Il caso Sgarbi – Emilio Fede- Dacia Maraini – Ustica – Lettere
Il caso Sgarbi
Sgarbi, con gesto clamoroso e credo unico nella storia parlamentare, è stato portato via a braccia da quattro commessi dall’aula di Montecitorio per ordine della presidente di turno, Carfagna che pure si proclama liberale. Il motivo della cacciata dall’aula sarebbero parole sessiste verso la presidente e una parlamentare – magistrato di Forza Italia che è intervenuta contro Sgarbi quando egli, citando Cossiga, ha definito l’Associazione Nazionale Magistrati mafiosa, come pure poco tempo fa il magistrato Di Matteo ha definito mafioso il sistema delle nomine al CSM. Io non ho letto e non ho sentito da nessuna parte – giornali compresi – parole sessiste pronunciate da Sgarbi. Si è rivolto alle due donne, a prescindere dal fatto che fossero donne. Il mio amico Sgarbi a volte esagera, ma in questo caso si è limitato a chiedere una commissione parlamentare d’inchiesta sui recenti scandali del CSM e di Palamara, una richiesta ampiamente condivisibile. Sgarbi è una specie di D’Annunzio. Ed è una benedizione di Dio avere un uomo libero come lui che fa battaglie controcorrente nella palude di Montecitorio. L’averlo cacciato in questo modo dall’aula, impedendogli di votare è una colpa grave di una piccola donna di nome Carfagna giunta alla corte di Berlusconi, che poi ha tradito come tanti altri e altre.
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Emilio Fede
E’ un vecchio quasi novantenne, non è mai stato un giornalista importante, ha fatto carriera per il suocero Italo De Feo grande personaggio a prescindere dalla carica di vicepresidente in Tv. Giocatore incallito e donnaiolo ricambiato, ha diretto in modo ridicolo il Tg4, facendone un Tg da operetta. E’ stato condannato per il Ruby ter, una pagina oscura e certo non edificante che ha contribuito a far perdere di credibilità a Berlusconi oltre che a Fede, ammesso che ne avesse. Ma arrestare a Napoli durante una cena Fede che era andato a curarsi ed era con la moglie, appare una esagerazione davvero fuori posto. Escono dal carcere delinquenti, mafiosi e viene arrestato un vecchio signore inoffensivo. Anche questo è un segno dei tempi barbari che viviamo.
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Dacia Maraini
Dacia è una donna di rara intelligenza che ho incontrato in più occasioni. Prima di conoscerla avevo su di lei qualche pregiudizio che la conoscenza ha fugato. Recentemente ha scritto un articolo in cui riconosce la grandezza di Pound e di Celine, due autori maledetti e razzisti. Crocianamente Dacia ha distinto il loro valore letterario dalle idee politiche. Qualche anno fa forse non lo avrebbe fatto. Una grande lezione agli iconoclasti che vogliono distruggere i monumenti del passato, seguendo i giudizi del presente. Giustamente Cacciari li ha definiti << cretini >>.
Ustica
Lettere scrivere a quaglieni@gmail.com
