Marzo 2015- Pagina 3

Uildm, contro la distrofia: assemblea a Chivasso

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La prossima settimana il presidente uscente Roberto Dutto convocherà il primo consiglio direttivo per la nomina delle cariche sociale

 

Il Centro Paolo Otelli di Chivasso ha ospitato l’assemblea dei soci della sezione Uildm – Unione italiana lotta distrofie muscolari, che ha, nell’occasione approvato il bilancio consuntivo 2014 ed il preventivo 2015. E’ stato inoltre rinnovato il direttivo per il mandato 2015 – 2018 nella persona di Renato Dutto, Bruno Ferrero, Domenico Scarano, Antonio Di Rocco, Fabrizio Regis, Frediano Dutto e Giancarlo Musu, mentre il nuovo revisore dei conti sarà Roberto Zollo. La prossima settimana il presidente uscente Roberto Dutto convocherà il primo consiglio direttivo per la nomina delle cariche sociale.

 

Il documento di bilancio è stato illustrato dal vice presidente Bruno Ferrero, mentre la relazione sociale delle attività svolte nel 2014 e previste per il 2015 è stata curata dal presidente Dutto. Nella relazione, si afferma che «l’operazione di rilancio della sezione Uildm “Paolo Otelli”, per la quale almeno dal 2010 il Consiglio direttivo si sta impegnando, si può dire pressoché conclusa, con lo scorso anno 2014. In una sezione che sino al 2010 era prevalentemente impegnata sul fronte Telethon (pur da oltre un decennio all’avanguardia in Italia in quanto a somme raccolte per la ricerca scientifica sulle malattie genetiche) siamo riusciti a far crescere tante attività orientate al sostegno ed all’assistenza diretta sia delle persone con distrofia muscolare che affette da altre malattie genetiche»


I tesseramenti hanno registrato un  incremento, passando dagli 88 del 2013 ai 97 del 2014: un dato che ha quindi superato anche i 95 soci del 2012: «Il maggior impegno sul fronte dei tesseramenti, che ci eravamo ripromessi all’Assemblea dei soci del marzo dello scorso anno, è giunto quindi a buon fine, anche se avremo certamente la possibilità di fare ancor meglio nel 2015». Sono seguiti molti interventi dei soci delle diverse realtà del Piemonte.

Massimo Iaretti

Guerriglia urbana in centro, gli antagonisti non vogliono Salvini e si scontrano con la polizia

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salvini xxxsalvini torinoll leader leghista: “E’ triste manifestare protetti da grate di ferro e cordoni di polizia. E’ indegno e mi spiace che questo accada soprattutto a Torino”

 

Era nell’aria: si sono verificati gli scontri temuti,  durante la manifestazione dei network antagonisti e antirazzisti contro la Lega Nord. Il corteo dei manifestanti ha cercato di penetrare in piazza Solferino, dove si tiene la manifestazione  #chiamparinoacasa con il leader leghista  Matteo Slavini e i rappresentanti del centrodestra piemontese. La polizia ha replicato con una carica di alleggerimento.

 

Sarebbero cinque i manifestanti fermati, in via XX Settembre, all’angolo con  via Monte di Pietà. E’ stato ferito un manifestante, soccorso sul posto. “E’ triste manifestare protetti da grate di ferro e cordoni di polizia. E’ indegno e mi spiace che questo accada soprattutto a Torino”. Così commenta attraverso l’agenzia Ansa lo stesso Salvini che aggiunge: “Sono appena stato due giorni in Emilia senza problemi. Non capisco perché qui sia sempre così”.

 

Alla manifestazione del centrodestra sono intervenuti, tra gli altri, Maurizio Marrone (FdI), Gilberto Pichetto e Andrea Tronzano (FI), l’ex governatore Roberto Cota e Alessandro Benvenuto (Lega Nord).

 

(Foto: Rulipress / il Torinese, Lega Nord Padania – Fb)

Alessia Gazzola, giovane e medico ma non è lei il volto di Alice

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Medico legale di Messina, caso letterario nel 2011 con “L’allieva”; da allora un inarrestabile successo che la colloca tra le perle più preziose della scuderia Longanesi

 

Carica umana e simpatia a mille, giovane e bellissima al 5° mese di gravidanza; Alessia Gazzola, al Circolo dei Lettori di Torino (gremito di pubblico) ha presentato “Una lunga estate crudele” (Longanesi), ennesimo successo per la sua Alice Allevi, l’anatomopatologa più amata dagli italiani e prossima a diventare protagonista di una fiction su Rai 1. Incontrare l’autrice significa capire al volo le ragioni del suo fascino e della dolcezza che le foto lasciano intuire. Medico legale di Messina, caso letterario nel 2011 con “L’allieva”; da allora un inarrestabile successo che la colloca tra le perle più preziose della scuderia Longanesi. Ha tutto l’entusiasmo e la luminosità dei suoi 33 anni; un po’ stanca, ma sorridente ed infinitamente disponibile, si presta all’intervista, nelle sale del luogo cult per eccellenza della cultura torinese.

 

Protagonista delle sue “commedie medico-legali gialle in cui il morto c’è sempre, ma con effetto  drammatico marginale” è la giovane Alice Allevi: medico legale un po’ maldestra, bistrattata dai superiori e dagli uomini di cui si invaghisce. Ma bravissima a risolvere i casi più intricati e pupilla del commissario Calligaris, che nutre per lei affetto paterno.”Una lunga estate crudele” (uscito da poco e già alla terza ristampa) è il quinto appuntamento con Alice. Le lettrici la seguono con empatia e tifano per le sue vicende amorose; sempre in bilico tra lo sfuggente fotografo Arthur e il capo dell’Istituto di Medicina Legale, Claudio Conforti, che ha fascino da vendere ma idiosincrasia per legami troppo solidi e di lunga durata. Questa volta il delitto è servito in teatro, con la scoperta del corpo mummificato di un attore di cui si erano perse le tracce da circa un quarto di secolo. Alice si butta a capofitto nella risoluzione del cold case; mentre la sua vita sentimentale s’ingarbuglia ancor di più con l’affacciarsi sulla scena dell’antropologo forense Sergio Einardi, che l’avvolge in una corte old style, ma senza successo. «La folgorazione è arrivata il giorno che, in incognito, mi sono unita ad una scolaresca ed ho assistito ad una rappresentazione, di altissimo livello, del Macbeth di Shakespeare in lingua originale » l’autrice racconta così la genesi del libro. Il romanzo precedente era dedicato alla sua bambina Eloisa; questo invece al marito “perché insieme scaliamo l’Himalaya”. E’ in senso metaforico? «Nasce da un aneddoto. Un amico gli disse che mi faceva da sherpa e lui se ne risentì. Ho voluto sistemare le cose».

 

-Perché sfoderi un terzo uomo?

«Non certo perché sia risolutivo o perché tra i due litiganti, il terzo gode. In realtà  non l’ho mai  visto come “papabile”.  L’ho inserito per due ragioni. Doveva scompaginare un po’ le carte, far capire alcune cose ad Alice, possibilmente anche agli altri due uomini. Poi per farle sperimentare un corteggiamento vecchia maniera, cosa alla quale non è assolutamente abituata».

 

– Poteva essere l’occasione giusta, invece lei non ne è conquistata. Perché?

«Di fatto mi sono resa conto di una cosa anche triste: scopre che tutto sommato le piace essere bistrattata. Ed io non mi divertivo a scrivere di Einardi».

 

-La storia è ambienta a Roma e Alicudi: i tuoi legami con questi luoghi?

«Nel 2007 quando iniziai a scrivere “L’allieva” ero in piena fase –commedia sentimentale di stampo anglosassone- alla Kinsella; il libro un po’ risente di quelle letture e di storie ambientate a New York e in grandi location. Volevo anch’io una città metropolitana, come Milano;  ma non la conoscevo e all’epoca ero una sconosciuta che scriveva per diletto, impensabile finanziarmi ricerche sul luogo. Così ho virato su Roma dove vado spesso. Alicudi, invece, è un po’casa: la più selvaggia e affascinante delle Isole Eolie, in provincia di Messina».

 

-Le lettrici sono affezionate ad Alice e seguono le sue vicende quasi la conoscessero: cosa provi?

«Mi gratifica moltissimo perché significa che il personaggio è vivo. Ormai quasi una cara amica, talmente reale che suscita simpatia; anche se c’è pure chi dice che la prenderebbe a schiaffi».          

 

– Finalmente è ufficiale: la Endemol produrrà la fiction, sarà trasmessa da Rai 1 e tu stai collaborando alla sceneggiatura. E’ una garanzia affinché non vengano stravolti i tuoi libri?

«I produttori e la Rai hanno detto subito di voler preservare più possibile il materiale originale e questo mi ha automaticamente messa al riparo da ogni paura. Io rivedo i dialoghi scritti dagli sceneggiatori e certo la mia mano c’è, anche se non è un lavoro che svolgo in solitaria: ci sono tante teste, tante idee».

 

-Cambiamenti?

«Si, qualcuno, e non in peggio. Anzi mi sono ritrovata a pensare che alcune cose sono migliori rispetto ai romanzi e mi sono pure detta “peccato non averci pensato io”».

 

-Scrivere per la tv quanto è differente dallo scrivere libri?

«E’ molto più difficile e me ne sono accorta collaborando. In realtà come scrittrice mantengo una padronanza assoluta, faccio tutto quello che voglio; come si dice “il potere di Dio” degli scrittori».

 

-Come si riesce a rendere sullo schermo lo spessore psicologico dei personaggi che nei libri sono descritti a tutto tondo?

«Certo nei romanzi faccio vedere uno sguardo, un sorriso o un gesto; la sceneggiatura non ha una descrizione attorno e quindi deve essere forte, con parole scelte in modo molto accurato, per non sembrare scontate. Ma gli sceneggiatori sono in gamba, entrati perfettamente nel mood della storia e questo facilita il mio lavoro di supervisore. Poi sarà fondamentale trovare gli attori giusti, in grado di cogliere le sfumature».

 

-L’anno scorso avevi  idealmente identificato Alice con l’attrice Zooey Deshanel di “New girl”; Arthur con Simon Baker di “The Mentalist”; Conforti un mix tra James Franco e Jude Law. Ora stanno cercando gli interpreti italiani e speri che l’Alice dello schermo non sia troppo caricaturale o drammatica, in che senso?

«Ci vorrebbe un’attrice molto naturale nell’interpretazione, capace di cogliere le note giuste: che non diventi grottesca quando fa gaffe e pasticci, giustamente drammatica quando deve esprimere empatia verso le vittime e i loro familiari».

 

-Lo sai vero che per le lettrici il volto di Alice sei tu?

«No, lei è un po’ la mia sorellina minore, con tutti i difetti di famiglia. E poi io non so recitare».

 

-Nel tuo futuro pensi di scrivere per cinema e televisione?

«Sinceramente non mi ci vedo. Scrivo per vocazione e sono stata prestata a questo ruolo perché il progetto riguarda i miei film. Credo non si possa improvvisare, la drammaturgia ha delle regole, è un mestiere che va imparato e non so se sarebbe adatto a me».

 

– Si preannuncia una bella estate, oltre alle riprese tv, nascerà la tua Bianca. Chi ha scelto il nome?

«Il papà e stavolta non c’è un significato particolare. Ci piace perché è semplice, ha un suono molto aggraziato, senza essere pretenzioso».

 

-Medico legale, scrittrice di best seller al ritmo di uno all’anno, una bimba piccola e un’altra in arrivo: prevedi salti mortali multipli e carpiati?

«La vita andrà riorganizzata, anche perché già così ho qualche difficoltà e devo chiedere aiuto».

 

-Idee per il prossimo libro?

«Mi piacerebbe fosse legato ai gioielli; ma potrebbe anche essere altro. Diciamo che sono in fase di  ristrutturazione. Forse sarà anche l’ultimo, perché voglio farli finire quando ancora a qualcuno dispiace».

 

-Ma così spezzi il cuore di tante lettrici!

«Congederei Alice lasciando comunque la porta aperta, perché nella vita non si sa mai. Poi vorrei cimentarmi in altre cose, ho in testa un sacco di personaggi che parlano».

 

-Come vivi la promozione in giro per l’Italia?

«Partendo dalla Sicilia è un po’ complicato e gli incontri col pubblico sono meno della metà di quanto vorrei. Cerco di farmeli bastare e di renderli speciali».

 

E a giudicare dalle persone in fila per la dedica e una foto con lei…… ci riesce benissimo!

 

Laura Goria

 

 

 

Rientra a casa su un volo speciale Anna Abagnale, una delle torinesi ferite nell'attentato di Tunisi

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tunisi cons4tunisi striscione Il sindaco di Torino Piero Fassino ha annunciato che parteciperà con il premier Matteo Renzi alla manifestazione contro il terrorismo promossa dal Presidente della Repubblica di Tunisia

 

Gli investigatori hanno reso noto che i due simpatizzanti dell’Isis residenti in Piemonte e arrestati nei giorni scorsi, erano in procinto di partire per aggregarsi alle milizie islamiche. Da qui l’accelerazione dell’operazione di polizia che ha portato al loro arresto. Rientra intanto in Italia Anna Abagnale, una delle cittadine torinesi  ferite nell’attentato al Museo del Bardo. Era ancora ricoverata a Tunisi e oggi, accompagnata dal fratello Biagio, la dipendente del Comune doi torino, rientra in città su un volo medicalizzato, dal quale sarà trasferita in ambulanza alle Molinette. In rappresentanza della Città, ad accoglierla il vicesindaco Elide Tisi. La Abbagnale era una dei componenti del gruppo di torinesi del Cral del Comune partiti per la Tunisia. Il sindaco di Torino Piero Fassino ha annunciato che parteciperà con il premier Matteo Renzi alla manifestazione contro il terrorismo promossa dal Presidente della Repubblica di Tunisia, domenica a Tunisi. Al termine della manifestazione verrà scoperta una lapide commemorativa in onore di Orazio Conte, Antonella Sesino, Francesco Caldara e Giuseppina Biella e delle altre vittime dell’attentato del Bardo.

 

(Foto: il Torinese)

Immaginare la nazione a Palazzo Carignano

RISORGIMENTO

Saperi e rappresentazioni del territorio a Torino, 1848-1911

 

Si intitola “Immaginare la nazione. Saperi e rappresentazioni del territorio a Torino, 1848-1911” la mostra organizzata dal Dipartimento di Studi Storici dell’Università di Torino in collaborazione con il Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, che la ospita. Un evento di grande valore scientifico che si realizza grazie al contributo della Compagnia di San Paolo.

 

Obiettivo della mostra è illustrare il ruolo svolto dall’ambiente culturale torinese nel processo di costituzione e diffusione della conoscenza storica e geografica dell’Italia tra Ottocento e Novecento, onde fornire una ulteriore legittimazione nazionale al nuovo stato.

 

Spiega la professoressa Paola Sereno, docente ordinario di Geografia presso l’Università di Torino e curatrice della mostra: “La mostra nasce all’interno di un progetto di ricerca finanziato da Compagnia di San Paolo e Università, su un apposito bando per la ricerca umanistica, e realizzato da un team di geografi e storici del Dipartimento di Studi Storici. Si tratta quindi di un progetto interdisciplinare indirizzato, secondo gli orientamenti più avanzati in storia della scienza e della geografia in specie, ad esplorare il ruolo dei luoghi nei processi di costruzione di saperi, conoscenze, rappresentazioni, individuandone il fondamento spaziale e le radici territoriali. Fin dall’inizio, tra gli obiettivi del progetto era prevista, accanto a esiti più accademici, una mostra che ne divulgasse i temi portanti e al contempo conferisse concretezza anche visiva, attraverso i materiali esposti, a quel fil rouge che lega luoghi, uomini, idee”.

 

Quali furono gli elementi che fecero di Torino il cuore di questo processo di legittimazione del nuovo stato e della monarchia? Per prima cosa dal Piemonte si cominciava ad estendere al resto d’Italia il mito dinastico sabaudo che si rafforzava mediante la diffusione dei monumenti celebrativi di Carlo Alberto e di Vittorio Emanuele II “il Padre della patria”, segni sul territorio in grado di rendere visibile il principio ordinatore della nazione.

 

Nel Piemonte della monarchia costituzionale confluirono inoltre numerosi esuli in fuga dagli altri antichi Stati italiani e il loro contributo indubbiamente arricchì il dibattito sulla nazione, già originatosi negli anni immediatamente precedenti il 1848, sia nella elaborazione e divulgazione di una storia italiana, con il suo stretto legame alla questione della lingua nazionale, sia nello sviluppo scientifico.

 

Anche la ricerca scientifica trovò un ambiente fertile nella Torino dell’Ottocento: l’istituzione di nuove cattedre universitarie, tra le quali non casualmente quelle di Storia Moderna e di Geografia e Statistica già prima dell’Unità, di nuovi laboratori, di associazioni culturali o scientifiche, di riviste specializzate si rivelò in grado di modellare una sfera pubblica e di indirizzarla alla costruzione di saperi tecnici e conoscenze utili a governare, ma anche a rappresentare il Paese.

 

La rappresentazione della nazione fu sostenuta tra l’altro anche dalla popolarizzazione della scienza. La scuola costituì in tal senso un mezzo importante, luogo di divulgazione e di trasmissione di una pedagogia patriottica che si servì largamente delle rappresentazioni del territorio italiano, incluse quelle cartografiche, e che attivò lo sviluppo di una importante editoria locale aperta al mercato nazionale.

 

Infine le esposizioni nazionali di Torino del 1884 e del 1898 e poi del 1911: una vetrina dell’immagine della nazione che si era andata costruendo, nonché un’immagine della città stessa e del ruolo che si ritagliava nella nuova dimensione territoriale del Paese.Il progetto di costruzione dell’identità nazionale si sostenne dunque sulle sinergie tra luoghi di produzione di saperi territoriali (Università, laboratori, musei, associazioni, tipografie e case editrici, esposizioni), uomini che agirono nei processi di elaborazione e diffusione del sapere (cattedratici, intellettuali, funzionari pubblici, editori, tecnici), idee elaborate e impiegate nella costruzione e diffusione di rappresentazioni dello spazio locale e nazionale.

 

Su tutti questi temi si sviluppa il percorso della mostra, articolato in cinque sezioni:

 

Il mito dinastico sabaudo

La nazionalità italiana e gli esuli

Conoscenza, rappresentazione e governo del territorio

Divulgare l’immagine della nazione

 Nazione e territorio nelle grandi esposizioni

 

La mostra è allestita nel corridoio della Camera del Parlamento Italiano, al Museo Nazionale del Risorgimento. In esposizione 169 pezzi provenienti dalle più importanti istituzioni storico culturali di Torino e del Piemonte. Oltre al Dipartimento di Studi Storici dell’Università e al Museo Nazionale del Risorgimento Italiano, hanno contribuito quali enti prestatori l’Archivio fotografico della Fondazione Torino Musei, l’Archivio Storico della Città di Torino, la Biblioteca Bobbio, settore antichi e rari – fondo Solari, la Biblioteca Civica di Biella, la Biblioteca di Scienze letterarie e filologichedelDipartimento di Studi umanistici, la Biblioteca Reale, il Centro Documentazione del Museo Nazionale della Montagna, il Centro Studi Generazioni e Luoghi – Archivi Alberti La Marmora di Biella, la Fondazione Sella o.n.l.u.s., la Fondazione Tancredi di Barolo, la Biblioteca Nazionale Universitaria, il Museo Regionale di Scienze Naturali, e il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture del Politecnico di Torino.

 

Numerose le tipologie degli oggetti in mostra: ritratti, libri, riviste, bozzetti, foto, opere artistiche e naturalmente mappamondi, atlanti e carte geografiche. Da segnalare, in particolare, i materiali relativi alle spedizioni al Polo Nord del Duca degli Abruzzi del 1899-1900, la prima perforatrice pneumatica utilizzata per la realizzazione del traforo del Fréjus e un plastico geologico fino ad ora mai esposto. Un percorso di sicuro interesse e di grande attualità.

 

 

La mostra “Immaginare la nazione. Saperi e rappresentazioni del territorio a Torino, 1848-1911″ resterà aperta fino al 29 marzo 2015.

Titolo: Immaginare la nazione. Saperi e rappresentazioni del territorio a Torino, 1848-1911

Sede: Museo Nazionale del Risorgimento Italiano di Torino, piazza Carlo Alberto 8

Periodo: 19 dicembre 2014 – 29 marzo 2015, dal martedì alla domenica dalle ore 10 alle ore 18

Ingresso: biglietto unico mostra + museo 10 euro

Tutte le informazioni sul sito www.museorisorgimentotorino.it

Sicurezza, tram da far West: i lettori la pensano così

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Gtt assicura che molto è stato già fatto e si farà in futuro, anche in collaborazione con le forze dell’ordine

 

Sulla linea 13 sono stati arrestati due maniaci che molestavano ragazzine. Sulla linea 4, che attraversa quartieri difficili come Falchera e Porta Palazzo, si verifica il record dei furti (500 è il dato complessivo dei borseggi effettuati su tutti i mezzi pubblici della città nel 2014). L’inchiesta pubblicata dalla Stampa mette in luce un quadro impietoso della situazione sicurezza sui tra e bus cittadini. Ma Gtt assicura che molto è stato già fatto e si farà in futuro, anche in collaborazione con le forze dell’ordine. Che ne pensano i nostri lettori? Ecco alcuni dei commenti sulla pagina Facebook del Torinese.

 

Luca Rosso Girare armati!! 
Scherzi a parte, secondo me c’è ben poco da fare perché ormai i delinquenti non si fermano nemmeno davanti alle autorità.. Se li prendono, poi, restano impuniti… Direi che abbiamo superato il punto di non ritorno!

 

Roberto Castelli Purtroppo assisto anche a scene disgustose dove gli zingari, come al solito a sbafo, arrivano a sfottere i controllori ridendogli in faccia sapendo che resteranno impuniti. Sinceramente non vedo soluzioni contro gli incivili ed i criminali che arrivano…

 

Bruna Adriana Zacco prima cosa,:telecamere, un allarme, collegato con forze dell’ ordine, pulsantino: schiacci e arriva una volante. Il bigliettaio comporterebbe costi elevati forse e quando ci sono orde di delinquenti farebbe poco!

 

Fabrizio Livrieri Semplicemente solidarietà quando ci si accorge che qualcuno viene molestato ci si avverte e si caccia con due calci nel… E si buttano fuori!!

 

Paola Rodaro Il bigliettaio. E una guardia che possa avere carta bianca come ce l’ hanno i delinquenti

 

Lina Piazzolla ritornare a mettere il bigliettaio

Montagna assassina, a Cesana due sciatori morti fuori pista sepolti da una slavina

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La massa di neve è caduta dal Monte Terra Nera. Le vittime sono state ritrovate in mattinata dai soccorritori 

 

Nuova tragedia sulle montagne piemontesi. Una slavina si è staccata dai monti di Cesana, in Valle di Susa, in una giornata di sole caratterizzata da un forte vento. Un  un gruppo di sciatori fuori pista è stato sepolto dalla neve. La slavina è caduta dal Monte Terra Nera e ha provocato la morte di due persone, da quanto comunica la Guardia di Finanza. Le vittime sono state ritrovate in mattinata dai soccorritori. Gli sciatori erano equipaggiati a dovere  per lo sci-alpinismo, ma sarebbero morti per le ferite riportate. Fortunatamente una terza persona è stata tratta in salvo in buone condizioni, ed  è stata portata all’ospedale di Susa per accertamenti. 

Storia di Oriente e dell’amore animale sconfinato

GATTO ORIENTE

Lui, ormai alto e maestoso, fa tutto come crede che debba essere fatto, spiando gli umani con quella sua testolona pensosa. Non fa le fusa quasi mai, non si rannicchia, non dorme con noi, lui ha una sua vita che porta avanti con coerenza

 

Oriente piangeva senza sosta e gridava (o almeno così ci sembrava) nello sgabuzzino buio di un negozio di animali. Era così piccolo da stare in una mano, la mia, mano già piccola ma non minuscola come l’essere urlante che urlava a bocca spalancata e senza sosta una nenia sconosciuta.Io ad essere sincera non lo volevo, mi spaventata quel corpicino così minuscolo dalla voce potente e lamentosa, e adocchiavo pensosa quei gatti eleganti e bianchi che graziosamente si stiracchiavano nelle loro gabbie colorate, muovendo la coda con eleganza e spalancando i grandi occhi verdi come fanno i gatti.

 

Ma poi mia sorella (e tutta la compagnia presente) si è lasciata commuovere dal mini-gatto, e così con tredici euro offerta libera mi sono portata a casa tre scatolette di cibo e l’Amore Vero.Non ha mai preso latte, non è stato svezzato, l’ho cullato e nutrito con le scatolette e con il cucchiaino, di giorno e di notte legato con una sciarpa al mio petto, come un cucciolo d’uomo.Il maledetto ORIENTE, nome amatissimo per cui ho dovuto lottare a lungo, ma che ancora adesso adoro pronunciare e anche solo pensare, non fa nulla come fanno i gatti.

 

Lui, ormai alto e maestoso, fa tutto come crede che debba essere fatto, spiando gli umani con quella sua testolona pensosa. Non fa le fusa quasi mai, non si rannicchia, non dorme con noi, lui ha una sua vita che porta avanti con coerenza.I giochi dei gatti? che schifo. Ne sceglie uno e lo usa per un pò, poi lo nasconde così accuratamente da perderlo o dimenticarsene, ça va san dire.Le fusa? mai e poi mai. Mi aspetta dietro la porta per attaccarmi, morde graffia e si butta a terra a pancia in su per giocare agli unici giochi che accetta di fare: la lotta a mani nude e il nastrino.

 

 

Il nastrino consiste in un pezzo di nastro da trascinare per casa mentre lui ti segue facendo agguati al nastro oppure alle caviglie. Sul più bello, ti giri e Oriente è al computer (spento), oppure alla finestra che spia i vicini. Ha il vizio del fumo, quindi cerca sigarette in tutte le borse o aspira felice le volute di fumo del vicino di casa:  impossibile scoprire cosa faccia con le sigarette rubate, una volta ho trovato cicche nella sua cuccetta (cesta del bucato), nascoste sotto i pupazzi, che lui usa come cuscino.Siede a tavola, si stende come te sul divano copiando la posizione e il posto preciso in cui appoggi il tuo bel deretano, con le zampe stese da un lato.

 

Non ti si spalma addosso, ma aspetta impettito che arrivi davanti alla porta, ti sente arrivare ancora prima di aprire il portone, e se c’è il gancio, cerca di aiutarti con le zampe e poi ti graffia.Una mattina mi toccava i capelli e cercava di assaggiarli, mi sono girata e per sbaglio mi ha quasi cavato un occhio.Inutile dire che nei giorni successivi guardava accigliato il mio occhio bendato ed è stato presente e squisito nei modi. Viziato vizioso ribelle e adorabile.

 

 Amorevolmente Oriente.

 

Fedreica Billone

Antagonisti devastano sede della Lega a San Salvario

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I manifestanti erano all’incirca una ventina, e avevano partecipato al corteo di protesta svoltosi in zona contro la visita di Matteo Salvini

 

In gruppo, alcuni antagonisti  hanno danneggiato  e imbrattato di vernice  la sede della Lega Nord in largo Saluzzo, nel  cuore del quartiere multietnico di San Salvario. I manifestanti erano all’incirca una ventina, e avevano partecipato al corteo di protesta svoltosi in zona contro la visita di Matteo Salvini, prevista sabato a Torino. La polizia sta indagando per individuare i colpevoli.

 

(Foto: il Torinese)

Incontro con Poste Italiane per salvare gli sportelli in montagna

poste italianeLa Regione: congelare piano di razionalizzazione e avviare nelle diverse province un tavolo di confronto

Il vicepresidente Aldo Reschigna e l’assessore Alberto Valmaggia hanno partecipato il 24 marzo a Palazzo Lascaris ad un incontro tra l’intergruppo consiliare Amici della montagna ed i vertici di Poste italiane per il nord-ovest. “Abbiamo posto il problema dei tagli degli uffici postali – riassume Reschigna – e proposto ai responsabili di Poste Italiane di congelare piano di razionalizzazione e avviare nelle diverse province un tavolo di confronto, con il coordinamento della Regione, per ridiscutere il piano in modo da arrivare ad una soluzione che non penalizzi ulteriormente zone già di per sé disagiate. Ho riscontrato sensibilità e disponibilità nei vertici di Poste. Al più presto il confronto partirà”.

 

(www.regione.piemonte.it) Foto: il Torinese