Novembre 2017- Pagina 22

Gli studenti alla scoperta del Fitwalking

Tantissimi studenti al Parco torinese della Pellerina in occasione della prima uscita degli allievi del Collegio Sacra Famiglia di Torino. È il solo  centro scolastico italiano autorizzato alla pratica del  Fitwalking. Un valido motivo è’ stata la festa annuale del fondatore del prestigioso istituto, fratel Gabriele Taborin. E così, giovani dalla scuola dell’infanzia fino al liceo, hanno camminato nel più grande parco cittadino nell’ambito del progetto didattico coordinato dal professor Davide Cravero e dagli olimpionici Maurizio e Giorgio Damilano. Presenti all’evento l’assessore allo Sport della Regione, Giovanni Maria Ferraris, e il maratoneta Youssef Sbaai, protagonista assoluto dell’edizione 2016 della Maratona di Torino.

Una dorsale per lo sviluppo economico: Eurovelo8

Il patrimonio ambientale è considerato, a ragione, un bene fondamentale e l’attenzione nei suoi confronti da parte dei vari livelli di governo e amministrazione del territorio è sempre maggiore”. Con queste parole Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio regionale, ha aperto la conferenza stampa “Approccio sistemico, Blue economy. Una dorsale per lo sviluppo economico: Eurovelo8”. Il progetto della ciclovia Eurovelo8 nel tratto Torino-Saluzzo-Cuneo-Limone Piemonte, il cui studio è stato finanziato dall’assessorato al Turismo della Regione Piemonte, prevede infatti la realizzazione di una dorsale cicloturistica sul tracciato europeo, in una distanza che si snoda da Torino al confine francese. “Esiste un altro aspetto importante – ha proseguito Ruffino – in tema di politiche ambientali: quello del potenziale sviluppo economico frutto di progetti che incidono direttamente sui territori. In particolare, per valorizzare la tratta piemontese del progetto ‘Eurovelo8’ è utile applicare i principi di approccio sistemico della Blue Economy, per creare alleanze tra i Comuni del nostro territorio, così da promuovere i prodotti di eccellenza, il turismo, le attività alberghiere e di ristorazione. Coinvolgendo, infatti, nella filosofia di Eurovelo8 tutti i soggetti territoriali , in particolare scuole e mondo dell’associazionismo e volontariato, si può ampliare la diffusione dell’educazione alla cultura ambientale”.  

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La valorizzazione del percorso individuato consente poi di promuovere il territorio coinvolgendo soprattutto le aree torinese, pinerolese, saluzzese e cuneese, oltre alle molteplici diramazioni ciclo-turistiche che si estendono nelle valli e in pianura. È un progetto quindi che si inserisce nei programmi di investimento per la valorizzazione territoriale e la mobilità sostenibile, coniugando la tutela dell’ambiente naturale con lo sviluppo economico e sociale, potenziandone i flussi turistici. “Da una  innovativa e più completa concezione dell’uso delle due ruote – ha proseguito Ruffino – inteso come momento sportivo e soprattutto come strumento di sviluppo territoriale,  può davvero nascere una nuova concezione di crescita delle aree rurali, un’occasione per ‘fare sistema’ e per favorire la diffusione delle nostre comunità locali e del Piemonte nel suo complesso”. L’itinerario colleziona inoltre preziose testimonianze storiche ed artistiche del Piemonte, con le numerose chiese parrocchiali presenti sul tracciato, le antiche cascine e i centri storici. All’iniziativa hanno aderito 30 Comuni delle province di Torino e Cuneo, per favorire lo sviluppo congiunto di iniziative culturali e turistiche. Nel corso del dibattito l’assessora al Turismo, Antonella Parigi, ha evidenziato la vocazione turistica del Piemonte, sostenendo l’importanza delle piste ciclabili come scommessa per il futuro e strumento democratico di turismo. Per l’assessore Balocco, che non ha potuto presenziare, uno dei suoi collaboratori intervenuti ha sottolineato il buon lavoro di squadra tra assessorati, sindaci e territorio portato avanti per giungere al progetto e ha annunciato la pubblicazione di un bando dell’importo di circa 10 milioni di euro, entro fine dicembre 2017, dedicato alle piste ciclabili e alla sicurezza stradale.

All’incontro sono poi intervenuti Michele Bossio, progettista Eurovelo8 che ha sintetizzato lo studio di fattibilità del progetto, evidenziando in particolare le indicazioni di interventi infrastrutturali da realizzare sulla tratta da Torino a Limone Piemonte Ivan Marusich, sindaco di Voliera (To) ha poi rimarcato l’importanza di creare sinergie, per valorizzare soprattutto le piste ciclabili, l’ambiente e la cultura, con un approccio sistemico allo sviluppo territoriale. Luigi Bistagnino, della Fondazione Approccio sistemico, ha posto all’attenzione del pubblico il tema dell’approccio sistemico che valorizza le differenti potenzialità dei territorio, con particolare riferimento al Feudo dei Nove Merli, alle Terre del Pianalto di Poirino e a quelle D’Acaja. Erano presenti i consiglieri Andrea Appiano ed Elvio Rostano (Pd).

Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it

Comune, fuoco e fiamme sui conti che non tornano. Morano e Napoli all’attacco

I conti comunali non tornano? Si infiamma ancora una volta la polemica sul debito Ream, la quota da 5 milioni di euro che la Città di Torino deve restituire alla società in merito all’operazione Westinghouse. L’oggetto del contendere è l’ iscrizione di tale cifra nel bilancio municipale. La nuova scintilla è la missiva che i revisori dei conti hanno inviato ai vertici dell’amministrazione civica, con riferimento al Certificato al bilancio 2017, in cui ricordano che il debito “doveva essere riconosciuto e finanziato nel bilancio 2017 a prescindere dall’effettivo versamento dilazionato concesso per il 2018” e che il certificato di bilancio è da ritenersi corretto “se, e solo se, non include l’allocazione sull’anno 2018 del debito Ream”. Ovvero, la  allocazione nell’esercizio 2018 non è sufficiente a sanare la “mancata rilevazione del debito nell’esercizio di perfezionamento dello stesso”. Taglia corto il presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci di  M5S: “sono questioni già discusse”, e chiede di ascoltare in Commissione i revisori “per meglio capire le ragioni della nota inviata  che al momento mi sfuggono”. Le opposizioni vanno giù pesante. I primi a reagire sono i consiglieri Alberto Morano (omonima Lista Civica) e Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia a Palazzo di Città: “Il sindaco Appendino e la giunta pentastellata hanno manipolato il parere del Collegio dei Revisori e hanno prodotto un falso sostanziale approvando la delibera dello scorso 27 luglio con le considerazioni favorevoli dei Revisori “non corrispondenti al vero”. Tutto è stato chiarito nella lettera inviata dal Collegio dei Revisori al Sindaco Appendino, all’Assessore al Bilancio e al Direttore Finanziario e inviata oggi a tutti consiglieri. Nella lettera i Revisori accusano apertamente l’amministrazione di aver sottoposto al collegio una bozza di Delibera sulla salvaguardia degli equilibri di bilancio diversa da quella sottoposta al Consiglio Comunale e di avere inserito nella bozza di Delibera n. 2017 02739/024 portata all’approvazione del Consiglio Comunale il 27 Luglio 2017 considerazioni favorevoli del Collegio dei Revisori non corrispondenti al vero perché in palese contrasto con quanto ribadito più volte dal Collegio dei Revisori con riguardo al trattamento contabile del debito Ream”.  Proseguono i due consiglieri di centrodestra: “Si tratta di accuse gravissime che lasciano allibiti sul modus operandi della Giunta Cinque Stelle. Inoltre i Revisori danno parere contrario al certificato di Bilancio precisando che “il Certificato al Bilancio 2017 rispecchierà i dettami previsti dalla Legge solo ed esclusivamente se verranno osservate tutte le prescrizioni e le riserve richiamate ed in particolare se nel corso dell’esercizio 2017 verrà riconosciuto e finanziato il debito Ream come previsto dall’art. 194 del Tuel”. Come si vede, i torinesi si trovano ad affrontare il problema non piccolo di una giunta che mentendo ai Revisori ha di fatto mentito alla città” la Lista Civica di Morano  e Forza Italia chiedono quindi al sindaco Appendino e all’assessore al Bilancio di presentarsi subito in Consiglio comunale “con proposte serie e credibili per superare, e non aggirare, una questione che minaccia di avere serie ripercussioni sulle finanze comunali”.
   

Scoppia gomma del bus e “vola” in tangenziale

Un incidente è avvenuto questa mattina all’imbocco della tangenziale a Collegno, in direzione Torino sud. Il conducente di un bus Gtt ha sentito tremare il volante e prima che potesse fermarsi é scoppiata la gomma posteriore interna  facendo schizzare il cerchione d’acciaio e il copertone esterno al centro della carreggiata stradale sfiorando le auto. Fortunatamente nessun ferito: il bus era anche  privo di viaggiatori.
PT (foto: il Torinese)

Usò la penna contro il mitra. Casalegno 40 anni dopo

Sulla rivista “Torino Storia” di novembre è uscito un importante articolo di Pier Franco Quaglieni su Carlo Casalegno a 40 anni dal suo assassinio.” Un articolo controcorrente- rileva in una nota il Centro Pannunzio – anche rispetto a certe paludate e persino fastidiose celebrazioni da parte di chi non ha neppure conosciuto o frequentato Casalegno e di chi vanta amicizie inesistenti nei confronti della vittima delle Br “

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Nell’Aula Magna dell’Università degli studi di Torino il Magnifico Rettore Rinaldo Bertolino conferì nel 2004 la laurea honoris causa in Giurisprudenza alla memoria di Carlo Casalegno. Patrocinatore dell’iniziativa fu Giovanni Conso, Presidente dell’Accademia dei Lincei, che in un precedente convegno in ricordo di Casalegno aveva lanciato la proposta di un riconoscimento accademico al giornalista ucciso dalle Brigate Rosse. Fu un fatto importante che anche l’Università non si casalegno-2dimenticasse dell’antico allievo della Facoltà di Lettere Casalegno, che fu professore di liceo e giornalista, autore di migliaia di articoli e di pochi libri. Se le BR non gli avessero stroncato la vita a 61 anni, Casalegno – me lo confidò più volte con speranza per il futuro e rammarico per il passato e il presente – si sarebbe dedicato ad opere storiche che aveva in mente e che allora erano incompatibili con i ritmi di lavoro di un giornalista.

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Casalegno, quando venne brutalmente ferito a morte sotto casa dai brigatisti, suscitò unanime pietà, ma non altrettanta solidarietà. Pochi operai parteciparono ad uno sciopero indetto dopo l’agguato terrorista ed alcuni si lasciarono andare ad incredibili dichiarazioni di indifferenza nei confronti dell’attentato. Erano ancora i tempi in cui c’era chi parlava di «sedicenti Brigate Rosse» ed altre simili banalizzazioni di un fenomeno terroristico che avrebbe colpito nel 1979 anche il sindacalista comunista Guido Rossa. Nel 1977 venne coniato lo slogan «Né con lo Stato né con le BR» che conteneva in sé un significato del tutto inaccettabile nei confronti delle istituzioni repubblicane.

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Ci fu chi, nel mondo intellettuale, definì Casalegno sprezzantemente un «moderato» e per alcuni esponenti della sinistra di allora fu un sacrificio di non poco conto scendere in piazza per dimostrare contro l’orribile delitto nei confronti di un uomo che, pur provenendo dalle file del Partito d’Azione, non ebbe nel corso degli anni mai indulgenze verso la contestazione, il permissivismo dello Stato, le  ambiguità nei confronti dei “sedicenti brigatisti” e dei “compagni che sbagliano”. La sua rubrica Il nostro Stato sul quotidiano “La Stampa” era emblematica di un certo modo di concepire lo Statobrigate-rosse democratico come fondamento delle regole civili che sovrintendono la vita sociale. Egli sentiva il richiamo del Risorgimento liberale e della tradizione subalpina dello Stato, rifiutando con fastidio i contestatori che nel loro velleitarismo ideologico e nel loro richiamo e ricorso alla violenza, non solo verbale, si opponevano a quella civiltà fondata sulla tolleranza, profondamente amata da Casalegno. Spadolini lo definì giustamente un cittadino esemplare dell’«Italia della ragione» . Casalegno ebbe il torto, o meglio, il grande merito e soprattutto il coraggio e la lucidità, di vedere la deriva terroristica anche come frutto dell’estremismo contestatore. E questo sbocco eversivo egli denunciò con fermezza, pagando con la vita. E in quegli anni di piombo rispondere con l’arma della penna a chi usava il mitra per affermare le sue farneticazioni ideologiche fu la scelta di un democratico moderato che rifiutava per cultura, ma prima ancora per scelta morale, la violenza estremista.

 

Pier Franco Quaglieni

Quante sorprese da “E’ cucina”

Ecco un ristorante che mi ricorda che si va a cena fuori non per sfamarsi ma per emozionarsi e che si possono gustare piatti abbondanti e di ottima qualità senza subire un furto da parte di chef arroganti con manie da diva. A pochi passi dall’incrocio tra il cardo e il decumano massimo, nel nucleo bimillenario di Torino, il Quadrilatero Romano, famoso per botteghe e caffè, locande e osterie, mercati, chiese, leggende e alchimisti, si trova il ristorante E’ cucina, aperto dallo chef emiliano Cesare Marretti, volto noto della Prova del cuoco. Il menu è a sorpresa, un po’ come quando si è ospiti a casa di amici, bisogna solo decidere se si vuole mangiare carne, pesce o vegetariano e poi abbandonarsi con fiducia all’estro dei cuochi che prepareranno minimo due piatti (tutti al prezzo di 8 euro). Optiamo per il pesce e scegliamo il vino, l’unica cosa che si può scegliere. Un Blanc Chardonnay Oltrepò Pavese Tenuta Mazzolino, che il giovane e preparato cameriere ha saputo consigliarci, soffermandosi con dovizia di particolari sul vitigno e il produttore. Arriva nel giro di poco la prima portata: tartarre di ombrina sormontata da un morbido soufflé di patate con contorno di foglie di zucchine e cipolla di tropea caramellata. Tutto molto fresco, delicato ed esaltato dal condimento curato. A seguire un polipo appena scottato accostato ad una mozzarella di bufala su una vellutata di mele calda e come contorno dei broccoli. Porzione generosa e accostamenti azzeccatissimi creano sublimi e inedite sensazioni alle papille gustative. Gli impiattamenti, fatti con stile, sono privi di quei vuoti virtuosismi che cercano di attrarre più l’occhio del palato. Niente è lasciato al caso. Tutto è finalizzato ad esaltare i sapori. Il premuroso personale ci chiede se va tutto bene e se vogliamo lasciarci stupire ancora da una terza portata. Accettiamo entusiasti e mentre ci complimentiamo ci viene spiegato che le materie prime arrivano direttamente dal mercato di Porta Palazzo. E’ il signor Massimo (terzo banco a destra arrivando dal ristornate…occhio!) a rifornire personalmente con cura il ristorante ogni due giorni con prodotti freschi e di stagione, esposti in bella mostra ed invitanti sul bancone della prima sala dove vengono anche rifiniti i piatti prima di essere serviti. Il terzo piatto a sorpresa è del baccalà con pomodorini e olive taggiasche. E per finire ci vengono serviti due dolci: una cheese cake e un tortino al cioccolato dal cuore caldo. Meravigliosi.  Se amate le sorprese, i posti chic e gli chef famosi che non giocano a fare le star, allora è il posto che fa per voi. Il menu cambia ogni giorno. A cena se si sceglie tutto il menu 30 euro oppure 8 euro a piatto. A pranzo ci sono tre formule: antipasto, primo, dolce, vino e caffè 10 euro; 15 euro col secondo al posto del primo; 20 euro con entrambi, primo e secondo. A pranzo non è possibile prenotare se non tavoli da otto persone in su. Conviene presentarsi per tempo, quindi, perché ogni giorno ci sono code chilometriche! Non ho resistito. Qualche giorno dopo sono andata a cercare il banco del signor Massimo a Porta Palazzo.

Giuliana Prestipino

 

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E’ cucina

Via Antonio Bertola 27/A tel. 011 5629038

Orario cucina: 12.30 – 15; 20 – 24

Chiusura: mai

Ferie: mai

Prezzo medio: 20-25 €

Carte di credito tutte tranne American Express

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La “filosofia” della nostra rubrica

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E’ ora di finirla con tutte queste disquisizioni sul cibo e le pietanze. E’ come voler tentare di attribuire un senso ad un incontro amoroso. Non è possibile. Eppure, a quanti non è capitato di argomentare animatamente su una minestra di lenticchie destrutturata o sui mirabolanti accostamenti tra sarde fritte e mozzarella di bufala? E alzi la mano chi non ha mai immortalato almeno una volta nella vita un piatto così bello e colorato da sembrare un’opera d’arte. Siamo approdati in una nuova era. Quella in cui il cibo si è trasformato in un’esperienza estetica e intellettuale prima ancora che sensuale. Un grande umorista del Novecento, Achille Campanile, acuto osservatore dell’animo umano, tentò in un sagace e spassoso racconto appunto intitolato “Asparagi e immortalità dell’anima” associazioni quanto mai insolite ed ardite tra il cibo e le alte riflessioni filosofiche. Paradossali, funambolici e bizzarri gli ipotetici legami che unirebbero gli asparagi e l’immortalità dell’anima. Ma Campanile finì per concludere rassegnato: “Da qualunque parte si esamini la questione, non c’è nulla in comune fra gli asparagi e l’immortalità dell’anima”. Bene. In questa rubrica sulla ristorazione torinese cercheremo, per quanto ci è possibile, di non cadere in arzigogolati intellettualismi, ma di catturare l’anima e l’atmosfera del locale e di assaporare l’esperienza a tavola per quello che in fondo è: un tuffo nella parte più autentica di noi. Perché è a tavola che ci si mette comodi e ci si abbandona a quella sana gioia di vivere in compagnia. Ci riusciremo?

GP

Islam contro islamismo. No ai violenti in nome di Dio

Da tempo assistiamo sgomenti alla sequenza di gravi crimini commessi in nome dell’Islam. Poche informazioni circolano però, in Occidente, rispetto al fatto che le autorità tradizionali islamiche non solo li hanno condannati con fermezza, ma hanno avviato un intenso confronto su ciò che si debba intendere con Islam, per distinguerlo da ideologie che ne tradiscono e uccidono il senso spirituale. Per indicarle è corretto parlare di “islamismo”, intendendo qualcosa che, pur cresciuto in seno all’Islam, è innanzitutto per l’Islam il pericolo più grave. Tali ideologie, la cui espressione estrema è il terrorismo di Daesh, hanno una lunga storia e una vasta diffusione sotto varie forme. Poiché tutto ciò è ben poco noto in Occidente, è ora di prenderne coscienza. A ciò viene incontro per la prima volta il convegno ISLAM CONTRO ISLAMISMO. No ai violenti in nome di Dio, che si svolgerà sabato 18 novembre al Sermig di Torino, con la collaborazione di una parte significativa del mondo islamico piemontese e italiano. L’incontro è promosso dal Comitato Regionale per i diritti umani e dal coordinamento interconfessionale “Noi siamo con voi”, tramite, l’organizzazione in particolare, del Centro Culturale Italo Arabo Dar al Hikma e dell’Associazione interreligiosa Interdependence. La giornata di lavori pèrevederà gli interventi del Presidente del Consiglio Regionale e del Comitato diritti umani, Mauro Laus, e del Vice Presidente del Comitato e portavoce del Coordinamento interconfessionale, Giampiero Leo. Nel corso dell’incontro prenderanno la parola studiosi e importanti esponenti del mondo islamico italiano e internazionale: Luca Patrizi dell’Università di Torino, Michele Brignone della Fondazione Internazionale Oasis di Milano, Francesco Chiabotti dell’INALCO di Parigi, Mustafa Cerić, Gran Mufti emerito di Bosnia, l’Imam Yahya Pallavicini del Consiglio ISESCO per l’educazione e la cultura, lo Shaykh Abd ar-Rahman Fouda dell’Università di Al-Azhar del Cairo, Ibrahim Gabriele Iungo della Tariqa Shadhiliyya. Una straordinaria occasione non solo per capire la drammaticità del dibattito in corso all’interno dell’Islam, ma anche per comprendere come noi tutti possiamo aiutare loro in questa coraggiosa e difficilissima lotta contro la violenza e il fanatismo.

 

Cinque sospetti terroristi dell’Isis. Ma non possono essere arrestati per questioni procedurali

Le autorità giudiziarie  avevano chiesto gli arresti a maggio, ma un gip nel mese di  giugno, aveva respinto l’istanza. Il pm Andrea Padalino ha quindi presentato ricorso al tribunale del riesame del Piemonte, che gli ha dato ragione. Tuttavia l’ordinanza dei giudici non è esecutiva: gli indagati, infatti, possono ancora ricorrere in Cassazione

Sono cinque le ordinanze di custodia cautelare in carcere ottenute dalla procura di Torino per altrettanti ragazzi tunisini indagati per terrorismo internazionale. ma gli arresti non possono essere eseguiti  per questioni procedurali . I tunisini sono sospettati di avere costituito nel nostro paese un gruppo collegato all’Isis. Al momento tre di loro sono  agli arresti domiciliari per droga, mentre  altri due  sono liberi. Uno era già stato espulso nel 2016. Le autorità giudiziarie  avevano chiesto gli arresti a maggio, ma un gip nel mese di  giugno, aveva respinto l’istanza. Il pm Andrea Padalino ha quindi presentato ricorso al tribunale del riesame del Piemonte, che gli ha dato ragione. Tuttavia l’ordinanza dei giudici non è esecutiva: gli indagati, infatti, possono ancora ricorrere in Cassazione e l’arresto non può avvenire. I nomi due tunisini morti in Siria sono presenti inoltre nell’inchiesta. Erano  due ‘foreign fighters’  indagati dalla procura, che dopo un periodo di permanenza  in Italia si erano trasferiti in Medio Oriente a combattere. Quando morirono in battaglia i compagni li indicarono sui social quali martiri. le verifiche scaturirono dalle false dichiarazioni di studio all’Università di Torino presentate da diversi stranieri per avere i permessi di soggiorno. I sospettati, che nel frattempo si erano stabiliti a Pisa per dedicarsi allo spaccio di stupefacenti, sono stati così scoperti dalle forze dell’ordine.

Nati con la cultura: ecco i musei “formato famiglia”

Sono 32 i musei che ad oggi hanno aderito a “Nati con la Cultura”, il progetto concepito all’Ospedale Sant’Anna di Torino dalla Onlus Fondazione Medicina a Misura di Donna e cresciuto in una logica di sistema con Abbonamento Musei e Osservatorio Culturale del Piemonte per individuare i requisiti e le caratteristiche che deve avere un museo per potersi definire davvero a misura di famiglie e bambini.

Questa la lista dei primi musei “family e kids friendly” a Torino e Piemonte che si sono accreditati ufficialmente al progetto ricevendo la relativa certificazione. Altre realtà stanno lavorando al percorso.Nell’area del capoluogo piemontese e provincia figurano: Borgo e Rocca Medievale, Camera Centro per la Fotografia, GAM Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Museo Egizio, MAO Museo d’Arte Orientale, MEF Museo Ettore Fico, MUSLI Museo della scuola e del libro per l’infanzia – Palazzo Falletti di Barolo,  Museo Nazionale del Cinema, MAUTO Museo Nazionale dell’Automobile, Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, Palazzo Madama – Museo d’Arte Antica, PAV Parco d’Arte Vivente,  Pinacoteca dell’Accademia Albertina, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, la Venaria Reale, Palazzina di Caccia di Stupinigi, Infini.TO Parco Astronomico. In regione, invece, troviamo: Atlante dei Suoni (Venasca), Ecomuseo Sogno di luce (Alpignano), Casa Cavassa/La Castiglia (Saluzzo), Museo Son de Lenga (Dronero), Castello di Miradolo (San secondo di Pinerolo), Giardino Botanico di Oropa, Museo Camillo Leone (Vercelli), Museo Civico di Cuneo, Museo del Tesoro del Duomo (Vercelli), Museo Civico A. Garda (Ivrea), Museo Valdese (Torre Pellice), Palazzo Mazzetti (Asti), WIMU Museo del Vino (Barolo). Vincitore della prima edizione del bando OPEN di Compagnia di San Paolo, il progetto è coordinato dall’Associazione Abbonamento Musei.it ed è dedicato allo sviluppo dei pubblici, proponendosi di contribuire a dare voce alla capacità dei Musei di far parte della vita delle famiglie e dei bambini fin dai primi passi e a creare le condizioni per renderli sempre più “casa”.  Musei che siano percepiti dalla collettività come luoghi a misura di famiglie e bambini”, risorsa attiva di una comunità educante. La Cultura fa bene alla Salute, fin dai primi giorni di vita. Oggi sono scientificamente provati gli effetti di diversi stimoli sensoriali su specifiche aree del cervello che influenzano la capacità di relazionarci con noi stessi e l’ambiente che ci circonda. La partecipazione culturale attiva e la qualità  dell’ambiente sono risorse che contribuiscono al ben-essere, allo sviluppo e potenziamento creativo, a partire dai primi 1000 giorni di vita. Portare i bambini al museo, dunque, non è soltanto uno svago diverso dal solito, ma è soprattutto un percorso di crescita di tutta la famiglia e di avvicinamento alla cultura che può contribuire a formare cittadini più attivi, più informati. Per questo è fondamentale che anche i luoghi della cultura sappiano quali siano le caratteristiche e i servizi che li rendono a misura di bambini e famiglie. Quali sono dunque queste caratteristiche? Innanzitutto l’accessibilità fisica degli spazi, poi il fasciatoio, un’area relaxmateriale dedicato ai più piccoli per rendere gradevole la permanenza in museo e attività ad hoc durante tutto l’annoIn questi musei inoltre è possibile accedere gratuitamente con il Passaporto Culturale nel primo anno di vita del bambino, insieme a due accompagnatori adulti (un ingresso per ognuno dei musei accreditati). Il Passaporto è consegnato attualmente dai medici con il kit della Salute all’atto della nascita all’Ospedale sant’Anna di Torino, che raccomandano la partecipazione culturale come ingrediente per uno sano stile di vita per una buona crescita. Per i nuovi nati nella Regione in altre realtà  può essere scaricato dal sito www.naticonlacultura.it. I dati raccolti durante le ricerche e i focus group con musei e genitori hanno prodotto un Decalogo per la realizzazione di un museo “a misura di bambino”, una serie di buone norme che, se rispettate insieme ai servizi sopra indicati, permetteranno anche ad altri musei di ottenere la certificazione “Nati con la cultura”:

1) Il museo è un luogo di cittadinanza e aggregazione

2) è uno spazio vivo

3) è una casa accogliente

4) trasmette positività

5) non avere paura di chiedere e interagire con il personale

6)  puoi scoprire servizi per te e per i tuoi bambini

7) essere flessibili

8) toccare o non toccare? Si può fare..

9) l’esperienza al museo non finisce con la visita

10) il museo non è un’isola ma un puzzle molto ricco a tua disposizione

Il progetto ha ottenuto il patrocinio di FIMP Federazione Italiana Medici Pediatri, SIN Società Italiana di Neonatologia, AGUI Associazione Ginecologi Universitari Italiani, SIGO Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia, AOGOI Associazione Ostetrici Ginecologi Ospedalieri Italiani.

L’immagine di Nati con la Cultura è l’opera “Welcome newborn” dell’artista torinese Cornelia Badelita. 

“ULA&OP” festa in biblioteca

 Inaugura sabato 18 novembre, dalle ore 15.30 alle 19, a Torino (in corso Unione Sovietica 220/D – 2° piano) la biblioteca per i bambini “Ula & Op” dell’Associazione Ulaop Onlus, creata da Fondazione CRT e Fondazione Paideia per migliorare la qualità della vita dei piccoli e dei loro genitori.

 

A partire dalle ore 15.30 di sabato verrà svelato alle famiglie il ricco programma di laboratori gratuiti pomeridiani per i bimbi da 0 a 10 anni: gli incontri dedicati all’esplorazione delle emozioni, gli appuntamenti con l’improvvisazione teatrale e l’uso della voce, l’esperienza dei libri tattili e perfino l’arpa-terapia. Si proseguirà con il CantaFiabe, a cura dei Cantori Circolari diretti da Davide Conti, che coinvolgerà il pubblico in una inconsueta attività di fiabe in musica, per poi concludere la giornata con la merenda e l’intrattenimento per i bimbi, firmato dall’artista Vittorio Campanella. In occasione dell’inaugurazione verrà inoltre presentato il calendario 2018 dell’Associazione Ulaop con indicate le più importanti feste del mondo, che sarà disponibile a fronte di una donazione: il ricavato andrà a sostegno del “Banco del Sorriso”, progetto nato per raccogliere prodotti per i bambini (abiti, scarpe, carrozzine, passeggini, libri) da distribuire alle famiglie in difficoltà. I circa 3.000 titoli della biblioteca sono stati raccolti grazie a “Dona un libro vale un Sorriso”, iniziativa che prosegue per tutto l’anno. Tra i volumi saranno anche disponibili libri che trattano temi inerenti la genitorialità. Orari di apertura della biblioteca: lunedì e mercoledì dalle 10.00 alle 12.00, martedì e giovedì 16-18.30 (con alcune aperture straordinarie di sabato).