Agosto 2014- Pagina 23

Buche Killer, in arrivo 5 milioni dal Comune

bucheLa cifra più significativa è stata stanziata per la Circoscrizione 5: oltre 540 mila euro per interventi nelle vie Pianezza, Stradella, Breglio e corso Potenza

 

 

Sono cifre che fanno impressione: più di 1400 chilometri e oltre 21 millioni di metri quadrati di superficie.

 

Riguardano la rete stradale cittadina, una vera ragnatela di vie e piazze che necessitano di manutenzione a fronte di risorse sempre più ridotte al lumicino.

 

E’ dei mesi scorsi la notizia delle buche killer che hanno causato la morte di due pensionati e numerosi incidenti occorsi ad altri anziani e non solo. Ora il Comune vuole correre ai ripari. Così Palazzo Civico è riuscito a trovare tra le pieghe del bilancio, la ragguardevole somma di 5 milioni e 300 mila euro.

 

La cifra più significativa è stata stanziata per la Circoscrizione 5: oltre 540 mila euro per interventi nelle vie Pianezza, Stradella, Breglio e corso Potenza. La seconda soma più alta, 470 mila euro,  spetta alla sesta circoscrizione che dovrà rattoppare, tra gli altri interventi, anche corso Regio Parco, strada San Mauro e piazza Sofia.

 

La circoscrizione 2, ultima in classifica, si dovrà invece accontentare di poco più di 300 mile euro.

 

(Foto: il Torinese)

 

 

Figlio accoltella il padre a San Giorgio Canavese

carabinieri autoStanno indagando i carabinieri della Compagnia di Ivrea che sono intervenuti prontamente sul posto

 

Ha accoltellato il padre, un uomo di 46 anni.  Ferito, è stato trasportato dall’ambulanza in ospedale.

 

Non è in pericolo di vita. Il fatto è avvenuto  a San Giorgio canavese e, al momento, non si conoscono altri particolari.

 

Stanno indagando i carabinieri della Compagnia di Ivrea che sono intervenuti prontamente sul posto.

 

Il ragazzo, che è stato arrestato, era evaso dai domiciliari.

 

(Foto: il Torinese)

Il relax è Golden nel cuore della metropoli

Un vero e proprio rifugio dopo l’incontro di lavoro o la passeggiata turistica, l’ampia GoldenSPA dispone di 1.200 mq tra reception, boutique, piscina, zona relax, docce con getto a cascata e a nebbia fredda

 

GOLDEN POOLNon solo hotel e ristorante extralusso: il Golden Palace di Torino è anche Tempio del benessere. Un elegante angolo di relax dove si possono assaporare momenti di serenità, dimenticando persino di essere nel cuore pulsante della grande città.

 

Un vero e proprio rifugio dopo una giornata stressante, l’incontro di lavoro o la passeggiata turistica, l’ampia GoldenSPA dispone di 1.200 mq tra reception, boutique, piscina, zona relax, docce con getto a cascata e a nebbia fredda, bagno turco, sauna, area trattamenti e area fitness con le più aggiornate attrezzature Technogym.

 

L’accesso alla GoldenSPA, Via Lascaris 8 – Torino, è consentito ai ragazzi di età superiore ai 15 anni.

 

Orario: Area gym dalle 7.00 alle 22.00

Centro Benessere: dalle 9.00 alle 20.00

La Golden SPA la domenica osserva il seguente orario: dalle 10.00 alle 19.00

Picchia la ex e fugge in Porsche inseguito per 50 km dai carabinieri

vilenza dddonne Il “fuggitivo”, di 44 anni, dopo aver tamponato una gazzella è stato fermato dai militari  e arrestato

 

Ha picchiato l’ ex moglie ed è scappato a bordo di una Porsche Cayenne.

 

All’inseguimento, per 50 km, i carabinieri,  attraverso le vie di Rondissone, Verolengo, Torrazza Piemonte e  sull’autostrada A4 Torino-Milano.

 

 Il “fuggitivo”, di 44 anni, dopo aver tamponato una gazzella è stato fermato dai militari  e arrestato.  

 

L’accusa è di maltrattamenti in famiglia, lesioni, resistenza,  danneggiamento e guida in stato di ebbrezza.

 

L’ex moglie ha riportato ferite che guariranno in pochi giorni.

I Granata di Ventura vincono 3-0 all’esordio in Svezia

All’incontro d’andata del 3° turno preliminare di Europa League

 

VENTURAGian Piero Ventura ha esordito nelle coppe europee con il Toro in trasferta con il Brommapojkarna, in Svezia.

 

Si è trattato  dell’incontro d’andata del 3° turno preliminare di Europa League.

 

 E i  granata hanno battuto 3-0 la squadra svedese. Le marcature: Larrondo dal dischetto (45′). Nella ripresa ancora Larrondo (8′) e Barreto (13′). Il  Torino ha giocato in dieci dal 16′ del secondo tempo per l’espulsione di Vives.

I consiglieri di circoscrizione non erano in riunione ma in vacanza al mare?

Se esistano o meno i “furbetti del quartierino” lo si saprà più avanti. E chissà che non vengano passate al setaccio anche le restanti 9 circoscrizioni

                                                                                        

guardia_finanza_Dalle prime indiscrezioni sull’inchiesta pubblicate sui giornali pare proprio che esistano situazioni “sospette” sull’effettiva partecipazione dei consiglieri alle riunioni della Circoscrizione 5. Alcuni di loro potrebbero aver dichiarato di essere presenti, mentre in realtà (i tabulati telefonici parlano chiaro) erano in vacanza al mare o addirittura all’estero.

 

Dopo Rimborsopoli in Regione sarà dunque la volta di Quartieropoli alle Circoscrizioni? Non si sa ancora, quel che è certo è che la Guardia di Finanza, fatte le debite verifiche ha consegnato la propria relazione alla procura della Repubblica. E saranno gli stessi pm che hanno seguito la vicenda di “spese pazze” in Consiglio regionale, ad occuparsi anche di questo caso. Infatti, i pubblici ministeri Giancarlo Avenati Bassi ed Enrica Gabetta studieranno nelle prossime settimane la documentazione fornita lorro dalle Fiamme Gialle, per verificare se i loro sospetti siano o meno fondati

 

I filoni dell’inchiesta ( che al momento non ha indagati e per ora coinvolge soltanto la circoscrizione 5) sono tre.

 

Il primo riguarda i gettoni di presenza per le sedute. Se ne svolgevano due a settimana, forse un po’ troppe per un piccolo ente circoscrizionale. Alcuni gettoni sono stati percepiti indebitamente, magari con riunioni fasulle convocate fittiziamente, anche per potere raggiungere il tetto massimo di 850 euro al mese?

 

Il secondo tema al vaglio degli inquirenti è quello dei rimborsi ai datori di lavoro dei consiglieri che hanno una seconda attività. Il Comune infatti, oltre al gettone per gli eletti nel consiglio di quartiere, rimborsa le ore perse al titolare dell’attività dove il consigliere svolge la sua professione extrapolitica. Anche qui c’è da fare chiarezza su alcune riunioni convocate il sabato e la domenica.

 

Infine, i rimborsi chilometrici: i pm intendono capire se sono state segnalate residenze fittizie per percepire un compenso maggiore. La Guardia di Finanza, per tutti gli accertamenti ha verificato anche i tabulati telefonici dei consiglieri della 5 , in modo tale da poter stabilire dove fossero presenti realmente, incrociando i dati delle celle telefoniche. Se esistano o meno i “furbetti del quartierino” lo si saprà più avanti. E chissà che non vengano passate al setaccio anche le restanti 9 circoscrizioni.

Il Bello sotto esame: prevenire l’arte è meglio che curarla?

preraffaellitiOltre ai numeri raccolti nei tre mesi di apertura al pubblico della mostra “Preraffaelliti. L’Utopia della bellezza” è interessante scoprire come il progetto abbia coinvolto vari esperti del settore artistico, dai più noti curatori e mediatori culturali, ai meno conosciuti responsabili del monitoraggio degli spazi museali e delle collezioni

 

La città di Torino ha ospitato dal 19 aprile fino al 13 luglio la mostra “Preraffaelliti. L’Utopia della bellezza”, curata dalla Tate Britain di Londra, a cui appartengono le settanta opere in esposizione ora di ritorno verso casa. Data la grande affluenza di pubblico e le numerose recensioni positive in merito al secondo allestimento all’interno del nostro ristrutturato Palazzo Chiablese, è parso naturale dedicare una rinnovata attenzione ai frutti di questa collaborazione con il Sole 24 Ore Cultura, per la prima volta parte attiva negli eventi culturali della città. Oltre ai numeri raccolti nei tre mesi di apertura al pubblico, è interessante scoprire come il progetto abbia coinvolto vari esperti del settore artistico, dai più noti curatori e mediatori culturali, ai meno conosciuti responsabili del monitoraggio degli spazi museali e delle collezioni. Se ne sono accorti i visitatori, che una volta a settimana per tutto il periodo espositivo hanno visto le opere meticolosamente ispezionate e pulite, durante quello che viene definito comunemente il “check” della mostra. Non essendo una pratica poi così diffusa nei nostri spazi espositivi – nonostante sia ormai una condizione essenziale per coltivare rapporti di scambio culturale con altre prestigiose realtà museali, in particolare internazionali, – è interessante cogliere l’opportunità di imparare a conoscere la figura professionale del conservatore di beni culturali.

 

A questo scopo è stata coinvolta la dottoressa Francesca Cena, titolare della Clinica dell’Arte e responsabile del monitoraggio ambientale e della collezione della Tate Britain ospitata a Palazzo Chiablese. Francesca Cena si è laureata in Scienza e tecnologia per i beni culturali a Torino, ed ha scelto di specializzarsi in un settore affascinante, quello dell’analisi di opere d’arte, per imparare ad affrontare il degrado del nostro patrimonio culturale. Figlia d’arte, ha imparato a prendersi cura del bello vivendo a stretto contatto con il mondo dell’antiquariato, e, nel corso dei suoi studi universitari, si è resa conto che l’ambiente espositivo o di conservazione, i trasporti e la movimentazione delle opere giocano un ruolo fondamentale nella manutenzione delle collezioni.

 

Da questa consapevolezza ha preso vita nel 2011 la Clinica dell’arte, un luogo ideale entro cui si propone di prevenire il degrado e di affiancare gli altri addetti ai lavori durante l’allestimento e il disallestimento delle mostre, oltre che nel periodo di esposizione. Quella con il Sole 24 Ore Cultura è solo una delle collaborazioni che ha portato avanti in questi anni, ma è stata certamente motivo di grande soddisfazione, come ci spiega personalmente.

 

Dottoressa Cena, la sua è una specializzazione molto particolare, si potrebbe definire un settore di nicchia, soprattutto in Italia. È così? Come spiegherebbe brevemente di cosa si occupa è perché?

Più che di nicchia, si può dire che si tratta di un settore nuovo, poco conosciuto. Quando ho cominciato l’università avevo un desiderio: unire la passione per l’arte coltivata in famiglia a quella per la scienza, che da sempre mi contraddistingue. Dopo la laurea ho scelto di specializzarmi in un campo fruibile da un pubblico ampio, con servizi utili a costi accessibili a tutti e soprattutto che mi permettesse di emozionarmi ogni volta che studio un’opera con uno dei miei strumenti. Sono queste le ragioni per le quali ho deciso di dedicarmi alla prevenzione dei danni alle opere d’arte – attraverso il monitoraggio ambientale ed illuminotecnico – e ad affrontare le conseguenze di una tutela non corretta del bene partendo da una diagnosi dello stesso, attraverso le indagini non invasive.

 

Le analisi sulle opere d’arte sembrano un po’ fantascientifiche, una sorta di approfondimento per addetti ai lavori. Invece lei ci dice che sono più facili da comprendere di quanto si creda, e che andrebbero lette in un’altra ottica, ovvero quella della manutenzione, ci spiega perché?

Le indagini diagnostiche permettono di andare “oltre il visibile”, ovvero mettono in risalto delle situazioni non ancora percepibili dall’occhio umano. Non è magia! Avere la possibilità di indagare tutte le componenti di ogni opera è un vantaggio incredibile. Le analisi di cui mi occupo restituiscono ognuna un risultato diverso in base all’obiettivo che ci si prefigge (ad esempio datazione, conservazione, manutenzione) e la loro sinergia è fondamentale per comporre la “scheda clinica” dell’opera in esame. Nella maggior parte dei casi utilizzare le indagini in tal senso, abbinate ad un accurato programma di conservazione, permette di prevenire il manifestarsi del degrado o comunque di rallentarne il processo, prima ancora che sia percepibile dal nostro occhio. Ed ecco l’enorme vantaggio: è possibile intervenire tempestivamente, anche evitando il restauro, che inevitabilmente ha dei costi importanti e comunque compromette l’originalità dell’opera.

 

Per quale motivo istituzioni come la Tate Britain richiedono il monitoraggio ambientale di uno spazio espositivo come Palazzo Chiablese? Si suppone che essendo appena stato restaurato sia in perfette condizioni, non è una precauzione eccessiva?

L’ambiente microclimatico rientra nelle principali cause di degrado delle opere d’arte, quindi dovrebbe essere uno dei primi fattori da considerare quando si tratta di esposizioni, temporanee o permanenti. Infatti, anche negli ambienti di nuova costruzione o comunque ristrutturati, è indispensabile verificare costantemente come l’edificio architettonico risponde alle condizioni climatiche esterne, all’affluenza di pubblico e al funzionamento della climatizzazione. Nella maggior parte dei casi gli impianti di condizionamento hanno delle sonde poste nei propri locali, ed installare dei rilevatori nelle sale espositive permette di controllare se i valori di funzionamento impostati all’interno delle macchine si mantengono ed in caso contrario è possibile intervenire di conseguenza, al fine di ottenere i valori per una corretta conservazione.

Inoltre, le istituzioni richiedono questo tipo di intervento per tutelarsi: attraverso il monitoraggio è possibile risalire agli eventi traumatici che possono verificarsi in occasione delle esposizioni temporanee (ad esempio guasti agli impianti, infiltrazioni, scorretta conservazione). Lo stesso discorso può essere fatto da parte dell’istituzione ospitante: è un’ottima garanzia offrire questo tipo di servizio! Sicuramente all’estero sono più propensi ai prestiti quando si propone il monitoraggio ambientale, data la loro abitudine a trattare l’argomento.

 

Se i restauri delle opere d’arte del nostro Paese sono così difficili da affrontare economicamente in questo momento di crisi, chissà che costo ha effettuare il monitoraggio di un museo o di una collezione!

Spesso quando si sente parlare di microacquisitori, rielaborazione dati, diagrammi di benessere, etc. è difficile comprendere in concreto l’entità del lavoro e si pensa subito a cifre astronomiche. In realtà esistono in commercio strumenti per tutti i gusti, e questo permette di pianificare un monitoraggio ad hoc sia per le grandi istituzioni pubbliche, sia per il privato particolarmente attento alla propria collezione. È mia abitudine formulare i progetti sulla base di step successivi, sia per le indagini che per il monitoraggio. Questo approccio ha diversi lati positivi: innanzitutto ogni fase può essere riformulata in base alle esigenze ed alle possibilità della committenza ed inoltre – quando si dovessero raggiungere gli obiettivi prima del completamento di tutti gli step – il progetto può essere interrotto anche solo momentaneamente, consentendo alla committenza di risparmiare.

 

Pensa che Torino e il Piemonte in generale siano sufficientemente all’avanguardia nel campo dell’arte non solo antica, ma moderna e contemporanea, per stare al passo con gli standard richiesti da istituzioni museali famose come la Tate?

Basandomi sulla mia esperienza lavorativa, posso dire che sul nostro territorio esistono diverse realtà estremamente sensibili alla Conservazione Preventiva e per questo motivo di vanto per la gestione degli spazi e delle collezioni. Attualmente però sono ancora molti gli spazi non all’altezza degli standard internazionali, e spesso emerge come, al di là della crisi economica che indubbiamente flagella il campo della cultura, questa mancanza sia dettata fondamentalmente da una mancanza di consapevolezza degli argomenti trattati fino ad ora e sui costi effettivi di progetti legati alla prevenzione. Parte del mio lavoro consiste anche nel cercare il più possibile di favorire la circolazione delle informazioni riguardanti il mio settore (attraverso conferenze, incontri privati, iniziative di vario genere). Credo sia l’approccio migliore per far sì che la situazione migliori e per guadagnarmi l’emozione che provo ogni volta che infilo camice e guanti.

 

Benedetta Bodo di Albaretto

 

(Foto: il Torinese)

La dinastia Agnelli difenderà quel che resta di Fiat. Parola di Elkann

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fiat fcafiat lingottofiat cancello logofiat 500Il Lingotto mantiene un legame affettivo con la città della Mole: sarà il solo sponsor della Juventus fino al 2021. Il resto sarà cronaca. O storia?
   

“Voglio confermare qui il mio impegno personale e della mia famiglia per continuare a sostenere Fca, a maggior ragione ora che si profilano all’orizzonte grandi opportunità.Fiat è tra le società più innovative e la componente italiana era da più di vent’anni che non riusciva ad esprimere prodotti come la Maserati e la Ghibli. Sono molto orgoglioso come presidente e anche come ingegnere di fare parte di questa società”. Così il sito dell’Ansa riporta le dichiarazioni del presidente della Fiat, John Elkann, in occasione di questo venerdì storico in cui si consuma l’ultimo atto torinese della GrandeFabbrica: l’assemblea al centro congressi del Lingotto, l’ultima a tenersi qui in città.

 

La globalizzazione di Fiat è confortata dai dati positivi che giungono dagli Usa. Chrysler ha venduto 166.667 auto negli Stati Uniti a luglio, con una crescita del 20% rispetto all’analogo precedente periodo. Ma un legame con Torino, almeno, resterà. Fiat, infatti,  sarà l’unico sponsor di maglia della Juve fino al 2021. La sponsorizzazione è stata prolungata grazie a un totale annuo, dal 2015-2016,  di 17 milioni di euro. L’accordo prevede, inoltre, l’utilizzo di auto promozionali del Gruppo Fiat e premi in base ai risultati. Fiat ha già elargito al club bianconero un bonus di 6 milioni di euro, motivato dai successi sportivi conseguiti.

 

Il resto è cronaca. O storia? Dopo ben 115 anni di vita indissolubilmente legata alla città, Fiat lascia Torino. La nuova FCA – Fiat Chrysler Automobiles avrà sede in Olanda. Anche se dal Lingotto fanno sapere che Fiat non lascerà l’Italia e, dice il sito web della società “Le attività italiane del Gruppo e un impegno generale nei confronti del paese rimarranno immutati”. Staremo a vedere . Intanto oggi si tiene  la storica l’assemblea degli azionisti convocata per l’ultima volta a Torino.

 

Le motivazioni per cui la sede è trasferita in Olanda sono puramente di carattere organizzativo e fiscale, pare di capire. E a difesa di un immutato impegno anche sul suolo italiano si sono espressi in più occasioni anche l’ad Sergio Marchionne e il presidente John Elkann.

 

Il consiglio di amministrazione  “ha concluso all’unanimità che i benefici attesi dall’operazione sono maggiori delle possibili conseguenze negative e dei possibili rischi”. La doppia quotazione alla borsa di New York e  di Milano, secondo l’azienda aumenterà la liquidità delle azioni e “consentirà di avere accesso a una più ampia gamma di fonti di finanziamento, sia di capitale sia di debito”.

 

Dopo quella di oggi le prossime  assemblee di Fca si svolgeranno ad Amsterdam poichè per legge le  società olandesi devono riunire i propri consigli di amministrazione sul territorio nazionale. E Torino starà a guardare.

 CB

(Foto: il Torinese)
   

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