Maggio 2015- Pagina 3

Salone del Libro, Picchioni mezz'ora in procura: "Uno tsunami ma sono sereno"

SALONE 111Il presidente è stato accompagnato dagli avvocati Giampaolo e Valentina Zancan

 

“Non mi aspettavo un’accoglienza così grande” ha detto il presidente della Fondazione del Salone del Libro, Rolando Picchioni, ai numerosi giornalisti e fotografi che lo attendevano davanti al Tribunale di Torino. E’ iniziato ieri , in tarda mattinata, l’interrogatorio richiesto dallo stesso patron di Librolandia, indagato per peculato, negli uffici della Procura di Torino, per un presunto giro di fatture false. Picchioni è stato accompagnato dagli avvocati Giampaolo e Valentina Zancan. E’ durato 40 minuti il colloquio negli uffici del pm Gianfranco Colace. Per l’avvocato Zancan  “si tratta di una accusa inverosimile, per poche migliaia di euro”, “E’ stato uno tsunami sulla mia vita – ha commentato Picchioni  all’Ansa – ma sono sereno”.

“La Canzone di Rolando”: bufera sull’uomo che ha reso grande LibrolandiaPICCHIONI

il Torinese, sabato 23 maggio 2015

 

Il Salone del Libro è una delle poche iniziative – forse l’unica – a superare l’esame della decenza e della convenienza economica. Si può ironizzare, infantilmente peraltro, su un navigatore politico che ha attraversato partiti e coalizioni diverse negli ultimi 60 anni, ogni volta rendendo omaggio (con il suo stile e i suoi modi, avvolgenti, democristiani) al dante causa di turno, senza peraltro mai inciampare nei classici infortuni di carriera, ma intanto i risultati sono questi

 

Rolando Picchioni, lo sa tutta Torino, non è un uomo facile. Non lo è mai stato: i suoi ex colleghi di partito della Dc ancora ne raccontano con gusto le colorite intemerate nel corso delle riunioni di segreteria di via Carlo Alberto. Un carattere ulteriormente indurito da una formazione culturale e una provenienza che fanno di lui una specie di reliquia – ingombrante perché pensante e loquente – di un sistema di valori, di regole e di usanze di cui l’attuale classe dirigente non è in grado di apprezzare il valore. Picchioni è anche riuscito a coronare una tormentata quanto soddisfacente carriera politica realizzando un sogno alla portata di pochi fortunati: quello restare sotto i riflettori ( Tayllerand nel primo Ottocento teorizzò le motivazioni psicologiche alla base della passione politica) occupandosi di libri e di cultura, la sua passione, raccogliendo riconoscimenti a piene mani, senza troppo mescolarsi con le volgarità e i rischi caratteristici di questa insopportabile Terza Repubblica.

 

Almeno fino a ieri, quando la Guardia di Finanza, su mandato della Procura – cui va riconosciuto il senso di  responsabilità di non aver ceduto alla tentazione di finire in prima pagina a spese dell’onorabilità di Torino – ha perquisito gli uffici della Fondazione per il Salone del Libro, alla ricerca di prove a sostegno delle accuse mosse a Picchioni, cui viene contestato il reato di peculato attraverso un giro di false fatture. Ora, tutto può essere: viviamo in tempi in cui è difficile fidarsi della propria madre. E siamo certi che la Procura continuerà sulla sua linea di responsabilità, accelerando al massimo le attività di riscontro delle ipotesi di reato, visto che il Salone attraversa un delicato momento di transizione verso una nuova gestione. A maggior ragione è difficile credere che una figura di riconosciuto profilo istituzionale e di abilità manovriera come Picchioni, avendo compiuto i suoi 79 anni ben portati, possa aver ceduto alla tentazione di intascarsi qualche denaro non suo, concludendo una carriera esemplare nell’ignominia del ladro di polli. Dopo tutto, come abbiamo già ricordato, Picchioni ha saputo risollevare il Salone del Libro da una situazione non brillante, di bilanci e di governabilità. Si è persa la memoria che il Salone è stato a lungo in bilico e che gli Enti Locali soci sono stati a un passo dal chiuderlo,alla fine degli anni ’90, anche per sgombrare il campo da ombre legate a una gestione originaria poco trasparente e dannosa per le casse pubbliche.

 

Nel panorama cialtrone della cultura sovvenzionata caratteristico di Torino, dove ogni assessore che è passato – con poche eccezioni – ha voluto costruirsi un monumento proprio, costituendo fondazioni,  inaugurando rassegne, assumendo personale e sistemando gli amici nei consigli di amministrazione, il Salone del Libro è una delle poche iniziative – forse l’unica – a superare l’esame della decenza e della convenienza economica. Si può ironizzare, infantilmente peraltro, su un navigatore politico che ha attraversato partiti e coalizioni diverse negli ultimi 60 anni, ogni volta rendendo omaggio (con il suo stile e i suoi modi, avvolgenti, democristiani) al dante causa di turno, senza peraltro mai inciampare nei classici infortuni di carriera, ma intanto i risultati sono questi. Perciò, salvo smentita per tabulas, farei meno fatica a credere che Rolando Picchioni abbia commesso una rapina o sia un trafficante di droga, che vedermelo a falsificare fatture.

 

fv

    

Serata TJF al Museo Egizio

BRAXTONegizio jazz 3egizio jazzegizio jazz 2Protagonista della serata Anthony Braxton con il suo Sonic Genome

 

Grande successo di pubblico ieri sera, 28 maggio, al Museo Egizio. Alle 21,30 erano stati staccati ben 1.500 biglietti e il concerto inaugurale del TJF sarebbe terminato solo alle 2.00 ! I 70 musicisti della Sonic  Genome di Anthony Braxton hanno suonato seguendo un percorso itinerante fra i diversi piani del Museo, tra mummie e reperti egizi in una atmosfera davvero particolare e suggestiva, che ha coinvolto i numerosi visitatori incuriositi ed affascinati allo stesso tempo. Davvero originale l’iniziativa ,unica nel suo genere,che ha coniugato la passione e l’interesse per un passato millenario e quelli per un’avanguardia moderna e contemporanea.  Settanta musicisti dalle più diverse provenienze stilistiche danno vita a una performance musicale unica. Più che un concerto è la creazione di un ambiente musicale interattivo che coinvolge il pubblico,facendolo entrare nel cuore del fare creativo. Senza dubbio si tratta del più ambizioso esperimento del visionario compositore e sassofonista di Chicago  nel suo percorso d’investigazione artistica. L’evento è una Prima europea,esclusiva del TJF. Una produzione TJF e Fondazione Museo Egizio in collaborazione con AR.CO.TE Jazz Torino e Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino. 

Mauro Reverberi

                                                 

Arabia Saudita a Librolandia, le "Iron ladies": abbiamo scherzato

ARABIA-SAUDITACerto, la scelta fa saltare sulla sedia: perchè Picchioni e Ferrero hanno scelto l’Arabia Saudita, non esattamente Paese leader in fatto di libertà di stampa e di industria editoriale? Gusto della sfida o ricerca della provocazione?

 

Il nuovo tandem alla guida del Salone del Libro, Giovanna Milella e Giulia Cogoli, ha deciso di aprire la propria gestione all’insegna della polemica e dell’approssimazione: in un’intervista, la nuova Presidente ha annunciato l’intenzione di azzerare l’edizione del 2016, che vedrebbe come Paese ospite l’Arabia Saudita, “bisogna pensarci bene: di fronte a un Paese che non garantisce quelle libertà a cui molto teniamo in Occidente“, ha dichiarato ai giornali. Salvo poi fare clamorosa marcia indietro al primo sopracciglio alzato dell’Assessore comunale alla Cultura Maurizio Braccialarghe, in rappresentanza del Sindaco di Torino, che è quello che decide su queste materie a norma di statuto e a norma di buon senso, trattandosi di una scelta con forti implicazioni politiche.

 

salone conferenzaNeanche il tempo di capire dove sia il suo ufficio, che la nuova Presidente è stata colta da un attacco della “sindrome Mogherini” (dal nome della Commissaria UE agli affari Esteri). La scelta dell’Arabia Saudita come Paese ospite del Salone torinese è al centro di serrate trattative che durano da quasi tre anni, non certo segrete perchè per loro natura richiedono il coinvolgimento di una moltitudine di soggetti istituzionali, compresi rispettivi governi e diplomazie. Tre anni in cui il dominus della manifestazione, un Sindaco di Torino che il caso vuole sia particolarmente interessato agli Affari Internazionali, non ha ritenuto di sollevare il problema. Un silenzio che suona come una conferma alla scelta di Picchioni e Ferrero.

 

Ma c’è di più e di peggio. A chi non sia colto dall’affanno della notorietà a mezzo spiccia polemica di stampa, sarebbe venuto in mente di fare due rapide riflessioni sul Paese incriminato, dove fra l’altro operano attualmente 60 aziende italiane. Insomma: il vostro petrolio sì, la vostra cultura no. Un Paese che non può piacere, ma che nondimeno ha investito in Italia 10 milioni di Euro nel 2013, ultimo anno riportato nel rapporto della Farnesina. Un Paese con cui abbiamo relazioni dall’immediato dopoguerra, che ha espresso (insieme a Sudan, Iran e Libia Gheddafi-style) il suo rappresentante presso la Commissione Diritti Umani dell’Onu. Un Paese, infine, guidato da una monarchia che ha fatto proprio il rigido wahabismo islamico dal 1744 e che non è cambiato molto da quando ha conquistato l’indipendenza dagli Ottomani, cioè un secolo fa.

 

SALONE 569Certo, la scelta fa saltare sulla sedia: perchè Picchioni e Ferrero hanno scelto l’Arabia Saudita, non esattamente Paese leader in fatto di libertà di stampa e di industria editoriale? Gusto della sfida o ricerca della provocazione? Ma perciò stesso ancora maggiore è la curiosità nel vedere cosa ci proporranno i Sauditi, dopo che quest’anno ci siamo pasciuti con Schiller, Goethe, Hoelderlin, Nietzsche e Brecht, ammanniti generosamente dalla Germania,  Paese che ha il più grande mercato editoriale dell’UE. Insomma, le nuove “Iron Ladies” del Salone non hanno capito che non tutte possono essere Alto Rappresentante UE, Ministro degli Esteri o Laura Boldrini. Presidente e Direttore del Salone, in attesa di rivendicare un seggio da senatore a vita come premio di consolazione, facciano il loro mestiere, che attendiamo tutti fiduciosi. Possibilmente, senza altre alzate di ingegno che creano imbarazzi e confusione. 

 

fv

Uno sportello per le imprenditrici invisibili

dora palloniL’incontro, organizzato da Confartigianato Piemonte, consiglio lascarisConfederazione nazionale Artigianato e piccola e media impresa (Cna) e Casartigiani, è stato occasione per far conoscere la campagna di sensibilizzazione che promuove uno sportello di ascolto 

 

Il ruolo di coadiuvanti, collaboratrici e socie di imprese tra opportunità e pericoli. Questo il tema del convegno, realizzato in collaborazione con la Consulta regionale femminile, tenutosi a Palazzo Lascaris giovedì 21 maggio. L’incontro, organizzato da Confartigianato Piemonte, Confederazione nazionale Artigianato e piccola e media impresa (Cna) e Casartigiani, è stato occasione per far conoscere la campagna di sensibilizzazione che promuove uno sportello di ascolto per conoscere concretamente opportunità e insidie che le “imprenditrici invisibili” incontrano quotidianamente. “In Italia – ha sottolineato Daniela Ruffino, vicepresidente del Consiglio e delegata alla Consulta – le donne imprenditrici superano il milione e mezzo e sono determinanti per lo sviluppo delle aziende. La nascita di uno sportello per dar voce anche a coloro che operano nel mondo del lavoro, senza la giusta visibilità, è di fondamentale importanza. Oggi è, inoltre, più che mai necessaria una equa distribuzione delle figure femminili sia nel Consigli di amministrazione privati sia in quelli pubblici”. “Le imprenditrici – ha evidenziato Monica Cerutti, assessora alle Pari opportunità – hanno colto la possibilità di lavorare in settori, come il turismo e l’agroalimentare, in cui il Piemonte sta cercando di essere sempre più all’avanguardia. Agire per eliminare le barriere sociali, potenziare i servizi di consulenza e promuovere la tutela delle donne nei processi di formazione e innovazione sono le basi su cui intendiamo lavorare per migliorare e rendere concreti questi obiettivi”. Il dibattito si è poi focalizzato, con gli interventi degli avvocati Patrizia Polliotto e Marinella Ferrari, rispettivamente presidenti di Unione consumatori e Casartigiani, sulle tutele giuridiche per le donne coadiuvanti e socie di imprese. All’iniziativa hanno inoltre partecipato Gianna Pentenero, assessore al Lavoro e  Daniela Biolatti, presidente di Confartigianato Donne Impresa.

 

(Daniela Roselli – www.cr.piemonte.it – Foto: il Torinese)

Nuova Generazione apre lo sportello di assistenza

nuova generazione

Saranno presenti Silvio Magliano, Vicepresidente Vicario del Consiglio Comunale di Torino e Presidente dell’Associazione Nuova Generazione, Giampiero Leo, Presidente fondatore dell’Associazione, Carmelo Lo Bue, Responsabile dello Sportello

 

Nel solco del principio che anima lo Sportello di Assistenza e Consulenza di Nuova Generazione fin dalla sua fondazione, ossia di raggiungere le persone che hanno bisogno d’aiuto laddove vivono, sarà aperta una nuova sede che si aggiungerà a quella attuale (di via Brunetta 11/H), collocata nei locali della Parrocchia Beato Pier Giorgio Frassati, in via Pietro Cossa 280/2 – Cortile oratorio lato bio-bottega. L’inaugurazione della nuova sede dello Sportello di Assistenza e Consulenza di Nuova Generazione avrà luogo Sabato 30 maggio alle ore 17. Saranno presenti Silvio Magliano, Vicepresidente Vicario del Consiglio Comunale di Torino e Presidente dell’Associazione Nuova Generazione, Giampiero Leo, Presidente fondatore dell’Associazione Nuova Generazione, Carmelo Lo Bue, Responsabile dello Sportello – che presenterà le attività portate avanti da questa realtà – e i volontari dello Sportello, che dal 2013 forniscono ai cittadini – soprattutto a chi è in difficoltà – assistenza fiscale, ma anche informazioni su come accedere ai servizi di welfare, aiutando chi si rivolge a loro ad istituire la pratica per la richiesta di una determinata agevolazione e seguendo poi l’iter della pratica stessa fino alla sua conclusione. La giornata inaugurale sarà anche un’occasione per conoscere e comprendere le novità per la detrazione del 730 per le case ATC.

 

 

Per ulteriori informazioni – Email: sportello@associazionenuovagenerazione.it

Condanne e domiciliari ai tre no Tav anarchici

notav ovunqueLa Procura aveva richiesto 5 anni e sei mesi

 

I tre anarchici accusati di aver preso parte all’assalto del 2013 al cantiere Tav a Chiomonte sono stati condannati a due anni 10 mesi e 20 giorni. Disposti per gli imputati, in carcere dallo scorso mese di  luglio, gli arresti domiciliari. La Procura aveva invece richiesto 5 anni e sei mesi. I legali della difesa hanno espresso soddisfazione per la sentenza che, a loro avviso “ribadisce la non particolare gravità della vicenda nonostante quanto affermato dai pm”.

Arrestato il rapinatore seriale della taglia, aveva accoltellato una donna

POLIZIA CROCETTA

E’ un senegalese di 25 anni,  ritenuto responsabile di alcune rapine avvenute nei giorni scorsi

 

E’ stato finalmente arrestato (in piazza carlo felice) l’uomo che terrorizzava le ragazze e le signore che attraversavano le vie del centro cittadino. E’ un senegalese di 25 anni,  ritenuto responsabile di alcune rapine avvenute nei giorni scorsi  il bandito che, armato di coltello, ha anche ferito una donna che scendeva le scale della metropolitana alla fermata Bernini. Il sindacato Ugl Polizia aveva proposto una taglia di 300 euro nei suoi confronti, suscitando un dibattito sui media. Gli  agenti chiedevano collaborazione ai cittadini, che erano stati invitati a segnalare tutti i dettagli utili alle indagini. Si calcola siano molti i crimini a firma del rapinatore seriale. Sul caso di cronaca riproponiamo ai lettori un nostro commento pubblicato nei giorni scorsi sul “Torinese”.

 

FAR CREDERE CHE QUESTO SIA UN PAESE DOVE IL CITTADINO SI DIFENDE DA SE’ E’ FUORVIANTE E PERICOLOSO. SOPRATTUTTO SE LA PROPOSTA VIENE DA UN SINDACATO DI POLIZIA

Sicurezza, la taglia sul rapinatore: ma l’Italia non è l’America

Negli Stati Uniti un qualsiasi cittadino, esattamente come succede nei film western, può essere nominato sul campo “vicesceriffo”, con tutte le qualifiche di agente delle forze dell’ordine: nelle città di provincia ci sono armerie e caserme destinate proprio a queste occasioni. E non dimentichiamo che il privato cittadino, che assiste a un crimine commesso in flagranza, può fare uso della forza e operare il “citizen arrest”, costringendo fisicamente il perpetratore fino all’arrivo della polizia

 

Siamo arrivati alla taglia: il sindacato di polizia UGL ha promesso 300 Euro per informazioni utili alla cattura del rapinatore seriale che colpisce nella zona tra Corso Vittorio e Corso Racconigi. Le vittime hanno già fornito un identikit preciso: si tratterebbe di un nordafricano sulla trentina, alto circa 1.75, armato di coltello. Per fortuna al lavoro ci sono già investigatori e agenti sul territorio, mentre i loro colleghi stampano volantini. La brutta notizia, appunto,  è che un sindacato di poliziotti se ne esca con l’idea di una taglia, cioè uno strumento utilizzato in quelle società – come quella americana – in cui per tradizione compiti di difesa e di polizia fanno parte dei diritti/doveri del cittadino. Dando in qualche modo l’idea che da noi si possa fare lo stesso: non è così. I cacciatori di taglie negli Stati Uniti sono migliaia, una figura ben presente nella cultura pop: Dog, un vero cacciatore di taglie, è protagonista di un reality che è arrivato alla nona serie; e il simpatico Gerald Butler deve braccare la moglie – un evasore fiscale – nella commedia di successo nota in Italia con il titolo: “Il cacciatore di ex”. Ma gli Stati Uniti sono anche il Paese con il più alto indice di armi da fuoco per abitante (88%); il Paese in cui le leggi “stand your ground” consentono di abbattere senza troppi complimenti un presunto rapinatore che si introduce in casa vostra (da noi un orefice che, all’ennesima rapina, ferisca l’aggressore, viene processato per tentato omicidio); è il Paese in cui la larga disponibilità di armi ai privati (circa 300 milioni di pezzi in circolazione) e l’ampia licenza di difendersi in proprio produce il numero record di 33mila morti da arma da fuoco nell’ultimo anno censito. Ultimo ma non ultimo, negli Stati Uniti un qualsiasi cittadino, esattamente come succede nei film western, può essere nominato sul campo “vicesceriffo”, con tutte le qualifiche di agente delle forze dell’ordine: nelle città di provincia ci sono armerie e caserme destinate proprio a queste occasioni. E non dimentichiamo che il privato cittadino, che assiste a un crimine commesso in flagranza, può fare uso della forza e operare il “citizen arrest”, costringendo fisicamente il perpetratore fino all’arrivo della polizia. Quindi, cari sindacalisti di polizia, è chiaro il significato provocatorio dell’iniziativa, ma è troppo alto il rischio di mandare messaggi sbagliati a cittadini già troppo esposti a un mondo pericoloso, disordinato e disfunzionale. Questo è un Paese in cui l’ordinamento assegna compiti esclusivi di sicurezza e il monopolio della forza a tutela dell’ordine pubblico ai corpi di polizia dello Stato. L’iniziativa della taglia è del tutto fuori contesto, semina confusione, e ricorda certi siparietti nelle nostre aule di giustizia, dove ingenui imputati, imbottiti di cattiva televisione, si rivolgono al magistrato chiamandolo “Vostro Onore” e appellandosi al Quinto Emendamento. La cittadinanza è impaurita, dalla crisi oltre che dalla criminalità, e anche dalla criminalità generata dalla crisi (aumento dei delitti contro la persona, delle truffe, del crimine di strada). Da persone che vestono una divisa – con tutti i loro diritti di svolgere attività sindacale – forse ci si aspetterebbe maggiore serietà. Se si vuole davvero cambiare la gestione della sicurezza ci sono gli strumenti appositi, che non sono i talk-show in cui si mettono in parata le miserie, il crimine e le inquietudini della cittadinanza, ma sono il diritto di voto e un Parlamento che faccia leggi diverse.

 

fv

 

 

Da Vinci, robot intelligente in sala operatoria

Adjusting Google GlassPermette di realizzare  interventi con una precisione straordinaria, limitando la perdita di sangue

 

Un robot con quattro braccia elettroniche, in grado di compiere movimenti millimetrici con una estrema precisione. Il robot si chiama come l’inventore più famoso, Da Vinci, il creatore dei primi modelli di automa della storia. E’ stato presentato dalla Clinica Santa Canterina da Siena a Torino. Questa “machina intelligente” permette di realizzare  interventi con una precisione straordinaria, limitando la perdita di sangue e riducendo al minimo il fabbisogno trasfusionale

Anziano barricato in casa con coltello

carabinieri autoSi trova da solo all’interno dell’abitazione

 

Un anziano di 74 anni si è barricato  nella propria casa armato di coltello, a Pinasca, in provincia di Torino. Si trova da solo all’interno dell’abitazione. I carabinieri sono intervenuti sul posto con un negoziatore. Non si conoscono ancora le motivazioni del gesto. Le forze dell’ordine cercano di impedirgli in ogni modo di compiere gesti drammatici.

Inchiesta sul canile di via Germagnano

canileLe indagini, portate avanti dai carabinieri, sono coordinate dal pm Sabrina Noce

 

La Procura di Torino ha aperto un’inchiesta sul raid avvenuto la settimana scorsa al canile dell’Enpa in via Germagnano, alla periferia della città. Il fascicolo, per furto e devastazione, è al momento contro ignoti. Le indagini, portate avanti dai carabinieri, sono coordinate dal pm Sabrina Noce. L’episodio ha innescato diverse polemiche anche perché i volontari hanno detto che i responsabili arriverebbero dal vicino campo nomadi. Per mercoledì 27 nella zona è stata annunciata una fiaccolata organizzata da Fratelli d’Italia. “L’Esercito? Sarebbe molto meglio che mandassero le ruspe”, ha rincarato la dose il leader della Lega Nord, Matteo Salvini, sulla decisione di rafforzare anche con pattuglie delle forze armate la vigilanza e i controlli nella zona della struttura colpita dai raid. Salvini, oggi a Valenza, in provincia di Alessandria, per un comizio in sostegno del candidato sindaco del Carroccio Maurizio Oddone, ha rivelato di essere passato da Torino: “Mi sono fermato per fare alcune foto. Non si sa chi sia stato, ma guarda caso il canile si trova accanto a un campo rom. E c’è qualcuno che dice che i nomadi si dovrebbero estendere anche su quel terreno. In prefettura a Torino pare abbiano prospettato l’intervento dell’esercito per proteggere i cani. Io penso che sarebbe molto meglio che mandassero le ruspe per cacciare i rom e lasciare che i cani si difendano da soli”

 

(www.nelcuore.org)