Febbraio 2016- Pagina 3

La badante di condominio compie cinque anni

badanti 1Il progetto della badante di condominio, nato a Bologna e in fase di sviluppo anche sotto la Mole, su idea di Confabitare, oggi è al suo quinto anno di vita e i risultati sono più che soddisfacenti

In questo periodo di crisi generale diventa sempre più difficile per le famiglie italiane far quadrare il proprio bilancio. Giovani senza lavoro e senza la speranza di trovarlo a breve, cinquantenni che lo perdono o vanno in cassa integrazione, attività che chiudono, anziani con pensioni non più adeguate in quanto hanno perso più del 20% del loro potere di acquisto. A testimonianza di ciò, si diffondono nuovi fenomeni come quello di affittare una stanza della propria casa per brevi pernottamenti per motivi di studio e lavoro, offrendo anche la prima colazione, per 40,00-45,00 euro a notte in modo da arrotondare così le entrate mensili. Come dire “il bisogno aguzza l’ingegno”, anche se l’affermazione va fatta, in questo caso a malincuore. Oppure sempre più spesso si presentano casi di subaffitto di stanze all’interno della casa in cui si abita per potere dividere spese bollette e condominio.

Nonostante questo però rimangono da risolvere i problemi del vivere quotidiano, e fra questi uno dei più importanti che pesa sugli anziani o sulle famiglie che li hanno a carico è sicuramente quello della badante.

Fino a qualche tempo fa era facile e possibile per una famiglia assumere una badante anche a tempo pieno, e inoltre, data la presenza sempre crescente di donne dell’Est disposte a svolgere questo lavoro, era facile soddisfare le numerose richieste. Così in questo contesto è nata la proposta anticrisi di Confabitare.

Il progetto della badante di condominio, nato a Bologna su idea di Confabitare, oggi è al suo quinto anno di vita e i risultati sono più che soddisfacenti.badanti 2

“Oggi siamo presenti in 53 condomini a Bologna – dichiara il Presidente nazionale di Confabitare, Alberto Zanni (nella foto piccola)- il progetto si sta sviluppando anche a livello nazionale in molte città, quali Torino, Verona, Milano, Firenze Roma, Messina e tante altre, favorito dalla rete delle sedi Confabitare presenti in modo capillare su tutto il territorio”.

La formula è semplice: una sola badante all’intern di un condominio, che suddivide le ore di lavoro tra più famiglie, parcellizzando il contratto domestico di colf e badante in quote. “L’idea – spiega Alberto Zanni – è nata proprio per volere dare a più famiglie, una soluzione semplice, facilmente attuabile, e soprattutto economicamente conveniente, considerando il condominio non solo come luogo in cui si vive, ma anche come punto di comunione in cui condividere bisogni e soluzioni”.

Non più solo sinonimo di liti, tensioni e conflitti, ma un’opportunità per trovare intese comuni dettate anche dall’esigenza del risparmio. Confabitare ha lanciato questa iniziativa, l’ha testata e sperimentata a Bologna in 53 condomini, proponendo poi il modello organizzativo anche in altre città italiane. ” La nostra associazione continua Zanni – si occupa del reperimento delle badanti, del loro coordinamento, oltre che delle pratiche relative alla assunzione e alla preparazione delle loro buste paga.

Ogni anziano paga le ore della badante pro quota, per cui a fine mese il costo è pari a circa 200/250 euro contro gli 800/1.000 euro di un impegno a tempo pieno. Praticamente l’intera giornata lavorativa della badante è fatta da tanti part time quanti sono gli anziani per cui lavora.

Questa soluzione permette all’anziano di utilizzare la badante per il tempo di cui ha realmente bisogno e consente, altresì, alla badante di ottimizzare il proprio lavoro, non perdendo tempo in spostamenti da una parte all’altra della città, svolgendo anche le stesse mansioni per più persone contemporaneamente come fare la spesa o altre commissioni”.

badanti3Oltre questo c’è da considerare anche un altro aspetto positivo, ossia la reperibilità costante durante tutta la giornata, in quanto la badante è comunque sempre presente all’interno del condominio.

Inoltre casa, condominio, e spesa vanno a braccetto in alcuni condomini di Bologna. Sempre Confabitare già da cinque anni ha avviato un progetto di acquisto collettivo per i residenti. A turno, un paio di volte alla settimana, alcuni volontari del palazzo o un incaricato dell’associazione si recano ai Mercati Generali ad acquistare grossi quantitativi di frutta e verdura su ordinazione dei condomini. Comprando all’ingrosso, i costi della spesa si riducono fino al 50%.

Ampio il successo anche di questa iniziativa. “L’idea del gruppo d’acquisto non è nuova: ma ora l’abbiamo portata nei condomini – continua Zanni – così non sono più soltanto i giovani a usufruirne, ma anche gli anziani. Due i punti di forza del progetto: il risparmio sulla spesa e il contatto sociale che si crea tra gli abitanti del palazzo. Sono, infatti,,tantissimi i casi in cui gli inquilini non si conoscono tra loro, pur abitando a pochi metri di distanza l’uno dall’altro”.

Il condominio condiviso, quindi, è un modo di abitare che vuole dare risposte concrete ed efficaci alle esigenze di fabbricati che diventano sempre più multi-culturali e multi-generazionali, proponendo un nuovo uso degli spazi e dei tempi e incoraggiando la creazione di una rete di welfare locale e attiva, basata sul coinvolgimento diretto dei residenti nello stabile. L’obiettivo è di arrivare, tutti insieme, ad intraprendere azioni positive e virtuose attraverso buone pratiche quotidiane con cui si può aiutare l’ambiente, mantenere l’igiene e il decoro urbano, stimolare il rispetto e l’aiuto reciproco, ottenendo sensibili risparmi sulle spese di gestione.

Giovanna Borgia

POTATURA DEI PLATANI DI CORSO VITTORIO: DAL 1 MARZO UN MESE DI LAVORI

VITTORIOvittorio colonnaNel tratto compreso tra la stazione di Porta Nuova e corso Vinzaglio/Duca degli Abruzzi
 
 

IL COMUNE DI TORINO INFORMA:

Da martedì 1° marzo 2016 e fino a fine mese si svolgerà la potatura dei filari alberati di corso Vittorio Emanuele II, nel tratto compreso tra la stazione di Porta Nuova e corso Vinzaglio/Duca degli Abruzzi.

I lavori inizieranno con la tratta tra largo Vittorio Emanuele II/corso Galileo Ferraris e corso Re Umberto, prima dal lato sud e poi a ritornare sul lato nord; proseguiranno poi nella tratta tra largo Vittorio Emanuele II e corso Vinzaglio/Duca degli Abruzzi, prima sul lato nord e poi a tornare indietro sull’altro lato del corso. Da corso Re Umberto a Porta Nuova sarà la terza e ultima tratta, prima lato nord, poi lato sud

Si tratta di 122 platani che non venivano potati dal 2006: era assolutamente necessario provvedere.

Per realizzare i lavori in sicurezza è stato necessario, come per ogni filare alberato che si trova lungo assi tranviari, richiedere a Gtt di disattivare le linee elettriche aeree in tensione e pertanto saranno apportate delle modifiche alle linee dei mezzi pubblici nella tratta interessata dalla potatura.

I lavori dureranno per tutto il mese di marzo.

La Città è consapevole dei disagi che si creeranno per gli automobilisti e i passeggeri del servizio di trasporto pubblico, essendo corso Vittorio un asse importante ma le ragioni dell’intervento sono molteplici e legate a:

– la necessità di operare nella stagione più fredda, poiché le piante di specie platano sono vincolati dalla normativa nazionale in materia di contrasto alla diffusione del cancro colorato del platano, che prevede tale modalità.
– La necessità di prevedere l’eventualità di eventi meteo avversi, che impediscano il proseguimento delle lavorazioni per più giorni di seguito.

Nel corso dei lavori verranno rimossi nel corso Vittorio Emanuele II alcuni esemplari di platano, colpiti da cancro colorato (otto in tutto). Sette tagli nella tratta tra corso Inghilterra e piazza Adriano lato nord, un taglio all’angolo con via Morosini lato sud.

Le rimozioni sono la conseguenza di un’ingiunzione del Settore Fitosanitario della Regione Piemonte, l’ente competente per la lotta alla malattia. Il cancro colorato è, infatti, una patologia fungina gravissima specifica del platano, la cui lotta è obbligatoria ed è regolamentata dal DM 17 aprile 1998, poi modificato con DM 29 febbraio 2012, e dalle relative circolari applicative.

Il taglio tempestivo delle piante malate e di quelle limitrofe è obbligatorio per legge e molto importante al fine di ridurre la diffusione della malattia e salvaguardare i viali cittadini di platano. Nelle località dove sono presenti focolai di cancro non è possibile sostituire le piante malate con nuovi alberi per almeno cinque anni.

www.comune.torino.it – foto: il Torinese

Piero Portaluppi, il maestro dell’ architettura “elettrica”

 

Le sue centrali idroelettriche rappresentano un esempio di originalità assoluta e sono uniche nella loro architettura. Alla prima , quella di Verampio – nel comune di Crodo -, posta al punto di confluenza del fiume Toce e del torrente Devero, Portaluppi diede l’aspetto di un forte turrito a simboleggiare il feudo energetico dell’impresa Conti, che costruì la centrale

(Foto: Fondazione Piero Portaluppi  Milano – www.portaluppi.org)

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In Val d’Ossola, quasi a ridosso del confine con la Svizzera, nel primo quarto del secolo scorso, vennero realizzate delle imponenti infrastrutture per lo sfruttamento della principale fonte energetica naturale presente tra quei monti, cioè l’acqua. Tra queste spiccano dei veri e propri capolavori di architettura industriale  come l’impianto di Piedimulera – risalente al 1906 – tra le opere più interessanti dell’architetto milanese Gaetano Moretti o la centrale di Pallanzeno, costruita vent’anni dopo – nel 1926 – che s’impone all’attenzione per l’articolazione del suo ampio prospetto che richiama il modello ottocentesco dei palazzi aristocratici. Poco più a nord, oltrepassata Domodossola, s’incontra la centrale di Crevola d’Ossola, realizzata da Piero Portaluppi nel 1925. In valle Divedro è ubicata la centrale di Varzo, realizzata nel 1910 in muratura di pietra locale su progetto di Ugo Monneret de Villard. Nel territorio comunale di Crodo, in valle Antigorio, si trova la prima delle centrali realizzate da Piero Portaluppi per Ettore Conti.

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Nella centrale di Verampio, del 1910, Portaluppi rivelò pienamente la sua attenzione alle suggestioni neomedievali. Il modello di riferimento era la tipologia del palazzo-castello con torri, grandi bucature ogivali e bifore. Nelle successive centrali realizzate dal grande architetto milanese, localizzate più a monte nella valle (Crego, Valdo, Cadarese), si può notare invece un tratto già aperto alle influenze moderniste e liberty dell’architettura nordeuropea. A Formazza, infine, si trova l’imponente centrale di Ponte ( risalente al 1933). Ma chi era Piero Portaluppi, il maestro dell’ architettura “elettrica” della prima metà del Novecento.?  Nato a Milano il 19 marzo del 1888, nel 1905 si diplomò all’Istituto tecnico Carlo Cattaneo e si iscrisse al Politecnico. Negli anni dell’università si dilettò anche come caricaturista, collaborando con alcuni giornali satirici milanesi dell’epoca (“Il Babau”, “A quel paese”, il “Guerin Meschino”).

PORTALUPPI36A ventidue anni si laureò in architettura e venne premiato con la medaglia d’oro che il Collegio degli Ingegneri e Architetti di Milano conferiva al migliore laureato del Politecnico. L’anno seguente – era il 1911 – ottenne la nomina ad “assistente straordinario di Architettura superiore“, aggregato al corso di Gaetano Moretti, iniziando così la carriera accademica. Contemporaneamente avviò la sua attività professionale e quasi subito cominciò la lunga collaborazione con Ettore Conti, figura di primo piano dell’imprenditoria elettrica italiana. Per le Imprese elettriche Conti, e per le società ad essa collegate, Portaluppi progettò tra il 1912 e il 1930, numerose centrali idroelettriche, localizzate soprattutto nelle valli ossolane. Tra queste le più famose, e già citate,  a Verampio, Crego , Crevoladossola e Cadarese. Le sue centrali idroelettriche rappresentano un esempio di originalità assoluta e sono uniche nella loro architettura. Alla prima , quella di Verampio – nel comune di Crodo -, posta al punto di confluenza del fiume Toce e del torrente Devero, Portaluppi diede l’aspetto di un forte turrito a simboleggiare il feudo energetico dell’impresa Conti, che costruì la centrale. Nella costruzione riecheggiano aspetti neomedioevali, così come nei dettagli architettonici e decorativi quasi come desiderio di trasmettere un’immagine di grandezza e orgoglio del committente. Richiami che si trovano anche nelle strutture per il personale e nella palazzina  del direttore. Nel 1917 fu la volta di quella di Crego, sempre nel territorio di Crodo, che presenta pietre sbozzate e levigate, legni a vista, dentellature, riseghe, con l’alternarsi di superfici scabre e lisce. La centrale è affacciata sul Toce a ridosso di una roccia ripida, costruita in  granito.

portaluppi4La centrale di Crevoladossola fu realizzata, invece,  nel 1925 e presenta tre volumi distinti: la sala macchine, la cabina di trasformazione, la torre per il raffreddamento. Caratterizzata da accenti orientali, richiama una pagoda e il bugnato ( i blocchi di pietra sovrapposti a file sfalsate) si compone in trame a losanghe mentre le  finestre sono a forma di rombi. Infine, l’ impianto più vasto, l’ultimo ideato da Portaluppi: la centrale di Cadarese, nel comune di Premia. E’ lì che, secondo le direttive del geniale architetto, viene dato un ruolo dichiaratamente innovativo alla pietra. Il dettaglio dell’edificio è molto curato: dalle saette in ferro agli angoli, ai finti balconi in legno per richiamare lo stile abitativo montanaro, alle cornici di serizzo sui portoni. La centrale fu dedicata a Carlo Feltrinelli, presidente dell’azienda elettrica Edison. Portaluppi non si limitò alle centrali ma legò il suo nome ad un’infinità di opere architettoniche, in Italia e all’estero. Ma non vi è dubbio che le sue opere nell’estremo nord del Piemonte,  tese a dare  alla staticità della roccia una continua allusione al moto guizzante dell’energia, sono ammirate e studiate ancora oggi.

 

Marco Travaglini

 

Auto si cappotta in piazza Bernini e blocca il tram

polizia munE’ intervenuta la Squadra Infortunistica della Polizia Municipale Torino per effettuare i rilievi

Questa mattina all’alba in piazza Bernini un terribile incidente stradale. Una Audi A6 si è cappottata sui binari del tram. La vettura è distrutta e il suo conducente, un ragazzo di 28 anni, è stato soccorso e trasportato all’ospedale Maria Vittoria in codice d’urgenza. Fortunatamente le sue condizioni non sono gravi. Il tram è rimasto bloccato circa tre ore. E’ intervenuta la Squadra Infortunistica della Polizia Municipale Torino per effettuare i rilievi.

Andare per monasteri

Viaggiando lungo la penisola, s’incontrano monasteri medievali, costruiti come fortezze, che hanno svolto molte funzioni: difeso civiltà, accolto pellegrini, celebrato la grandezza di dinastie aristocratiche
 

MONASTERI SCARAFFIA“Andare per monasteri” è il bel libro scritto da Lucetta Scaraffia per “Il Mulino”. L’autrice, già docente di  Storia contemporanea alla Sapienza,  editorialista per il Messaggero e L’Osservatore Romano, ofre al lettore un “cammino di Santiago” tutto italiano, alla ricerca dell’autenticità della vita spirituale dei monasteri. Un cammino sulle tracce dei luoghi dove la vita è scandita da un ritmo lento e secolare, dove vige l’esperienza del silenzio, della pace interiore e del contatto con la natura. Un itinerario che non è completo ma che consente di incontrare i monasteri italiani storicamente piu’ importanti, che richiamano quest’atmosfera di raccoglimento e preghiera. Viaggiando lungo la penisola, s’incontrano monasteri medievali, costruiti come fortezze, che hanno svolto molte funzioni: difeso civiltà, accolto pellegrini, celebrato la grandezza di dinastie aristocratiche. Ci sono costruzioni che risalgono al medioevo e monasteri rinascimentali e barocchi, così come  edifici nuovi che testimoniano della recente rinascita monastica. Luoghi che – come secoli fa – ci regalano l’esperienza del silenzio, che sanno trasmettere anche solo con la conformazione degli spazi, con la scansione della giornata che si svolge secondo ritmi millenari. Da Novalesa a Camaldoli, da La Verna a Subiaco e Praglia, da Rosano a Campello, a Grottaferrata: l’itinerario si snoda fra luoghi storici e luoghi recenti del monachesimo italiano, tutti animati da una vita spirituale autentica. Un bel richiamo, è dedicaro alla comunità monastica di Bose, sul confine tra biellese e canavese,  dove i monaci guidati dal priore Enzo Bianchi, sin dalla fondazione,  promuovono un intenso dialogo ecumenico fra le differenti chiese e denominazioni cristiane. “Andare per monasteri” può essere utilizzato come una guida ma è anche molto di più: esplora e analizza l’incredibile atmosfera che si respira tra queste mura, offrendo una promessa di elevazione interiore e  capaci, come a Bose, di attrarre anche persone che non si riconoscono nella fede.

Marco Travaglini

“Madonne in Piemonte”

fassino madonnaUna mostra fotografica all’Urp dell’Assemblea regionale
 

È dedicata alle raffigurazioni di Maria, “umile e alta più che creatura / termine fisso d’eterno consiglio”, la mostra fotografica “Madonne in Piemonte”, che s’inaugura lunedì 29 febbraio alle 17.30 all’Urp di via Arsenale 14/G, a Torino.L’allestimento, curato dalla Parrocchia torinese di Sant’Antonio Abate, propone una ventina di scatti di statue mariane provenienti da tutta la regione: dalla “Consolata” di Torino alla “Madonna del melograno” del Battistero del Duomo di Chieri (To); dalla “Madonna dello schiaffo” della Cattedrale di Sant’Eusebio, a Vercelli, alla “Madonna dei fiori” del Santuario diocesano di Bra (Cn).“Con questa iniziativa – sottolinea il parroco, don Felice Reburdo – ci piacerebbe non solo documentare una serie di testimonianze artistiche care alla devozione popolare ma anche offrire un’occasione per un percorso mirato a una maggiore valorizzazione della figura femminile alla luce di Colei di cui Dante scrisse ‘In te misericordia, in te pietate, / in te magnificenza, in te s’aduna /quantunque in creatura è di bontate’”.La mostra è visitabile fino a mercoledì 23 marzo dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13 e dalle 14 alle 16.

www.cr.piemonte.it – foto: archivio

Tra clochard e suk l'anormalità diventa normale

clochard donnatosettoSTORIE DI CITTA’ /

di Patrizio Tosetto

Vero, nessuno ha la bacchetta magica. La logica avrebbe voluto il non concentramento di tanti problemi sociali in un km quadrato. Ora qualcosa,  caro Sindaco o Sindachessa che verrà eletto,  dovrà essere fatto 

L’ho fotografa da distante col pudore di chi sta invadendo l’altrui spazio. Intenerito, con la pena che s’addice a una situazione del genere.Da mesi questa signora vive accampata sotto una pensilina del 75. Barriera di Milano, via Pacini, davanti all’ex palazzina degli impiegati Ceat, ora adibita a centro recupero di tossicodipendenti del gruppo Abele. Dietro, alloggi costruiti da coop con fondi pubblici Gescal. A 50 metri alloggi dell Atc. Oltre, tra le due palazzine, altri barboni. Anagrafe e vigili hanno lì una sede. Normalità ed emarginazione conviventi.È questa è la prima, diciamo così, notizia. SUK DEGRADOSeconda notizia. Mi sono sempre chiesto perché il suk è stato spostato da Porta Palazzo. Ieri sera ne ho avuto una parziale risposta. Chi organizzava tutto,  anzi chi avrebbe dovuto organizzare tutto,  era una cooperativa che, pur ricevendo contributi comunali non ha potuto o voluto svolgere il lavoro. La motivazione risiede nelle minacce ricevute dalla malavita dei locali. Dovevamo controllare loro chiedendo un ” contributo” a chi vendeva. Racket. Spostando il suk si spostano i delinquenti. Ora il suk dista non più di duecento metri da dove la nostra donna vive da mesi. Troppa pressione per i residenti. Vero, nessuno ha la bacchetta magica. La logica avrebbe voluto il non concentramento di tanti problemi sociali in un km quadrato. Ora qualcosa,  caro Sindaco o Sindachessa che verrà eletto,  dovrà essere fatto. Magari cominciando dai vigili che passano in auto vicino alla donna,  ed invece di girarsi dall’altra parte facciano intervenire i servizi sociali.

IL VIAGGIO CONTINUA 10 ANNI DOPO: SOTTO LA MOLE TORNA L’EMOZIONE OLIMPICA, LA CITTA' E' IN FESTA

Sabato e domenica, come già avvenuto nella Festa dei 10 anni della metro torinese, con un solo biglietto da 1,50€ si potrà viaggiare tutto il giorno sull’intera rete urbana e suburbana GTT, metropolitana compresa. Nella serata tra sabato 27 e domenica 28 febbraio, inoltre, il servizio della rete notturna Night Buster sarà potenziato

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Il viaggio continua” con la stessa passione con cui è iniziato dieci anni fa, proprio perché quel sentimento da allora non ha più abbandonato i torinesi.Il fittissimo programma – lo si trova sul sito www.torino2006-2016.it – della festa  che si tiene da venerdì 26 a domenica 28 febbraio (confermata anche in caso di pioggia) offre molte occasioni per ricordare, divertirsi e stare insieme. Concerti in piazza e nelle stazioni della metropolitana;  mostre e film a tema  olimpico, talk show, nonché musei cittadini e negozi aperti sino alla mezzanotte: questi in estrema sintesi gli ingredienti della Festa del decennale olimpico. Nella tre giorni verranno coinvolti cittadini e turisti, atleti e  olontari olimpici, coloro che animarono il TOROC, gli alpini, i torinesi testimoni di quella festa e quelli che ne hanno sentito parlare, i sindaci di Torino e quelli delle valli Olimpiche. Insieme rivivranno le emozioni delle Olimpiadi invernali del 2006 e l’orgoglio di una vera Capitale dello sport, della cultura, del turismo al centro della scena internazionale.

“Un modo per rivivere l’emozione, certo, Una retrospettiva dei successi, anche. Ma l’idea di festeggiare il decennale olimpico, e di rievocare lo straordinario periodo – tanto breve quanto coinvolgente – delle Olimpiadi invernali di Torino 2006 è anche e soprattutto un modo per guardare avanti. Ricordando la capacità, così radicata e antica in questa Città, di fare le cose per bene e al meglio possibile, in un accordo non scritto e silenzioso capace sempre di unire, anche nelle differenze. Le Olimpiadi – aggiunge il sindaco Piero Fassino – sono state un grande evento per la città. I XX Giochi Olimpici  sono stati un momento di passaggio importante tra un prima e un dopo; sono stati la spinta che ha impresso una forte accelerazione alla trasformazione già intrapresa dalla Città dalla fine degli anni novanta.”olimpiadi to 333

Con queste parole il Sindaco ha invitato la città a festeggiare il decennale delle Olimpiadi e il successo straordinario che quell’evento ha segnato. E insieme l’eredità di orgoglio che portò i torinesi a dire “io c’ero”. Torino è cambiata e continua a cambiare, grazie a quel patrimonio comune di energie, idee, impegno, costruito durante gli anni e in grado di affrontare anche le sfide più difficili.Sia sabato che domenica, come già avvenuto nella Festa dei 10 anni della metro torinese, con un solo biglietto da 1,50€ si potrà viaggiare tutto il giorno sull’intera rete urbana e suburbana GTT, metropolitana compresa. Nella serata tra sabato 27 e domenica 28 febbraio, inoltre, il servizio della rete notturna Night Buster sarà potenziato. I canali social della Città di Torino (Facebook e Twitter) seguiranno in diretta gli eventi e forniranno informazioni sul programma agli utenti.torino_olimpiadi

E’ per la città un compleanno speciale, un’occasione per trovare o ritrovare gli amici con cui si è condiviso l’avventura a cinque cerchi. In particolare sarà anche l’opportunità per scoprire quanto è cambiata Torino negli ultimi anni visitando, ad esempio, la mostra organizzata dall’Urban Center: “Torino. Dalle Olimpiadi al futuro” la cui vernice è in programma per giovedì 25 febbraio alle ore 18.Mentre al “com’eravamo” saranno dedicate altre due esposizioni che aprono i battenti il pomeriggio di venerdì 26 febbraio. La prima: “E’ Olimpiade” (Camera – Centro Italiano per la Fotografia), è stata realizzata con gli scatti inviati dai torinesi che hanno vissuto le Olimpiadi; invece il Museo Nazionale della  Montagna ospita: “Museo Olimpico. Rivive la passione”, ossia uno straordinario viaggio attraverso i decori olimpici originali, le torce, le medaglie e le attrezzature sportive dei campioni.  Ad Agorà, “la Città dei bambini” di piazza Castello, verrà esposta una raccolta di lavori e di progetti realizzati dai più piccoli in occasione delle Olimpiadi Torino 2006, o ad esse dedicati.

I ragazzi delle scuole medie e superiori, invece, incontrano venerdì mattina al Palatazzoli i grandi atleti del ghiaccio come, solo per citarne alcuni, Fabio Carta e Marta Capurso, il portabandiera delle paralimpiadi Andrea Chiarotto e Andrea Macrì campione di Ice Sledge.

Sabato mattina alle 10, in Piazza Palazzo di Città, il Sindaco Piero Fassino darà il via alla staffetta celebrativa del decennale: 80 vessilliferi (atleti, personaggi piemontesi volontari 2006 e semplici cittadini) si alterneranno lungo il percorso, che si snoda per 38 km, toccando i luoghi simbolo della Torino “Nuova”. Le tappe: Piazza Palazzo di Città, Piazza Carlo Alberto (10.45), Campus Luigi Einaudi, Lungo Dora Siena 100 (11.10), Parco Aurelio Peccei, via Cigna (11.45), Via Verolengo ang. via Orvieto (12.20), Area Environment Park, via Livorno 60 (12.35), Parco Ruffini angolo Corso Trapani (13.50), Parco Pietro Mennea, Piazza Marmolada (14.10), Parco Colonnetti, via Artom (15.20), Palazzo Vela (area parcheggio) (15.35), tratta sul fiume dall’Imbarcadero di Corso Unità d’Italia fino a Borgo Medioevale (15.40), Imbarco Borgo Medievale (16.15), Piazza Vittorio Veneto (16.40).olimpiadi to 23

Gli 80 corridori porteranno la bandiera a piedi, in bicicletta e sulle dragonboat, le imbarcazioni di oltre 12 metri che solcheranno il Po. Tantissimi (circa 5000) i volontari che hanno risposto all’invito ad essere presenti sabato pomeriggio dalle 16 in piazza Vittorio. Insieme agli ex dipendenti del TOROC, ai Vessilliferi, ai Gruppi sportivi, agli Alpini,  formerano una “Grande Parata” e, accompagnati dalla Banda della Polizia Municipale, sfileranno lungo via Po, fino in piazza Castello.

Nella “Medal Plaza” dopo l’arrivo dell’ultima staffetta alle 18 verrà acceso il braciere olimpico, dando il via ad una lunga kermesse che, dopo i saluti istituzionali, vedrà sul palco il premio oscar Nicola Piovani con il suo spettacolo: “La musica è pericolosa – concertato”, seguito alle 20 da un concerto della Orchestra Filarmonica di Torino.

Alle 21.00 presso il Museo Nazionale del Cinema (a ingresso gratuito) verrà proiettato il docufilm: “Il viaggio continua. Torino 2006-2016”, prodotto da RaiTeche. E ancora, sarà possibile visitare musei e gallerie della Città (elenco completo sul sito www.torino2006-2016.it), seguire una serie di Dj set (coinvolte le stazioni della metropolitana Porta Nuova e Marconi) e di concerti in vari punti della città, per la Notte Bianca fino alla mezzanotte.

Domenica, ultimo giorno della Festa,  alle 10 ci sarà l’incontro talk/show: “I Giochi Olimpici: ruolo e valenze dei Giochi nella trasformazione di Torino”. (Camera – Centro Italiano per la Fotografia – via delle Rosine 22). Alla stessa ora, al Palatazzoli avrà luogo un incontro tra i volontari di Torino 2006 e la presentazione del libro  di Loris Guerra e Luca Rolandi “Quelli che costruirono i Giochi”.

Dalle 14 di domenica in piazza Castello sarà possibile degustare i “pasticcini in carrozza”, o alle 15, spostandosi di pochi metri, in piazza Palazzo di Città apprezzare la sfilata delle Majorettes; a seguire alle 15.30 in piazza Carlo Alberto lo spettacolo di pattinaggio di figura e, sempre, alle 15.30, ma in piazza Castello assistere all’esibizione del Gruppo storico Pietro Micca. Nella storica piazza Castello, la Medal Plaza dei Giochi olimpici del 2006, alle 17 sono in  programma la cerimonia di chiusura e lo spegnimento del braciere.Alle 18 Paola Turci terrà il suo concerto di chiusura.

 

(foto: www.comune.torino.it)

Studenti e lavoratori? Con l'apprendistato duale il Piemonte è regione laboratorio

OPERAIO LAVOROREGIONE PALAZZO
Consentirà anche gli studenti di licei, accademie di Belle arti, conservatori musicali, oltre che di istituti tecnici e professionali, di essere assunti come apprendisti

Lezioni, esami e soprattutto formazione in azienda,  in ufficio e nei laboratori. E’ il sistema duale in Apprendistato che, nelle intenzioni della Regione,  consentirà anche gli studenti di licei, accademie di Belle arti, conservatori musicali, oltre che di istituti tecnici e professionali, di essere assunti in apprendistato acquisendo il doppio status di “studente” e “lavoratore”.

La Regione Piemonte ha  appena siglato  un protocollo d’intesa che regolamenta i contenuti formativi e gli aspetti contrattuali dell’ apprendistato duale. Per la prima volta sindacati, associazioni imprenditoriali, Atenei e Ufficio Scolastico Regionale si sono riuniti attorno a un tavolo. L’accordo consentirà ai giovani tra i 15 e i 29 anni di conseguire, spiegano in Regione ” tutti i titoli di studio previsti dall’ordinamento italiano ed europeo, dalla qualifica professionale al dottorato di ricerca, lavorando, alternando cioè momenti di formazione a scuola e in azienda, attraverso i percorsi previsti dall’Apprendistato di 1° livello e da quello di Alta formazione e ricerca. Dei 72 milioni di euro che la Regione mette a disposizione dell’offerta formativa per tutte le tipologie di apprendistato, circa 26 saranno destinati all’apprendistato duale”.

Novità anche per  le imprese che assumeranno in apprendistato o che ospiteranno studenti in alternanza scuola-lavoro: potranno godere di una serie di benefici fiscali e contributivi grazie ai quali sarà possibile realizzare una riduzione del costo del lavoro e una semplificazione gestionale, come  l’azzeramento dei costi per la formazione svolta a scuola, la diminuzione al 10% di quelli per la formazione interna all’azienda e  la riduzione dal 10 al 5% dell’aliquota di contribuzione per le imprese con più di nove dipendenti.

“L’apprendistato duale – spiega l’assessore all’Istruzione, Formazione Professionale e Lavoro, Gianna Pentenero – permetterà di collegare in modo più veloce ed efficace l’offerta formativa con la domanda delle imprese e la programmazione didattica con le necessità del sistema produttivo, contrastando così la dispersione scolastica e favorendo l’occupabilità giovanile. Un sistema nel quale formazione e lavoro si raccordano organicamente, grazie all’integrazione di apprendimenti in aula ed in azienda, tra teoria e pratica, che permetteranno di rafforzare il legame tra gli indirizzi di studio scelti dai nostri ragazzi e i fabbisogni di competenze delle imprese”.

Al momento dell’accordo c’era anche il sottosegretario al Lavoro, Luigi Bobba: “le imprese – ha sottolineato – non avranno alcun obbligo di assumere l’apprendista e il nuovo contratto costerà il 60-65% in meno del precedente perché si pagheranno solo le ore di lavoro e non quelle di formazione esterna, mentre la formazione interna sarà pagata al 10%. Così facendo si mira a rendere più stringente il collegamento fra mondo dello studio e realtà del lavoro”.

 www.regione.piemonte.it

Sondaggio web: quali problemi gli aspiranti sindaci di Torino dovrebbero affrontare?

comune palazzo civicomole vittorioVi proponiamo una selezione dei commenti pubblicati su Fb

Le elezioni comunali si stanno avvicinando. Il “Torinese” ha proposto un sondaggio sulla propria pagina Facebook per conoscere le opinioni dei lettori: quali sono i problemi della città che gli aspiranti alla carica di sindaco delle varie forze politiche dovrebbero prendere maggiormente a cuore? Sicurezza, lavoro, degrado delle periferie? Questi tre temi, in effetti, sono stati i più citati. ma anche l’immigrazione incontrollata, le magagne delle scuole, l’inquinamento e altri aspetti sono stati citati dai lettori, Ecco una selezione dei commenti pubblicati su Fb.

(Foto: il Torinese)

Charlie Gambino Troppi immigrati La città e pulita solo nelle zone dove risiedono persone ricche le periferie sono uno schifo e più case popolari agli italiani hanno prima diritto loro Torino e di sinistra e favorisce molto gli stranieri e uno schifo caro Fassino speriamo tu sparisca sei una vergogna di sindaco

Mario Fracchia Sicurezza e periferie abbandonate, con la sicurezza formazione giovani come tutori dell’ordine quanti vigili nuovi ci sono in 365 giorni a Torino, qualcuno me lo sa dire? Se i concorsi sono 1 ogni morte di papa la sicurezza sarà sempre una chimera.

Roberto Castelli E’ veramente squallido vedere come una via di prestigio come Corso Giulio Cesare sia scaduta in un modo vergognoso. Solo ignobili attività commerciali arabe, cinesi ed africane. Gente inquietante. Palazzi sudici e fortissimo senso di insicurezza soprattutto nelle ore serali. Non si tollera più questa invasione di extracomunitari che hanno fortemente degradato tutta la zona di Barriera facendo crollare anche il valore degli immobili e chiudere tutti gli eleganti negozi italiani. Sono troppo arroganti e “TROPPI”.

Maria Gariglio Le periferie sono abbandonate a se stesse, c’è mal costume e dico “MAL COSTUME ” in ogni angolo, chi ha il dovere di controllare ? perchè non si fa niente, o siamo noi che ormai ci siamo abituati a tutto questo, poi ci fanno vedere il salotto buono di Torino, ma non le schifezze che ci sono intorno………………….

Marco Arianna Montoro Interessamento alle materne o scuole della infanzia il passaggio da comunali a statali che avvera a breve….attenzione massima quindi ai bambini e alle scuole punto di formazione basilare per poter crescere ottimi cittadini….grazie….

Donato Palmieri 1 Lavoro, bisogna incentivare gli investimenti in città con detassazioni,2,eccesso di immigrazione, che crea competizione sul lavoro con le fascie sociali più deboli e meno specializzate e per il welfare di uni e altri che aumenta il fabbisogno

Carmela Cocozza Che tutti gli abitanti della città RISPETTINO le leggi le regole e le abitudini .. Senza se e senza ma….RISPETTO!!!!

Giuseppe Marsiglia il sistema delle cooperative edilizie rosse che sfruttano i soci e arricchiscono i soliti dirigenti é amici…

Tatiana Yael S sporcizia, automobilisti che guidano “allegramente” tanto da rendere la vita dei pedoni pericolosa, inquinamento dell’aria e acustico, mancanza di lavoro, incapacità da parte di molti cittadini di seguire le elementari regole del vivere civile

Giovanna Mare Più controlli più pattuglie ma forse gli agenti a piedi é meglio vedi piu cose di quelle che vedi in macchina più sicurezza in strada anche di sera

Silvy Degola Pulizia, sicurezza, microcriminalità, nomadi, droga e spaccio, prostituzione, disoccupazione. .. serve altro?trasporto pubblico, sanità…e scuola. Pacchetto completo.

Futuro Nuovo L’immigrazione selvaggia, senza un progetto d’ accoglienza e un crimine e dovrebbe essere punito penalmente.Vittime in primis sono gli emigrati illusi da un eldorado inesistente,dai trasformisti della politica al governo, per finanziare cooperative e ecc. con la scusa dell’assistenza , realizzano un commercio a scapito di disperati con profitti da milioni di euro. Le altre vittime siamo noi obbligati a convivere con chi ha culture totalmente differenti dalle nostre ,con l’imbarazzo da parte nostra di come dialogare con loro , perche’ ben poco sanno in realta’ la maggioranza dei torinesi del mondo mussulmano. Arriviamo a velare le opere d’arte del museo Capitolino di Roma per non ferire altre culture (iniziativa di oggi del nostro governo nei confronti del presidente iraniano ). La nostra citta’ ha cambiato totalmente il suo volto e non per investimenti futuristici .Sono d’accordo che l’incontro fra culture fa crescere, ma mi pare che al momento sia il contrario.

Giuliana Joy Per tutti quelli che hanno cinquant’anni e più……..
NON C’E PIÙ POSSIBILITA’ DI LAVORO !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Giuliana Joy LAVORO ” ANCHE ” per le persone di cinquant’anni e più!

Angelo Mingione Sicurezza e lavoro!

Fabrizio Atenssia LAVORO—LAVORO…LAVORO….