Novembre 2017- Pagina 25

Regionali, firme “tarocche”: sentenza salva consiglieri Pd in bilico per ricorso al Tar

Parola fine sulla brutta storia  delle firme tarocche alle elezioni regionali del 2014 , che portarono Sergio Chiamparino sulla poltrona più alta di piazza Castello. Ora  il Pd di Torino è salvo grazie a poche firme valide che non hanno inficiato il risultato finale. Si era già salvata la lista  Chiamparino, e oggi tirano un sospiro di sollievo anche gli otto consiglieri  dem (il segretario regionale Davide Gariglio, Gianna Pentenero, il presidente dell’Assemblea piemontese Mauro Laus, il suo vice Nino Boeti, Raffaele Gallo, Daniele Valle, Andrea Appiano, Elvio Rostagno) che si trovavano sotto la spada di Damocle del ricorso dell’ex leghista Patrizia Borgarello, presentato al Tar. Il tribunale civile di Torino ha infatti depositato  la sentenza che salva il Pd. Erano tante le sottoscrizioni falsificate ma è bastato un modulo autentico a far ritenere conclusa la storiaccia.

Protocollo 112 e caccia. Dibattito a Palazzo Lascaris

Il Protocollo sul nuovo numero unico di emergenza 112 è definito a livello nazionale ed è stato sottoscritto anche dai vertici dei Vigili del fuoco: la sua modifica richiede quindi la condivisione da parte del Comando nazionale dei Vigili del fuoco. Come assessore regionale e coordinatore della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni mi faccio comunque carico dei problemi emersi per quanto di competenza. Se alcune questioni di tipo tecnico possono essere risolte trovando una sistemazione all’interno del protocollo, lavoreremo per individuare le modalità opportune”. È quanto si è impegnato a fare l’assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta lunedì 13 novembre al termine dell’audizione in Commissione Sanità, presieduta dal vicepresidente Davide Bono, dei rappresentanti delle organizzazioni sindacali del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco in merito alle problematiche del sistema numero unico di emergenza 112. I rappresentanti di Conapo Gianni CacciatoreClaudio Cambursano e Alessandro Maglione e della Cisl Antonio Mazzitelli hanno denunciato che il numero unico di emergenza sta creando non pochi problemi perché “la sala unica laica sembra avere ben poco di ‘laico’ dal momento che nelle richieste di soccorso pare privilegiare l’invio di soccorsi sanitari rispetto a quelli tecnici non tenendo presente che, quando si verifica per esempio un grave incidente stradale, è impossibile far intervenire il pronto soccorso prima che il passeggero sia estratto dalle lamiere. A causa di ciò, in molti casi, i tempi d’intervento non vengono compressi ma dilatati”. Sarebbe necessario, hanno continuato, rivedere il protocollo per integrare il disciplinare e prevedere una sala operativa interforze. Sono intervenuti, per richieste di chiarimenti, i consiglieri Gian Luca Vignale (Mns), Paolo AllemanoNadia Conticelli (Pd), Alfredo Monaco(Rete civica), Stefania Batzella (Mli), Mario Giaccone (Chiamparino per il Piemonte) e Marco Grimaldi (Sel). Nella seconda parte della seduta l’assessore Saitta ha svolto un’informativa in merito all’applicazione del Fascicolo sanitario elettronico (Fse) per pazienti e operatori sanitari. “L’obiettivo – ha dichiarato – è digitalizzare gradualmente entro il prossimo triennio tutta la documentazione clinica personale e tutti i servizi a disposizione dei cittadini e realizzare un’unica piattaforma utilizzabile dal web e dai dispositivi mobili: un lavoro che richiede tempo e per il quale è necessario procedere per gradi. Entro il 2018 si ipotizza di partire con i referti di laboratorio analisi, le immagini radiologiche, i referti di anatomia patologica e di altre prestazioni ambulatoriali, i verbali di pronto soccorso, delle prestazioni di emergenza urgenza e le lettere di dimissione ospedaliera. E si punta anche ad attivare la disponibilità delle prescrizioni farmaceutiche, delle prescrizioni specialistiche e gli esiti degli screening. “La scelta della Giunta – ha continuato l’assessore – è di cominciare dai malati cronici e in generale dai cittadini ‘fragili’, per cui il consumo di farmaci e la richiesta di prestazioni è più elevata e di concentrarsi su iniziative che offrono vantaggi ai pazienti e allo stesso tempo rendono più semplici i processi della pubblica amministrazione. Un esempio pratico è costituito dalla dematerializzazione dei buoni per la celiachia: attraverso un accordo con farmacie, negozi specializzati e grande distribuzione sarà possibile effettuare tutti i passaggi, quindi pagamenti e rimborsi, attraverso il digitale”. A gennaio partiranno i test pilota, dalla seconda metà del 2018 si entrerà a regime. In una seconda fase il piano, finanziato con 17,9 milioni di euro di fondi Por Fesr nell’ambito dell’Agenda digitale piemontese, prevede l’inserimento all’interno del fascicolo sanitario elettronico di ulteriori servizi come Il dossier farmaceutico con cui si rilevano i medicinali consumati, le vaccinazioni effettuate, il consenso o il diniego alla donazione di organi e tessuti.Nella prossima seduta la Commissione svolgerà il dibattito sull’informativa.

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ctagliani

 

Sospensione della caccia nelle zone colpite da incendi.

Stop alla caccia nelle zone colpite dagli incendi: sono in corso ulteriori valutazioni. Lo ha detto l’assessore Giorgio Ferrero nella seduta odierna di terza Commissione, presidente Raffaele GalloFerrero ha  infatti svolto le comunicazioni in merito alla sospensione dell’attività venatoria nelle zone colpite dai recenti incendi. A chiedere l’approfondimento è stato il consigliere Gian Luca Vignale (Mns), annunciando qualche novità.

Ferrero ha inizialmente fatto riferimento alla delibera regionale del 31 ottobre con la quale si è stabilita la sospensione della caccia fino al 30 novembre (con possibilità di modifica per la situazione di rischio e l’andamento climatico) nei comprensori alpini colpiti dagli incendi e nelle aree limitrofe. L’area interessata dalla sospensione supera i 538 mila ettari. Gli ambiti di caccia e i comparti alpini toccati dallo stop contano oltre 6.200 cacciatori, oltre un quarto dei cacciatori piemontesi. La sospensione durerà fino al 30 novembre e riguarda i comparti Alpini To1 (Valli Pellice, Chisone e Germanasca), To3 (Bassa Valsusa e Val Sangone), To5 (Valli Orco, Soana e Chiusella), Cn2 (Valle Varaita) Cn4 (Valle Stura). L’assessore ha quindi aggiunto che per le aree limitrofe a quelle toccate dagli incendi, cioè quelle dei comparti alpini To2 (Alta Valsusa), To4 (Valli di Lanzo), e degli ambiti territoriali di caccia To1 (Eporediese), To2 (Basso Canavese) To3 (Pinerolese), la sospensione era stata decisa sino al 10 novembre. La Città Metropolitana, quindi , in attesa di ulteriori sopralluoghi e delle delimitazioni delle aree, ha confermato di voler mantenere  la sospensione della caccia nel Comuni interessati dagli incendi. A seguito delle mutate condizioni metereologiche con la sopravvenuta pioggia e forti nevicate su tutto l’arco alpino – ha ulteriormente spiegato Ferrero – la Regione ha provveduto a richiedere alle Province interessate di fornire elementi tecnici utili alle future valutazioni. L’Amministrazione provinciale di Cuneo ha annunciato l’intenzione di circoscrivere le aree interessate e quelle limitrofe al fine di creare un’oasi di protezione. Oltre allo stesso Vignale, hanno chiesto delucidazioni in merito Giorgio Bertola (M5s), Nadia Conticelli (Pd) e Marco Grimaldi (Sel). È infine proseguito l’esame dei tre provvedimenti, sempre in materia di caccia: il disegno di legge dell’assessore Ferrero, nonché i due progetti di legge rispettivamente di Bertola e diVignale.

Sino a oggi, al disegno di legge sono stati presentati 454 tra emendamenti e subemendamenti.

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Piazza San Carlo: un questionario della procura per chi ha presentato denuncia

Usando una  mappa di piazza San Carlo, le persone rimaste ferite in quella maledetta sera del 3 giugno, possono segnare il punto esatto dove si trovavano, indicando chi era loro vicino e  gli spostamenti. Un questionario per aiutare gli accertamenti è stato predisposto dalla Procura di Torino per gli interessati (quelli che hanno presentato denuncia)  che sono stati invitati a compilarlo. La compilazione avviene nelle stazioni dei carabinieri e nei comandi e uffici delle forze dell’ordine del territorio di residenza delle parti lese, in diverse località italiane.

Perché accanirsi sulle Vallette (anche) con i “gelati d’artista”?

di Enzo Biffi Gentili

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Agli storpi, grucciate. È un proverbio toscano che rimarca, in modi aggressivi e un po’ volgari, il frequente accanirsi contro chi ha già qualche problema. A me pare espressione molto efficace per descrivere quanto è avvenuto alle Vallette con il posizionamento dell’installazione luminosa Ice Cream Light dell’artista Vanessa Safavi, poi vandalizzata. Cerco di spiegarmi meglio, iniziando a segnalare alcuni pubblici commenti relativi al primo posizionamento di quell’opera in piazza Bodoni, nel 2013. A quel tempo Gabriele Ferraris, in un intervento sul suo blog, intitolato Luci d’artista: Vanessa e la Premiata Gelateria Bodoni, tra l’altro scrisse: “l’opera di Vanessa Safavi non mi piace: mi piacerebbe se avessi una gelateria, magari sul lungomare di Rimini, e in tal caso sì, credo proprio che potrei anche comprarla, un’insegna un po’ costosa però i clienti li attira per forza, mica passa inosservata” (ma Ferraris giustamente si pone alcune altre domande sulle ragioni della scelta di quell’artista, e sui costi, non modesti, di quella realizzazione). Recentemente invece, in modi più bruschi, l’architetto Maurizio Cilli ha ricordato su Facebook che all’origine “i coni gelato luminosi erano già poca cosa”, poi precisando ulteriormente: “a me facevano cagare”.

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Diciamo allora che sul valore di quell’installazione non c’era una positiva unanimità di giudizi da parte di esperti. Eppure l’amministrazione comunale ha deciso di infilare nelle Vallette, senza discuterne preventivamente in loco, proprio quei coni, che anche a qualche abitante non sono piaciuti, come ha dimostrato il robusto dissenso manifestato. Qui nascono un paio di questioni, di metodo e di merito, cruciali proprio per una forza politica come il MoVimento Cinque Stelle che sulle periferie urbane si era tanto, in campagna elettorale, dato da fare e che sulla necessità dell’innovazione ha sempre predicato. La prima: stupisce che l’Assessora alla Cultura non rammenti chi nella nostra città sulla questione del difficile rapporto tra interventi artistici, aree marginali e residenti si è da anni esercitato, con buoni risultati: oltre al citato Cilli, soprattutto il gruppo -notazione incidentale, tutto femminile- denominato a.titolo. Seconda questione: sconcerta, con l’assenza di serie e trasparenti motivazioni per la scelta di un’opera, quella di una riflessione operativa sulle nuove tecnologie oggi a disposizione, molto più performanti sia in termini di risparmio energetico che di resa illuminotecnica.

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E sempre per la serie “agli storpi, grucciate”, nel dibattito che si è innescato Luca Beatrice ha affermato che “ci sono luoghi dove la bellezza e la cultura non arrivano; vanno lasciati al loro triste destino” (successivamente, peraltro su espressa richiesta, si è scusato…). Per concludere, l’apparizione dei coni nel 2013 in piazza Bodoni fu festeggiata con la distribuzione agli astanti di delizie di quattro gelatieri torinesi, offerta che alle Vallette quest’anno non mi risulta si sia riprodotta. Termino quindi come ho iniziato, ricorrendo di nuovo alla proverbiale saggezza popolare. Un tempo si diceva, per celiare: “ti porto a vedere i signori che mangiano il gelato”…

Piano industriale Iren e focus su Torino

Forte degli ottimi risultati ottenuti negli ultimi 30 mesi in termini di efficientamento, sinergie conseguite, riduzione dell’indebitamento e incremento strutturale di cassa, il Gruppo Iren ha presentato in Borsa Italiana il piano industriale al 2022

Un piano che, grazie ai benefici derivanti dalle azioni intraprese negli ultimi 30 mesi, potrà beneficiare di una flessibilità finanziaria che consentirà al Gruppo di cogliere significative opzioni di sviluppo al 2022 attraverso investimenti pari a 2.5 miliardi di euro, in crescita di circa 300 milioni (+15% circa) rispetto al precedente business plan, di garantire agli Azionisti una dividend policy chiara e soddisfacente con l’impegno del management verso una crescita annua del dividendo di almeno il 10% e – afferma il Presidente di Iren Paolo Peveraro – “di cogliere nuove opportunità di consolidamento territoriale attraverso operazioni di M&A, dalle quali stimiamo una crescita incrementale dell’Ebitda di circa 130 milioni di euro, non inclusa nei numeri del Piano”.

 

Un piano particolarmente orientato allo sviluppo, con focus sui business regolati e quasi regolati e investimenti concentrati al 95% sui territori di riferimento di Iren. Particolare importanza rivestirà in questo senso sia l’espansione delle reti di teleriscaldamento, che permetteranno una migliore saturazione degli impianti di generazione e ambientali (termovalorizzatori) già esistenti, sia lo sviluppo dei business a rete attraverso il completamento degli ATEM nel settore gas nei quali IREN possiede già una quota rilevante e nel settore delle reti idriche dove è previsto un piano di investimenti particolarmente significativi.

 

In particolare, in Piemonte, Iren prevede importanti investimenti nell’allacciamento di circa 11 milioni di metri cubi di volumetrie aggiuntive alla rete di teleriscaldamento nella provincia di Torino per oltre 170 milioni di euro, interventi di flessibilizzazione degli impianti di Moncalieri, Torino Nord e Turbigo e la realizzazione di 3 impianti mini-idroelettrici in località quali Noasca, Ceresole e San Mauro.

 

A ciò si aggiunge la crescita del settore Ambiente derivante dal rafforzamento nel “waste-to-material” sia attraverso operazioni di consolidamento, sia dallo sviluppo di impianti dedicati al trattamento di carta, plastica e rifiuto organico. In quest’ambito il Gruppo prevede la costruzione di due impianti di selezione dei materiali da raccolta differenziata, di cui uno a Parma e uno a Borgaro in grado, quest’ultimo, di trattare 156.000 tonnellate annue la cui entrata in esercizio è prevista nel 2020.

 

“Con il piano presentato oggi IREN si prepara ad affrontare le transizioni e i cambiamenti che stanno ridefinendo il mercato dell’energia e delle multiutility” – ha dichiarato Massimiliano Bianco, Amministratore Delegato del Gruppo –. “La strategia del Gruppo fa leva sui punti di forza storici come il legame con i Clienti e le relazioni forti con i territori di riferimento, sviluppando una value proposition distintiva basata su integrazione dell’offerta, canali digitali e centralità del Cliente”. In questo scenario Iren pone al centro il cliente/cittadino con il progetto “new downstream” che ha l’obiettivo di trasformare la commodity energetica in un servizio ad alto valore aggiunto e che, grazie al successo già riscontrato nel primo anno di attività, consentirà un incremento della base Clienti del Gruppo, ad oggi pari a 1,7 milioni, di circa 200.000 unità al 2022 che si aggiungono agli oltre 250.000 nuovi clienti acquisiti nel corso degli ultimi 30 mesi.

 

Grande attenzione sarà posta alla sostenibilità ambientale con particolare focus sulla decarbonizzazione, con un risparmio del 14% delle emissioni di anidride carbonica, sull’economia circolare, sulla tutela delle risorse idriche (aumento della capacità di depurazione del 15% e riduzione del prelievo idrico dall’ambiente per uso potabile pari al 9%) e sulla resilienza delle città. Un’attenzione che si estenderà al risparmio energetico: dalla ristrutturazione di condomini con riqualificazione energetica alla partnership con piccole e medie imprese in un’ottica “ESCO”. A ciò si aggiunge l’ingresso nel mondo della mobilità elettrica, che interesserà la città di Torino già a partire dal 2017, attraverso l’adeguamento di una parte del parco auto aziendale e dei mezzi di raccolta dei rifiuti, oltre alla realizzazione di ulteriori iniziative in fase di studio quali l’installazione di colonnine pubbliche per la ricarica.

 

“Innovare il proprio modo di vedere il business anticipandone le sue probabili evoluzioni rappresenta la vera sfida che Iren intende raccogliere e che è ben presente nel nuovo Piano Industriale”, ha proseguito il Presidente Paolo Peveraro. L’innovazione rappresenterà infatti un elemento sempre più cruciale nel guidare il processo di crescita del Gruppo che porrà sempre più attenzione al confronto e alla collaborazione con start-up ad alto contenuto innovativo e tecnologico, considerando anche il Corporate Venture Capital come una leva decisiva nelle strategie di open innovation, e alla crescita del capitale umano, dove è previsto un raddoppio delle risorse sotto i 30 anni già al 2020 con l’ingresso di circa 180 nuovi talenti che porteranno nuove competenze e idee innovative al Gruppo.

 

Sulla base di tali linee strategiche il Gruppo IREN si prefigge al 2022 una crescita dell’EBITDA pari a circa 170 milioni di euro, che porterà il margine operativo lordo del Gruppo a 950 milioni di euro al 2022 (Cagr 3,3%) e un utile di Gruppo pari a circa 265 milioni di euro, in crescita del 52%.

 

In parallelo alla presentazione del piano industriale, il Gruppo ha approvato i risultati dei primi nove mesi del 2017 che hanno confermato il positivo andamento della società con ricavi a 2,6 miliardi in crescita del 17,3%, Ebitda a 622,2 milioni di euro (+11,3%), Utile netto a 179,5 (+42,3%) e Indebitamento Finanziario Netto in contrazione di 70 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2016.

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La presenza di Iren a Torino (dati 2016):

 

  • 2.813 dipendenti
  • 47 nuove assunzioni nel 2016
  • 108 milioni di euro ordinati ai fornitori in provincia di Torino
  • 890.529 abitanti serviti nel settore ambientale
  • 603.180 abitanti serviti nel teleriscaldamento
  • 42,9% raccolta differenziata

 

La bellezza contro rassegnazione, paura e omertà

La bellezza può essere insegnata e, anzi, se ciò venisse fatto si fornirebbe alle persone una preziosa arma contro la rassegnazione, la paura e l’ omertà. Questo è stato il nucleo del lavoro teatrale andato in scena sabato 11 novembre scorso al Teatro Le Serre di Grugliasco dal titolo, appunto, “Dialogo sulla bellezza”, con Pif e il magistrato Gian Carlo Caselli. Ha inaugurato la stagione teatrale della compagnia Viartisti Teatro e fa parte del progetto pilota di Alta formazione del pubblico dal titolo “Il teatro che bonta’! Spettatori si nasce o si diventa? “, in programma fino a gennaio 2018. Il prossimo evento del ciclo si terra’ domenica 26 novembre prossimo alle 21 sempre al Teatro Le Serre, con Grazia di Michele in concerto acustico, accompagnata alla chitarra da Fabiano Lelli.


Lo sguardo di un artista capace di raccontare la realtà della mafia con la leggerezza e la bellezza dei cieli aperti è stato affiancato, sabato 11 novembre scorso, a quello di un magistrato, già Procuratore della Repubblica, come Gian Carlo Caselli, che ha dedicato la propria vita alla lotta contro e mafie, dando vita a un dialogo originale e intenso sulla necessità etica della Bellezza nella vita di un Paese. L’artista e il magistrato si sono proposti nella serata come costruttori di bellezza e hanno sottolineato come questo valore coincida con l’applicazione della legge e con il negativo di tutto ciò che è bruttezza, incarnata dalle mafie, dalla immoralità e dagli abusi edilizi.

Si attribuisce a Peppino Impastato un discorso che, in realtà, lui non pronunciò mai. Ma poco importa. Forse l’importante è proprio quel concetto di bellezza che emerge dal discorso pronunciato dall’attore, Luigi Lo Cascio che, nel film “I cento passi”, ha interpretato Giuseppe Impastato, detto Peppino, militante comunista, giornalista e poeta, ucciso nel maggio del ’78, dietro ordine del boss Gaetano Badalamenti, uno dei massimi esponenti di Cosa Nostra, e per il cui delitto le condanne giunsero solo 25 anni dopo.

“Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omerta’. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso ci si abitua con pronta facilità,si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinuino più l’abitudine e la rassegnazione, ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore”.

Nel corso dell’evento teatrale è stata anche sottolineata, in un dialogo spesso costellato da un tono ironico e battute anche scherzose, l’importanza della proposta di una riforma costituzionale per inserire il riconoscimento da parte della Repubblica italiana della bellezza come valore e elemento costitutivo della Repubblica stessa. La bellezza di cui hanno parlato Pif e Gian Carlo Caselli, che si basa sulla concezione elaborata da Pippo Impastato, si concentra su due elementi: il rispetto delle regole e quello degli altri. I principali motori della vita sono due, la bellezza che s’impone come obiettivo la tutela dell’essere umano e quella spirituale. È anche stato dato largo respiro durante lo spettacolo alle figure dei magistrati uccisi da Cosa Nostra Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sottolineando il fatto che, durante la loro carriera dedicata a sconfiggere la mafia, siano stati oggetto di invidia e di pesanti attacchi da parte dei loro stessi colleghi magistrati.

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Diritti umani: il Comitato contro l’episodio di razzismo sul bus

“Torino è stata nei giorni scorsi teatro di un episodio inqualificabile di razzismo, intolleranza e sessismo.
Se questi episodi sono gravi di per sé, è ancor più preoccupante che un adulto insulti e prenda a calci una ragazza di 15 anni solo per il colore della pelle. Il razzismo anche verso i cittadini italiani sta raggiungendo dei limiti non più tollerabili. Per questo, per non restare inerti di fronte alle ingiustizie e alla crudeltà umana, a nome del Comitato Diritti Umani del Consiglio regionale del Piemonte, chiediamo ai torinesi uno scatto di orgoglio degno della storia di tolleranza e accoglienza della nostra città e invitiamo chiunque abbia assistito all’episodio a fornire ogni elemento utile all’identificazione dell’uomo”.

Il presidente e i due vicepresidenti del Comitato Diritti Umani del Consiglio regionale Mauro LausEnrica Baricco e Giampiero Leo.

Canoa e Kayak mondiali, la Regione ci crede

La Regione investirà 110 mila euro per l’adeguamento dell’impianto sportivo fluviale “Città di Ivrea”, di canoa e kayak, che ospiterà tra maggio e giugno i prossimi Campionati mondiali Junior e Under 23 di tale disciplina.

La prima Commissione, presieduta da Elvio Rostagno, ha infatti unanimemente espresso parere favorevole al prelievo dei fondi, proposto dalla Giunta. Ai lavori ha partecipato il vicepresidente della Giunta regionale, Aldo Reschigna, che ha illustrato la richiesta rammentando che, nella legge di Bilancio di previsione 2016-2018, è stato previsto il parere della Commissione ogniqualvolta si dovessero prelevare somme, per ciascun specifico programma, dal fondo per la partecipazione finanziaria agli accordi di programma. Tale accordo è volto ad adeguare l’impianto, compresa la sistemazione della sponda sinistra della Dora Baltea, ai parametri dell’Icf, la Federazione internazionale di canoa. La spesa regionale sarà come detto di 110 mila euro (30 mila nel 2017, 60 mila nel 2018 e 10 mila nel 2019), mentre la Città di Ivrea investirà 190 mila euro. Adesso l’Esecutivo di piazza Castello potrà procedere a istituire il capitolo di spesa per coprire gli oneri del programma.

www.cr.piemonte.it

Foto: Fabio Darò

Giovani imprenditori: dati allarmanti per il lavoro

Si è tenuta a Torino l’assemblea annuale dei Giovani Imprenditori dal titolo GIFT – GIOVANI IMPRENDITORI PER IL FUTURO DI TORINO, il primo appuntamento annuale di confronto tra gli imprenditori under40 dell’Unione Industriale di Torino e i rappresentanti istituzionali del territorio, dedicato al tema dell’occupazione con un focus su quella giovanile.

 

Ad aprire i lavori Dario Gallina, Presidente dell’Unione Industriale. Hanno poi preso la parola: Alberto Dalmasso (Satispay), Luca Furfaro (Giovani Consulenti del Lavoro Torino), Jorge Illingworth (ILO-International Training Center), Paola Pisano (Città di Torino), Giovanna Pentenero (Regione Piemonte),Emilio Paolucci (PoliTO), con un contributo video dalla Sillicon Valley di Enzo Carrone (SLAC-National Accelerator Laboratory, Stanford University).

 

Il Gruppo Giovani imprenditori parte dai dati, allarmanti, che fotografano lo stato dell’occupazione in città: solo il 18% dei giovani tra i 15 e i 24 anni risultano occupati a Torino secondo i dati Istat aggiornati al luglio 2017. Si sale al 65% nella fascia di età 25-34. Confrontando questi valori percentuali con quelli del 2007 – rispettivamente il 30% e l’81% – si comprende subito la gravità del problema. Negli ultimi dieci anni la disoccupazione giovanile è aumentata di 12 punti percentuali (dal 70 all’82%) nella fascia 15-24 anni e di 16 punti percentuali (dal 19 al 35%) nella fascia 25-34.

 

È questo il punto cruciale affrontato dagli imprenditori under 40 e dai rappresentati del territorio, in occasione dell’assemblea annuale del Gruppo Giovani Imprenditori di Torino, riunitasi oggi alla Cavallerizza Reale, per dibattere proprio sul tema dell’occupazione. Il titolo dell’incontro è molto evocativo: “GIFT”, acronimo di “Giovani Imprenditori per il Futuro di Torino”, ma è anche il “dono” che i Giovani Imprenditori vorrebbero fare alla città, dialogando su come rendere concretamente Torino una realtà in cui i giovani possano scegliere di trascorrere la loro vita, lavorare e avere spazi e occasioni per crescere come individui e professionisti.

 

Alberto Maria Barberis, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Torino, chiude la tavola rotonda con un intervento (nel CS un estratto con i punti più salienti) sui temi della disoccupazione giovanile e su tanti altri di grande attualità, tra cui: gli sgravi fiscali sulle assunzioni dei giovani, il valore della laurea per il mercato del lavoro, i percorsi di alternanza scuola-lavoro, e ancora i consigli agli studenti e le richieste alle Istituzioni locali e nazionali.