La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

10 febbraio tricolore –
Aldo Canovari editore liberale – Lettere

10 febbraio tricolore
Il 10 febbraio abbiamo ricordato il giorno delle foibe e mai c’è stato un Giorno del Ricordo così significativo. Palazzo Chigi inondato di luci tricolori, un grande discorso del Presidente Mattarella, persino La Russa non ha debordato. Alla cerimonia al Quirinale non si sono visti esponenti di spicco del Pd. I negazionisti ed i giustificazionisti delle foibe hanno avuto la risposta tricolore che meritavano. I Comuni sono stati spesso latitanti e non hanno promosso iniziative di sorta.  E’ stato bello leggere il paginone su “La Stampa” di Gianni Oliva, lo studioso che per primo ha dedicato un libro coraggioso alle foibe. Un grande e magistrale articolo che spero abbia meditato anche il direttore Giannini. A me piace collegare il 10 febbraio anche con il 10 febbraio 1968 quando morì, dopo breve malattia, Mario Pannunzio, il direttore di “Risorgimento liberale “ che denunciò con coraggio per primo il dramma delle foibe e gli eccessi della Resistenza. Quel giornale ebbe la redazione incendiata , come ci ricordò in un suo bel libro Mirella Serri. Essere favorevoli al Giorno del Ricordo che sembrava essere tornato divisivo a causa di un libretto edito da Laterza,  è  anche un modo per ricordare Pannunzio che,  incarcerato a Regina Coeli, rischiò di morire alle Fosse Ardeatine. Pannunzio incarcerato dai nazifascisti a Roma ,  fu il primo giornalista liberale a scrivere e far scrivere di foibe e di esodo.
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Aldo Canovari editore liberale
Uno dei miei più grandi rimpianti resterà quello di non aver pubblicato un mio libro con Liberilibri di Aldo Canovari ,mancato venerdì. Fu un editore davvero fuori ordinanza, fautore e garante della libertà della cultura. Io ho sempre avuto editori liberissimi che mi hanno pubblicato libri senza mai togliermi una virgola: Gros Pietro, Rubbettino, Caselli, Mogavero, Pedrini e anche altri in passato. Canovari, l’uomo di Macerata, città a cui Flaiano aveva dedicato un aforisma , era tutto fuorché un provinciale perché pannellianamente era l’editore elegante e libero che creava bellissimi libri che andavano intenzionalmente controcorrente. Una specie di Casa editrice Einaudi, esattamente opposta a quella di Via Biancamano diventata il covo di tutti i conformismi di sinistra.
Canovari è stato più di Rubbettino un editore liberale che ha dato spazio a tutte le voci liberali, libertine,  libertarie. A tenere in vita il suo ricordo restano i suoi libri che ho in numero significativo nella mia biblioteca. Eppure in questa Italia scombinata il suo nome resta vergognosamente sconosciuto ai più.
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LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com
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Esuli e migranti
Il sindaco di Torino Lo Russo ha assimilato gli esuli dell’esodo Giuliano – dalmata con i migranti di oggi. Mi sembra un ragionamento totalmente errato.  Umberto Salerno
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Concordo con Lei. Gli esuli vennero accolti nel modo peggiore e cercarono subito un lavoro e si spezzarono la schiena. Erano poveri e dignitosi. Impossibile paragonarli con chi, tra i migranti,  bighellona tutto il giorno, commette reati, violenta donne, spaccia droga  ecc. Gli esuli dell’esodo avevano tutt’altre caratteristiche e il governo di allora fece assai meno di quanto molti governi di oggi fecero per i migranti economici arrivati senza controlli e senza limiti in Italia che sono un peso, non certo una risorsa.
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