Aprile 2019- Pagina 2

Polveriera Nord Africa

FOCUS INTERNAZIONALE  di Filippo Re

Sembra seduto su un vulcano in eruzione il nord Africa, dalla Libia all’Algeria. Sulla sponda sud del Mediterraneo solo l’Egitto sembra reggere l’urto dell’attacco terroristico e del vasto malcontento popolare. Con il pugno di ferro e con una repressione spietata

 La Libia è in guerra, l’Algeria senza presidente teme il contagio del caos libico mentre il Marocco osserva le crisi nordafricane preoccupato dalle vicende che scuotono Algeri. E tutto ciò a poche miglia di distanza dalle coste italiane ed europee. Centinaia di migliaia di persone continuano a manifestare nelle città algerine con alla testa i giovani che rappresentano il 60% della popolazione, assoluti protagonisti dei movimenti di protesta che hanno portato alle dimissioni del presidente Bouteflika. Le proteste sono continuate anche dopo le dimissioni di Abdelaziz Bouteflika, al potere da vent’anni, e l’annuncio di nuove elezioni presidenziali previste per il 4 luglio. Si chiedono riforme radicali, democrazia, pluralismo politico e fine della corruzione dilagante. Non solo ma si pretendono anche le dimissioni del presidente ad interim Abdelkader Bensalah e del premier Noureddine Bedoui, ritenuti troppo vicini a Bouteflika. C’è di più perchè una parte delle opposizioni non vuole andare alle urne con l’attuale sistema politico per cui gli islamisti del Partito della Giustizia e dello sviluppo e al-Nahda hanno deciso di boicottare le elezioni presidenziali. Le proteste, per ora, sono pacifiche e controllate dall’esercito ma il timore generale è che le manifestazioni possano degenerare in violenza da un momento all’altro, come già accaduto nei Paesi limitrofi. Gli algerini conoscono bene gli orrori della guerra civile vissuta sulla propria pelle negli anni Novanta. Lo scontro tra lo Stato e i terroristi islamisti provocò quasi 150.000 morti e molti ricordano che nel 2001 il malcontento popolare esploso nella Cabilia berbera contro il caro vita fu duramente represso dai militari con un centinaio di morti e migliaia di feriti. Con la guerra libica a est e la tensione sempre viva con il Marocco sul versante occidentale l’Algeria del dopo Bouteflika si scopre più debole e più vulnerabile. Algeri guarda con preoccupazione al caos libico e al pericolo di infiltrazioni terroristiche nel suo territorio. Alle tensioni sul lato orientale si aggiungono quelle al confine ovest con il regno di Maometto VI. Da quasi mezzo secolo l’Algeria rivendica il Sahara Occidentale, ex colonia spagnola, il cui territorio è stato occupato dal Marocco che deve fronteggiare la ribellione armata del Fronte Polisario creato e armato da Algeri. Si intrecciano così in modo drammatico le vicende delle due entità statali nordafricane, entrambe alla ricerca di riforme economiche e riconciliazione nazionale. Ma i veri pericoli si annidano proprio nella mancanza di stabilità e nel vuoto di potere. Sullo sfondo di un contesto regionale assai precario il grande incubo si chiama fondamentalismo religioso. Nel conflitto libico gli estremisti salafiti prevalgono nettamente nel fronte di al Sarraj ma sono presenti, pur in misura minore, anche in alcune brigate che appoggiano Haftar nell’assalto a Tripoli. In Algeria la Fratellanza musulmana cavalca sempre di più la protesta popolare contro il regime. Ciò significa che l’estremismo religioso e politico potrebbe un giorno andare al potere nelle due nazioni maghrebine. Siamo alla vigilia di una primavera islamista ad Algeri? La guerra libica contagia pericolosamente il Paese nord africano dove il nuovo stenta a decollare. Mentre il sistema politico resta saldamente nelle mani del regime e dell’esercito che controlla l’intero Paese dall’indipendenza nel 1962, l’opposizione è molto divisa lasciando così spazio ai movimenti estremisti e fondamentalisti. L’uscita di scena dell’ultraottantenne Bouteflika non ha placato la piazza che continua a chiedere la fine dell’attuale sistema di potere. Ma l’alternativa potrebbe essere peggiore e il caso dell’Egitto insegna. Mohammed Morsi, del partito islamista vicino ai Fratelli Musulmani vinse le elezioni presidenziali nel 2012, rimase in carica quasi un anno e poi fu deposto da colpo di Stato militare con il plauso dell’Occidente che non poteva consentire a un estremista islamico di trasformare il grande Paese del Nilo in un Stato confessionale retto dalla rigida applicazione della sharia, la legge coranica. Secondo analisti e osservatori del mondo arabo-maghrebino l’Algeria è a rischio infiltrazione di terroristi islamici provenienti dalla Libia e dal Mali come i seguaci di “al Qaeda nel Maghreb” (Aqim) e dell’Isis oltre ad altri gruppi radicali che combattono contro i governi locali nel Mali e in Ciad. La preoccupazione è diffusa anche tra i pochi cristiani presenti nel Paese (appena lo 0,2% , tra cui solo 8.000 cattolici, su 40 milioni di musulmani) per la presenza dell’Isis e di altri gruppi islamisti nella vicina Libia. L’Algeria è stata classificata dal Rapporto di “Open Doors” al 42° posto nella lista dei Paesi del mondo in cui è più difficile essere cristiani. Per evitare che la situazione in Algeria precipiti verso la destabilizzazione con un eventuale ritorno dei fondamentalisti islamici e del terrorismo diventa urgente lavorare per una transizione democratica con l’appoggio diplomatico della comunità internazionale e dell’Italia in particolare che deve essere pronta a svolgere un ruolo attivo nell’area. Dal gas alle migrazioni per noi italiani ci sono in ballo interessi vitali e nel caso di una crisi migratoria provocata da un possibile caos politico o per l’insorgere della minaccia terroristica ci troveremmo particolamente esposti per la vicinanza geografica. Le forniture di gas e petrolio dall’Algeria giungono regolarmente e non sono a rischio anche se la concitata Primavera algerina rischia di rallentare il rinnovo dei contratti energetici. Il tacito compromesso tra il governo nazionalista e laico di Bouteflika e i Fratelli Musulmani ha reso possibili vent’anni di stabilità dopo la lunga stagione del terrorismo. Ma la Fratellanza musulmana non ha mai rinunciato al potere e oggi alimenta la protesta popolare con l’obiettivo di conquistare il potere e insediare un regime fondamentalista sulla sponda meridionale del Mediterraneo sostenuto da Qatar e Turchia (gli stessi Paesi che appoggiano il governo di al Sarraj a Tripoli) e, dall’Algeria, destabilizzare l’intera regione nord africana.

dal settimanale “La Voce e il Tempo”

Non c'è Storia, storie che raccontano la storia

40 iniziative
3 comuni coinvolti
3 piazze
1 festa/concerto
eventi insoliti: a bordo del Tram 4, al Consolato Vietnamita e nel Rifugio Antiaereo
10 workshop
3 lezioni aperte
25 ospiti da tutta Italia
coinvolti: 3 musei, 9 circoli e tante associazioni

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Un festival dedicato alla letteratura per bambini e ragazzi. Da giovedì 2 a lunedì 6 maggio, a Torino è in programma la seconda edizione del festival Matota, organizzato dall’Associazione Culturale Babelica, con il supporto del Comitato Arci Torino e il patrocinio di Comune di Torino, Circoscrizione 4 e Biblioteche Civiche Torinesi.
Matota, in piemontese, significa bambina, un nome femminile scelto per il festival dedicato alla letteratura per i più giovani, un appuntamento nato per parlare a bambini e ragazzi dei grandi temi sociali attraverso la narrativa, per affrontare con parole semplici temi difficili. L’edizione 2019 di Matota – la seconda – è dedicata alla Storia, alle vicende di donne e uomini che, da soli o in gruppo, hanno cambiato la propria epoca, mettendosi al servizio di un principio di giustizia. L’obiettivo è capire come la memoria aiuti a scoprire le nostre origini, a comprendere il mondo attuale, ad affrontare le sfide che ci porta il futuro. A parlarne, tanti autori, tra i quali anche  Moni Ovadia, Laura Curino, Carlo Pestelli. E, ancora, Bruno Maida, Fabio Bartolomei, Daniele Aristarco .«Torino ha una vasta offerta di appuntamenti culturali, ma quasi tutti dedicati a un pubblico adulto e in zone centrali della città. Matota abbassa l’età ma alza l’offerta, con appuntamenti dedicati ai bambini, ai ragazzi e alle loro famiglie, anche nei luoghi più fuori mano, dov’è difficile ascoltare musica, storie, dove sia possibile giocare e inventare – dice Pino Pace, direttore artistico della rassegna -. Questa seconda edizione Matota, dedicata alle storie che raccontano la Storia, si concentra soprattutto sulla storia del ‘900, ripercorrendone attraverso la musica, la narrativa, l’esplorazione, l’invenzione, i momenti drammatici e quelli lieti, in un cammino di conoscenza indispensabile per capire il mondo com’è o come sarà. O almeno provarci».Tatjana Giorcelli, presidente Circolo Arci Babelica, spiega: «Il nostro festival nasce per aiutare i più giovani a comprendere il presente con l’intento di non lasciarli soli nella ricerca di risposte davanti ai grandi temi sociali e alle contraddizioni del mondo contemporaneo. La narrativa è una risorsa fondamentale per fornire a bambini e ragazzi gli strumenti per diventare futuri cittadini consapevoli».

Solo 4 italiani su 10 leggono almeno un libro all’anno, 33 milioni di persone di età superiore ai 6 anni non hanno letto nemmeno un libro di carta (Istat 2016): «Arci Torino è in prima linea per la promozione della lettura, un’emergenza culturale che serve affrontare soprattutto lavorando sull’infanzia e sulle famiglie – dice Andrea Polacchi, presidente del Comitato Arci Torino – Il Festival Matota, in questo senso, è un orgoglio per Arci anche livello nazionale e a Torino, dove si conferma come il principale appuntamente sulla lettura messo in campo da una rete no-profit. L’Associazione Babelica, con la nostra collaborazione, ha costruito una proposta che parte dal basso coinvolgendo decine di Circoli Arci e, contemporaneamente, aprendosi a importanti sinergie con i soggetti e le istituzioni del territorio». Per valorizzare le migliori esperienze della rete, da alcuni mesi Arci Torino ha costituito un gruppo di lavoro sulla lettura, dove lo scambio di buone pratiche e la progettazione comune consentiranno – questo è l’auspicio – di mettere in campo sempre più iniziative come questa: «Il contrasto alla barbarie, all’intolleranza, all’egoismo sociale da cui siamo circondati passa per l’educazione alla bellezza, alla sensbilità di ascoltare e interpretare il mondo con gli occhi degli altri. La lettura è il veicolo di questa consapevolezza, che riguarda anche la capacità delle comunità di fare i conti e imparare degli errori del proprio passato, non cedendo alla tentazione, tutta contemporanea, di vivere esclusivamente in un presente da consumare, incapaci di avere memoria e, quindi, di sognare il futuro».
Il Festival si aprirà giovedì 2 maggio con gli appuntamenti gratuiti dedicati alle scuole e coinvolgendo due comuni: Settimo Torinese e Torino. La biblioteca civica multimediale Archimede di Settimo Torinese ospiterà Daniele Aristarco, autore di “Io dico sì” (EL editore), per un’iniziativa organizzata in collaborazione e con il sostegno del Rotary Club e della Libreria Alicante, mentre le scuole torinesi saranno coinvolte in due attività laboratoriali partecipate: “Immagina di essere in guerra” di Daniela Carucci e “Lo zaino del partigiano” di Tatjana Giorcelli e Pino Pace, nella sede della biblioteca dell’Anpi Sezione Martinetto di Torino.
 
Alle 18 di giovedì l’inaugurazione ufficiale del Matota al Magazzino sul Po, ai Murazzi, lato sinistro, con il concerto dedicato alle famiglie con Michele Dal Lago e Giusy Pesenti: dai canti contadini al rock, passando per il blues, perché la musica del secolo scorso non è solo roba da grandi (ingresso riservato ai soci Arci).
 
La giornata di venerdì 3 maggio sarà dedicata alle scuole, con numerosi appuntamenti mattutini e pomeridiani in piazza Paravia e Risorgimento e nei circoli Arci Banfo, Basaglia e Risorgimento.
 
Sabato 4 maggio, alle 10, si inizia con la lettura della storia “Mia mamma guida una balena” (Lapis edizioni) di Pino Pace sul tram della linea 4: un bambino scopre il lavoro importante di sua mamma, che trasporta le persone che fanno andare avanti la città…
Il pomeriggio di sabato 4 e tutta la giornata di domenica 5 gli incontri si concentreranno in piazza Risorgimento. Dalle 14 del sabato è prevista l’apertura gratuita del Rifugio antiaereo con visite guidate a cura del Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e la proiezione sotterranea del video “Resistere per essere liberi”, a cura di Lacumbia Film. In contemporanea, si terranno letture a cura degli studenti del corso di recitazione di ODS supportati da Stefania Giuliano e sarà presente il bibliobus delle biblioteche civiche di Torino con una selezione speciale dedicata al tema del Matota 2019. Dalle 14,30, con l’appuntamento “Come giocare con i giochi – Istruzioni per i grandi”, sarà presente il progetto “Prima della terza” che scende in piazza e spiega ai genitori come usare con i più piccoli i principali giochi educativi affinché i momenti di gioco si trasformino in apprendimento, in collaborazione con Quercetti.
Alle 15,30 lezione aperta ai bambini e ai ragazzi del professor Bruno Maida su “I treni della felicità”: i convogli che portavano da Sud a Nord migliaia di bambini di famiglie finite in miseria, una pagina poco nota dell’Italia appena uscita dalla Seconda Guerra Mondiale.

Domenica 5 si inizierà alle 10 all’Oca Carlotta con “Il baule verde, una favola musicale”, un laboratorio per i più piccini a cura dell’associazione Amaranto. A seguire, nuovamente in piazza Risorgimento, prenderanno il via le attività laboratoriali a cura del Musli sui Libri pop up, poi visita guidata al borgo vecchio Campidoglio a cura del MAU (partenza alle 10,30 dal Sagrato San Alfonso, via Cibrario angolo corso Tassoni). Alle 15,30 sarà il momento del laboratorio attivo “La costituzione in 11 colori” con Cristiana Voglino e Federica Rosso: come spiegare la Costituzione in meno di due ore? In che maniera i suoi principi fondamentali sono parte della nostra quotidianità E, infine, alle 17 appuntamento con Martina Recchiuti, Ilaria Rodella e Pietro Corraini che parleranno del progetto “Internazionale Kids”. Lunedì 6 maggio il Festival si chiuderà in bellezza con due super ospiti e un evento speciale: Moni Ovadia, accompagnerà i bambini in una passeggiata alla scoperta delle pietre d’inciampo e delle storie di deportazione nella nostra città. All’Environment Park, invece, Laura Curino racconterà ai ragazzi delle scuole medie la vicenda di Adriano Olivetti: si può essere capitalisti e rivoluzionari? L’industria può darsi dei fini che non siano solo i profitti? Nel pomeriggio, nell’incredibile cornice del giardino del Consolato della Repubblica Socialista del Vietnam, attraverso la lettura dei ca dao e l’analisi dei poster, saranno spiegati ai bambini i concetti di “colonialismo” e “resistenza” e l’azione di un popolo in lotta. Matota è anche MatotOff, eventi fuori dagli orari scolastici e dai luoghi comuni: musiche, parole, arti maggiori e minori, in contesti informali e in luoghi non scontati. Gli eventi del MatotOff spazieranno dal laboratorio “Memoria, odori e immagini” al caffè Basaglia, alle chiacchiere sulle Fiabe Sarde ed. Condaghes con Rossana Copez al circolo B-Locale, all’incontro con i lettori di Nicoletta Bortolotti con il suo “Chiamami sottovoce” (HarperCollins) alla Piola Sardo-Veneziana Bar Pietro fino alla cena sarda di finanziamento del festival al circolo dei sardi Antonio Gramsci e all’incontro con Fabio Bartolomei in Babelica con la presentazione del suo “L’ultima volta che siamo stati bambini” (edizioni e/o). Il MatotOff arriverà fino a Carmagnola, al Circolo Arci Margot dove Carlo Pestelli e il Coro Moro racconteranno il significato di “Bella Ciao”.
 
Il programma completo del Matota è disponibile su www.matota.it
 
 

Tornano "madre e padre" sulla carta di identità

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

Nel provvedimento, firmato il 31 gennaio scorso dal ministero dell’Interno, da quello della Pubblica Amministrazione e da quello dell’Economia, sulla carta d’identità il termine “genitore” viene sostituito dai più tradizionali “padre” e “madre” ogni qual volta si presenta nel testo che predispone le “modalità tecniche di emissione della carta d’identità elettronica“. Il provvedimento modifica il testo del decreto del 23 dicembre 2015, con il quale si introduceva la dicitura “genitori”. Lo scorso novembre era stato lo stesso ministro Salvini a proporre il reintegro di “padre” e “madre”. Il vicepremier aveva annunciato la sua battaglia “in difesa della famiglia naturale”, partendo già dalle pagine web del Viminale. Ora, a pochi mesi da quelle parole, la modifica ha effetto per decreto. Il provvedimento era stato bocciato dal Garante della Privacy, Antonello Soro. Il 24 novembre 2018, infatti, Soro, nel parere richiesto dal Governo, aveva scritto: “La modifica introdotta dal decreto si è rivelata inattuabile in alcune ipotesi, con gli effetti discriminatori che necessariamente ne conseguono per il minore. Per esempio, nei casi nei quali egli sia affidato non al padre e alla madre biologici, ma a coloro i quali esercitino — secondo quanto previsto dall’ordinamento — la responsabilità genitoriale a seguito di trascrizione di atto di nascita formato all’estero, sentenza di adozione in casi particolari o riconoscimento di provvedimento di adozione pronunciato all’estero”.

 

Picchia la moglie ma la accusa di averlo aggredito

Aveva raccontato agli agenti, mostrando il labbro rotto, di aver subito un’aggressione senza motivo dalla moglie che poi si era allontanata da casa. La versione dell’uomo sembrava imprecisa, infatti non era lui la vittima! La signora, dopo aver ricevuto dal marito uno schiaffo al volto e un calcio alla coscia, solo per averlo svegliato, si era difesa colpendolo con il dorso della mano.Era stata una vicina a contattare la Polizia nel pomeriggio di mercoledì, nel quartiere Madonna di Campagna, a causa delle richieste esasperate di aiuto della donna. Quest’ultima era ormai stanca delle continue discussioni ed aggressioni fisiche e verbali del marito, che andavano avanti da circa 7 anni e che si manifestavano generalmente per futili motivi, spesso anche in presenza del figlio minore.L’uomo, un italiano di 36 anni, è stato arrestato dagli agenti della Squadra Volante per il reato di maltrattamenti in famiglia.

Ricatto sessuale per 300 euro: arrestato

I Carabinieri della Stazione di Alessandria hanno arrestato in flagranza di reato per estorsione un uomo di cinquantasette anni, cittadino italiano, residente a Novi Ligure. L’uomo è accusato di aver ricattato ed estorto denaro ad un 50enne alessandrino, adescato tramite la navigazione in internet su siti specializzati in incontri di persone sole. Dopo essersi incontrati, l’estortore ha minacciato di rivelare la relazione amorosa alla famiglia del malcapitato, a meno che non avesse ricevuto la somma di 100 euro. Il cinquantenne acconsentiva alla richiesta, ma l’estortore, non pago, alcuni giorni dopo contattava nuovamente lo sventurato, richiedendo ulteriori 200 per il suo silenzio: a questa nuova pretesa la vittima non aderiva ma si rivolgeva ai Carabinieri della Compagnia di Alessandria che realizzavano immediatamente un dispositivo operativo, cogliendo così in flagranza di reato il malfattore proprio nell’istante in cui riceveva i soldi.  

L’arrestato già noto alle Forze dell’Ordine per reati contro il patrimonio, è stato tradotto presso la Casa Circondariale “Cantiello e Gaeta” a disposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Alessandria.

 

Ubriaco spacca le vetrina con una testata

La Polizia di Stato di Vercelli ha arrestato un uomo per resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale.

Intorno alle ore 2 di notte,  la Sala Operativa della Questura inviava due equipaggi della Squadra Volante a Borgo Vercelli, poichè era stato segnalato un uomo che con atteggiamenti violenti stava infastidendo alcuni avventori di un noto bar del luogo e che, con una testata, ne aveva infranto la vetrata.Giunti nei pressi, gli Agenti si trovavano di fronte un uomo alto circa 2 metri e dalla corporatura decisamene robusta, senza scarpe, che in mezzo alla strada inveiva in direzione di alcune persone che nel frattempo si erano rifugiate all’interno del bar. L’uomo, in evidente stato di ebbrezza alcolica,  veniva invitato dagli Agenti  a calmarsi, ma, nonostante l’opera di mediazione dei Poliziotti, improvvisamente si scagliava contro gli operanti trascinandone a terra uno; ne scaturiva una colluttazione e solo con enormi difficoltà gli Agenti riuscivano a contenere e ad ammanettare l’uomo.

A questo punto il soggetto, noto per la sua indole violenta e per i suoi numerosi precedenti per reati contro la persona,  resisteva passivamente all’arresto, sdraiandosi al centro della carreggiata e bloccando la circolazione sulla provinciale in entrambi i sensi di marcia, mettendo quindi in pericolo non solo la propria incolumità fisica ma anche quella degli Agenti operanti.Solo dopo venti minuti gli uomini della Squadra Volante riuscivano ad accompagnarlo in Questura; l’uomo, quarantacinquenne di nazionalità rumena ma residente da molti anni a Borgo Vercelli, veniva arrestato per i reati di resistenza e lesioni a Pubblico Ufficiale; due degli operatori riportavano lesioni guaribili rispettivamente in cinque e quindici giorni.L’arrestato veniva anche indagato per il danneggiamento della vetrata del bar, rotta con una testata che gli ha causato una profonda ferita al capo.Successivamente il Giudice convalidava l’arresto e lo condannava alla pena, sospesa, di sei mesi di reclusione.L’uomo è stato sanzionato per ubriachezza molesta e anche per blocco stradale, illecito amministrativo introdotto dal Decreto Sicurezza dell’agosto 2018, che comporta pene pecuniarie particolarmente ingenti.

 

Annulli postali a 70 anni dalla tragedia di Superga

Il 4 maggio 1949 l’aereo con a bordo l’intera squadra del “Grande Torino, si schiantò contro il muraglione del terrapieno posteriore della basilica di Superga, che sorge sulla collina torinese; le vittime furono 31 tra giocatori, dirigenti e giornalisti

In occasione dei 70 anni dalla tragedia di Superga, Poste Italiane Filatelia ha realizzato un Folder in formato A5 a 3 ante con fotografie dell’epoca della tragedia e con disegni raffiguranti la squadra. Al suo interno due cartoline: una affrancata con il francobollo dedicato al cinquantenario della scomparsa della squadra emesso il 4 maggio del 1999 e una affrancata con il francobollo dedicato a Valentino Mazzola emesso il 19 gennaio di quest’anno. Inoltre è stata realizzata anche una cartolina acquistabile singolarmente.

Il 4 maggio si svolgerà un servizio filatelico temporaneo nel piazzale antistante la Basilica di Superga con una postazione dedicata, a partire dalle ore 10,00 e fino alle ore 19,00, mentre una seconda postazione sarà allestita all’interno del Museo del Grande Torino, aperto eccezionalmente dalle 9,00 alle 13,00, in via G.B. La Salle, 87 a Grugliasco per commemorare i giocatori, i giornalisti e i piloti dell’aereo. Potrà essere visitata anche la mostra temporanea “L’ultimo volo per il Grande Torino” con foto e reperti a ricordo dell’avvenimento.

Il folder, un ricordo per tutti appassionati, tifosi e collezionisti, sarà disponibile successivamente anche in tutti gli uffici postali con sportello filatelico, negli Spazio Filatelia e on-line su poste.it al costo di 8,00€.

 

PARCO MICHELOTTI, APPROVATE LE LINEE DI INDIRIZZO PER LA RIQUALIFICAZIONE

Il Consiglio comunale ha approvato, nella seduta di oggi pomeriggio, la delibera di recepimento delle linee di indirizzo per il recupero di parco Michelotti

Il documento ha ottenuto 22 voti a favore e 1 astenuto. Dovrà essere un parco pubblico aperto a tutti, senza aree privatizzate recita l’articolo uno delle Linee guida riguardo la destinazione dell’area.

 

L’accessibilità dell’area sarà garantita da alcuni interventi emersi dal percorso di progetto partecipato con i cittadini; è prevista la rimozione o la sostituzione di parti delle recinzioni con strutture in legno o con siepi, l’uso dei parcheggi esistenti e la realizzazione di quelli per disabili in corrispondenza degli accessi, collegamenti pedonali e ciclabili, mobilità pedonale interna lungo il fiume e lungo corso Casale.

 

Nell’area è previsto siano garantiti i seguenti servizi: punti di acqua potabile, servizi igienici gratuiti, illuminazione notturna a led, raccolta differenziata dei rifiuti, parcheggi per biciclette, aree di sgambamento per cani. La sicurezza dovrà essere garantita con la presenza della polizia municipale e la frequentazione degli utenti.

 

Tutti i fabbricati, un tempo case degli animali dello zoo, saranno progressivamente demoliti, ad eccezione dell’edificio che ospitò il rettilario per il quale è previsto, tramite bando, il recupero e una destinazione ad attività culturali e didattiche.


Saranno mantenuti gli elementi di naturalità già presenti, e si prevede la messa a dimora di nuove piante, la valorizzazione delle sponde del fiume e del patrimonio faunistico.
Sarà garantita la fruizione sociale e sportiva del parco con attrezzature a ridotto impatto ambientale e removibili; attenzione agli aspetti didattico, culturale e sociale con la valorizzazione degli aspetti naturalistici e della storia del parco affidati alle associazioni del territorio.

Atp finals, impatto da mezzo miliardo di euro

La sindaca di Torino, Chiara Appendino, padrona di casa alla presentazione, avvenuta  a Palazzo Madama di Torino delle Atp Finals, che si terranno in città dal 2021 al 2025 ha detto: “Siamo felici e orgogliosi: queste le due parole chiave che rappresentano ciò che la città e anche io stiamo vivendo. Torino saprà organizzare un evento meraviglioso. Un  grazie al governo che ha creduto nelle  nostre potenzialità  per lo sport e il tennis. E grazie anche al presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino che ha fatto un grande lavoro silenzioso, alla giunta e al consiglio regionale”. Nei cinque anni “torinesi”, 2021- 2025, le Atp Finals potrebbero superare il numero dei biglietti venduti, circa  900 mila. Saranno in collegamento televisivo 180 paesi e l’impatto economico oscillerà nell’intero periodo tra i 400 e i 500 milioni di euro.