Agosto 2018- Pagina 3

Istanbul, come cambia piazza Taksim

FOCUS INTERNAZIONALE  / di Filippo Re

Nella Turchia che cambia radicalmente mutano aspetto e scenografia anche i luoghi simboli della laicità storica del Paese della Mezzaluna. Come accade nella famosa piazza Taksim a Istanbul, la piazza delle proteste e delle manifestazioni antigovernative del Gezi Park, trasformata in un maxi cantiere. Tra qualche mese, o al più tardi nel prossimo anno, stambulioti e turisti entreranno in una piazza totalmente diversa. Il Centro culturale Ataturk è stato demolito e, pur continuando a essere la sede del Teatro d’Opera con sala da concerti per 2500 persone, ospiterà anche biblioteche, sale per conferenze e mostre, cinema e teatri, caffè e ristoranti sulla terrazza panoramica, librerie e negozi. Una specie di 8 Gallery stambuliota. La facciata del nuovo modernissimo palazzo servirà per proiettare sulla piazza gli spettacoli interni. Un progetto in stile erdoganiano, grandioso come al solito. E non è l’unica novità. Dall’altro lato di piazza Taksim sta sorgendo una nuova moschea dal profilo avveniristico come ben si nota nella fotografia del progetto. Alta 30 metri su una superficie di 1500 metri quadrati accoglierà anche una sala per incontri culturali e disporrà di un parcheggio sotterraneo. I lavori, iniziati lo scorso anno, dovrebbero concludersi nel 2019. Una moschea fortemente voluta dal ciclone Erdogan, padre-padrone di una Turchia che comincia già ora a prepararsi e ad abbellirsi per festeggiare il centenario della Repubblica ma che nel frattempo risveglia i timori di un’islamizzazione sempre più profonda della società turca guidata da un presidente, al comando della seconda

. (AP Photo/Thanassis Stavrakis)

potenza della Nato dal 2002, che dopo le elezioni del 24 giugno detiene poteri quasi assoluti e sta trasformando la Mezzaluna in un sultanato anatolico. In realtà l’idea di una moschea in piazza Taksim non è nuova. Ci aveva provato negli anni Novanta l’ex premier islamista Necmettin Erbakan ma fu bloccato dalla forte opposizione degli ambienti laici kemalisti che avevano bocciato il progetto. Erbakan non ebbe quella fortuna che oggi ha il “sultano” Erdogan in un contesto politico e religioso assai diverso da quello di alcuni decenni fa. Il nuovo tempio islamico nasce a pochi passi dalla chiesa greco-ortodossa della Santa Trinità, sulla Istiklal Caddesi, la celebre via del quartiere, e nelle intenzioni di Erogan, ex sindaco di Istanbul, vuole essere un simbolo del dialogo inter-religioso. Ma c’era davvero bisogno di una nuova faraonica moschea in una megalopoli stracolma di luoghi di culto musulmani, compresa l’area attorno a piazza Taksim? Erdogan non ha dubbi e l’edificazione di nuove moschee è necessaria per marcare in profondità il territorio e limitare gli spazi lasciati alla laicità. Il disegno erdoganiano di dare al Paese un’impronta più religiosa e conservatrice passa anche attraverso le trasformazioni architettoniche e urbanistiche.

 

 

Semifreddo all’amaretto 

Un dessert perfetto per un fine pasto estivo, invitante, fresco e raffinato che non necessita di cottura. Si prepara con un certo anticipo, è di semplice realizzazione. Gli ingredienti si possono sostituire secondo i propri gusti, con cioccolato, frutta fresca o secca, agrumi o altro. Di sicuro successo.
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Ingredienti 

300gr. di mascarpone
100gr. di zucchero a velo
3 grosse uova
3 cucchiai di cacao in polvere
3 cucchiai di liquore (amaretto)
Amaretti secchi
Poco latte
1 cucchiaio di miele
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Montare molto bene i tuorli con lo zucchero, montare a neve ferma gli albumi. In una ciotola mescolare il mascarpone con il liquore, unire il composto di tuorli e successivamente, con delicatezza, gli albumi. Riporre in frigo per due ore. Tritare gli amaretti, unire un cucchiaio di cacao amaro, poco latte ed il miele, mescolare. Rivestire gli stampini con pellicola trasparente, sul fondo fare uno strato di amaretti premendo bene e riempire con cucchiaiate di crema al mascarpone. Riporre in frigo per tre ore. Sformare e cospargere con il cacao rimasto. Servire freddo a piacere.

Paperita Patty 

Sul rientro dei docenti meridionali

Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti umani esprime apprezzamento per le dichiarazioni del ministro, dott. Bussetti, in merito al provvedimento in corso di elaborazione finalizzato al rientro dei docenti meridionali, collocati dall’algoritmo della legge 107/2015 in località molto distanti dalle proprie sedi. Più volte l’attuale ministro si è speso in relazione a tale problematica, dando prova di estrema sensibilità per una questione che non riguarda soltanto la scuola, ma diventa quasi sociologica, economica e antropologica. Se lo stesso ministro Salvini propone di ripopolare il Meridione esautorato da continue emigrazioni attraverso una serie di interventi, evidentemente quella che si presenta può essere l’occasione per contribuire a un riassestamento dell’assetto economico tra Nord e Sud, riequilibrare la disgregazione di tanti nuclei familiari e riattivare circuiti virtuosi in zone che rischiano la desertificazione umana.   Ci auguriamo che le strategie dell’attuale Governo possano realmente portare al benessere e all’armonia tante famiglie in fiduciosa attesa e contribuire al miglioramento dell’economia del Sud, invertendo l’infausto processo di abbandono da parte delle forze produttive e portatrici di ricchezza delle regioni meridionali, invece, più bisognose proprio di incrementare i redditi.

Prof. Romano Pesavento

Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani

Suggestioni d’Italia

DAL NEOREALISMO AL DUEMILA. LO SGUARDO DI 14 FOTOGRAFI. FINO AL 23 SETTEMBRE

Cinquant’anni di Bel Paese. Quelli che abbracciano il secondo dopoguerra di un’Italia in cui riesci a ritrovarti a memoria o per esperienza e vissuto personale così come sul filo di cose dette e raccontate, ma anche di un’altra Italia fermata per caso – in un attimo di buona sorte o circuita e a lungo corteggiata e annusata – per fartela arrivare lungo vie traverse dell’anima (chiamiamole ispirazione o intuito o bizzarria sperimentativa) che ti fanno veleggiare fra immagini inaspettate eppur così vere e reali da lasciarti senza fiato e metterti i brividi in corpo e fiaccarti di emozioni: tutto questo troviamo nelle oltre cento fotografie focalizzate sul Paesaggio Italia e sulle “Suggestioni d’Italia” realizzate da 14 fra i più grandi Maestri italiani dell’ottava arte e raccolte in una grandiosa mostra ospitata alla GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino. Dal Neorealismo ai primi vagiti del Duemila. Pagina dopo pagina, la rassegna vuole essere un viaggio lento che vieta la fretta, fra campagne e città, periferie e centri urbani mai univoci mai scontati, feste sull’erba, arrotini, spazzini e ombrellai, baci alla luce del sole, lotte sociali, noi immigrati e valigie di cartone, il volto che racconta fatica dei contadini e i gesti larghi e chiassosi di un’esuberante donna del sud. Scatti in bianco e nero che arrestano con forza il trascorrere del tempo e altri che esplodono di colore, attratti dalle sirene pittoriche delle avanguardie astratte dell’epoca. Sono immagini che cavalcano la penisola, raccontandone anima e corpo, testa e pancia, dall’estremo Nord al più basso Sud. Paesaggi, luoghi e “non-luoghi”, per una mostra che nasce in casa con fotografie provenienti dagli archivi della stessa Gam, raccolte soprattutto durante la direzione Castagnoli (albori del Duemila) per essere intelligentemente ripescate oggi da Riccardo Passoni, neo-direttore della Galleria e curatore della mostra che racconta: “Ci è parso giusto tornare a focalizzare la nostra attenzione sul tema della fotografia, tralasciato dalla programmazione da circa dieci anni. E questo anche perché a cavallo del Duemila, la Gam prima e la Fondazione CRT per l’Arte Contemporanea poi, avevano costituito una ragguardevole collezione di fotografia dal secondo dopoguerra in avanti. Quasi tutti i grandi nomi di questo linguaggio sono entrati a far parte delle nostre collezioni”. Nino Migliori, bolognese del ’26, è il primo artista che si incontra in rassegna con la sua “Gente dell’Emilia” del ’57 di cui fa parte lo stupendo, divertito e divertente, siparietto neorealista dei cinque uomini con bambino fuori dal negozio di “Renato: parrucchiera per signora”, con la signora che sbuca a destra dalla tenda e il bambino, a sinistra, assai poco interessato alle chiacchiere di quella curiosa combriccola. Bellissimo é anche il bacio della “Venezia” del ’59 di Gianni Berengo Gardin (“Quando ero giovane in Italia – ricorda il grande fotografo genovese – era proibito baciarsi in pubblico. Così, quando sono arrivato a Parigi, dove tutti si baciavano continuamente, sono diventato un guardone, avido di rubare queste fotografie di baci”); esemplari, a seguire, gli scatti milanesi di Uliano Lucas che raccontano almeno quarant’anni di storia del capoluogo lombardo ( fra lotte sociali, disagi sofferenze e i risvolti luccicanti della “Milano da bere”), così come la Napoli – ma non solo- ad alta intensità emotiva di Mimmo Jodice e le “dure” campagne di Mario Giacomelli. E il viaggio continua fra gli “scuri” di Ugo Mulas e i “chiari” di Luigi Ghirri – con i suoi paesaggi “vuoti”, quasi non sfiorati dalla presenza umana – accanto alle metafisiche astrazioni dai colori accesi del modenese Franco Fontana. Territorio e memoria – le “cave” – sono anche i punti cardine di Mario Cresci che in mostra presenta opere risultato del passaggio dalle tecniche analogiche (stampe ai sali d’argento) alle tecniche digitali, mentre la dimensione urbana e industriale regolata da geometrie ricercate e perfette domina gli scatti in bianco e nero di Gabriele Basilico. Sempre in bianco e nero é anche la Sicilia di Ferdinando Scianna (sapientemente giocata su contrasti di sole-luce/buio) e quella ricca di mistero e “apparizioni sorprendenti” di Enzo Obiso. Unica donna del gruppo è Bruna Biamino, torinese classe ’54. Bellissimo il suo “Lago di Avigliana” del ’98, esempio significativo di una narrazione sempre allusiva ad una sorta di “sogno lattiginoso” e spaesante. Condotto dalla Biamino e da Obiso, con il GAM Photo Project, è anche in programma nel mese di luglio un workshop teso a coinvolgere la popolazione social attraverso Instagram (per info: tel. 011/4436999 – 011/4429544). A chiudere infine la rassegna espositiva, il toscano di Pistoia Aurelio Amendola che ci regala imperdibili e rigorosi scatti dell’Abbazia cistercense di San Galgano nel senese. Il linguaggio è di semplice e intima religiosità.

Gianni Milani

“Suggestioni d’Italia – Dal neorealismo al Duemila. Lo sguardo di 14 fotografi”

GAM- Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, via Magenta 31, Torino; tel. 011/4429518 – www.gamtorino.it Fino al 23 settembre

Orari: da. mart. a dom. 10/18, lunedì chiuso

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Foto

– Nino Migliori: Da “Gente dell’Emilia”, stampa ai sali d’argento, 1957
– Gianni Berengo Gardin: “Venezia”, stampa ai sali d’argento, 1959
– Uliano Lucas: “Piazza Accursio, Milano”, stampa ai sali d’argento, 1971
– Franco Fontana: “Landscape, Sicily”, stampa cromogenica, 1988
– Ferdinando Scianna: ” Italia, Pantelleria”, stampa ai sali d’argento, 1962
– Bruna Biamino: “Lago di Avigliana”, stampa da negativo colore, 1998

Gariglio, Asti-Cuneo: “Toninelli mente sapendo di mentire”

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dell’on. Davide Gariglio (Pd) membro  della Commissione Trasporti della Camera sul collegamento autostradale

Su Asti-Cuneo il ministro Toninelli mente sapendo di mentire.  La project review – come sanno al Ministero dei Trasporti –   è già stata fatta dal precedente Governo, che ha cambiato il progetto originario, che prevedeva la costruzione di un tunnel sotto la collina di Verduno, optando per una soluzione superficiale molto meno costosa.  Per finanziare quest’opera i Governi della scorsa legislatura hanno convenuto con l’Unione europea un sistema di proroga quadriennale della concessione della Torino-Milano con contestuale avvio di gara pubblica (qui la grande novità) per il rinnovo della concessione sulla Torino-Milano e sistema tangenziale torinese. Prendiamo atto che il sistema di proroga della concessione, pensato dai governi di centrosinistra, non é ritenuto congruo dal nuovo Governo del Cambiamento (in peggio).  Bene, é loro diritto.  Al Partito Democratico non interessa – come abbiamo già detto – chi completerà l’autostrada Asti-Cuneo, ma solo che questa venga completata.  Chiediamo, però, di conoscere con quali modalità, tempi e fonti di finanziamento il ministro Toninelli intenda realizzare l’opera.  Il ministro deve smettere di guardare solo nello specchietto retrovisore, criticando i predecessori, ma deve dire ai piemontesi cosa intende fare. 
Apprezziamo il suggerimento dato dall’ex ministro Enrico Costa, che chiede ai concessionari che realizzino gratis l’opera. Da ministro dei precedenti governi di centrosinistra non era riuscito a far costruire l’opera gratis dagli attuali concessionari, ci auguriamo abbia maggior fortuna oggi, da parlamentare di opposizione.  Se però, disgraziatamente, il gruppo Gavio non dovesse accettare il suggerimento dell’on. Costa, allora diventa indispensabile conoscere gli intendimenti del ministro Toninelli, una risposta ad alcuni semplici quesiti: in quali tempi sarà completata la Asti-Cuneo? Con quale procedura? Con quale fonte di finanziamento?  Se il Ministro riuscirà a trovare soluzioni migliori, dal punto di vista dei costi e dei tempi, di quelle a cui si era giunti dopo un lavoro quinquennale di Governo nazionale e regionale, saremo i primi a dargliene merito. Ma per ora il ministro si conferma, ancora una volta, reticente.

I 160 anni del primo istituto tecnico d’Italia

Una scuola con i piedi ben piantati nel presente (ed uno sguardo al futuro) ma che non dimentica il passato. E’, questo, in sintesi, il senso dell’evento #160° Leardi: dalle radici … alle gemme del futuro”, presentato ufficialmente lunedì 27 agosto dalla dirigente Nicoletta Berrone, con la vice preside Giuliana Boschi e lo staff che sta lavorando da tempo all’evento del 29 settembre prossimo per celebrare i centosessanta anni di vita di un istituto tecnico voluto nel suo testamento dalla contessa Clara Leardi. E proprio per ricordare la benefattrice il giorno precedente una piccola delegazione di insegnanti e studenti si recherà al camposanto per rendere omaggio alla nobildonna casalese dal cui lascito è partito tutto il processo che ha portato alla nascita del primo istituto tecnico in Italia. Correva l’anno 1858 e, giova ricordarlo, c’era ancora il Regno di Sardegna e l’Italia era ancora da fare. Nacque così il primo Istituto Tecnico istituito con Regio decreto a seguito del generoso lascito della Contessa Clara Leardi che disponeva che nel suo Palazzo nascesse un Istituto con Convitto il cui scopo essenziale fosse rivolto “all’insegnamento dei principi generali sia delle scienze fisiche ed economiche colla loro applicazione agli usi più comuni della vita come del diritto privato e pubblico e delle pubblica amministrazione e di alcune fra le principali lingue viventi ed ad un’istruzione per il commercio e per l’agricoltura teorico-pratica”. “Quella del 29 sarà una giornata in due tempi, una mattinata dal taglio istituzionale – dice la dirigente Berrone – con un convegno che prevede ospiti prestigiosi con argomenti che toccheranno, in un certo senso, i vari settori della nostra offerta formativa, ed uno, pomeridiano dal taglio più ludico. Inoltre, dalle 9 alle 15 Poste Italiane garantirà un annullo filatelico”. Tra i relatori del mattino ci saranno il commercialista Severino Scagliotti, che del Leardi è stato allievo, il notissimo scrittore e giornalista scientifico Piero Bianucci, il vice rettore dello Iulm, Angelo Miglietta, lo storico Gabriele Angelini. Al pomeriggio invece la scena sarà occupata da una mostra di pittura botanica dell’artista inglese (ma che vive a Novara) Mary Ann Scott, visite guidate all’Istituto, lettura del testamento della Contessa Clara Leardi con rappresentazione degli allievi in costume d’epoca, musica e parole con l’ex allievo Daniele Selvitella, in arte Daniele Doesn’t Matter. Centro degli eventi sarà al mattino l’aula magna dell’Istituto, al pomeriggio il ‘Giardino Leardi’ o, in caso di condizioni meteo non favorevoli l’androne. L’incontro è stata anche occasione per la dirigente di fare anche alcune anticipazioni sulle novità dell’anno scolastico 2018 – 2019 ormai alle porte: “Il corso di Mastro di cantina vedrà la sua conclusione per i 25 partecipanti il 4 settembre e da metà del mese partirà la seconda edizione, nel campo delle metodologie didattiche innovative verrà avviato, in una prima del turistico, un percorso di flipped class, ovvero di ‘classe capovolta’, nell’ambito del Pon (sigla che sta a significare Programma operativo nazionale) abbiamo ricevuto i fondi per la creazione di due laboratori innovativi” e a tutto questo si aggiunge l’esperienza maturata con l’alternanza scuola/lavoro ed il corso serale Afm – Amministrazione finanza marketing, con una trentina di iscritti con lezioni in orario preserale e serale durante la settimana ed il sabato mattina.

Massimo Iaretti

 

 

Partnership tra Mauriziano e Buenos Aires su clinica, ricerca e formazione

E’ stato sottoscritto un progetto di collaborazione internazionale tra l’ospedale Mauriziano di Torino e l’Ospedale Italiano di Buenos Aires, uno dei Centri ospedalieri più prestigiosi del Sud America

L’occasione per la firma di questa cooperazione internazionale è la presenza a Torino del professor Eduardo de Santibanes, Direttore del Dipartimento Chirurgico e dei Trapianti dell’ospedale argentino, in visita alla struttura di Chirurgia Generale ed Oncologica del Mauriziano, diretta dal dottor Alessandro Ferrero. La partnership è finalizzata alla realizzazione di percorsi formativi che consentano di crescere attraverso il confronto tra due strutture sanitarie all’avanguardia nella chirurgia oncologica del fegato e delle vie biliari. Il piano di collaborazione prevederà, pertanto, lo svolgimento di stage e scambi di professionisti tra i due ospedali per la formazione medica, l’apprendimento di nuove tecniche e lo sviluppo di progetti di ricerca. La collaborazione tra le due istituzioni verrà ufficializzata e presentata giovedì 30 agosto, nell’Aula Carle dell’ospedale Mauriziano alle ore 17, al termine di una sessione straordinaria della Società Piemontese di Chirurgia, durante la quale il professor De Santibanes ed il dottor Ferrero si confronteranno e presenteranno le nuove tendenze nella chirurgia del fegato.

 

Pierpaolo Berra

 

(foto: il Torinese)

 

TorinoFilmLab presenta “Sunset” a Venezia

Dopo l’Orso e il Pardo d’Oro 2018 ora la Mostra del Cinema 

Il laboratorio creativo promosso dal Museo Nazionale del Cinema ha già conquistato quest’anno l’Orso d’Oro a Berlino con TOUCH ME NOT, il Grand Prix della Semaine de la Critique a Cannes con DIAMANTINO, e il Pardo d’Oro a Locarno con A LAND IMAGINED. Ora sbarca al Lido con 2 titoli, tra cui l’attesissima opera seconda di László Nemes 

Il TorinoFilmLab ha trionfato a Locarno con il secondo Pardo d’Oro in tre anni

Continua l’annata strabiliante del TorinoFilmLab, che si è aggiudicato per la seconda volta in tre anni il massimo riconoscimento alla 71a edizione del Locarno Festival (1-11 agosto) con il film A LAND IMAGINED, opera seconda del singaporiano YEO Siew Hua. Già nel 2016 GODLESS della regista bulgara Ralitza Petrova, anch’esso sostenuto dal TorinoFilmLab, aveva vinto il Pardo d’Oro. A LAND IMAGINED di YEO Siew Hua è stato supportato dal TorinoFilmLab attraverso il TFL Audience Design Fund, dedicato alle strategie innovative per la promozione e la distribuzione, ed era in gara per il Pardo d’Oro nel prestigiosoConcorso Internazionale del festival. Il film, una co-produzione tra Singapore, Francia e Olanda, ha ricevuto dal TorinoFilmLab un sostegno finanziario di €40.000 e consulenze specializzate per l’implementazione di strategie innovative di “audience engagement” che favoriscano il raggiungimento del pubblico. 

Un Premio Oscar in Concorso a Venezia

A tre anni dal trionfo mondiale del suo primo lungometraggio IL FIGLIO DI SAUL (Grand Prix della Giuria e Premio FIPRESCI al Festival di Cannes 2015; Premio Oscar per il Miglior Film in Lingua Straniera 2016), l’ungherese László Nemes è pronto a presentare in Concorso alla 75a Mostra del Cinema di Venezia l’attesissimo SUNSET, il suo secondo lungometraggio sviluppato all’interno del TorinoFilmLab. La pellicola avrà subito dopo la sua anteprima Nord Americana nella sezione Special Presentations del Toronto International Film FestivalSUNSET è ambientato nella Budapest del 1913, e racconta la storia una ragazza orfana alle prese con un misterioso passato familiare alla vigilia della Prima Guerra Mondiale. Il film è in gara per il Leone d’OroLászló Nemes ha completato la prima stesura della sceneggiatura attraverso il programma ScriptLab 2012 (ex Script&Pitch) prima di girare IL FIGLIO DI SAUL, e successivamente ha beneficiato di consulenze ad hoc da parte di esperti internazionali in diverse aree del filmmaking con il programma FeatureLab 2015 (ex FrameWork). SUNSET è stato sostenuto dal TorinoFilmLab con un TFL Production Award di € 50.000.

Scritto assieme a Clara Royer e Matthieu Taponier, il progetto di SUNSET è il risultato di una coproduzione tra Laokoon Filmgroup (Ungheria) e Playtime Productions (Francia), con il supporto dell’Hungarian National Film Fund. Per questo film, il regista ha collaborato nuovamente con il direttore della fotografia Mátyás Erdély.

TEL AVIV ON FIRE nella sezione Orizzonti

Selezionato nella sezione Orizzonti del festival – dedicata ai film rappresentativi di nuove tendenze estetiche ed espressive del cinema mondiale, con un occhio di riguardo nei confronti degli esordienti – è invece TEL AVIV ON FIRE, commedia politica del palestinese Sameh Zoabi. Il progetto – anch’esso un’opera seconda – è stato supportato dal laboratorio attraverso il TFL Audience Design Fund.

Il TorinoFilmLab è promosso dal Museo Nazionale del Cinema con il supporto di MIBACT – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del TurismoRegione PiemonteCittà di Torino e Creative Europe – MEDIA Sub-Programmedell’Unione Europea, in collaborazione con Film Commission Torino Piemonte. 

 

(cs)

Scontro auto – tir: due morti carbonizzati

DALL’UMBRIA Due morti carbonizzati a causa di un incidente avvenuto questa mattina sulla carreggiata nord dell’Autosole tra Orvieto e Fabro. Il  tratto è ora chiuso al traffico dalla polizia stradale. Le vittime erano su un’auto che si è scontrata per motivi ancora da accertare  con un grosso  camion che si è ribalto incendiandosi.  Il camion occupa  parte della carreggiata sud nella quale il traffico passa  solo sulla corsia di emergenza. Si sono formate lunghe code .

L’autunno tiepido della politica torinese

Politica e politici torinesi. Viene voglia di parafrasare il motto “ognuno per sè e Dio per Tutti”.  O più prosaicamente: si salvi chi può. Con tanta ma tanta confusione come sfondo a questo teatrino. Il Chiampa non mollando sicuramente porterà a casa qualcosa.  O una candidatura in Europa o addirittura una ricandidatura in Regione con un raggruppamento politico anomalo . La seconda opzione la vedo più dura, ma oramai tutto é possibile. Del resto solo sei mesi fa nessuno si immaginava che Salvini e Di Maio sarebbero stati alleati a Roma. Ma non tutti ci stanno nel non disturbare il manovratore. Cosi la senatrice Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, non rinuncia a far politica attiva e rilancia la candidatura di Salizzoni che, per natura della persona, ha un determinato orizzonte politico. In altre parole rimanere all’ interno della sinistra riformista.  Mimmo Caretta che non sa che pesci prendere. Ammetto che possa chiedere qualcosa. Dietro i nomi proposte che partendo da un punto comune vogliono percorrere strade che difficilmente si incontreranno. Penso di conoscere molto bene  (apprezzandone le qualità) Anna Rossomando. Ha intorno a sè sia a Roma che  a Torino ottimi collaboratori. Le ho chiesto se ” studiava da segretario del PD “. Lei mi ha opposto un garbato e gentile silenzio. Nel suo stile di riservatezza. Fino a farmi pensare che è l’ex Ministro Orlando  a essere diventato un Rossomandiano. Una partita a scacchi. Pochi sono i pezzi rimasti sulla scacchiera. Senza che bianchi o neri abbiano voglia veramente di fare scacco matto. E poi dove li mettiamo i renziani? Hanno distrutto il Pd. Hanno ripetutamente perso le elezioni. Ma sono sempre la maggioranza. Piaccia o non piaccia. Con Davide Ricca (presidente di quartiere per caso) che si fa beccare con Giordana ex capo di gabinetto della Chiara Appendino. Incontenibile nell’apostrofare i suoi ex compagni grillini come incapaci e dilettanti. Ritorno ai vecchi amori piddini? Se vogliono completare il suicidio politico facciano pure.
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Speriamo che la nostra Chiara si sia riposata un po’. Per Lei sicuramente e poi anche per la nostra città lasciata a se stessa. Non penso che si curi molto delle esternazioni di Giordana. Forse è maggiormente preoccupata della tenuta politica della sua maggioranza.  Non tanto perché dovrebbe dimettersi. In Fondo le farebbero una cortesia come via d’uscita . Ma direi come immagine di chi per altri due anni e mezzo non sa e non può fare nulla. No Tav per modo di dire. Olimpiadi, “dai, tentiamoci senza troppa convinzione”. E poi per tentare di salvare il salvabile il rientro da Messina di Giovanni Foti architetto sempre tecnico di area di sinistra, dal PCI al Pd. Insomma, lo sfondamento in avanti di fatto del nuovo  non c’ è stato. Anche questa rivoluzione  – sicuramente mignon  -ha esaurito la sua spinta propulsiva . Ed il  vecchio Bertola scuotendo la testa continua a dire: che vi dicevo? La quasi certezza è che la nostra Chiara mollerà. La politica non è cosa per lei. Ora che anche i grillini non si possono presentare  in Val di Susa, i  no Tav sono perentori: “Anche voi Pentastellati non state bloccando nulla”. Una cosa che andava come la logistica nell’Alessandrino  è stata messa in crisi dalla tragedia di Genova. Riccardo Molinari intransigente e forte dei sondaggi detta le sue condizioni a Forza Italia o quello che ne è rimasto . E qui la candidatura di Cirio sembra d’obbligo.  Sembra, ma non é scontata. Berlusca è ancora (a fasi alterne) pimpante. E Tajani prima della tragedia di Genova venendo in Val Susa ha confermato: la Tav non si tocca. Ve lo garantisco io . Anche perché non dipende da Toninelli ma da tutta l’ Europa.  E la vedo dura per il Governo italiano chiedere alle nazioni europee di “prendersi ” gli immigrati e poi sospendere la Tav non pagando il dazio. Con Di Maio ed i suoi accoliti locali che si stanno chiedendo coda sta succedendo.  Chi meglio della Porchietto può garantire che certi processi continuino. Porchietto competente in un Italia di incompetenti non è poco. Ed il nostro Chiampa  si accontenterebbe di uno scranno a Bruxelles. Lui che incompetente non è. Lui che a Bruxelles c’è già stato. Sa le lingue e soprattutto di economia. Conosce il bisogno di soldi che abbiamo per mettere sotto controllo il nostro precario sistema viario e che non si può vivere solo di propaganda che va bene solo in campagna elettorale. Giorgetti lo ricorda a Salvini. E Riccardo Molinari è un giovane molto attento, alessandrino, piemontese e capogruppo della Lega a Roma.  Magari dal caos nascerà qualcosa come l’Araba Fenice che dalle proprie ceneri risorgerà Staremo a vedere. Con una sola sicurezza: la politica non è per  incompetenti, soprattutto ora che L Italia sta crollano. E purtroppo non è un eufemismo.
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Patrizio Tosetto
(foto: il Torinese)