Agostino Mathis servitore dello Stato – La satira è morta – Filippo Ambrosini storico di razza – Lettere
Agostino Mathis servitore dello Stato
E’ mancato a Roma l’ambasciatore d’Italia Agostino Mathis di cui fui amico fin da bambino perché abitavamo nella stessa casa torinese. Non giocammo insieme come con i suoi fratelli, perché i sette anni che ci dividevano non lo consentivano ,ma ci conoscemmo bene. Si laureò brillantemente in Giurisprudenza e poi entrò subito nella carriera diplomatica.

Era figlio di un famoso oculista, il prof. Giovanni Mathis che curava gratis gli indigenti nel suo studio privato. Altri due suoi fratelli, mancati da anni, furono medici, seguendo la tradizione della famiglia originaria di Bra. Agostino non fu mai “etichettato” politicamente, come si addiceva ai pubblici funzionari fedeli esclusivamente allo Stato.Solo in tempi recenti anche la diplomazia come la magistratura subi’ la lottizzazione dei partiti in modo sistematico. Ed ebbe, senza nessun appoggio, una carriera importante e brillante che lo porto ‘ ad essere a New York, a Tripoli, a Tokyo. A Tripoli riuscì a favorire i rapporti diplomatici tra l’anti- italiano col. Gheddafi che caccio‘ i nostri coloni e l’Italia, rivelando doti eccezionali di diplomatico. Sua sorella, la contessa Maria Mathis Vagnone di Trofarello, mi ha raccontato tanti episodi della vita del fratello, vincolandomi però al riserbo perché Agostino era un uomo molto schivo. Fu un uomo e un diplomatico del vecchio Piemonte che ha saputo rappresentare l’Italia nel mondo con dignità e onore per usare un’espressione usata per Manlio Brosio che stimava molto Agostino. Una volta mi parlò di lui molto bene anche il mio amico ambasciatore Bottai quando partecipò ai funerali di mio padre. Fu amico di suo padre e suo il mitico giornalista televisivo Ruggero Orlando che conobbi in casa Pannunzio. Con Agostino non avemmo modo di parlare in modo adeguato dopo i suoi impegni diplomati ci all’estero. Nei miei frequenti soggiorni romani avrei dovuto telefonargli per incontrarci. Non ci fu mai l’occasione opportuna e mi dispiace molto di non aver potuto fruire della sua amicizia come avrei desiderato. Quando si fecero i funerali di suo fratello Francesco lo definii, nel mio breve discorso in chiesa, Eccellenza e dopo il funerale ironizzo’ su quel titolo ormai considerato obsoleto. Ma in effetti lui fu eccellente come piemontese, italiano e diplomatico.
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La satira è morta
La satira e’ morta da tempo. I grandi vignettisti non ci sono più. Direi che l’ultimo grande sia stato Giorgio Forattini che tace da tempo. I giornali umoristici sono finiti da tempo. A colmare questa lacuna c’è il “Il fatto“ di Travaglio e Travaglio stesso che scrive e parla con il ghigno del giustiziere e del carnefice.
La satira e’ morta da tempo. I grandi vignettisti non ci sono più. Direi che l’ultimo grande sia stato Giorgio Forattini che tace da tempo. I giornali umoristici sono finiti da tempo. A colmare questa lacuna c’è il “Il fatto“ di Travaglio e Travaglio stesso che scrive e parla con il ghigno del giustiziere e del carnefice.

La pagina dedicata alla nuova segretaria del Pd e la vignetta illustrativa dimostra volgarità, acredine, mancanza di rispetto per una donna che viene attaccata per il suo aspetto fisico deformato a scopo polemico con il solo risultato di renderla simpatica. Non posso che esprimere solidarietà per Elly che va giudicata esclusivamente per ciò che dice e fa.
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Filippo Ambrosini storico di razza
E’ mancato lo storico risorgimentale Filippo Ambrosini che, dopo essere stato alto dirigente di importanti case editrici, ha dedicato molti anni della sua vita, con rigore e competenza, al Risorgimento italiano che fu la passione della sua vita.

Era un uomo austero e severo, ma io ebbi modo di conoscerne anche la bontà e la capacità di capire chi non la pensava come lui. Era un vero laico. Ha scritto molti libri dedicati al giacobinismo italiano, a Napoleone I, a Santorre di Santarosa, a Garibaldi, al Risorgimento e in particolare a Cavour a cui dedico ‘ nel 2011 un libro volutamente divulgativo per i 150 dalla sua morte. Collaboro‘ anche ad mio libro su Cavour e la sua eredità, in relazione ai rapporti tra Stato e chiesa. Era uno studioso molto serio che sapeva usare un linguaggio comprensibile una virtù di pochi storici. Diresse anche una collana storica per le edizioni del Capricorno, la più interessante e vivace casa editrice piemontese che pubblica libri di storia sempre molto puntuali e rigorosi. Il silenzio attorno alla sua morte è stato imbarazzante per chi lo ha praticato sui giornali. Resta però la sua opera storica imponente a testimoniare che Ambrosini merita attenzione. Come diceva Croce, la sua opera parla per lui.
LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
Sfregio a Soldati
Ho letto del nuovo sfregio alla lapide in onore di Mario Soldati ai Murazzi. Abbiamo in giro gente davvero barbara. Walter Alzati

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Bava mutilato
Le mando la fotografia del monumento a Eusebio Bava nel Giardino Balbo, lato via San Massimo. Bava è stato mutilato da vandali e nessuno da anni provvede a ripristinare il monumento. Chi fu Bava per suscitare tanto odio da parte dei posteri?
Gabriella Ferrari
Gabriella Ferrari

Il generale Eusebio Bava a cui venne anche intitolata una via torinese, fu un generale e un senatore del Regno di Sardegna. Non fu un’aquila, ma neppure un generale qualunque. Lo storico militare Piero Pieri lo considero’ l’unico generale del suo tempo “innegabilmente di un certo rilievo”. Forse da alcuni viene confuso con il generale Bava Beccaris che fece sparare sui manifestanti milanesi nel 1898 provocando 83 morti. Bava Beccaris non ha nulla a che vedere con Bava a cui i vandali hanno asportato le mani. O forse lo hanno fatto inconsapevolmente perché non sanno nulla di nulla e colpiscono a caso per il gusto di devastare.