Febbraio 2016- Pagina 30

"Cuoreamoremio" su Quarta Rete Tv

toro carosello L’appuntamento per i tifosi granata è  alle 20.30.

 

Da martedì 2 febbraio riprende in televisione sull’emittente su Quarta Rete la trasmissione “Cuoreamoremio”. Conduttrice Elena Rossin, opinionista Alex Gilardini. L’appuntamento per i tifosi granata è  alle 20.30.

Berlusconi e Salvini hanno detto sì: l'anti-Fassino (o anti-Appendino?) è Osvaldo Napoli

napoli osvaldo Il notaio Alberto Morano, altro possibile candidato del centrodestra, convocherà probabilmente una conferenza stampa nelle prossime ore – una volta ufficializzata la notizia della scelta su Napoli – per decidere se correre comunque con una sua lista

 

Dopo il derby Inter-Milan, alla cena milanese tra Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni, si è finalmente parlato concretamente della candidatura a sindaco di Torino per il centrodestra. salvo sorprese dell’ultimo minuto l’anti – Fassino (o l’anti – Appendino, viste le quotazioni al rialzo della candidata a 5 stelle?) sarà l’immarcescibile Osvaldo Napoli, parlamentare di lungo corso del Pdl e di Forza Italia, già sindaco di Giaveno e oggi primo cittadino di Valgioie, e vicepresidente dell’Anci,  da sempre nelle grazie di Berlusconi. Fino a ieri  Salvini non aveva dato il via libera, ma potrebbe  cedere il candidato per Palazzo Civico a Forza Italia in cambio del via libera per dei nomi leghisti a Canelli e Novara e Lucia Borgonzoni a Bologna. Il notaio Alberto Morano, altro possibile candidato del centrodestra convocherà probabilmente una conferenza stampa nelle prossime ore – una volta ufficializzata la notizia della scelta su Napoli – per decidere se correre comunque con una sua lista.

 

 

 

Letizia Maria Ferraris: cuore, intelletto, azione

ferraris maria letiziaponte mole vittorioUmiltà e vita associativa, dedizione verso il prossimo, per un nuovo modo onesto di fare politica

 

Letizia Maria Ferraris è un avvocato torinese affermato che ha sempre respirato in famiglia il senso del dovere e dell’impegno per gli altri. Questi valori familiari l’hanno portata, negli anni della formazione, prima liceale all’Istituto religioso Rosmini, poi durante quella universitaria, presso la Facoltà di Giurisprudenza di Torino, a impegnarsi nell’associazionismo, presso la Caritas di Torino, divenendo poi consulente in materia giuridica del Cardinal Saldarini.  Ora ha sentito l’esigenza di mettere le sue competenze, sia professionali sia quelle maturate nell’associazionismo, al servizio della politica cittadina, decidendo di candidarsi alle prossime elezioni amministrative nelle liste dei Moderati.

 

“Ritengo che in politica – afferma Letizia Maria Ferraris – e nella gestione del potere, la più nobile delle professioni, sia fondamentale l’umiltà. Se si assumono maggiori responsabilità nello svolgimento di un servizio da parte di una persona, e questa non è adeguatamente strutturata, si verifica che perda la sua capacità di lucidità e si faccia sormontare dai problemi. Nella gestione della cosa pubblica è fondamentale possedere la capacità di elaborazione del pensiero e una buona dose di criticità”.

 

” Il compito del politico è simile a quello del genitore – prosegue l’avvocato Ferraris –  Se si ha in mano la sorte del bene comune, come quella di un figlio, non si possono spostare i problemi, ma bisogna risolverli. Nella vita per esempio, non ci si può dimettere dal ruolo di madre ( io sono mamma di 4 figli e per me il compito genitoriale è costante nella mia vita quotidiana). In questa fase di preparazione alla candidatura politica ritengo fondamentale coinvolgere il pubblico in sessioni di lavoro e dibattiti, in cui i futuri elettori possano venire a conoscenza dei metodi e si confrontino sui problemi reali e quotidiani della città”.

 

” Nella mia professione – aggiunge Letizia Maria Ferraris – è fondamentale il compito di educare i clienti. Educazione, secondo me, infatti,  significa prevenzione. Spesso mi occupo di fenomeni d’impresa e mi capita sovente di aiutare il cliente a evitare catastrofi. Voglio applicare questo stesso metodo alla politica. Non desidero raccogliere intorno a me elettori fantasma. È indispensabile che sia presente la consapevolezza da parte di ciascun elettore di far parte della realtà amministrativa cittadina. Da parte di una persona impegnata in politica è fondamentale la capacità di competenza e quella di ascolto.

 

I temi di cui mi sto occupando e che mi stanno più a cuore, al centro del mio impegno elettorale per i torinesi, sono la famiglia, l’impresa,  la giustizia, l’amministrazione. 

I nostri imprenditori spesso delocalizzano la produzione a causa dell’eccessiva tassazione e perché in Italia manca nel campo penale la certezza della pena. Per ovviare a questo problema sarebbe necessario aumentare il numero dei giudici e prevenire i reati, attuando una politica di informazione,  di acculturamento,  di miglioramento della convivenza civile”.

“Infine – conclude l’avvocato Ferraris – sarebbe veramente un traguardo raggiunto se oggi la politica riprendesse a nascere, come un tempo, in seno alla vita associativa. In questo ambito il ragazzo accetta, infatti, con uno spirito diverso che in famiglia, le regole imposte, che magari sono molto simili o addirittura le stesse di quelle impostigli dai genitori.  Oggi le famiglie, purtroppo, stanno diventando sempre più individualiste e la formazione completa di una persona, futuro cittadino responsabile nella vita, sia familiare sia civile, non può che passare proprio attraverso altre forme di dedizione al prossimo, per favorire la crescita di un uomo migliore”.

 

Mara Martellotta

In un libro il mondo fantastico delle leggende delle Alpi

Crosa alpiAlpi CrosaStreghe e folletti, uomini selvatici, peccati e peccatori

 

La fiamma scoppietta per legna odorosa. “Su,cara vecchietta,non dici qualcosa? Sei stanca? Coraggio…io voglio leggende soavi o tremende”. Paolo Crosa Lenz non poteva scegliere testo migliore di questa frase del poeta don Remigio Biancossi, sacerdote bognanchese, per  aprire il suo libro “Leggende delle Alpi. Il mondo fantastico in Val d’Ossola”. Il volume, edito dal domese Grossi, raccoglie duecento fiabe e leggende delle valli ossolane, frutto di trent’anni di ricerca da parte dell’autore. Un lavoro, come ricorda lo scrittore-alpinista “di ricerche d’archivio e di peregrinazioni sui monti, parlando con la gente e leggendo antiche carte”.La ricerca, utilizzando la metodologia della “storia orale”, è avvenuta tra il 1979 e il 1981. “ Tutti gli informatori non ci sono più, ma il loro contributo (fissato su nastro magnetico e trascritto dal dialetto) rimane nel tempo”, sottolinea Crosa Lenz. “Erano tutti gente di montagna, che non aveva visto il ‘grande mondo’ (al massimo Roma per il Giubileo del 1950 con il pellegrinaggio parrocchiale), ma pure, ad un giovane ricercatore, quel loro mondo interiore pareva ‘grande’. La raccolta è continuata per tre decenni, scrivendo la memoria di uomini e donne incontrati in peregrinazioni per boschi ed valli, chiedendo conferme a dicerie di paese o storie di alpeggi, di boschi e di animali, mettendo sempre da parte, come un bene prezioso, un vecchio articolo di giornale, una fotocopia di rivista o una nota bibliografica”. Così la ricerca so è trasformata in un atto d’amore verso questa terra di confine, di alte montagne, boschi e alpeggi, valli profonde e villaggi di legno e pietra. Portando in se un segno, una dichiarazione di rispetto profondo per le Alpi e la sua gente, che per secoli ha modellato la montagna e costruito un paesaggio rurale che oggi sta sbiadendo. In questo catalogo del mondo fantastico della montagna la memoria storica degli alpigiani, di pastori e boscaioli, costruisce l’identità di un territorio. “Niente è inventato, è la cultura tradizionale degli uomini delle Alpi che parla con la voce dei narratori”, afferma Paolo Crosa Lenz. Così, letti attraverso la lente della fantasia e dell’immaginario popolare, prendono corpo i sogni e le paure dei montanari, le diffidenze e un antico senso di solidarietà comunitaria, ma anche lo sguardo divertito verso la vita, l’accettazione di fatiche e sofferenze che  comporta il vivere nelle “terre alte”, seguendo i ritmi delle stagioni. Un elemento comune alle fiabe popolari – ricordano autore ed editore – è il “senso del meraviglioso”, proprio della cultura contadina (la “magia” sempre nuova di un seme che diventa frutto), che appare chiaramente nelle fiabe sui folletti e gli “uomini selvatici” dove la natura misteriosa dei boschi e delle montagne si anima e si personifica per entrare in contatto di incontro e di scambio con i protagonisti reali di questo ambiente, i montanari nei loro vari mestieri e attività. Così, attraverso il filtro della memoria, si sente l’eco profondo che viene da secoli di vita in montagna, di eventi realmente accaduti che – attraverso le memorie e la trasmissione orale dei racconti – si sono trasformati in leggende. Un patrimonio da non  disperdere e che può “aiutare a dare un senso e uno scopo al nostro vivere turbinoso”.

 

Marco Travaglini

 

Si costituisce donna che ha investito anziano. Un 93enne investe ciclista e fugge

AMBULANZA

Nel Cuneese, a Savigliano, un 93enne alla guida di un’auto, ha travolto una 55enne

 

L’automobilista che sabato ha investito un pensionato di 89 anni in corso Peschiera e poi è fuggito si è finalmente costituito. E’ una donna di 63 anni che, dopo avere appreso dai giornali dell’incidente – del quale non si sarebbe accorta – si è presentata spontaneamente in una stazione dei carabinieri. La sua auto, una Citroen Picasso è stata sequestrata. E’ scattata una denuncia per fuga omissione di soccorso. L’anziano rimasto ferito è  ricoverato all’ospedale Martini in prognosi riservata.

 

Nel Cuneese, invece, a Savigliano, un 93enne alla guida di un’auto, ha travolto una 55enne che stava percorrendo il centro in  bicicletta. La donna, ora ricoverata all’ospedale,  è stata sbalzata  sul parabrezza della vettura, poi è caduta a terra. Il conducente, spaventato, è fuggito ma è stato rintracciato dai carabinieri. E’ stato disposto il sequestro del veicolo, il ritiro della patente e la denuncia in stato di libertà per fuga e omissione di soccorso.

Campagna elettorale al via, anche i grillini si affidano ai manifesti "tradizionali"

rosso robertoLA GANGAappendino2LA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia

 

In questo week-end di gennaio due episodi hanno chiarito come si metterà la campagna elettorale per l’elezione del Sindaco di Torino.

 

   Sono comparsi i manifesti (piccoli e grandi) della candidata del Movimento 5 Stelle.   In genere l’uso dei manifesti, soprattutto a molti mesi dall’evento elettorale, era abitudine soprattutto dei candidati di centrodestra (recente la riapparizione del faccione di Roberto Rosso), che, potendo disporre di molte risorse, si portavano avanti con la propaganda in anticipo rispetto ai tempi normali. La scelta dei Cinque Stelle di fare altrettanto induce a qualche considerazione.  Innanzitutto che ci credono e cominciano a investire. In questo non c’è nulla di male, naturalmente.

 

Salvo la contraddizione con la loro sempre dichiarata avversione a queste modalità “tradizionali” di comunicazione, contro le quali scagliavano anatemi, in nome della “democrazia del web”, che poteva coinvolgere ad uno ad uno i singoli elettori, resi così protagonisti attivi e non spettatori. Ma cosa c’è di più passivo che contemplare facce più o meno gradevoli (e Chiara lo è) proposte come un modello di auto o come un detersivo?   Confesso che questa polemica grillina a me non dispiaceva, perché contrastava la tendenza a trasformare la lotta politica a semplice marketing, sulle orme del più grande nel settore, Silvio Berlusconi.

 

Vedere quindi che anche i Cinque Stelle si vanno omologando mi ha sorpreso e colpito. Confermandomi nell’opinione che, come tutti gli altri “cavalli di battaglia” (dagli scontrini alle spese elettorali), anche questo si vada sbiadendo, man a mano che il movimento diventa un partito come gli altri.

 

 Ma il secondo episodio è quello più significativo.  Quando un assessore comunale ha messo in evidenza tali questioni su Facebook, in forme educate e legittime, apriti cielo! E’ venuto giù il web. Repliche piccate (e ci sta), irritazione e fastidio (comprensibili quando si è punti sul vivo), ma anche aggressioni verbali e polemiche dai toni eccessivi ( e questo va meno bene, soprattutto se fossero l’inizio di una campagna tutta così).

 

I social networks sono strumenti magnifici, ma non devono essere un luogo senza regole.  Serpeggia in Italia, e i grillini ne sono parte rilevante, una sorta di squadrismo del web, dai toni ultimativi e minacciosi, che non è accettabile. Deploriamo le degenerazioni del tifo sportivo e non ci accorgiamo che il tifo politico è assai peggiore e non alimenta quel confronto civile che è alla base della democrazia.

 

 Chiara, che, al di là delle diverse posizioni, non ho mai nascosto di stimare e apprezzare, non può essere la foglia di fico, sorridente e perbene, che nasconde uno stile politico inaccettabile, che trasforma tutto in rissa e che tratta quelli che non la pensano come noi, come oggetti del pubblico disprezzo.

 

(Foto: il Torinese)

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