Novembre 2017- Pagina 17

Corso Dante – via Grossi: lavori Iren fino al 2 dicembre

Proseguiranno fino al prossimo 2 dicembre, in corso Dante all’altezza di via Tommaso Grossi, i lavori per consentire l’allacciamento di alcuni condomìni alla rete del teleriscaldamento e garantire così il funzionamento degli impianti termici per il riscaldamento domestico. Il cantiere ha determinato un restringimento della carreggiata che, ancora per i giorni a venire e fino al ripristino definitivo del manto stradale a cura di IREN, potrà determinare rallentamenti della circolazione veicolare. In alternativa al cavalcavia di corso Dante che rimane comunque percorribile, gli automobilisti possono utilizzare quelli dei corsi Sommeiller e Bramante.

BATZELLA: “NELLA GIORNATA DEI DIRITTI DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA, UN APPELLO PER MAGGIORI INVESTIMENTI”

PER PREVENZIONE, INFORMAZIONE, CURA E ASSISTENZA

Ricorre oggi, 20 novembre, la “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”, giunta alla sua ventottesima edizione. Sono oltre 190 i Paesi del mondo che hanno ratificato la Convenzione dell’Onu per garantire ai più piccoli condizioni di vita migliori. Ancora oggi, però, molti bambini e adolescenti, anche nel nostro Paese e in Piemonte, sono vittime di violenze e abusi, sono discriminati, emarginati, o vivono in condizioni di grave trascuratezza. I numeri del disagio sono altissimi: in Italia si parla di 2.297.000 minorenni in povertà relativa e 1.292.000 in povertà assoluta. Per un bambino essere povero in un Paese come l’Italia significa carenza di cure sanitarie adeguate, condizioni abitative non idonee, alimentazione non corretta. Ma anche mancanza di accesso a luoghi di svago, a un’istruzione, a una protezione sociale e di inclusione. Per dare ai nostri giovani quella serenità di cui hanno bisogno c’è quindi ancora tanta strada da fare, e soprattutto la politica deve rimboccarsi le maniche. E’ necessario investire maggiori risorse in iniziative di prevenzione, informazione, assistenza e cura. Con un occhio di riguardo anche verso problematiche che vanno al di là della povertà. Spesso, infatti, i pericoli per i bambini si nascondono proprio in quei luoghi che si ritengono più sicuri, come la scuola, terreno fertile per gli episodi di bullismo. Bullismo che oggi non si limita all’ambiente scolastico, ma si insinua completamente nella quotidianità dei ragazzi perché arriva dalla rete e prende il nome di cyberbullismo, ovvero bullismo elettronico.  In via di miglioramento, invece, la tutela dei minori stranieri non accompagnati: con l’approvazione della Legge Zampa, nel marzo scorso, l’Italia è diventato il primo Paese in Europa a dotarsi di un sistema organico che considera i bambini migranti, prima di tutto, bambini.

Stefania Batzella

Presidente della Consulta delle Elette del Piemonte

Consigliera regionale Movimento Libero Indipendente

Quando la sanità funziona. Nuovo record alle Molinette: 7 trapianti di rene in 48 ore

La macchina che porta dalla donazione al trapianto si è mossa in modo coordinato e massiccio: un numero imprecisato ma notevole di medici, infermieri, ausiliari, personale di laboratorio, autisti hanno partecipato alle varie fasi
Un nuovo ruovo record per i trapianti all’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino. 7 trapianti renali in sole 48 ore è un evento di cui si ha difficoltà ad avere memoria in precedenza. E’ accaduto alle Molinette, dove nell’arco di due giorni sono stati effettuati 1 trapianto di rene da donatore vivente e 6 trapianti di rene da donatore deceduto. Il mondo del trapianto è così. L’imprevedibile è la routine: un giorno in cui sarebbe dovuto esserci solo un trapianto di rene da donatore vivente (la moglie di 64 anni ha donato un rene al marito di 70 anni affetto da glomerulonefrite), nel giro di poche ore, grazie alla generosità di 4 donatori e delle loro famiglie ad Asti, Alessandria e alle Molinette stesse, si è trasformato in un momento eccezionale che ha permesso ad altri 6 pazienti di ricevere il trapianto. I donatori di Alessandria sono due uomini di 40 e 74 anni. Una donna ad Asti di 63 anni ed un uomo alle Molinette di 54. I riceventi sono una donna di 54 anni affetta da glomerulonefrite, una donna di 54 anni affetta da rene policistico, un uomo di 37 anni affetto da uropatia malformativa, una donna di 64 anni affetta da rene policistico, una donna di 57 anni affetta da nefropatia diabetica ed un uomo di 67 anni affetto da rene policistico. Questi dati confermano la forza dell’organizzazione del trapianto rene dell’ospedale torinese consolidata da 35 anni di attività che ha portato al record di trapianti in Italia (quasi 3300) a larga distanza dagli altri centri e nel gotha dei migliori centri mondiali.  La macchina che porta dalla donazione al trapianto si è mossa in modo coordinato e massiccio: un numero imprecisato ma notevole di medici, infermieri, ausiliari, personale di laboratorio, autisti hanno partecipato alle varie fasi. Le équipe coinvolte sono numerose: i nefrologi diretti dal professor Luigi Biancone, i chirurghi vascolari diretti dal dottor Maurizio Merlo, gli urologi del professor Paolo Gontero e gli anestesisti del dottor Pier Paolo Donadio per la gestione clinica e chirurgica. La parte laboratoristica specifica è sostenuta  dagli immunogenetisti del professor Antonio Amoroso e dagli anatomo-patologi del professor Mauro Papotti, non dimenticando gli operatori degli ospedali sedi del prelievo degli organi. Questo picco di attività testimonia l’importanza della donazione che l’organizzazione sanitaria piemontese è in grado di accogliere mettendo in campo le migliori strutture.  Un’altra bella notizia è il ritmo che stanno prendendo i trapianti di rene da donatore vivente negli ultimi tempi ormai a cadenza quasi settimanale. Dal 23 al 25 novembre si terrà il primo Corso nazionale sulla gestione clinica del trapianto di rene presso il Lingotto, organizzato dal professor Luigi Biancone. 

Elisabetta Chicco, la sensualità dell’intelligenza

di Pier Franco Quaglieni

Sabato 18 novembre e’ mancata Elisabetta Chicco Vitzizzai, scrittrice e saggista torinese conosciuta ed apprezzata in tutta Italia. L’emozione per la sua morte crudele ed improvvisa mi impedisce quasi di scrivere perché il sentimento prende il sopravvento. Eravamo amici dal 1984,anche se la nostra conoscenza risale a tempi precedenti. Qualche mese fa recensii il suo penetrante saggio su Nietzsche che ebbe la prefazione di Remo Bodei, uno dei filosofi più seri e selettivi che io conosca (leggi: http://www.iltorinese.it/linea-di-confine-spigolature-di-vita-e-storie-torinesi-11/). La vidi molto sofferente all’esordio torinese al Centro Pannunzio del suo libro che venne poi presentato a fine ottobre anche a Cagliari. Malgrado il dolore che la attanagliava, volle parlare del suo libro e ne parlò con un lucidità incompatibile con la sofferenza che manifestava, dimostrando una forza stoica eccezionale. Quella sera ci impartì , senza volerlo , una grande lezione di vita: stringere i denti e andare avanti comunque. Un medico quella sera le consigliò di andare al pronto soccorso, ma lei non volle sentire ragioni. Era una donna forte e coraggiosa, ferma nelle sue idee, anche se possedeva una grande ironia che rivolgeva in primis a sé stessa. Sarebbe lungo anche solo citare le sue opere che crocianamente parlano e continueranno a parlare per lei. Era figlia del notissimo pittore Riccardo Chicco, una delle figure più straordinarie della cultura torinese del Novecento, ed era orgogliosa di un padre straordinario e in certo modo difficile come lui. Come Riccardo seppe usare il pennello e la matita ,così Elisabetta seppe servirsi della penna e del computer.

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Ha rappresentato con maestria un mondo torinese fatto di impegno civile,  genialità,  trasgressione, amore per la vita. Mario Soldati, quando la vide nel 1987,si innamorò a prima vista di lei, della sua elegante figura , che gli faceva pensare alle donne di Modigliani, e del suo stile. Accadde alla mostra delle caricature che suo padre pubblicò per anni su “La Stampa” . Dovetti ricondurlo alla ragione e fu molto difficile. Ancora anni dopo Soldati si ricordava di quel volto che vide per caso in una fotografia. Era una donna affascinante nella sua intrigante intelligenza femminile, mai sterilmente femminista, che seduceva senza volerlo innanzi tutto per le cose che diceva, prima ancora che per la sua bellezza. Pensarla morta mi appare una cosa impossibile perché la sua vitalità era infinita. Organizzammo insieme il Centenario della nascita di suo Padre al Comune di Torino. Fu una cerimonia austera e severa, ma anche gioiosa perché Chicco non poteva essere commemorato. Tanti allievi dell’artista che aveva insegnato al Liceo “d’Azeglio”, accorsero a sentirla parlare di suo padre che fece rivivere con brio straordinario. Sapeva parlare in modo eccezionalmente coinvolgente e non so se i suoi allievi si resero pienamente conto della docente che avevano avuto la fortuna di incontrare. Ad Albenga dove la invitai a parlare una volta, molti si ricordano della sua lectio magistralis anche se il tema trattato era lieve. Aveva innato il dono della parola parlata e scritta. Fummo anche colleghi nell’insegnamento dove era nota per la sua straordinaria preparazione e per il suo rigore. Finimmo insultati ,in tempi diversi, sul muro davanti all’ingresso dell’edificio dove insegnavamo . Lei venne volgarmente insultata per la sua severità ,io venni definito un “maiale nazista”, forse dagli stessi studenti. Eravamo ad almeno quindici anni dal‘68 e sopravviveva un manipolo di contestatori che pensavano di intimidirci per poter fruire di una promozione facile. Sono episodi che invece ci inorgoglirono perché avevamo fatto la stessa fine di Franco Venturi, sistematicamente insultato per la sua fermezza nel pretendere dagli allievi lo stesso impegno che come professore aveva profuso. Era stata allieva alle scuole medie della figlia di Augusto Monti Luisa Sturani . Una volta che io scrissi negativamente del comunismo sterile e bigotto della professoressa, mi critico’ con asprezza. Era una donna di sinistra, ma il suo essere di sinistra non significava essere prigionieri di un’ideologia, ma essere capaci di pensare senza pregiudizi.

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Viveva in modo borghese nella bella casa di via Cavour dove aveva abitato suo padre, vestiva con raffinata eleganza e persino con ricercatezza, ma detestava il modo di vivere stereotipato e conformista di tanti torinesi sui quali già Gozzano aveva ironizzato. E odiava anche l’eskimo dei contestatori in jeans. Io ,a volte ,temevo il suo giudizio che era sempre libero da ovattamenti amichevoli. Quando venne alla presentazione del mio ultimo libro all’Università ,le chiesi timidamente come fosse andata e il suo consenso mi allietò molto, ma forse la sua benevolenza di quella sera già celava qualcosa. Un’Elisabetta troppo buona era un segno non positivo del suo stato di salute. Una come lei era di natura graffiante perché esprimeva naturaliter una sensualità dell’intelligenza ,come diceva di Soldati Geno Pampaloni ,che non può essere rattenuta dalle regole banali della quotidianità . Io non so come il marito Pietro e la figlia Tristana potranno vivere senza di lei che occupava uno spazio proporzionale alla sua vitalità intellettuale e umana. Il mondo culturale torinese, nella sua incommensurabile inconsistenza e nel suo narcisismo intellettualistico, non ha dato a lei ciò che lei ha dato a questa città. Ma forse proprio questo fatto sta a dimostrare la sua importanza . Come qualche giorno fa a festeggiare i 90 anni di Guido Ceronetti non si è visto nessun esponente delle Istituzioni, così appare incomprensibile il disinteresse finora dimostrato per la sua morte da parte di chi non dovrebbe ignorare cosa ha rappresentato il nome Chicco per Torino. Una città provinciale ed angusta come questa in cui ci troviamo a vivere, non meritava una scrittrice come lei.Anzi, direi, una donna straordinaria come è stata Elisabetta, gioiosa ed austera contemporaneamente, sempre libera, curiosa ed aperta. In questo momento mi vengono alla mente scrittorelle torinesi che godono di un successo televisivo. Ecco, la Chicco era il loro opposto ed è un gran giorno di lutto per la cultura italiana la sua morte. I funerali si terranno martedì 21 novembre alle 10 al Cimitero Monumentale di Torino.

quaglieni@gmail.com

Trasloco al Moi, inizia il trasferimento dei rifugiati: in 60 saranno ospitati dalla curia

Questa mattina, poco dopo le 7 è iniziato lo sgombero – o meglio, un pacifico trasloco –  delle palazzine dell’ex Moi, il villaggio olimpico di via Giordano Bruno. Le forze dell’ordine hanno iniziato il trasferimento di una sessantina di rifugiati che troveranno ospitalità presso i locali della Curia. Le persone presenti negli edifici sono circa un migliaio. Un piano di sgombero graduale è stato concordato tra Città e Intesa SanPaolo che finanzierà parte del progetto sociale.  I primi locali ad essere sgomberati sono quelli delle cantine, un vero e proprio labirinto . Proprio ieri l’arcivescovo Nosiglia si era occupato dei “disperati”. In un messaggio rivolto ai bisognosi in generale, in occasione della Giornata della povertà, aveva sollecitato la comunità ad aiutare davvero i poveri scendendo in strada e non limitandosi a pochi spicciioli di elemosina.

ISU Merano Cup: Giada Russo d’oro. Paolo Balestri d’argento

Dopo la medaglia d’oro conquistata venerdì 17 novembre da Lucrezia Beccari nella categoria junior, oggi, è stata la due volte campionessa italiana Giada Russo ad imporsi nella categoria senior aggiudicandosi la Merano Cup, importante gara internazionale ISU.

La Russo, allenata da Claudia Masoero e da Edoardo De Bernardis, ha vinto entrambi i segmenti di gara, pattinando un programma corto, coreografato dallo stesso De Bernardis, sulla colonna sonora di “Eyes Wide Shut” di Kubrik e un lungo sulle musiche di “Parla con lei” di Pedro Almodovar, coreografato da Andrea Vaturi e Edoardo De Bernardis, totalizzando un punteggio di 149,30. Nella categoria junior singolo maschile vince una bella medaglia d’argento Paolo Balestri con il punteggio di 158,77, mentre è quarto, ma con il terzo punteggio nel programma libero, l’altro atleta dell’Ice Club Torino Marco Bozzuto. Conquistano podi anche i giovanissimi pattinatori dell’Ice Club Torino che hanno gareggiato in un’altra importante competizione, il Fiemme on Ice Trophy di Cavalese: terzo posto per Giulia Barucchi (Pre Novice Gruppo 2), secondo posto per Irene Arsale (Pre Novice – Gruppo 1), primo posto per Francesca Prato (Basic Novice A gruppo 2) e primo posto anche per Nikita Dossena.

“Sono davvero soddisfatta per i risultati dei miei atleti nella Merano Cup, una competizione ISU importante nella quale hanno ben figurato”ha dichiarato l’allenatrice Claudia Masoero. “Siamo all’inizio della stagione, ma sia gli atleti della nazionale italiana che hanno gareggiato a Merano, sia i ragazzi più piccoli che hanno vinto al Fiemme on ice di Cavalese si stanno comportando bene. Il nostro è un lavoro di squadra e queste vittorie sono merito di tutto il gruppo. La settimana prossima sia Giada Russo che Lucrezia Beccari affronteranno un altro appuntamento importante, la Cup of Tyrol di Innsbruck e a dicembre molti atleti prenderanno parte ai Campionati nazionali”.

 

Barbara Castellaro

www.iceclubtorino.it

Dagli occhi di Kim Novak alla performance di Asia Argento, tutto fa cinema

 

Ormai non si pensa davvero più alle madrine che fino a ieri hanno aperto i red carpet (del resto i tantissimi cinéphiles del Torino Film Festival vedono quelle strisce rosse come una manciata di sabbia negli occhi) né ad un madrino come si è fatto con Alessandro Borghi nellultimo Lido veneziano. La serata del 24 novembre prossimo, sotto il chapiteau della Mole, sacro tempio del cinema per eccellenza, ad aprire le danze di questa 35a edizione del TFF ci saranno, a rappresentare lincrocio che prima o po taccorgi esserci tra le varie arti, lo scrittore Luca Bianchini, il designer Chris Bangle, lo chef stellato Ugo Alciati e Max Casacci, musicista e produttore. Il tutto coordinato da Roberta Torre che di lì a qualche giorno presenterà la sua rivisitazione in chiave musical e dark del Riccardo III shakespeariano, ambientato nelloggi di una periferia romana dove sguazzano personaggi violenti e alla perenne ricerca di denaro, interpreti un rinsecchito Massimo Ranieri e Sonia Bergamasco. Poi il film dinaugurazione Finding your feet di Richard Loncraine (il regista che poco più di una ventina di anni fa vinse a Berlino lOrso dargento proprio per un Riccardo III” novecentesco e dittatoriale), dove Imelda Staunton, colpita dalla notizia della relazione del marito con la sua migliore amica, si rifugia in una sala da ballo tra le gentilezze e i passi di un eccentrico Timothy Spall, un restauratore di mobili abituato a vivere su di una barca. Per chiudersi i nove giorni della rassegna – la giuria dei film in concorso è capitanata da Pablo Larrain, che proprio da Torino si vide aprire il successo con il suo Tony Manero” – con The Florida project di Sean Baker, con Willem Defoe e Bria Vinaite, storia di una madre e della figlioletta di sei anni che con altri vivono nel Magic Castle Hotel, nome bellissimo per una realtà di persone che sono sotto la soglia di povertà.

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Un elenco lunghissimo di ospiti, unaltra sequenza di titoli (per dire, un totale di 169 suddivisi in lungometraggi, mediometraggi e cortometraggi, 40 opere prime e seconde, 36 anteprime mondiali, 59 anteprime italiane, il risultato di oltre 400 film visionati) che certo non spaventa il pubblico pronto ad affollare le sale del Reposi e del Massimo, orfano di quelle del Lux, 500 posti a non sedere, che si faranno probabilmente sentire per numero di proiezioni, di code e di scomodità, con il pericolo terribile per gli aficionados di arrivare al limitare del traguardo e vedersi respinti. Sono il risultato, non il solo, di un aggiustamento verso il basso del budget generale, considerando che il 2016 si era portato via 2.300.00 euro e che ledizione di oggi vede un taglio” – la parola è brutta e nessuno la vuol sentire pronunciare – di 250.000 euro. Comunque gli occhi magnetici di Kim Novak e del suo siamese Cagliostro, in bella unione a far cadere nelle maglie strette dellamore uno stralunato James Stewart nella Strega in paradiso” di Quine, ci guardano dallalto e ci proteggono.  Ovvero aprono ad un concorso che, afferma la rossoscapigliata Emanuela Martini, al timone da quattro anni e in buona speranza per una riconferma, torna al suo interno a riconsiderare il mondo del lavoro, il cerchio della famiglia come base di sentimenti e di lotte e la Storia, gli sguardi e i ripensamenti che interessano Davide Ferrario con Cento anni, dalla disfatta di Caporetto al fascismo e la Resistenza sino ad arrivare a piazza della Loggia, che analizzano limmagine di Churchill in The Darkest Hour di Joe Wright con un Gary Oldman dal trucco perfetto e già più che ben piazzato nella corsa agli Oscar, che hanno fatto desiderare al soldato Harry Shinder, sbarcato ad Anzio nel 44, di dare una memoria a quanti là hanno combattuto e là sono morti (Mt War is not Over di Bruno Bigoni), che fanno ripensare con Kings ai disordini e alle tensioni razziali esplosi a Los Angeles nel 92, che reinquadrano in un documentario la figura del presidente americano passato con disinvoltura da Hollywood alla Casa Bianca (The Reagan Show). LItalia è ben rappresentata da Blue Kids di Andrea Tagliaferri, già assistente di Matteo Garrone, un fratello e una sorella dentro una fiaba nera dei nostri tempi, un legame morboso e uneredità, un conflitto con il padre e un gesto folle e studiato che li fa fuggire insieme; e da Lorello e Brunello di Jacopo Quadri, due gemelli che si occupano della fattoria di famiglia.

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Fuori concorso, nelle differenti sezioni, Francesca Comencini con Amori che non sanno stare al mondo, il terzo capitolo dei ricercatori universitari disoccupati inventati da Sydney Sibilia, Smetto quando voglio – Ad honorem, il viaggio di due ragazzini napoletani nel cuore del Nevada, tratteggiato da Paola Randi con Tito e gli alieni, ancora un viaggio per due ragazzini nigeriani verso il Mediterraneo in Balon di Pasquale Scimeca. Completando il concorso, 15 paesi partecipanti per altrettante produzioni, dallArgentina al Portogallo, da Hong Kong a Israele, dal Giappone agli Stati Uniti, dalla Cina al Belgio.  Martini che ci riprova con la notte dellHorror, che si inventa la retrospettiva (benvenuta! dai primi successi degli anni Sessanta al Passion franco-tedesco di cinque anni fa) di un maestro come Brian De Palma che arriverà o forse non arriverà (compensi al lumicino non degli di lui o la necessità di seguire il montaggio del suo ultimo Domino? vedremo), che attribuisce il Gran Premio Torino a Pino Donaggio e alle sue musiche da film, ad un musicista che è passato dagli studi al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia al Sanremo di Io che non vivo (senza te) ai set più prestigiosi in giro per il mondo, proprio De Palma in primo luogo, e poi Roeg, Dario Argento, Liliana Cavani, Pupi Avati, Michele Placido, Sergio Rubini. In ultimo: gli amanti dei felini si godano i sei titoli di Non dire gatto…” e i fan di Asia Argento – contattata dalla direttrice in tempi non sospetti, si era di marzo, per cui non ancora coinvolta nello scandalo Weinstein – la applaudano nella sua veste di guest director” e in quelle di interprete con Emma De Caunes della performance firmata da Bertrand Bonello.

Elio Rabbione

Via Nizza riaperta, la sindaca: “Simbolo di rilancio”

La sindaca Chiara Appendino ha pubblicato un post sulla sua pagina Facebook, sulla riapertura del tratto di via Nizza a lungo chiuso per i cantieri. Ve lo proponiamo di seguito

“Sabato, dopo mesi di lavori e cantieri, è stata riaperta la circolazione in via Nizza, una via di cui spesso sono state raccontate le difficoltà.Vi avevo già parlato in altre occasioni dei progetti per questa zona della Città, che sono stati ribaditi dall’Assessora ai trasporti e alla viabilità, Maria Lapietra. Oltre al completamento della linea 1 della metropolitana ci saranno piste ciclabili, ampliamento del bike-sharing, attenzione al verde e alla mobilità anche per i diversamente abili.  Tra poco tempo sapremo chi saranno i vincitori del bando per il completamento dei lavori e potremo leggere un cronoprogramma concreto. I cantieri verranno aperti a lotti per ridurre al minimo l’impatto sulla vita della via. Tra i simboli di questo rilancio, sabato sera alla presenza dell’Assessore al commercio, Alberto Sacco, sono state poi accese le luci di Natale, anche grazie al sostegno dell’Associazione Commercianti Nuova Nizza Bengasi, Eataly e 8Gallery. Alla Circoscrizione alle realtà del territorio e a tutti coloro che che stanno collaborando a questo rilancio va il mio più sentito ringraziamento”.

Giornata per i Diritti dell’infanzia: la celebra il Consiglio regionale

Il Consiglio regionale celebra la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, che ricorre lunedì 20 novembre, con una serie di iniziative.

Il Comitato Diritti Umani sostiene e patrocina il progetto socioculturale “Profumo di vita #neldirittodel bambino”organizzato dall’associazione di volontariato Legal@arte. Il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Mauro Lauspartecipa, lunedì 20 novembre, alle 18, nel Salone d’Onore del Castello del Valentino, all’inaugurazione della mostra fotografica dell’artista torinese Elena Givone, curata da Roberta Di Chiara, per sensibilizzare sul tema della violenza assistita da minori. L’esposizione, costituita da 12 opere fotografiche di grande formato che ritrae bambini appena nati, sarà visitabile fino al 26 novembre.

Nella mattina di lunedì 20 novembre, inoltre, nell’ambito della rassegna cinematografica “Rights on the movie 2017”, al Cinema Massaua di Torino (piazza Massaua 9) viene proiettata la pellicola “Vado a scuola”, destinata a oltre 200 studenti e studentesse delle scuole secondarie piemontesi di primo e secondo grado. La rassegna, promossa dal Comitato regionale per i Diritti umani, presieduto dal presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, in collaborazione con Agiscuola, si focalizza quest’anno proprio sui temi legati ai diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il film, diretto dal Regista Pascal Plisson,  documenta le sfide quotidiane che devono vivere ogni giorno quattro bambini (Zahira in Marocco, Jackson in Kenya, Carlito in Argentina, in una città della  Patagonia, e Samuel in India) per raggiungere le loro scuole, spinti dal desiderio di conoscenza e la speranza di un futuro migliore. Martedì 21 novembre alle 21 al cinema Massimo di via Verdi 18, a Torino, avrà luogo invece la proiezione aperta alla cittadinanza.

Sabato 18 novembre, alla Cartiera di Torino, sede della Compagnia Tedacà (via Fossano 8), si è inoltre tenuto il secondo laboratorio organizzato dall’Associazione Almateatro, soggetto capofila, in partenariato con Associazione Acti Teatri Indipendenti e Associazione Tedacà,  e previsto dal progetto “Siediti vicino a me – Il Teatro incontra il mondo”, attività per minori migranti. Le attività di laboratorio teatrale hanno coinvolto la Comunità Home blu, comunità di prima accoglienza dei minori stranieri non accompagnati di Torino.