Febbraio 2015- Pagina 2

Una nuova cultura del lavoro orientata ai talenti

GIOVANI22

L’iniziativa è’ promossa dall’Assessorato alle Politiche educative della città di Torino in collaborazione con l’Agenzia regionale Piemonte lavoro e l’Associazione Yes4To

 

Dal marzo scorso la città di Torino ha avviato il Piano Adolescenti, che intende supportare e sviluppare nuovi progetti al fine di consentire un orientamento produttivo per la riuscita degli studi e il successivo inserimento nel lavoro e per questo ha previsto una nuova area tematica intitolata “Una nuova cultura del lavoro orientata dai talenti “. Il progetto è’ stato presentato a Palazzo Civico proprio dai giovani  imprenditori e dai professionisti torinesi che racconteranno le loro esperienze in classe . L’iniziativa è’ promossa dall’Assessorato alle Politiche educative della città di Torino in collaborazione con l’Agenzia regionale Piemonte lavoro e l’Associazione Yes4To, tavolo interassociativo in cui 18 associazioni di imprenditori e professionisti torinesi si riuniscono. In questo percorso saranno coinvolte classi del biennio di scuole secondarie del territorio in cui attraverso giochi di ruolo , accompagnate dai professionisti aderenti al progetto,verranno sottoposte alla conoscenza diretta del mondo del lavoro. Seguiranno visite in aziende pubbliche e private e laboratori di ricerca dedicati alle imprese che si caratterizzano per innovazione, ricerca e buone pratiche. Una bella iniziativa che investe sul futuro. 

CV

Caso Elena Ceste, accusato Buoninconti: ma non fu omicidio premeditato

elena ceste.

Lo si apprende dall’ordinanza del Tribunale del Riesame di Torino

 

E’ stata esclusa l’aggravante della premeditazione per Michele Buoninconti, che rimane accusato dell’omicidio della moglie, Elena Ceste. Lo si apprende dall’ordinanza del Tribunale del Riesame di Torino. Dicono le motivazioni che quella di Buoninconti, come riporta l’Ansa, è stata “un’azione impulsivamente rivolta verso la persona offesa, una reazione improvvisa e violenta piuttosto che un’ideazione criminosa rimasta ferma e irrevocabile da una sua pretesa pregressa insorgenza, di cui non v’è traccia”.

"Noi e la Giulia", un maxi spot per la causa No Tav con il contributo dei Beni Culturali

AMENDOLA NOTAV

 

L’attore recita con una maglietta dove si scorge chiaramente la sigla “No Tav”, con un disegno che raffigura il treno come uno squalo che divora tutto. Nei titoli di testa e di coda si ricorda che il film  è stato co-finanziato con il contributo del ministero per i Beni culturali. Forse l’argomento meriterebbe un chiarimento del ministro Franceschini

 

Proprio oggi, 24 febbraio, Matteo Renzi firma a Parigi, nel corso del vertice bilaterale, il protocollo addizionale all’accordo siglato dai due governi nel dicembre 2012, che è l’atto ufficiale per l’avvio della costruzione della Torino-Lione. Vittoria piena, dunque, per i favorevoli all’alta velocità ferroviaria che da quasi vent’anni combattono per quest’opera in grado di superare l’isolamento del Piemonte?

 

Beh, prima di dare fiato alle trombe bisognerebbe fare una valutazione complessiva della situazione socio-culturale e del complesso immaginario collettivo che si è creato attorno alla Tav. Nei giorni scorsi è uscito un film, “Noi e la Giulia”, in cui recita tra l’altro il bravissimo torinese Luca Argentero. Un personaggio, interpretato da Claudio Amendola, è un ex-sessantottino, nostalgico del comunismo e della rivoluzione, sempre pronto a battersi per la giustizia, insomma una figura “positiva”. Ebbene, per buoni dieci minuti Amendola recita con una maglietta dove si scorge chiaramente la sigla “No Tav”, con un disegno che raffigura il treno come uno squalo che divora tutto.

 

Una figura ben nota in Valle Susa e a Torino, che caratterizza i manifestanti contro la Torino-Lione. Per evidenziare la passione civile del personaggio non si poteva mettere una maglietta con il Che Guevara, oppure una scritta tipo “Hasta la victoria siempre”? No, è stato usato volutamente il simbolo dei No Tav, con una diretta pubblicità alla causa. Le aziende solitamente pagano i produttori per piazzare un auto, un vestito, un prodotto qualunque nei film, per questa pubblicità occulta e subliminale che gli spettatori si sorbiscono quasi inconsapevolmente. Ma i No Tav questo trattamento di favore l’hanno avuto gratis! Anzi, nei titoli di testa e di coda si ricorda che il film considerato di “interesse nazionale” è stato co-finanziato con il contributo del ministero per i Beni culturali. Forse l’argomento meriterebbe un chiarimento del ministro Franceschini, se qualche parlamentare un po’ attento (ad esempio il sen. Esposito?) volesse presentare una interrogazione.

 

Se a ciò si unisce che ancora recentemente la magistratura ha smentito la ricostruzione della procura circa le tendenze terroristiche del movimento, nelle sue espressioni più accese, si può concludere che la battaglia legale per la Tav è vinta e l’opera si costruirà (ma il percorso è ancora lungo e pieno di incognite), però la battaglia culturale è decisamente persa, e l’alta velocità, che in ogni paese è voluta dagli ambientalisti per abbattere il traffico su gomma e le emissioni, in Italia è diventato il simbolo del male assoluto, insieme al siciliano Muos (i radar Usa che servirebbero anche per combattere il Califfato), e il Dal Molin, la base vicentina degli alleati americani.

 

Ghinotto

Cesare Lombroso… i buoni e i cattivi

lombroso

lombroso2lombroso3La più nota delle sue intuizioni fu la “teoria del delinquente nato” secondo la quale un’alta percentuale dei criminali possiederebbe particolari caratteristiche anatomiche e fisiologiche, presenti fin dalla nascita, che li renderebbe inevitabilmente devianti

 

Anche se le sue teorie furono fin da subito fortemente contestate e oggi hanno solo un valore storico, tutti condividono nel riconoscere in Cesare Lombroso il primo grande studioso di criminologia. Nato a Verona nel 1835 e morto a Torino nel 1909, vanta una vita ricca di esperienze e ricerche: laureato in Medicina a Pavia, lavorò come medico legale in diversi contesti (campagna contro il brigantaggio successiva all’unificazione italiana, nel carcere di Torino,..). Per molti anni portò avanti ricerche sulla personalità criminale e sulle componenti considerate responsabili del comportamento. Con questi studi, Lombroso può considerarsi il pioniere di un indirizzo della criminologia secondo il quale lo studio del reato doveva orientarsi principalmente sulla personalità del delinquente, fino a quell’epoca trascurata.

 

La più nota delle sue intuizioni fu la “teoria del delinquente nato” secondo la quale un’alta percentuale dei criminali possiederebbe particolari caratteristiche anatomiche e fisiologiche, presenti fin dalla nascita, che li renderebbe inevitabilmente devianti. In particolare, Lombroso individuò nella presenza di una “fossetta” anomala dietro l’osso occipitale la prova che criminali si nasca e non lo si diventi, la possibilità, quindi, di distinguere i buoni dai cattivi. Questi fattori individuali innati assumevano nella sua teoria un significato privilegiato come elemento causale della condotta criminosa; Lombroso parla infatti di “determinismo biologico” in riferimento all’inevitabilità con cui questi caratteri anatomici condurrebbero all’esito criminale.

 

La seconda grande intuizione di Lombroso fu la “teoria dell’atavismo”, secondo la quale la condotta criminosa del “delinquente nato” era interpretata come una forma di regressione a livelli primordiali dello sviluppo umano: l’autore di reato, secondo questa prospettiva, è un individuo primitivo nel quale la scarica degli istinti aggressivi si realizza nel delitto senza inibizioni. Lombroso costruì queste teorie portando avanti accurate analisi sulla forma e dimensione del cranio di numerosi delinquenti che ebbe modo di analizzare post-mortem grazie al suo lavoro di medico legale.

 

Ebbe la possibilità di svolgere molte ricerche lavorando come medico militare durante la lotta al brigantaggio intrapresa dell’esercito sabaudo, analizzando la struttura dei crani di migliaia di cadaveri alla ricerca delle caratteristiche comuni che potessero dare ragione della ribellione. Ma il caso che gli rimase più impresso fu quello che esaminò in seguito, il corpo del brigante Giuseppe Villella, settantenne, datosi alla macchia sui monti. Durante l’autopsia fece la “sensazionale scoperta” di alcune caratteristiche anomale a livello delle ossa craniche che lo spinsero a considerare che quelle peculiari caratteristiche ossee avessero avuto una certa influenza sull’attività del cervello. Inoltre, il trovare in un uomo queste malformazioni, normalmente presenti solo in primati e gorilla, lo portò a spiegare l’origine di queste anomalie come un arresto allo stato fetale nello sviluppo del cervello. La presenza di caratteri tipici dei primitivi in un uomo moderno venne quindi considerata da Lombroso come la prova della sua “teoria dell’atavismo”, della presenza di una predisposizione biologica al crimine.

 

Il reato rappresentava, dunque, nella visione lombrosiana un evento strettamente legato a qualcosa di “patologico” o “primitivo” che alcuni uomini presentano come loro specifica caratteristica: esistono uomini buoni, osservanti delle leggi e uomini cattivi che inevitabilmente delinquono perché spinti della loro “natura”. La presenza di caratteri primitivi sarebbe alla base dei comportamenti anomali che derivano quindi, indipendentemente dal un atto di scelta volontaria e cosciente, direttamente da deviazioni della struttura fisica. Secondo questa prospettiva, viene nettamente svalutata l’influenza dell’ambiente, ma anche l’individuo stesso viene deresponsabilizzato poiché non è possibile colpevolizzare una persona per le anomalie biologiche di cui è portatrice e per i crimini che ne derivano.

 

Il problema che si presentò al Lombroso fu quindi quello di ridefinire, alla luce di queste intuizioni e teorie, il problema del reato in termini di libero arbitrio e di responsabilità: se il delinquente è un individuo “anormale” e la delinquenza non è la conseguenza di scelte individuali o influenze sociali, il ragionamento successivo proposto da Lombroso è che non si possa fare nulla nei loro confronti in quanto “predestinati al delitto”. L’unica strada percorribile per la Società è difendersi dalla loro innata pericolosità. Le carceri, secondo la sua prospettiva, avrebbero dunque dovuto assumere non tanto una funzione punitiva, ma andrebbero intese come luogo di cura e l’unico approccio utile nei confronti del criminale sarebbe quello clinico-terapeutico.

 

Sebbene a Lombroso vada riconosciuto il merito di aver tentato un primo approccio sistematico allo studio della criminalità, molte delle sue teorie sono oggi private di ogni fondamento. La scienza moderna ha infatti dimostrato che sia l’ambiente sia i geni influiscono sull’aspetto fisico, e che quest’ultimo non influisce sul comportamento, influenzato invece anche da fattori ambientali, educativi e sociali. Importanti errori metodologici dell’impostazione di Lombroso risiedono nel non aver considerato altre variabili come, ad esempio, l’influenza della vita carceraria sull’aspetto fisico dei detenuti (esempio gli effetti della malnutrizione), così come non aver analizzato il corpo di persone non autori di reati; questo gli avrebbe consentito di scoprire che la famosa malformazione della fossetta occipitale è ugualmente distribuita nell’intera popolazione.
Cesare Lombroso fondò a Torino nel 1876 un museo di psichiatria e criminologia, più tardi chiamato “di Antropologia criminale”.

 

Il museo ospitato all’interno dell’Università, per lungo tempo parzialmente accessibile soltanto per motivi di studio e di ricerca, è stato trasferito ed inaugurato di nuovo il 26 novembre 2009 con una nuova apertura al pubblico. L’odierno allestimento del Museo “Cesare Lombroso” presso il Palazzo degli Istituti Anatomici dell’Università (Via Pietro Giuria, 15) a due passi dal Parco del Valentino, è opera dell’architetto Massimo Venegoni e il percorso espositivo è arricchito da svariate postazioni multimediali per puntualizzare il contesto storico e culturale nel quale si svolse la sua opera.

 

Il Museo ospita collezioni che comprendono preparati anatomici, disegni, fotografie, corpi di reato, scritti e produzioni artigianali e artistiche, anche di pregio, realizzate da internati nei manicomi e dai carcerati. Lombroso iniziò a raccogliere questi materiali intorno al 1859 e continuò a farlo per tutta la vita, con l’aiuto di allievi e ammiratori che in Italia e in altri paesi europei, in America, Asia e Australia, si ispirarono alle sue teorie. Fu poi Mario Carrara, genero e successore di Lombroso, a proseguirne l’opera fino al 1932.Per concludere, una nota particolare: il Museo ospita anche il cranio del brigante Giuseppe Vilella, così importante per Cesare Lombroso che lo teneva come soprammobile sulla scrivania del suo studio. 

 

Roberta Grasso
Psicologa Psicoterapeuta

Olè, Toro super batte l'Athletic Bilbao e va agli ottavi

stadio bilbao

Athletic Bilbao Torino 2-3

 

Grande Toro in Spagna allo stadio San Mames. Sconfigge l’Athletic Bilbao per 3-2 qualificandosi agli ottavi dell’Europa League. Il Torino è stato sempre in vantaggio e ha messo per tutta la partita in difficoltà i giocatori spagnoli. Quagliarella segna su rigore, il pareggio con  Iraola,  Maxi Lopez raddoppia al termine del primo tempo. Poi De Marcos sigla il 2-2, ma Darmian segna il gol decisivo. Una partita come i Granata non ne giocavano da tempo.

Offerta cinese per la De Tomaso, la salvezza potrebbe avere gli occhi a mandorla

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Chiamparino valuta positivamente che “vi sia stata una manifestazione di interesse per il marchio”

 

Per la De Tomaso sono state presentate due offerte che potrebbero far sperare per la salvezza dell’azienda. La prima,  da 300.000 euro dalla finanziaria cinese Ideal Peam Venture Limited, che ha la sede legale nelle Isole Vergini e quella operativa a Hong Kong. La seconda da 400.000 euro da una cordata svizzero-lussemburghese, la  L3 Holding di Chiasso e partner della lussemburghese Genii Capital, che ha partecipazioni nella Lotus e nella Polaroid. Ma quest’ultima dopo il rilancio dei cinesi per 510.000 euro si è ritirata. Tra 10 giorni il giudice deciderà.

 

Il presidente della Regione, Sergio Chiamparino, scrive l’Ansa, valuta positivamente che “vi sia stata una manifestazione di interesse per il marchio De Tomaso. Si è concretizzata in due offerte, un segnale positivo per continuare la produzione qui a Torino. Nel pieno rispetto delle opportune decisioni che giudici e curatore fallimentare assumeranno sul caso e coerentemente con gli accordi sindacali raggiunti, da parte della Regione ci sarà la massima disponibilità in questa ultima delicata fase affinché il marchio sia aggiudicato a chi offra le migliori garanzie sul riavvio della produzione e sul futuro occupazionale dei lavoratori”.

Al vertice bilaterale di Parigi Renzi e Hollande danno il via libera alla Torino-Lione

renzi-hollande

Nel frattempo è stata costituita la  Telt – Tunnel Euralpin Lyon Turin, la società responsabile dei lavori di realizzazione e gestione della nuova linea ferroviaria

 

Al vertice bilaterale tenutosi all’Eliseo è stato compiuto un passo politico importante per la realizzazione della Torino-Lione: “Oggi non c’è più nessun freno, nessun ostacolo alla realizzazione della tav  che non solo è  decisa ma lanciata”. Così il presidente francese Francois Hollande, nella conferenza stampa del summit italo-francese, tenutosi a Parigi.  “Possiamo affermare – ha proseguito il presidente – che la Torino-Lione è stata lanciata, la realizzazione richiederà ancora tempo ma non esiste più nessun freno”.Anche per il premier italiano Matteo  Renzi la firma dell’accordo è “un passaggio importante in cui Francia e Italia esprimono la propria soddisfazione per i progressi decisivi compiuti a favore del progetto Torino-Lione“, una “tappa fondamentale per la realizzazione del tunnel binazionale”.

 

Nel frattempo è stata costituita la  Telt – Tunnel Euralpin Lyon Turin, la società responsabile dei lavori di realizzazione e gestione della nuova linea ferroviaria partecipata al 50% da Fs e al 50% dallo Stato francese. L’assemblea  dei soci ha nominato Hubert du Mesnil presidente e  Mario Virano (responsabile dell’Osservatorio Tav) direttore generale. Telt va a sostituirsi alla “storica” Ltf, che ha seguito gli studi ed i lavori preliminari dal 2001 al 2015.

 

Intanto le due attiviste del Movimento No Tav, Nicoletta Dosio e Marisa Meyer hanno ottenuto l’assoluzione dall’accusa di interruzione di pubblico servizio. Nel novembre 2012, in occasione di una visita ministeriale avevano esposto sul municipio di Chiomonte un vessillo No Tav.

Cto, trapianto di bacino: bravi i medici e brava la Regione

cto

tweetNon mancano certo i casi di inefficienza, sprechi e corruzione in un settore tanto importante e delicato. Va anche detto, però, che esistono – e sono la stragrande maggioranza – realtà di eccellenza assoluta nel mondo sanitario, compreso quello piemontese

 

L’opinione pubblica e i giornali raramente esitano a inchinarsi al conformismo imperante. La sanità è intesa quasi sempre come malasanità. Non mancano certo i casi di inefficienza, sprechi e corruzione in un settore tanto importante e delicato. Va anche detto, però, che esistono – e sono la stragrande maggioranza – realtà di eccellenza assoluta nel mondo sanitario, compreso quello piemontese. Se una lampadina si fulmina in ospedale o se accade qualcosa di ben più grave, le colpe sono sempre e solo dell’assessore regionale di turno.

 

Quando si verificano fatti meravigliosi e miracolosi come il trapianto del bacino effettuato al Cto sul ragazzo 18enne, i meriti sono “solo” dei medici. E’ ovvio che la parte più importante l’hanno svolta loro. Ma è anche necessario chiedersi: chi li ha formati? Chi paga i loro meritati stipendi? Non svolgono forse la loro preziosa attività negli ospedali regionali? Chi provvede a dotare le sale operatorie di attrezzature all’avanguardia? Tutto ciò sia detto per riconoscere i dovuti meriti – quando questi esistono – anche alla Regione, istituzione vituperata e famigerata a prescindere, nell’immaginario collettivo viziato da una comunicazione troppe volte distorta e demagogica.

 

Bene ha fatto il Consiglio regionale a lanciare il tweet qui sopra riprodotto, in cui si mettono in risalto due notizie pubblicate sula stessa edizione della Stampa: una di buona amministrazione pubblica, quella di cui abbiamo appena parlato; l’altra di inefficienza, realtiva a un rimborso dovuto ma non pagato a un cittadino dall’Agenzia delle Entrate, causa inadeguati strumenti informatici. Quando forse sarebbe bastato un semplice ed economico foglio excell.

 

In sintesi, mai generalizzare ma discernere caso per caso. Per associarci alle congratulazioni ai medici, al personale ospedaliero (e alla Regione) che hanno effettuato l’incredibile trapianto al Cto e agli auguri di piena guarigione rivolti al giovane sottoposto all’operazione, pubblichiamo di seguito alcuni dei commenti che i nostri lettori hanno postato sulla pagina Facebook del Torinese.

 

(Foto: il Torinese)

 

Anna Lalario Che dire….. grazie di esistere!

Laura Airola Gnota Bravissimi. … una splendida notizia! !!
Silvio Favero Bella notizia!
Lucia Palumbo Bravi !!!!!!!
Nadia Aggio Bravi dottori…tanti auguri al paziente……..
Carlo Quaranta Queste persone sono degne di riconoscimento e stima,solo che hanno un difetto:non sono calciatori,quindi sottostimati,io li premierei per la loro professionalita’ indiscussa.
Amelia Recchia Fiera di essere italiana. Bravissimi dottori.
Daniele Di Salvio Anche per questo sono fiero di questa citta’…..silenziosa ma operosa…..
Michela Bodda Senza parole magnifico
Miriam Chiazzese Eccellenti!!!
Tiziana Tirletti Che bella notizia….a Torino abbiamo delle vere e proprio eccellenze!!!
Giuseppina Costa Finalmente una buona notizia sulla sanità italiana. X di piu a Torino mia città. GRANDI
Silvia Tondato Siete grandiiiiiiii
Rosy Petrone Bravissimi
Tiziana Botta Complimenti

Ivana Siniscalchi Complimenti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Bruna Adriana Zacco bravi

Maria Damaso Quando si criticano i dipendenti pubblici bisogna ricordarsi che anche quei medici e quegli infermieri lo sono

Lucia Saponara Queste sono le notizie che vogliamo leggere la parte bella dell’Italia che fa correttamente e con onore il suo lavoro!! Complimenti a queste equipe di medici!! È lunga vita a questo ragazzo!!!! Grazieeeee

Gilda Ferrucci Complimenti !!!! Auguri al diciottenne.

Ariella Arienti Conosco personalmente il Medico che ha effettuato questo miracolo!! Uomo di grandissime capacità sia lavorative ma soprattutto umane!! Grazie di esistere!!

Trixi Torbe Grandissimi!!!!!

Piera Mastrorillo La buona sanita’ e i bravi medici ci sono!

Laura Ronco Tifi x te coraggio…auguri

Antonina Pirritano ogni tanto una buona notizia!!!!!!!!!!! grazie e grandi……

Irene Mantoan finalmente!!!!!!! dopo aver sentito notizie negative sulla nostra sanita’ una notizia che ci da una speranza in piu’ nella vita!!!!!!!!!! grazie ai nosti medici di eccellenza in questo grande centro sempre piu’ rinnovato e alll’ avanguardia x quanto mi riguarda!!!!!!!!!!!!!!

Animali dell'Enpa assaliti dal campo nomadi

ENPANUOVO ATTACCO AI NOSTRI ANIMALI DAL CAMPO NOMADI: LE AUTORITA’ PREPOSTE CHE FANNO? E’ ORA DI FINIRLA CON L’IPOCRISIA DEL BUONISMO: LE MEDIAZIONI CULTURALI SI FANNO CON CHI UNA CULTURA CE L’HA!

 

RICEVIAMO E VOLENTIERI PUBBLICHIAMO

 

Nella notte fra il 23 e il 24 febbraio, ancora una volta, il canile Enpa di Torino di via Germagnano 8 ha subito pesanti atti vandalici ad opera di alcuni delinquenti provenienti dal vicino campo nomadi. A cadenza quasi mensile, la nostra struttura ormai è bersaglio fisso di questi impuniti, che fanno più danni che altro, dal momento che non c’è nulla da rubare. Questa volta sono state sfondate a calci tutte le porte del seminterrato (recentemente ristrutturato), sono stati forzati cancelli e armadi, sfondata e svuotata anche la macchinetta degli snack. Anche la cucina retrostante è stata devastata, l’attrezzatura buttata ovunque, il frigo danneggiato e la carne ivi contenuta è stata lanciata a caso ai cani, generando inevitabili zuffe. Due animali anziani e i gatti in degenza, detenuti nei locali attaccati, sono stati trovati terrorizzati.

 

I volontari e i dipendenti sono spesso oggetto di lanci di pietre, insulti, sputi e molte volte le auto sono state danneggiate pesantemente. La nostra struttura è presente da decenni; quando c’era un campo da rugby abbandonato era una zona tranquilla, un po’ trascurata ma in generale vivibile. Dal 2004 in poi, dopo la “splendida idea” della costruzione con soldi pubblici del campo fisso (deturpato e in più punti incendiato dai suoi incivili ed ingrati “ospiti”), la situazione è andata inesorabilmente peggiorando. L’aria è spesso irrespirabile, i cumuli di immondizia sono perennemente incendiati ed esalano odori insopportabili. Spesso, i bambini giocano ad incendiare le sterpaglie del terreno che, siamo al paradosso, abbiamo dovuto affittare solo per creare un po’ di spazio di divisione. I Vigili del Fuoco fanno più interventi alla settimana e spesso vengono accolti anch’essi dalle pietre. La strada che conduce al nostro rifugio, per le continue spinte date all’inadeguata divisione predisposta dal Comune, è ormai ristretta ad un vicolo in cui non riuscirebbero a passare mezzi di soccorso, qualora necessari.

 

Siamo ormai in ostaggio del campo nomadi e chi ha creato questa situazione si è sempre disinteressato e continua ad ignorare le ripetute richieste di aiuto. La situazione è ormai intollerabile oltre ogni limite: non si tratta di scontro di culture, perché dall’altra parte del nostro muro c’è solo arroganza dell’impunità, ignoranza che vuole rimanere tale, nessuna volontà di integrazione e dialogo, la vera bestialità che non è certo quella dei nostri poveri animali. Chiediamo alle Autorità preposte se sono in grado di garantire la sicurezza dei cittadini, di volontari e soci che, con le loro salate tasse, pagano anche evidentemente inutili mediatori culturali, inermi nuclei di controllo nomadi, inutile presidio sanitario esterno, plurisettimanali interventi di pulizia per questa ingrata feccia dell’umanità. Ci dicano semplicemente se intendono fare qualcosa: se nulla, si assumeranno tutta la responsabilità per futuri danni a persone o animali.

 

La missione di ENPA è sancita dalla legislazione italiana e sostenuta dall’etica civile. Il diritto della tutela della proprietà pure. Gandhi disse che il grado di civiltà di un popolo si vede da come tratta gli animali: lasciarli in balia di certe “bestie” ci sembra una sconfitta del diritto e di una multiculturalità che si traduce solo nella passività del subìre.

Al Cto trapianto di bacino per la prima volta al mondo su un ragazzo di 18 anni malato di cancro

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Gli è stato impiantato un emibacino realizzato in titanio e costruito in America.  E’ rivestito in tantalio, materiale che si “fonde” con le ossa umane

 

Una splendida pagina rende meno nero il libro della nostra sanità. Un ragazzo di 18 anni era malato di tumore osseo al bacino erainoperabile. Gli è quindi stato effettuato il trapianto dell’emibacino. Intervento avvenuto per la prima volta al mondo, proprio qui al  Cto di Torino, dove gli è stato impiantato un emibacino realizzato in titanio e costruito in America.  E’ rivestito in tantalio, materiale che si “fonde” con le ossa umane. L’operazione, durata 12 ore è tecnicamente riuscita.

 

Il paziente era stato sottoposto a 16 cicli di chemioterapia nel reparto di Oncoematologia, della dottoressa Franca Fagioli, del Regina Margherita. I chirurghi ortopedici dell’ospedale Cto avevavno intanto fatto realizzare negli Stati Uniti un emibacino in titanio.

 

Nell’intervento, spiega l’Ansa “sono stati rimossi dal dottor Raimondo Piana (responsabile Chirurgia oncologica ortopedica del CTO) l’emibacino destro e l’anca colpiti dall’osteosarcoma e successivamente sostituiti e ricostruiti con la protesi in titanio e tantalio dal professor Alessandro Massè (Direttore Clinica universitaria ortopedica CTO). La parte anestesiologica è stata seguita dal dottor Maurizio Berardino (Direttore di Anestesia e Rianimazione del CTO).”

 

(Foto: il Torinese)