Il Marchese del tennis

« Al PalaRuffini di Torino, nel novembre 1981, organizzo un’ esibizione di tennis femminile tra Stati Uniti e Resto del Mondo. Martina Navratilova, Betsy Nagelsen, Leslie Allen contro Virginia Wade, Bettina Bunge e Virginia Ruzici. Spettatori: tre. Non scherzo

A vedere le partite non viene nessuno, ma non posso tirarmi indietro: l’evento è voluto da Mark McCormack in persona per corteggiare la fidanzata Betsy Nagelsen, tennista americana della Florida che sarebbe diventata la sua seconda moglie ».

Così racconta Cino Marchese in uno dei suoi tanti aneddoti narrati a Gaia Piccardi pochi mesi prima di lasciarci nella sua autobiografia ”Il Marchese del Tennis” (edizioni Absolutly Free Libri, 2019 € 18). Parla di una certa freddezza tutta taurinense per il ”glamour event” e di una capricciosa Navratilova che asserragliata all’hotel Principi di Piemonte prima del match, ordina una introvabile bistecca e del succo di mele mandandolo su tutte le furie. Così era Cino diretto e leale, che partendo dalla sua piccola Valenza Po’ inventò su due piedi il corporate marketing sportivo nel mondo. Una figura di imprenditore weberiano d’altri tempi: gavetta, sacrifici e duro lavoro abbinati a calore umano, lealtà e altruismo. Archeologia oggi ai tempidi Internet. Fine psicologo e abilissimo negoziatore globetrotter, titolare dell’ americana IMG per l’Italia. Per lui una stretta di mano valeva molto di più che una firma in calce a un contratto. Scoprì Jennifer Capriati e Monica Seles lanciò Alberto Tomba e molti altri campioni. Amico di una vita del tennista-banchiere Ion Tiriac, del mitico australiano Newcombe e di Adriano Panatta. Narra di come salvò la vita al fragile Borg nella Milano da bere anni ottanta del protagonismo di John MC Enroe e Lendl ma anche dell’eroismo di tanta gente comune e uomini di sport. Senza escludere magliari di ogni genere da cui guardarsi le spalle. Uno spaccato di vita eccezionale ilare e malinconico a volte struggente. Prima di lui non esisteva un mercato dei diritti televisivi. Il villaggio commerciale degli eventi nei tornei dell’Atp e del Wta nasce da una sua idea. Se ne è andato il 17 marzo 2019 nella sua casa di Roma guardando in televisione una partita di basket il suo sport preferito. Me ne parlò Roberto Bellotti suo amico di famiglia tecnico federale Fit mio amico e maestro di tennis. Dopo di lui lo sport internazionale nel bene e nel male non è stato più lo stesso.

Aldo Colonna

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