Alessandro Campi – Il giardino di Palazzo Cisterna – Lettere
Alessandro Campi
Alessandro Campi alla guida dell’Istituto Nazionale per la storia del Risorgimento è una garanzia di ripresa dell’Istituto che ha sede al Vittoriano e da cui dipende il Museo centrale del Risorgimento. L’incuria e la colpevole disattenzione da parte dei Governi precedenti hanno portato l’Istituto alla paralisi. La nomina di un Prefetto come commissario poteva anche portare a chiudere l’Istituto. L’arrivo del prof. Alessandro Campi, studioso di vaglia, fa ben sperare che anche l’aria quasi irrespirabile di certi ambienti stantii possa cambiare nell’ Istituto, finora feudo incontrastato di una certa politica. Sono troppe le persone abbarbicate da troppi anni in quell’Istituto. In effetti i problemi ci sono perché la soppressione delle cattedre di storia del Risorgimento impedisce un ricambio. Ma voglio anche citare Campi per il suo nuovo libro Il fantasma della Nazione. Per una critica del sovranismo, edito da Marsilio . Campi esamina con il piglio dello storico di razza non ideologizzato “L’idea di Nazione“, per dirla con Federico Chabod, a partire dal Risorgimento, per analizzarla poi nel clima nazionalista e fascista del Novecento dove lo Stato finì di prevalere sulla Nazione. Esamina il rifiuto di ogni idea nazionale dopo la guerra che aveva portato l’Italia alla tragica sconfitta non solo militare. La prima Repubblica, salvo pochi casi come Craxi e Spadolini e il Presidente Ciampi , si distinse per il suo disinteresse per il patriottismo, anzi per la sua ostilità anche da parte del mondo cattolico sensibile solo all’ Universalismo. Anche la seconda Repubblica non è stata meglio, se pensiamo a Berlusconi che sa poco o nulla di storia. Lo stesso Fini, per dare credibilità alla sua svolta .finì per accantonare i temi della destra che Meloni sta riproponendo anche lei, da quando è al Governo, in modo abbastanza guardingo. Belle le analisi sul sovranismo che meritano da sole una grande attenzione. Farò una recensione accurata del libro, ma ho voluto anticipare qualcosa su un volume che non si può ignorare.
Il giardino di Palazzo Cisterna
Il giardino dello storico palazzo dei principi Dal Pozzo della Cisterna, prima residenza dei Duchi d’Aosta e poi sede storica della Provincia di Torino e ora sede aulica della Città metropolitana di Torino, si apre al pubblico. Una scelta davvero apprezzabile nel pieno centro della Città. Quel giardino diventa così un patrimonio dei torinesi. E’ bello che sia stato inaugurato con i celebri tulipani della contessa Soleri Pralormo. Un tocco di grazia che rende lieto l’ evento per cui credo si debba anche ringraziare Carla Gatti da sempre impegnata nel rilancio del Palazzo che gronda una storia torinese e nazionale molto importante, a partire dai moti carbonari del 1821 di cui il Principe fu protagonista e vittima.
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Ho conosciuto Picchioni fin da quando era assessore provinciale alla cultura negli Anni 70 ,ma non l’ ho mai frequentato assiduamente . Ci si vedeva alla Farmacia “ Solferino “ dove la titolare dottoressa Anna Ricotti era amica di entrambi. Era una persona colta, cosa rarissima nella Dc, capace di idee originali come gli Stati Generali del Piemonte quando fu presidente del Consiglio Regionale. Fu un ottimo presidente del Salone del libro rimasto ineguagliato. Lui Presidente, la Parigi non poté egemonizzare il Salone. Io lo ricordo con riconoscenza perché, unico tra i politici, sostenne con i fatti il centenario della nascita di Mario Soldati. Chiamparino fu totalmente assente. Se non si fosse trovato tra i piedi la questione della P2 massonica che si rivelò un’accusa falsa, sarebbe diventato ministro dei Beni culturali e sarebbe stato un ottimo ministro.