La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni - Il Torinese

La rubrica della domenica di Pier Franco Quaglieni

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No agli estremisti rossi e neri e ai loro sostenitori –  Giuseppi, l’arrogante –  Il geometra O d i f r e d d i –  Il pizzaiolo che leggeva Montanelli – Lettere 

No agli estremisti rossi e neri e ai loro sostenitori

Giusta è un assessore grillino che si è più volte distinto per le  sue dichiarazioni faziose ed insieme esilaranti. Di fronte ai teppisti dei centri sociali che devastano un’ aula universitaria, ha affermato in loro difesa  che bisogna tenere giù le mani da chi protesta, senza dire una parola sull’infame convegno negazionista sulle foibe organizzato all’Università. Esami e lezioni bloccati per i tafferugli in un nuovo piccolo ‘68 all’ insegna della violenza.  Accusare il Rettore è demenziale ,evoca i tempi in cui Allara era considerato colpevole di tutti i mali dell’ Università. Geuna ha agito da uomo aperto al dialogo, se minoranze violente hanno stravolto tutto,non è certo colpa sua. Va comunque denunciato con preoccupazione e con fermezza il clima di intolleranza che domina al campus Einaudi .Un ritorno a tempi che non possiamo rimpiangere, con estremisti rossi e neri che trasformano l’ Università in un mattatoio in cui viene abbattuta la libertà della cultura e della ricerca.
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Giuseppi, l’arrogante

Giuseppi Conte adesso alza anche la voce, dicendo che lui non è uno che cambia maggioranze di governo, dimenticando il voltafaccia di agosto dello scorso anno. Era un professore semi sconosciuto che è diventato Presidente del Consiglio su designazione dei grillini, un personaggio di quarta  fila, emerso dal profondo Sud di Padre Pio. Non aveva e non ha dimostrato esperienza di governo. L’ Italia è ferma, tutti i problemi dall’Alitalia, alle autostrade, dall’Ilva alle fabbriche che chiudono stanno marcendo. Una intera classe politica si rivela ancora una volta inetta. E Conte, invece di dimettersi e chiedere scusa per il suo fallimento, alza anche la voce, chiedendo l’aiuto di Mattarella. Renzi strumentalizza la prescrizione di Bonafede, una vera aberrante bestialità giuridica ,ma alza solo la voce perché ci sono i posti del sottogoverno da dividere e non si scollerà mai da questa maggioranza rissosa ed incapace che sta sgovernando ,nel modo peggiore possibile. Giuseppi deve andare a casa e con lui Di Maio e tutti gli altri. Siamo all’assurdo che un mediocre come Franceschini in questo Governo sembri quasi uno statista. Il Pd, sostenendo Conte, sta commettendo un altro gravissimo errore.
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Il geometra  O d i f r ed d i

O d i f re d d i ha pubblicato l’ennesimo libro, dal titolo ”Il g e n i o delle d o n n e“, che consacra la sua figura di tuttologo e non di uomo di scienza, come vorrebbe essere. Ho avuto solo un’occasione di conoscere il geometra di Cuneo, poi laureatosi in matematica, che non volle studiare il latino, ma che ama invadere le praterie della cultura classica senza averne la benché minima conoscenza. Dovevamo parlare di Giordano Bruno finito sul rogo dell’ Inquisizione. O d i f r e d d i  lo irrise ed io che non ritengo Bruno un grande filosofo, lo difesi controvoglia, ma non potevo accettare le fin troppo banali ironie di O d i f r e d d i che si crede un grande studioso a cui tutto è concesso. In più occasioni ho polemizzato con lui per il disprezzo che manifesta per ogni tipo di religiosità, chiuso come è in un ateismo settario che lui confonde con la laicità. Inutile dirgli di leggere Bobbio che distingue laicità e laicismo. I geometri non fanno studi di filosofia…
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Il pizzaiolo che leggeva Montanelli

Ho appreso in ritardo che è mancato Antonio De Martino, storico titolare della pizzeria “La Spiga d’oro“ di Borgo San Paolo. Era un lettore fedele di questa rubrica, finché visse. Laureando in Medicina, dovette interrompere l’Università per la morte improvvisa del padre. Si rimboccò le maniche e, invece di fare il medico, fece con naturalezza il pizzaiolo. Era una persona colta e sensibile con cui era possibile parlare con piacere. Portava con se’ l’antica eleganza della Napoli migliore. Una volta parlammo di Benedetto Croce e mi disse la sua invidia quando seppe che io ero amico delle figlie del filosofo Ebbe il coraggio di esibire nel suo locale, nel cuore del Borgo rosso per eccellenza dove imperversavano Pajetta e Novelli , “Il Giornale“ di Montanelli, come feci io durante gli anni del terrorismo, andando a fare lezione. Mi mancherà l’amicizia di Antonio nata sui banchi del liceo, rivissuta negli anni dell’Università nella pizzeria del padre e poi ripresa nel vecchio locale magicamente rimasto intatto nei decenni e quasi ritrovato per caso , una sera di alcuni anni fa. Riprendemmo il discorso interrotto tanti anni prima che adesso non sarà più possibile. Una grande tristezza, un grande dolore dopo la morte di Paolo Macchi di Bricherasio.

Lettere      scrivere a quaglieni@gmail.com

Basta  pantomime
Io sono stanco di questa pantomima di dare la cittadinanza alla senatrice Segre e di toglierla a Mussolini. Tutti i Comuni d’Italia stanno facendo a gara per primeggiare in questa vicenda che sta diventando ridicola.     Luigi Porrati
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Credo che la storia vada sempre rispettata interamente. Le forzature sono sempre sbagliate. Salò ha fatto bene a confermare la cittadinanza a Mussolini che fa parte della sua storia. L’altra sera in piazza Castello un suonatore di fisarmonica, nella serata di San Valentino, suonava “Bella ciao“. Debbo dire che mi ha infastidito. Era cosa che puzza di regime. Se poi si tratta di un regime democratico, il fatto appare davvero assurdo ed incomprensibile. Le esagerazioni non riesco a sopportarle.
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Le sardine torinesi e l’odio      
Cosa pensa delle sardine torinesi?  Adele Ru
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Non si può ancora esprimere un giudizio . Forse sono migliori di quelle che si recano ad omaggiare Benetton. Una sardina torinese in tv si presentò persino con la giacca. Finora hanno mandato dei bacioni a Salvini e si sono proposti di presidiare il Valentino che ha bisogno di ben altro per essere liberato dal dominio incontrastato degli spacciatori. Diciamo che le sardine torinesi sono più dei pesci di acqua dolce, meno ideologici di altri. Attendiamoli alla prova. La cartina di tornasole sarà Appendino, se saranno dalla sua parte o con un Pd alleato dei grillini, vedremo che le sardine non si smentiscono neppure a Torino. Credo  anche che il movimento in futuro  possa sfaldarsi e dividersi. D’ accordo contro l’odio, ma una parola per Giampaolo Pansa odiato per anni, le sardine non l’hanno saputa pronunciare. Neppure contro i violenti  facinorosi dei centri sociali che hanno devastato un’aula all’ Università. E neppure nel Giorno del ricordo hanno rammentato  l’odio dei comunisti titini e togliattiani contro gli italiani dell’ Adriatico orientale. Benissimo schierarsi contro l’ odio razzial , ma bisogna schierarsi con tutti gli odi, senza distinzioni  settarie .
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“La Stampa”  in sciopero
Come mai “La Stampa “ non esce per due giorni,unico  quotidiano in Italia ? Perché ?        Alice Fusco
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Il quotidiano torinese sta  sempre più perdendo lettori  e copie e si trova in una profonda crisi,a metà strada tra la gestione di  De Benedetti ed Elkann che sembrano tuttavia identificarsi. I tempi dell’Avvocato sono davvero lontani. Il giornale di via Lugaro come tanti altri quotidiani parrebbe non rispettare  più da tempo le norme che regolano la professione giornalistica, ormai purtroppo  non più tutelata in modo adeguato  neppure dall’ Ordine professionale. Oltre al grave disagio che lamentano i giornalisti e che incide pesantemente  sulla stessa qualità del giornale, il motivo dello sciopero e’ il trasferimento di ben otto giornalisti dalla redazione romana a quella di Torino, una vera “deportazione” di massa. L’ episodio sarebbe stato impensabile in passato. C’ è anche un piano di altri pre- pensionamenti  che impoverirà il giornale delle sue professionalità. Non si può non essere solidali con i giornalisti de ”La Stampa”
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