ilTorinese

Lite a pugni tra vicini, donna ferita finisce in ospedale

I carabinieri e la polizia ieri pomeriggio sono intervenuti in via Napione 31, a Torino, chiamati per una lite tra vicini.  Un uomo di circa 40 anni ha colpito una donna che ha riportato un trauma al viso ed è stata trasportata al pronto soccorso.

Non si ferma al rosso: schianto mortale tra due auto nella notte a Torino

Un incidente mortale si è verificato intorno alle 23 di venerdì 1 giugno, tra corso Trapani e corso Peschiera a Torino. Le autorità riferiscono che le auto coinvolte erano una Giulietta e una Fiat Bravo, e l’impatto è stato così violento da far scontrare una delle vetture contro i pali della segnaletica, causando la morte di uno dei passeggeri. Le altre tre persone coinvolte sono rimaste ferite. La causa è probabilmente il mancato stop al semaforo rosso.

 

Ultima di campionato! Torino-Inter

38esima giornata serie A
Torino-Inter
Stadio Olimpico Grande Torino
Ore 18.30
Sabato 3 giugno

Si chiude un altro campionato di serie A avvincente ed emozionante con la vittoria scudettata del Napoli,in largo anticipo,ma con ancora una qualificazione in Europa da decidere e chi sarà la terza squadra a retrocedere in serie B(assieme alla Cremonese ed alla Sampdoria)tra Spezia e Verona.
Per quanto riguarda Torino -Inter la gara assume un grande valore significativo soprattutto per i granata di Juric perché qualora vincessero,confermando l’ottavo posto in classifica e la Juventus venisse esclusa dalle competizioni europee per le note vicende giudiziarie,si spalancherebbero le porte della qualificazione in Europa con la partecipazione ai play-off della Conference League.Per l’Inter un ottimo test in vista della finale di Champions League contro il Manchester City sabato prossimo 10 giugno.

Formazioni
Torino (3-4-2-1): Milinkovic-Savic; Djidji, Schuurs, Buongiorno; Singo, Ricci, Ilic, Rodriguez; Miranchuk, Vlasic; Sanabria. All. Juric
Inter (3-5-2): Handanovic; D’Ambrosio, De Vrij, Bastoni; Bellanova, Barella, Asllani, Gagliardini, Gosens; Lautaro, Dzeko. All. S. Inzaghi

Enzo Grassano

L’Ucid promuove ritiro internazionale nelle terre dei Santi Sociali Piemontesi

Un ritiro spirituale europeo si svolgerà nella terra dei Santi Sociali  piemontesi, promosso dall’UCID Piemonte e Valle d’Aosta, che accoglie imprenditori e dirigenti europei cattolici aderenti alla UNIPAC da giovedì 8  a domenica 11 giugno prossimi, tra Torino, Asti, Colle don Bosco e castello di Piea.

Si tratta di un’occasione preziosa per consolidare un network internazionale  basato su valori condivisi del Bene Comune e della centralità della persona.

Giovedì 8 giugno alle 17 vi sarà il momento di apertura del ritiro spirituale alla presenza delle istituzioni con monsignor Repole, arcivescovo di Torino, Alberto Cirio, presidente della Regione Piemonte, e Giorgio Marsiaj, presidente della Confindustria del Piemonte.

La riflessione spirituale di venerdì  9 giugno avverrà a Pollenzo, condotta da Father Martin Maier, assistente spirituale dell’UIAPAC; nel pomeriggio i giovani si confronteranno con le esperienze di “Economy of Francesco”.

Sabato 10 giugno la mattinata sarà dedicata alle riflessioni personali e di gruppo,  con la visita pomeridiana alla cattedrale di Asti e l’incontro con il vescovo Marco Prestaro e il pellegrinaggio nei luoghi natii di San Giovanni Bosco.

Si terrà una conferenza sui Santi sociali piemontesi, legata al tema di cosa possano insegnare agli imprenditori di oggi.

Domenica 11 giugno si tireranno le conclusioni del ritiro, cui seguirà una Santa Messa e il trasferimento a Torino.

Obiettivo di questo importantissimo evento è  quello di pregare e riflettere insieme, creando un forte Network a livello internazionale di amici, cercando di costruire con i giovani progetti e azioni da proporre a COMECE, Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità Europea, istituzioni e aziende per una nuova Unione Europea sui valori condivisi del bene comune, della centralità  della persona e della formazione.

Per informazioni e iscrizioni  ucid@ucidtorino.it

UCID Torino e gruppo regionale. Corso Palestro 14. Torino.

MARA MARTELLOTTA

Vino, Piemonte sotto i riflettori con Cascina delle rose

IL RITORNO DEI VINI NATURALI, 10 ANNI DOPO: 

Il Gambero Rosso di giugno rilancia a dieci anni di distanza la vecchia provocazione 
con una nuova storia copertina: a rispondere anche Vinicio Capossela. 
Tra i pionieri e 10 nuovi riferimenti da non perdere, con 22 bottiglie da mettere in cantina, 
la cantina del cuneese con i suoi barbaresco

 

Roma, giugno 2023 – Rimanda a Giorgio Gaber la nuova provocazione lanciata da Vinicio Capossela sull’ultimo numero del Gambero Rosso, il primo sotto la nuova direzione di Marco Mensurati: i vini naturali sono di destra o sono di sinistra? La risposta per Capossela è chiara: sono di sinistra e sono talmente buoni da annebbiare le menti degli elettori, allontanandoli dalla politica come Calypso con Ulisse. In Vinicio veritas: “Amore e vino sono due forze che si alimentano” racconta Capossela. “L’amore come la vite ha bisogno di essere guidato, ha bisogno del sostegno per sollevarsi in alto, per arrivare alla luce e prendere forza dalla terra. L’intreccio degli amanti rimanda un po’ a quello della vite che produce frutto”. E a domanda se vino naturale o vino convenzionale risponde: “È un po’ come contrapporre il vinile alle piattaforme digitali. La grande massa del mercato è fatta dai vini convenzionali e non potrebbe essere altrimenti. Un vino naturale non può essere prodotto in grandi quantità e con costi competitivi. E di sicuro non può piacere a tutti. Il vino naturale richiede anche una capacità di accogliere il difetto che fa parte della natura. Il grande Gianni Mura mi disse una volta: ma sei matto a bere vini naturali? Non lo sai che il vino naturalmente diventa aceto? E in effetti spesso c’è una spunta acetosa in questi vini di “fiore e feccia”. Mi rendo conto che ci vuole una abitudine e forse anche una rieducazione al gusto, ma una volta che ci si è abituati non si riesce più a tornare indietro. O almeno a me non è riuscito più”.

 

A dieci anni da un editoriale che infiammò il settore, la bibbia dei tre bicchieri torna a rifare il punto su un movimento che ha avuto una forza dirompente, anticipando tempi e temi. Il vino naturale è ovunque, anche se per legge non esiste: per il sentire comune indica un vino prodotto da viticoltura biologica o biodinamica, fermentato con lieviti indigeni, vinificato nella maniera meno interventista possibile nel rispetto della sua unicità con una dose minima di solforosa in fase di imbottigliamento.  E la sua storia l’hanno fatta etichette coraggiose e visionarie come Radikon, Gravner, Cornelissen, Occhipinti, Rinaldi, Bellotti, Pepe, Maule, Morganti e Foradori. A loro, che hanno aperto una via maestra al naturale, si aggiungono oggi dieci nuove stelle emergenti, dove il Piemonte brilla con Cascina delle Rose, azienda che Gambero Rosso racconta così: ”Riccardo e Davide hanno dato un bel carico di energia a questa bella cantina, fortemente voluta e resa celebre da Giovanna Rizzolio, fautrice dell’estrema naturalità dei vini e da sempre ostile alla chimica in vigna. Le uve coltivate rappresentano le tre tipologie classiche della zona, con dolcetto e barbera a fare da spalla al preponderante nebbiolo, da cui nascono i due Barbaresco: Rio Sordo e Tre Stelle. La filosofia aziendale si richiama alla classicità della tradizione, interpretata con eleganza e fedeltà al territorio”.

 

Azienda famigliare nata nel 1948, Cascina delle Rose prende avvio nell’immediato dopoguerra quando i nonni di Giovanna, Beatrice e Ferdinando Rizzolio, si innamorano di una casa e della sua vista sullo spettacolo naturale delle colline fino alla cornice delle Alpi: siamo nella sottozona del Rio Sordo dove si trovano terreni a stratificazione fitta e diversificata: dalle marne blu tufacee a terreni calcarei dove la notevole componente minerale dona un risultato finale di grande carattere e finezza alle preziose etichette di una cantina amata e apprezzata in tutto il mondo per il suo fortissimo legame con il territorio.

 

A Bardonecchia la cultura è di SCENA

Parte in grande spolvero la Stagione estiva SCENA 1312, importante Festival culturale di Bardonecchia che, dal 2018, ospita artisti provenienti dalle più importanti realtà musicali e teatrali italiane. La splendida cornice montana diventa essa stessa titolo: 1312 è l’altitudine della città che continua ad imporsi anche sul piano artistico con oltre 40 spettacoli all’anno, altrettante presentazioni letterarie e mostre dedicate ad artisti e fotografi emergenti.
Gli spettacoli iniziano a Palazzo delle Feste venerdì 2 giugno con Il discorso di Chicchi: Teresa Mattei alla Costituente (con Alessia Donadio, regia di Monica Luccisano e produzione di Cineteatro Baretti e Museo Storico della Resistenza): un ritratto importante della più giovane donna tra le 21 elette il 2 giugno 1946 nella neonata Repubblica Italiana, partigiana e figura di spiccata etica morale e politica. Corrono oggi i 75 anni dell’entrata in vigore della Costituzione Italiana (1948-2023). Teresa Mattei diede anche il suo prezioso contributo all’Articolo 3 della Costituzione, sulla parità dei diritti. Aveva venticinque anni, ex partigiana con il nome di battaglia Chicchi, sempre fedele ai suoi ideali, metteva sempre in primo piano la libertà di pensiero, la libertà morale e politica, e l’impegno civile per salvaguardare i diritti dei più deboli, specialmente donne e bambini.
Quando nel 1938 entrano in vigore le leggi razziali, Teresa Mattei, che frequenta il liceo a Firenze, rifiuta di partecipare alle lezioni che promuovono la “difesa della razza”: un atto di ribellione che fu punito con l’espulsione definitiva dalla scuola. Pochi anni più tardi entra nella Resistenza con il nome di battaglia “Chicchi”.
Sabato 3 giugno, invece, una serata dedicata alla danza classica, con Paquita, su coreografie originali di Marius Petipa e musiche di Luwig Minkus (compagnia di danza Klassic Akademy). Paquita è un balletto rappresentato per la prima volta al teatro dell’Accadémie Royale de Musique a Parigi il 1° aprile del 1846 e ambientato in Spagna durante l’occupazione napoleonica. E’uno dei balletti più spettacolari del repertorio romantico. L’eroina è Paquita, una giovane gitana che in realtà è una ragazza nobile rapita dagli zingari quando era bambina. Riesce a salvare la vita di un giovane ufficiale francese, Lucien d’Hervilly, che il governatore spagnolo vorrebbe morto per mano del capo degli zingari, Iñigo. Paquita alla fine, grazie ad un medaglione, scopre di essere la cugina di Lucien e quindi di poterlo sposare. In seguito a varie peripezie si separa dal gruppo di gitani e si sposa con Lucien. La magia della danza che, intramontabile, riesce ancora a far sognare grandi e piccini.
Seguiranno altri appuntamenti che comprenderanno non solo spettacoli, ma laboratori nelle scuole (SCENA 1312 Lab), concerti itineranti (SCENA 1312 Street), incontri letterari (SCENA 1312 Books) e mostre (SCENA 1312 Arte).

Gli spettacoli musicali sono curati da ESTEMPORANEA – Arte, Musica, Teatro, organizzazione torinese che negli anni si è imposta nel panorama musicale per qualità, competenza e cura nella realizzazione dei cartelloni. ESTEMPORANEA, attraverso la Direzione Artistica di Lucia Margherita Marino, cura il Festival CONTAMINAZIONI e i Corsi di Perfezionamento Musicale nella Valle Ellero con docenti provenienti dalle più importanti realtà sinfoniche italiane, collabora con lo Zephyr Music Festival di San Francisco e, nella Stagione Invernale, con l’Unione Musicale, l’Orchestra Filarmonica di Torino e l’Accademia dei Folli per i progetti Metro Music e RE.B.U.S. oltre alla normale produzione di spettacoli.

Mario Monti torna a pranzare da Pollastrini

Anche gli uomini di potere hanno un’anima .L’ex Premier  Mario Monti ieri a Torino per il Festival dell’Economia ha voluto pranzare dove pranzava 45 anni fa quando insegnava alla Facoltà di Economia di Piazza Albarello, da Pollastrini storico ristorante torinese fondato nel 1911,  primo Cinquantenario dell’Unità d’Italia. Io me lo ricordo pranzare con il giornale  appoggiato alla bottiglia dell’acqua . Al termine del pranzo il Senatore a vita ha voluto farsi un selfie con la titolare, Signora Barbara, e il cameriere Tonino.

Mini Giachino

Una nuova valutazione ambientale strategica

Conclusa il 4 maggio la discussione generale, si è proceduto all’esame dell’articolato con l’approvazione di 13 emendamenti. Quelli presentati dalla Giunta regionale e dal consigliere Valter Marin (Lega), sono volti a precisare meglio il testo, in linea con la ratio semplificatoria del Ddl. Due delle richieste di modifica approvate sono state invece presentate da Giorgio Bertola (Ev) con lo scopo di accogliere alcune osservazioni formulate dalle associazioni ambientaliste. Relatori del provvedimento sono Matteo Gagliasso (Lega) e Bertola.

Poco prima, in congiunta con la terza, è stato espresso parere preventivo favorevole alle delibere della Giunta regionale che dichiarano “la non sussistenza di un prevalente interesse pubblico ad un uso diverso delle acque”, nel caso si rinnovino, con gara ad evidenza pubblica, le concessioni scadute di grande derivazione idroelettrica, rispettivamente, sull’asta del Torrente Orco e dell’impianto Po Stura – San Mauro.

Il Ddl, per poter approdare in Aula, dovrà passare in prima Commissione per il parere sulla norma finanziaria.

Nasce l’Osservatorio sul personale sanitario

È stato siglato l’accordo tra la Regione e i sindacati del comparto per la creazione dell’Osservatorio regionale per le risorse umane nella sanità. L’accordo è stato firmato dal presidente della Regione Alberto Cirio, dall’assessore alla Sanità Luigi Icardi e dalle sigle del comparto sanità Fp-Cgil, CISL-Fp, Uil-Fpl, Fials, Nursind, Nursing Up, in rappresentanza in particolare di infermieri, oss, tecnici e amministrativi.

L’Osservatorio si occuperà anche del personale medico e la Regione ha già convocato per il 5 giugno i suoi rappresentanti sindacali, per affrontare anche con loro il tema del fabbisogno occupazionale e individuare un analogo metodo di lavoro.

L’Osservatorio è presieduto dal presidente della Regione Alberto Cirio, coordinato dal consulente strategico della Regione Pietro Presti e composto da Regione Piemonte, organizzazioni sindacali del comparto, Azienda Sanitaria Zero e coinvolgerà nelle sue attività le direzioni delle aziende sanitarie. Si riunirà a cadenza mensile per il monitoraggio continuo del trend occupazionale del personale in sanità e l’analisi e l’avanzamento degli obiettivi occupazionali.

«Regione e sindacati concordano sulla necessità di stabilire un obiettivo di assunzioni per il prossimo biennio 2023-2024, al netto del turnover, utilizzando tutti gli strumenti finanziari disponibili. Tale obiettivo sarà indicato entro la prossima riunione del Tavolo politico insieme ad un cronoprogramma per poi procedere con l’insediamento dell’Osservatorio in programma il 22 giugno – spiegano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi – Per fare questo è necessario definire un piano condiviso che preveda obiettivi ma anche strumenti di controllo, usando il modello della campagna vaccinale che ha permesso di assegnare obiettivi alle aziende sanitarie, verificarne puntualmente l’avanzamento e lavorare insieme per raggiungerli. Abbiamo a disposizione quattro strumenti: il Decreto Calabria sui tetti di spesa, il Dl 34 con cui abbiamo già stabilizzato oltre metà del personale che ha lavorato durante il Covid, accanto alla volontà di limitare il ricorso a servizi esterni internalizzando il personale tutte le volte che questo consente un risparmio economico. La Regione è poi disponibile – hanno aggiunto il presidente e l’assessore alla Sanità – a mettere in campo anche risorse aggiuntive perché il personale è la colonna portante del nostro sistema sanitario che è un’eccellenza ed è la nostra priorità».

In base all’accordo tra Regione e sindacati, l’Osservatorio dovrà occuparsi dei seguenti temi:
1) analisi di tutte le risorse economiche-finanziarie stanziate e impiegate relativamente ai tetti di spesa personale a disposizioni delle ASR, ivi comprese le ulteriori previsioni del Decreto Calabria oltre alle risorse aggiuntive extra tetto di spesa previste dal D.L. 34 finalizzate alla assunzione del personale sanitario del comparto;

2) progetti di reinternalizzazione dei servizi sanitari da parte delle aziende sanitarie e delle relative assunzioni extra tetto di spesa del personale;

3) procedure di stabilizzazione del personale avente i requisiti richiesti della normativa;

4) mantenimento del trend di crescita occupazionale tenuto conto della sostenibilità economica;

5) miglioramento e l’ottimizzazione delle graduatorie in essere e del loro utilizzo.

Grandi mostre. La nuova stagione alla Reggia di Venaria “All’ombra di Leonardo”

“Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”

Fino al 18 giugno

Venaria Reale (Torino)

Mostra davvero prestigiosa. E “non solo per la preziosa collaborazione con i ‘Musei Vaticani’ che l’ha permessa, ma anche e soprattutto in quanto occasione imperdibile per ammirare da vicino capolavori unici che consentono di conoscere rituali e cerimonie ricchi di simboli e significati lontani nel tempo”. Così descrivono Michele Briamonte e Guido Curto, presidente e direttore generale del “Consorzio delle Residenze Reali Sabaude”, la mostra “All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”, visitabile, fino al prossimo 18 giugno, nelle Sale delle Arti alla “Reggia di Venaria”. Curata da Alessandra Rodolfo e Andrea Merlotti, storici dell’arte, la rassegna raccoglie opere provenienti, oltre che dai “Musei Vaticani”, dal “Palazzo del Quirinale”, dal “Museo di Roma”, dai “Musei Reali” di Torino, dal “Museo Diocesano Tridentino”, dalla Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli” di Milano e da diverse collezioni private. L’iter espositivo ci permette di “entrare”, attraverso la proposta di arazzi, quadri, incisioni ed oggetti che raccontano storie antiche di secoli, in un mondo “alto”, fatto di antichi riti, come la “Lavanda dei piedi” e la “Coena Domini” che si svolgevano il Giovedì Santo nel cuore del “Palazzo Vaticano”.

Opere da trattenere il fiato, come il prezioso “Arazzo” raffigurante l’“Ultima Cena”di Leonardo, donata nel 1533 dal re di Francia Francesco I a papa Clemente VII, in occasione del matrimonio di Caterina de’ Medici, nipote del pontefice, ed Enrico di Valois, secondogenito del re francese. L’opera fu realizzata dopo il 1516 su ordine dello stesso Francesco I e di sua madre Luisa di Savoia. Interamente lavorata in oro e seta, l’“Ultima Cena” milanese è lì trasposta con assoluta fedeltà, ma con un’importante variazione allo sfondo – quasi astratto nell’originale – simile nel prezioso “panno” ad un’architettura rinascimentale. Francesco I era un grande estimatore di Leonardo, tanto da averlo chiamato alla sua corte presso il “Castello di Amboise” (nella Valle della Loira) dove l’artista visse dal 1516 al 1519, ed è ormai opinione di molti che il cartone dell’arazzo, su cui fu poi effettuata la successiva tessitura, sia stato realizzato in Francia sotto la supervisione dello stesso Leonardo. Una volta entrato nelle collezioni vaticane, l’arazzo venne utilizzato per alcune delle più importanti e suggestive cerimonie religiose della corte papale. In particolare nella “Lavanda dei Piedi” che si svolgeva nella “Sala Ducale” del “Palazzo Vaticano” e in occasione della quale il pontefice, a imitazione di Cristo, lavava i piedi a tredici sacerdoti “poveri” posti a sedere su un palco sotto l’arazzo leonardesco. Lo stesso pontefice, poi, coadiuvato dal suo seguito, serviva la cena (“Coena Domini”) ai tredici con chiaro rimando all’“Ultima Cena”.

E proprio qui il “panno leonardesco” intrecciò la sua storia con un altro arazzo, di grande rilievo e bellezza: quello per il “Dossale del baldacchino papale”, sopra al “trono” (da cui il pontefice si alzava per praticare la “Lavanda dei piedi”) realizzato sempre per Clemente VII e disegnato dagli allievi di Raffaello, gli stessi che avevano lavorato con il Maestro nelle celeberrime “Stanze Vaticane” e nelle “Logge” del Palazzo. A quarant’anni di distanza dalla sua ultima esposizione l’imponente baldacchino, realizzato nella stessa “manifattura brussellese” da cui uscirono i famosi “Arazzi” raffaelleschi della “Cappella Sistina”, viene ricostruito in mostra, con la sua copertura impreziosita da pendenti di straordinaria bellezza. La mostra alla “Venaria” ci ricorda anche che il rito della “Lavanda” non era però solo una prerogativa pontificia. Tutti i sovrani cattolici – e sino a fine Seicento anche il protestante re d’Inghilterra a imitazione della corte papale – la praticarono per molti secoli, in alcuni casi sino a meno d’un secolo fa. Una storia rammentata in rassegna da una splendida brocca (aiguiere) usata da Carlo Felice e Carlo Alberto di Savoia, ora nei depositi dei “Musei Reali” di Torino, associata ad altre due analoghe, provenienti dalla “Sagrestia Pontificia” e usate probabilmente per lo stesso scopo.

Gianni Milani

“All’ombra di Leonardo. Arazzi e cerimonie alla corte dei papi”

“Reggia di Venaria”, piazza della Repubblica 4, Venaria Reale (Torino); tel. 011/4992300 o www.lavenaria.it

Fino al 18 giugno

Orari: dal mart. al ven. 9,30/17; sab. dom. e festivi 9,30/18,30

Nelle foto:

–       Manifattura Brussellese(?): “Ultima Cena” (copia da Leonardo da Vinci), 1516- 1533, Arazzo, Musei Vaticani

–       Manifattura di Pieter Van Aelst, Bruxelles, su cartone della scuola di Raffaello, “Dossale del baldacchino di Clemente VII Medici”, 1525-1530, Arazzo, Musei Vaticani

–       Innocente Gaya: “Aiguière con bacile”, 1827-’28, Musei Reali di Torino

–       Wilhelm Gause: “Lavanda dei piedi dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe”, stampa, 1885, Torino, collezione privata.