Febbraio 2017- Pagina 3

Dal pop a Paganini David Garrett alla conquista di Torino

Il violinista ex enfant prodige e il direttore d’orchestra McAdams protagonisti del concerto di Carnevale all’ Auditorium Rai, su musiche di Strauss, Bizet, Paganini e Bernstein

David Garrett sarà il protagonista del concerto di Carnevale dell’ Orchestra Sinfonica della Rai, in programma martedì 28 febbraio, alle 20.30 all’Auditorium Rai Arturo Toscanini di Torino.Garrett è uno dei violinisti di maggior successo internazionale e ha iniziato a suonare il violino a soli quattro anni, debuttando a dieci con la Filarmonica di Amburgo. A tredici anni è stato l’artista più giovane in assoluto a firmare in esclusiva un contratto con la Deutsche Grammophon. È inconfondibile la sua capacità di raggiungere anche le più giovani generazioni attraverso la mescolanza di elementi provenienti dalla musica colta, pop, rock e rhythm-and- blues. Sul podio, a dirigere l’Orchestra Rai, il direttore d’orchestra americano McAdams, già apprezzato con questa orchestra nel 2011 per l’esecuzione, in forma di concerto, dell’opera “Mozart y Salieri” di Nikolaj Rimskij-Korsakov e, nel 2015, per “Les pecheurs des perles” di Georges Bizet. Per festeggiare il Carnevale il concerto prevede un programma di brani brillanti, la cui apertura sarà affidata all’ Ouverture dal “Die Fledermaus” di Johann Strauss figlio, seguita da due pagine per violino di grande virtuosismo, interpretate da Garrett, la Czardas di Vittorio Monti e il celebre Capriccio n. 24 di Paganini, proposti nelle versioni per orchestra. La prima parte della serata si concluderà con una suite dalla Carmen di Bizet, mentre nella seconda parte si susseguiranno i Three dance episodes dal musical di Leonard Bernstein “On the town”, la danza ungherese n. 5 di Brahms, nella versione per violino e orchestra interpretata da Garrett, le Quattro danze del balletto Estancia di Alberto Ginastera e il Mambo da West Side Story di Bernstein. Il concerto si concluderà con l’ Ouverture dall’operetta di Offenbach “Orphee’ aux enfers” con il su celebre Can-can. Sempre McAdams e David Garrett saranno anche i protagonisti dei concerti in programma giovedì 2 marzo alle 20.30 e venerdì 3 marzo alle 20 all’ Auditorium Rai di Torino. Il programma verterà sull’ Ouverture KV 527 del Don Giovanni di Mozart, il concerto in re maggiore op. 35 per violino e orchestra di Cajkovskij, la sinfonia in tre movimenti di Igor Stravinskij e il notissimo Bolero di Maurice Ravel. Un’ora prima dei concerti saranno messi in vendita gli ingressi non numerati.

Mara Martellotta

Info:0118104653

Architettura a misura d’uomo (prima parte)

Il primo di due appuntamenti con l’architetto Milena Bertotto Rosso. Il racconto per immagini dell’evoluzione di uno dei bisogni primari dell’uomo: quello di avere un rifugio sicuro in cui vivere

Come si è sviluppata l’idea di casa nella mente dell’uomo e nel corso del tempo? Come è stato rappresentato attraverso gli edifici il potere politico e religioso?
La passione per l’architettura è antica come l’uomo; ognuno di noi, nella ricerca o nella costruzione della propria casa, compie le medesime azioni dei nostri antenati, ora come allora desideriamo una protezione, un “nido” caldo e rassicurante, un luogo solo nostro.

Ospite a “Punto di partenza” di lunedì 6 marzo al Circolo Sociale in Via del Duomo, 1, l’architetto Milena Bertotto Rosso che opera come libera professionista prevalentemente nel settore della ristrutturazione edilizia con particolare riferimento all’ambito residenziale e commerciale.
Dopo un breve viaggio nella storia dell’architettura con l’aiuto di una serie di immagini, sarà la volta del presente, del racconto di come è cambiato il modo di costruire per l’uomo e attorno all’uomo e di ciò che viene definito architettura responsabile.

Il secondo appuntamento di “Punto di partenza – Architettura a misura d’uomo” è previsto il 29 maggio per addentrarci maggiormente nel complesso rapporto che esiste tra noi e gli ambienti in cui abitiamo.

Prosegue nel 2017 “Punto di partenza – piccoli spettacoli fuori dagli sche(R)mi”, la serie di eventi realizzata dall’Associazione culturale YOWRAS Young Writers & Storytellers in collaborazione con la Biblioteca Civica Alliaudi e il Comune di Pinerolo.
Lo scopo di Punto di partenza è il racconto delle passioni, delle abilità, dell’impegno e delle competenze, sotto forma di piccoli spettacoli, dalla viva voce dei protagonisti. Un tema diverso viene proposto ogni settimana. Architettura, ambiente, musica, viaggi, fotografia, scrittura sono alcuni degli argomenti in programma.

Al termine di ciascun incontro, dopo il buffet gentilmente offerto da Bonifanti, al pubblico viene distribuito un foglietto di promemoria con i dettagli della serata, i consigli letterari della settimana e le notizie sui successivi appuntamenti.

TRS Radio www.trsradio.it è media partner di PUNTO DI PARTENZA e ogni settimana intervisterà gli ospiti dei diversi incontri. I dettagli degli appuntamenti sono pubblicati su www.yowras.it e sulle pagine facebook Yowras Young Writers & Storytellers e Punto di partenza.

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Milena Bertotto Rosso, laureata presso il Politecnico di Torino, facoltà di Architettura, nel 1978, iscritta all’Ordine degli Architetti, della provincia di Torino dal 1980, esercita la professione di architetto in Pinerolo; opera come libera professionista prevalentemente nel settore della ristrutturazione edilizia con particolare riferimento all’ambito residenziale e commerciale. Alcune esperienze significative sono state svolte per la progettazione di spazi urbani e la stesura di regolamenti per il controllo degli elementi di arredo urbano (insegne, piano del colore, regolamento edilizio, ecc…) e per la progettazione dei piani integrati d’ambito per la riqualificazione dei Murazzi e di via Garibaldi in Torino.

28 febbraio: X^ Giornata mondiale Malattie rare

Primo Centro multidisciplinare italiano (CRESSC) per diagnosi e cura delle malattie rare neurologiche Siringomielia e Sindrome di Chiari presso la Città della Salute di Torino


 

Martedì 28 febbraio 2017 si svolgeranno le celebrazioni per la X^ Giornata Mondiale Malattie Rare, che coinvolge quest’anno oltre 80 Paesi nel mondo e circa 30 milioni di persone in Europa. Con lo slogan “Con la Ricerca le possibilità sono infinite” il 28 febbraio alle ore 18 si terrà a Torino, presso l’Auditorium Vivaldi (piazza Carlo Alberto 3), un Evento di sensibilizzazione su Siringomielia e Sindrome di Chiari, promosso dalla Compagnia di San Paolo ed organizzato dal Centro Regionale Esperto Siringomielia e Sindrome di Chiari (CRESSC) della Città della Salute di Torino.Il programma prevede una prima parte di Saluti istituzionali e di presentazione dei risultati del Progetto “Centro Regionale Esperto Siringomielia e Sindrome di Chiari: un modello di gestione aziendale integrata e interdisciplinare per malattie rare”, realizzato grazie al sostegno dalla Compagnia di San Paolo e a cura del responsabile del Progetto, dottoressa Palma Ciaramitaro. Seguirà un Concerto spettacolo a cura della Leopold Mozart Sinfonietta, diretto da Barbara Sartorio. L’ingresso è libero ed aperto a tutti. Tra le istituzioni parteciperanno Gianpaolo Zanetta, Vincenzo Villari, Nino Boeti, Sonia Schellino, Guido Regis, Franca Fagioli, Carlo Celada.

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Il CRESSC (www.cressc.org) è il primo Centro a gestione multidisciplinare in Italia per la diagnosi e cura delle malattie rare neurologiche Siringomielia e Sindrome di Chiari: si tratta di malattie ad elevato impatto economico-sociale perché sono croniche e progressive, colpiscono l’età giovanile-adulta (età media 48 anni), in prevalenza donne (75%), causano disabilità nel 50% dei casi e necessitano di una diagnosi tempestiva per beneficiare di interventi chirurgici e di farmaci specifici. In Piemonte la prevalenza stimata è di 4,73:100.000 per la Siringomielia e 7,57:100.000 per la Malformazione di Chiari.

Il Centro CRESSC, organizzato secondo un modello interdisciplinare per la diagnosi e la presa in carico globale della persona affetta da Siringomielia e/o Sindrome di Chiari, coinvolge: neurologi, neurofisiologi, neurochirurghi, neuroradiologi, radiologi, fisiatri, neuro-urologi, chirurghi vertebrali, foniatri, psicologi, internisti, algologi, infermieri, assistenti sociali. Gli specialisti dedicati provengono da tutti gli ospedali della Città della Salute e costituiscono Gruppo interdisciplinare aziendale “Siringomielia-Sindrome di Chiari” della Città della Salute di Torino (coordinatore drssa Palma Ciaramitaro) per la gestione integrata dei pazienti afferenti al CRESSC. Il Centro dispone di strutture e strumentazioni tecnologicamente avanzate per la diagnosi, il trattamento (anche chirurgico) ed il follow-up dei pazienti. E’ previsto un Percorso aziendale Interdisciplinare per l’adulto ed una fase di “transizione”, coordinata con la Neurochirurgia pediatrica (ospedale Regina Margherita), con l’obiettivo primario di favorire la continuità assistenziale dei pazienti nella “transizione” dall’età evolutiva all’età adulta.

Il Centro collabora con l’Associazione Italiana Siringomielia e Malformazione di Arnold Chiari, AISMAC e per la Ricerca con il Dipartimento di Scienze Mediche e il Dipartimento di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute (Centro di Biotecnologie Molecolari) dell’Università degli Studi di Torino, il Dipartimento di Scienza della Salute dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, il Centro Nazionale Malattie Rare dell’Istituto Superiore di Sanità, il “Centre de Référence de la Syringomyélie ” di Parigi, The Chiari Institute di New York, la Duke University di Durham, North Carolina, US. Il CRESSC ha ricevuto l’Endorsement Ministeriale a partecipare alle Reti ERN dei Centri di Riferimento Europei in qualità di coordinatore della Rete Europea SyrENET nell’ambito delle Malattie Neurologiche Rare.

Nel 2013 con il Progetto pilota “Centro Regionale Esperto Siringomielia e Sindrome di Chiari-CRESSC: un modello di gestione aziendale integrata ed interdisciplinare per malattie rare”, sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, è stata creata una piattaforma web (www.cressc.org) di supporto al Centro CRESSC, per coniugare l’aspetto gestionale e l’interazione medico/paziente e medico/ricercatore (forum, Web Community Area, e-learning). Il modello organizzativo del Centro prevede l’inquadramento diagnostico del paziente in un unico accesso (prima visita) attraverso attività standardizzate (visite/esami) ed indicatori di performance secondo un percorso PDTA aziendale dedicato. Inoltre, l’apertura agli utenti di un Centro Accoglienza e Servizi (CAS) permette di acquisire, anche per via telematica, i principali dati anamnestici, clinici e strumentali necessari per la valutazione del caso clinico.

 

Obiettivi: favorire la diagnosi precoce attraverso la valutazione di esperti qualificati; ridurre il numero di accessi e le liste di attesa, ottimizzando i tempi di diagnosi e limitando il disagio per i pazienti, anche provenienti da fuori Regione (mobilità attiva) e portatori di disabilità gravi (para o tetraparesi). 830 pazienti (621 femmine e 209 maschi) con età media 48,42 ± 15,65 (range 16-84 anni) hanno eseguito l’accesso al percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale (PDTA) del CRESSC dal 2006 al 2016, 84% residente nella Regione Piemonte, 16% nel resto d’Italia e Europa (Regno Unito, Bulgaria, Albania). Secondo l’analisi dei dati desunti dal Sistema Regionale Informativo per la registrazione dei pazienti affetti da Malattie Rare, il Centro dal 2007 al 2016 ha rilasciato 606 esenzioni.


Risultati: riduzione (30%) tempi di attesa per la prima visita (da 6 a 4 mesi); riduzione (50%) del tempo di attesa per l’intervento chirurgico (da 12 a 6 mesi); sviluppo di un modello di sanità elettronica (e-Health) altamente competitiva ed attrattiva anche a livello Internazionale; aumento della collaborazione con gli esperti nazionali ed internazionali tramite il coordinamento della Rete europea SYRENet e la partecipazione a Progetti Internazionali (ERN, COST Actions).

 

Benefici futuri attesi: equità dell’accesso alle cure; supporto alla gestione delle cronicità; canale di accesso all’alta specializzazione; migliore continuità della cura attraverso il confronto multidisciplinare e l’integrazione ospedale/territorio; incremento cooperazione e collaborazione transfrontaliera; formazione sull’uso delle tecnologie ICT e diffusione di un modello “e-Health”.

 

Il Servizio Sanitario Nazionale si avvantaggerà di una potenziale razionalizzazione dei processi sociosanitari con un possibile impatto sul contenimento della spesa sanitaria, riducendo le diagnosi tardive ed ottimizzando l’appropriatezza ed il costo sociale di patologie croniche rare, con forte impatto su disabilità e qualità della vita.

 

 

Valentino e Valentina: quattro gli indagati per il loro naufragio

Dal 2010 esisteva un progetto del Politecnico che avrebbe reso molto più sicuro l’ancoraggio

Sono quattro i nomi dei dirigenti della Gtt che dopo l’incidente, avvenuto lo scorso novembre ai battelli Valentino e Valentina, sono entrati nell’inchiesta della procura di Torino. I due traghetti, addetti per la navigazione turistica sul Po, vennero travolti dalla piena del fiume che ne sradicò le ancore trascinandoli entrambi contro il ponte della Gran Madre; uno dei due battelli (precisamente Valentina) dopo essere stato trascinato oltre le arcate del ponte, si inabissò nelle acque del fiume in piena. Il procedimento è stato aperto per naufragio colposo. Secondo un consulente della procura infatti, le due imbarcazioni sono state travolte e trascinate via a causa di un ormeggio non adeguato ed idoneo. Dal 2010 però esisteva un progetto del Politecnico che avrebbe reso molto più sicuro l’ancoraggio. Il progetto, richiesto all’epoca personalmente da Gtt, non è stato mai attuato.

Gruppo Centauri d’Acciaio a Preci e Campi di Norcia

Il Gruppo motociclistico Centauri d’Acciaio di Frassineto Po (Terranova), con i soldi ricavati dal pranzo di beneficenza del 12 febbraio ha comprato due autotreni di fieno per un totale di 72 rotoballe e li ha consegnati personalmente lo scorso fine settimana a quattro allevatori in difficoltà che si trovano nelle località colpite dal terremoto, Preci e Campi di Norcia.


“Mi sono commosso nel vedere la loro felicita’  nel ricevere questi aiuti, uno di loro ci ha abbracciato e si è messo a piangere come un bambino” ha detto Roberto Savino del Gruppo Centauri d’Acciaio.

Misure antismog: in bici a un euro per sette giorni con #tobikenosmog. Ma vale solo una volta

Al modico prezzo  di un euro si potrà girare una settimana intera  in bici. Questa potrebbe essere una delle soluzioni per ridurre lo smog e anche un’idea per avvicinare i torinesi a ToBike, il servizio di bike sharing. L’iniziativa, come anticipa il quotidiano la Repubblica, nasce da un accordo tra il Comune e «Comunicare», la società del Tobike. Potrebbe essere una prima risposta per combattere l’inquinamento durante gli stop al traffico ma sarebbe sempre in vigore al di là dei blocchi. Si incomincia tra  pochi giorni . #tobikenosmog, questo il nome del progetto, sarà accessibile dalle 133 stazioni di ToBike  attraverso un abbonamento settimanale al prezzo simbolico di 1 euro. Ma attenzione: la promozione e’ valida soltanto per una volta. Trascorsa la settimana si potrà acquistare l’abbonamento annuale, sulla propria tessera Bip o sulle altre carte abilitate.

 

(foto: il Torinese)

Per l’omicidio del monsignore strangolato è sospettato un sacerdote

DAL FRIULI VENEZIA GIULIA

Don Paolo Piccoli, 52 anni, sacerdote veneto e già parroco nell’Aquilano, è stato rinviato a giudizio per l’omicidio di mons. Giuseppe Rocco, 92 anni, che fu strangolato nella propria camera nel seminario di Trieste, nel 2014. Il processo inizierà il 30 giugno.Piccoli, all’epoca a Trieste,  è imputato di omicidio volontario, aggravato dall’età avanzata della vittima.Fu chiamato come testimone, in quanto  vicino di stanza dell’anziano monsignore, e in seguito indagato per il delitto. Gli  investigatori pensano che il movente sia un furto di oggetti sacri  scoperto da mons. Rocco. Tra gli indizi ci sono  alcune tracce di sangue.

“7 minuti” per riflettere sui diritti delle lavoratrici

Mercoledì 8 marzo alle 10, in occasione della Giornata internazionale della donna, la Consulta regionale delle elette, in collaborazione con Agis, propone la proiezione del film 7 minuti di Michele Placido per le studentesse e gli studenti degli Istituti di I e di II grado del Piemonte.

Il film – interpretato da Cristiana Capotondi, Violante Placido, Ambra Angiolini, Ottavia Piccolo e Fiorella Mannoia – affronta i temi dei diritti delle lavoratrici e dell’incertezza sul loro futuro tra caos, logica e giustizia.Tutto ha inizio quando la maggioranza della proprietà di un’azienda tessile italiana viene ceduta a una multinazionale. Sembra non siano previsti licenziamenti, ma – nell’accordo – c’è una clausola apparentemente insignificante che i nuovi proprietari vogliono far firmare al Consiglio di fabbrica: sacrificare sette minuti d’intervallo al giorno. Il consiglio è composto da nove operaie, un’impiegata e una rappresentante sindacale: uno spaccato della forza lavoro femminile contemporanea italiana che comprende la ventenne neoassunta e la veterana, l’immigrata africana e l’albanese concupita dal proprietario della fabbrica, la donna picchiata dal marito e la ragazza che ha dovuto fare i conti con la tossicodipendenza… Una storia di dignità messa in pericolo dalle dinamiche economiche e da quella legge del mercato in nome della quale si compiono oggi abusi e discriminazioni.

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I cinema coinvolti sono l’Agnelli (via Sarpi 111/A), il Monterosa (via Brandizzo 65) e il Lux (Galleria San Federico) di Torino; il Sabrina () di Bardonecchia (To); il Politeama di Chivasso (To); il Boaro d’Ivrea (To), il Ritz di Pinerolo (To), il Cristallo di Acqui Terme (Al), il Lumière di Asti, il Verdi di Candelo (BI), il Baretti di Mondovì (Cn), il Sociale di Omegna (Vco) e il Lux di Borgosesia (Vc).

Il tempo e il “respiro” del bosco

Rigoni Stern viveva sull’altopiano d’Asiago in una casa ai margini del bosco. In prossimità della sua abitazione sorgevano due larici: “Me li vedo davanti agli occhi ogni mattina e con loro seguo le stagioni; i loro rami quando il vento li muove, come ora, accarezzano il tetto”. Così raccontava in “Arboreto salvatico”, libro semplice e bello, pubblicato da Einaudi ventitré anni fa, nel 1991. Rigoni Stern di alberi, in quel testo, ne scelse venti, illustrandone caratteristiche botaniche, ambiente naturale, l’uso che ne facevano montanari e contadini, gli influssi sulla cultura popolare, i miti e le tradizioni. Prendeva  per mano il lettore, accompagnandolo sotto le piante per guardare la forma delle foglie, degli strobili,dei fiori, mescolando alle informazioni ricordi mitologici, letterari e familiari, come la quercia che il principe Andréj incontra in una pagina di “Guerra e pace” o il verso che Boris Pasternak dedica  al  tiglio: ” Il cerchio d’oro del tiglio / è come un serto nuziale” . Ai tempi in cui Mario era ragazzo si cercavano i rami di faggio “giusti”, ben inclinati  “per  costruire la ‘slitakufa’, la slittastorta” (dal tronco si ricavava lo scivolo, il ramo serviva da stanga). Lo stesso faceva mio nonno, sulla montagna tra i due  laghi, il Mottarone.

Dalle betulle, “praticando un piccolo foro al piede del tronco”, si faceva  colare una linfa che aveva virtù terapeutiche. Anche da noi s’usava piantare il sorbo nei pressi delle case perché i suoi rossi frutti  attiravano gli uccelli e, come raccontava Mario “era facile così catturarli, o  con il fucile o con le trappole o con il vischio ” (quando “pochi erano i denari, rara la carne e arretrata la fame”). Del mondo degli alberi mi parlava spesso lo zio Gùstin, montanaro che aveva imparato a leggere e far di conto. L’abete era l’albero della nascita ed a lui era dedicato il primo giorno dell’anno, mentre le querce (come la farnia, il rovere ed il leccio ) erano sacre. Tanto sacre che Tacito raccontava come persino le legioni romane di Cesare, in Gallia, avessero timore ad affrontarne il taglio:credevano che, usando le  scuri contro quei tronchi, ne sarebbero usciti lacrime e sangue e i colpi si  sarebbero, poi, riversati contro di loro sui campi di battaglia. Ed è dalle  querce che i druidi celti, con il loro falcetto d’oro, recidevano il vischio,”seme degli Dei”. Questi “echi” di vita montanara spingevano ad un’immedesimazione spontanea nella natura, come quando lo stesso Rigoni Stern osservava, descrivendo un frassino : “. .da giovane la sua corteccia è liscia, di colore olivastro, con gli anni diventa grigia, rugosa e fessurata. (con  l’età gli umani assomigliano agli alberi!)”. Infatti, lo scorrere del tempo si può leggere nel numero dei cerchi nel tronco degli alberi ed anche nella corteccia, così come l’avvizzirsi della pelle e l’incedere degli anni “segnano” il nostro invecchiare. Nei boschi sul versante del Mottarone che guarda verso il Verbano dove, fin da piccolo ,sono andato “a far legna” con mio padre, s’imparava presto a conoscere virtù e difetti degli alberi. Dal nocciolo -lungo, dritto, uniforme nel diametro – si ricavavano il manico del rastrello e altri attrezzi. Lo stesso si faceva con il frassino, il faggio (per la “ranza”, la falce da fieno) e il duro corniolo, per i “denti” del rastrello. La casa era riscaldata dalla stufa a legna,ma dal taglio dell’albero all’imboccatura della stufa, ci si “scaldava” sei, sette volte. Dopo aver tagliato la pianta (faggi o o robinia, castagno o rovere) la si “sramava”, portandola, poi, fuori dal bosco, in spalla. A pezzi lunghi fino a tre metri, trascinati per un paio di chilometri sul sentiero fino a valle (grazie ad una corda legata all’anello fissato ad un cuneo di ferro che si”piantava” nel tronco) gli alberi “scendevano” e, successivamente, con il tronco di nuovo a spalla, percorrevamo un altro chilometro fino alla cascina vicino casa dove c’erano la legnaia e la sega “circolare”. Azionata con un sistema di pulegge collegate ad un motore di Vespa V 98 “farobasso” del 1948, la sega serviva a tagliare il tronco a tocchi che poi, in ultimo, con un colpo d’ascia ben assestato venivano spaccati a metà. Per il taglio ci si regolava con la luna. L’influenza dell’astro d’argento apriva gli occhi su di un’infinità di regole e di “buone pratiche”.Il legname del tetto andava tagliato ai primi di marzo così, in caso d’incendio, le travi sarebbero rimaste sì scure, annerite, affumicate, ma sane e riutilizzabili. Se non si voleva che il legno marcisse sotto le intemperie andava tagliato,indipendentemente dalla luna, gli ultimi giorni di marzo, in modo da risultare quasi impermeabile. La legna da ardere si tagliava d’inverno, da  novembre in poi, solo inluna calante. Se, poi, si voleva un bosco sano e forte, il taglio andava organizzato per ottobre, in luna crescente. Questo lo potevamo far noi, per le nostre necessità ma c’era anche chi seguiva un’altra  logica. Ricordo un racconto di Mauro Corona,lo scultore-alpinista-scrittore di Erto, nella valle del Vajont. Scriveva che, tagliando in quel periodo il bosco,  questo si rigenerava, rapidamente, ma la legna tagliata in quel momento pesava meno e, quindi, i boscaioli storcevano il naso (“minor peso,meno guadagno”). La stessa linea di crescita di un albero era ed è importante. Dipende da tante cose e non è uguale per tutti, anche se tutti crescono in  verticale. L’andatura può andar su dritta, ma anche girare a destra o a sinistra.

Se si vuol lavorare il legno per delle scandole o una grondaia, bisogna lasciar perdere quello dalla corteccia che si “avvita”: prima o poi si torcerà. Anche i fulmini “scelgono” gli alberi dove cadere. Mai su quelli ad  andatura diritta, sempre su quelli che “girano” tant’è che la “lésna”, la saetta, provoca uno squarciamento che va giù, dalla cima al piede, a spirale. Se un albero soffre, non “butta” più, fa crescere poche foglie,occorre mozzargli subito la cima, e farlo in luna piena. Se si è attenti e rapidi, se non è troppo compromesso, si riprenderà, mentre con certe lune anche il solo taglio di un ramo potrebbe essere esiziale e condurre la pianta a morte certa. Anche per eliminare le erbacce, i nonni non usavano i diserbanti: estirpandole in luna giusta, alla fine d’aprile, non ricrescevano più. Un cespuglio intralciava il passaggio su di un sentiero? Per non averlo più tra i piedi bastava tagliarlo in luna crescente, a febbraio. La cura del bosco, le fasi lunari, le buone pratiche hanno fatto della montagna uno straordinario contenitore di culture e di saperi. Ai tempi di mia nonna non c’era il servizio meteo e se ci fosse stato non avrebbe saputo di che farsene. Lei gettava lo sguardo al “bossolo” del sale grosso (quante volte mi e capitato di sentirle dire”.. Deve piovere, il sale è umido!”) o alla Carlina spinosa nel prato, le cui brattee interne sono sensibili all’umidità e quanto l’aria n’è satura la “sentono” fino a chiudere il fiore. I tempi giusti per tagliare la legna, la Carlina, l’impasto di colla e cloruro di cobalto per colorare il santino segnatempo, le tavole della lunazione e lo sguardo che si perde alla sera nel  cielo, non sono lontani ricordi, impastati di nostalgia. Offrono la possibilità per  riflettere, seriamente, sul nostro tempo e sul bisogno di far “valere” i nostri  tempi. E avere un tempo per noi.

 

Marco Travaglini

Ritorna l’atteso appuntamento con il Pugilato in fiera

Sabato 18 una riunione a cura dell’Associazione Pugilistica Valenzana con allenamento/esibizione di Luciano Randazzo in vista del match per il titolo italiano che si terrà il 31 a Valenza

 

Anche quest’anno torna un appuntamento che gli appassionati della “noble art” attendono da dodici mesi. Nell’ambito della Mostra Regionale di San Giuseppe, al PalaFiere del Quartiere Fieristico della Cittadella, verrà allestito un quadrato per la serata del 18 marzo. Nell’occasione, a partire dalle ore 20.30, ci sarà un cartellone di incontri a cura dell’Associazione Pugilistica Valenzana che schiererà ben cinque suoi atleti (Francesco Corigliano, Luca Moretti, Daniele Caccamo, Simone Turetta e Roberto Mastroianni) in un contesto agonistico che vedrà salire sul ring anche altri pugili della Provincia, provenienti da Alessandria, Novi, Ovada che incroceranno i guantoni con atleti provenieti dalle province di Biella e di Vercelli. Prima dell’inizio della manifestazione ci sarà un allenamento/esibizione di Luciano Randazzo, pugile professionista, nato e cresciuto sotto l’ala del direttore sportivo Adriano Gadoni, che a Casale è piuttosto noto avendo combattuto sia alla Mostra di San Giuseppe (correva l’anno 2011 e in quell’occasione colse una vittoria bella e netta sull’avversario) sia alla Palestra Leardi. Sarà un’anticipazione di quello che accadrà a Valenza, il 31 marzo prossimo quando Randazzo combatterà contro Francesco Lomasto, per il titolo italiano che gli è stato tolto a tavolino, causa di una sua indisposizione fisica.

Comunque, se la boxe torna è grazie all’impegno dell’Associazione Pugilistica Valenzana – presidente Massimo Sarzano – , attiva dal 1968, associata alla F.P.I. che, negli anni, è sempre riuscita a “sfornare” pugili di livello – e Randazzo ne è la conferma – nonostante tutti i problemi che ci sono per poter continuare l’attività, dalla mancanza di sponsor e di spazi.

 

 

Per informazioni rivolgersi

Manazza Gefra Srl

Ufficio Fiera

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Posta elettronica: info@mostrasangiuseppe.it