale, racconta e si racconta.

Ferruccio Se Bortoli è nato a Milano il 20 maggio 1953. Laureato in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano, è giornalista professionista dal 1975. Ha cominciato a lavorare al “Corriere della Sera” nel 1979 come cronista per poi passare alle pagine economiche. È stato caporedattore dell’“Europeo” e del “Sole 24 Ore”. Nel 1997 viene nominato direttore del “Corriere della Sera”; lo lascia nel 2003. Dal 2003 al 2005 è stato amministratore delegato di RCS Libri e presidente della casa editrice Flammarion. Dal 10 gennaio 2005 al marzo del 2009 è stato direttore responsabile del “Sole 24 Ore” e direttore editoriale del Gruppo Il Sole 24 Ore. Dall’aprile 2009 all’aprile 2015 dirige per la seconda volta il “Corriere della Sera”. Dal 2015 è presidente della casa editrice Longanesi e dell’associazione Vidas. Collabora al “Corriere della Sera” e al “Corriere del Ticino”.

Massimo Iaretti

 

A Leo il premio romano “Vis iuridica”

Gian Piero Leo, già assessore regionale alla Cultura e attuale vicepresidente del Comitato Diritti umani del Piemonte è stato insignito a Roma del premio  “VIS IURIDICA”  conferito, da statuto, a chi si distingue per il particolare impegno profuso nella tutela dei valori di “LEGALITA’, GIUSTIZIA e SOLIDARIETA’ SOCIALE,  da parte di una associazione nazionale di magistrati e avvocati di alto livello.

“Con soddisfazione ho appreso che la motivazione – dice Leo – ha riguardato il mio impegno a favore del dialogo interreligioso e  di una cultura della cittadinanza, della legalità, dei diritti umani e della pace”

Alla serata, introdotta dalla presidente dell’associazione avv. Antonella Sotira erano presenti molte personalità tra le quali, esponenti di primo piano della magistratura e dell’avvocatura. Fra questi il dott. Antonello Racanelli segretario nazionale Magistratura indipendente, il dr. Giacomo Ebner vice procuratore Roma, la dott.ssa Fiammetta Palmieri, membro del C.S.M., il dr. Salvatore Cosentino vice procuratore di Locri, il dr. Corrado Cantoni vice presidente del A.N.M. l’avv. Mauro Vaglio presidente ordine avvocati di Roma, insieme a diversi altri presidenti dell’ordine degli avvocati di varie province italiane, il sostituto procuratore Luigia Spinelli membro della commssione per la lotta alla criminalità istituita da Nicola Gratteri, diversi professori costituzionalisti fra i quali il prof. Giovanni D’Alessandro, l’avv. Adele Zannoni Messina, prima avvocata donna della Sacra Rota insieme a molti altri avvocati illustri, Mons. Luigi Casolini di Sersale presidente associazione Cavalieri di S. Silvestro, insieme ad altre autorità ecclesiastiche ecc.

Nell’occasione dell’incontro il dr. Antonio Balsamo, Consigliere di Cassazione – Sostituto procuratore generale di Roma e responsabile per la magistratura dei progetti “invito a corte e settimana della legalità”(insieme al magistrato dr. Ebner),  ha rivolto l’invito ufficiale a Leo a partecipare – nella qualità di relatore – alle conferenze che si terranno il prossimo anno nel corso di queste iniziative.