Alieni torinesi nella Capitale

Roberto Tricarico è per me un amico. Mesi dopo il suo rientro da Roma ci siamo incontrati. Appuntamento nel suo bar, “Caffè Roberto”, di via Garibaldi angolo via Consolata. Mi parlava lentamente  senza acrimonia puntando sul tempo galantuomo. Questo tempo è arrivato con l’ assoluzione in Cassazione dell ex sindaco di Roma Marino, di cui “Tric” è stato capo gabinetto in Campidoglio. Rimangono solo Toninelli e qualche pentastellato infastiditi per questa conclusione. Il tempo è galantuomo con i galantuomini. E galantuomini sono anche gli uomini che ora ammettono l’ errore di avere sfiduciato Ignazio Marino e  allora averlo giudicato colpevole.  Pochi, in verità. Tra i pochi il neo eletto segretario del PD Zingaretti. Lui, pur non avendo dirette responsabilità politiche si è assunto l’ onere dell’ autocritica. Chi l’ ha mandato a casa, marino,  è stato il Pd . Ora Stefano Esposito sostiene che il PD di Roma non ha avuto le palle di reggere l’ assalto mediatico contro Marino, attualmente ai margini della politica. Ieri potente e sempre presente. Il lavoro non l’ ha mai spaventato. Pasionario del sì Tav, vice presidente in commissione Trasporti  del Senato trasporti, commissario PD ad Ostia ed infine assessore ai Trasporti del Comune di Roma.  Il suo mentore Matteo Orfini a sua volta commissario del PD romano dopo che Fabrizio Barca aveva dato forfait. Orfini ed Esposito qualcosa c’entrano con le dimissioni di Marino. Vero, la Storia non si fa con i se o con i ma. Alternative ce n’ erano.  La (ora) senatrice lo sta a testimoniare. Orfini la nomina commissaria Pd del municipio 4 di  Roma. Tiburtina e Rebibbia, zona calda della città. Oggi alla ribalta ancora per il rifiuto dei residenti di convivere con i Rom. Forti le infiltrazioni mafiose nei partiti e nel PD. Rossomando risana senza clamori sconsigliando pubblicamente la defenestrazione di Marino. Anche per questo comincia la diaspora dei Giovani Turchi. Esposito ed Orfini sempre più Renziani e Rossomando sempre più di sinistra nel PD. Poi nel film Roma golpe molti fatti diventano noti. Come l’annoso caso del nuovo stadio della Roma. Dopo le perplessità di Ignazio Marino esternate all’incontro con i proponenti, Matteo Renzi Presidente del Consiglio rilascia un’ intervista di pieno appoggio all progetto del nuovo stadio.  E tre anni dopo sono stati arrestati esponenti dei pentastellati sulla stessa vicenda.  Passando dalle dimissioni dell’assessore all’ urbanistica della prima versione della giunta Raggi. I cosiddetti palazzinari che non mollano.  Renziani e pentastellati speculari e dunque convergenti negli interessi politici? Sì, proprio così. E sullo sfondo le organizzazioni criminali che rimestano nel torbido. Ignazio Marino e Roberto Tricarico sono degli alieni per la realtà romana.  Ma ben presto intuiscono o sentono addosso questo nefasto clima di cappa asfissiante.  Marino chiede conforto al procuratore torinese Caselli. Roberto Tricarico è storicamente legato a Libera di Don Ciotti, che da più di 40 anni vive sotto scorta.  Alfonso Sibilla divenne assessore. Magistrato, si mise in aspettativa . Nel pool antimafia era specializzato nella cattura dei latitanti. Una missione quasi impossibile. Dopo scrisse Capitale infetta . Innumerevoli i fatti raccontati e tutti noti ai più. Noti anche a chi ( presumo ) decise e suggerì alla maggioranza dei consiglieri comunali dem di andare dal notaio per la sfiducia. Nulla di casuale e tutto deciso a tavolino. La vicenda degli scontrini e delle multe tolte fu costruita ad hoc perché gli alieni Marino e Tricarico davano fastidio a romani molto importanti. Ora l’ assoluzione della Cassazione ci fa fare un viaggio a ritroso nel tempo producendo l’ occasione per rivisitare i fatti storici e politici della vicenda. Ma ripropone un altro modo politico: il rapporto tra Torino e Roma. Il rapporto politico tra le due città, accomunate fa un destino comune.  Da tre anni le condizioni di vita dei residenti sono notevolmente peggiorate.  Non che i pentastellati siano la causa della malattia, ma essendo una medicina sbagliata l’hanno notevolmente aggravata. Sia Torino che Roma non tengono più. E fa un certo orrore sentire la torinesissima Laura Castelli dire in modo anche infastidito che non saranno i romani a pagare i debiti di Roma, ma bensì lo Stato. Come si rimane basiti nel leggere le dichiarazioni del Sindaco di Firenze.  Marino doveva dimettersi per una scelta politica ben precisa. Questo l’ abbiamo ampiamente capito.  Se però si continua nel rivendicare la giustezza della scelta siamo noi che ci accorgiamo che i renziani non hanno capito. A meno che non sia il gioco delle parti, dove gli stessi vogliono scientemente giocarsi il ruolo che si sono giocati anni fa. E a questo punto continuano nel non capire la ratio, visto che ad entrambi non porta bene comportarsi così.
Patrizio Tosetto
(foto: il Torinese)
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