Ottobre 2018

Logistica, “Piemonte penalizzato”

Decreto Genova: gli interporti di Torino-Orbassano e Novara sono fuori dalla Zona Logistica Semplificata (ZLS). A confermarlo l’assessore regionale ai Trasporti Francesco Balocco, nella sua risposta  all’interrogazione del consigliere del partito democratico, Gabriele Molinari che ha chiesto conto alla Giunta dei motivi che hanno portato all’esclusione di una parte strategica del Piemonte. “Si tratta dell’ennesima penalizzazione messa in atto da questo governo nei confronti del sistema delle infrastrutture della nostra regione – ha dichiarato l’assessore in aula – In sede di cabina di regia della logistica del Nord-Ovest ho concordato  con i due assessori di Liguria e Lombardia una posizione unitaria per chiedere il superamento dell’attuale ZLS e di quella straordinaria prevista dal decreto Genova, prevedendo l’inclusione di Novara, Orbassano e Mondovì. L’auspicio – ha concluso Balocco – è che nei prossimi sviluppi parlamentari questa esclusione possa essere corretta o che il ministero possa procedere rapidamente a tale integrazione per scongiurare un ulteriore danno alla logistica piemontese”. L’articolo 7 del decreto prevede di comprendere nella zona logistica semplificata, immaginata per rilanciare il porto ligure dopo la tragedia di ferragosto, i retroporti di Rivalta Scrivia, Arquata Scrivia, Novi San Bovo, Alessandria, Castellazzo Bormida e Ovada Belforte (tutti in provincia di Alessandria), nonché i retroporti di Dinazzo e Vado ligure. Dall’elenco risultano esclusi sia l’interporto di Torino- Orbassano, sia quello di Novara, quest’ultimo collocato proprio sulla direttrice Genova-Milano. È, invece, presente Milano. L’essere inclusi nella Zona logistica semplificata consente alle imprese del settore operanti su quei siti di godere di procedure semplificate  e dunque di avere minori costi, nonché di contributi pubblici. Sono contento che l’assessore condivida le mie preoccupazioni – ha ribadito il consigliere Molinari – cosi com’è, quel provvedimento costituisce un danno enorme per i nostri territori, a cui va senz’altro posto rimedio. L’assessore sta facendo la sua parte perché si arrivi a una correzione, ma è evidente che si tratta di un tema sul quale dobbiamo  farci sentire”. Durante la sessione del question time è stata data risposta anche alle interrogazioni di  Maria Carla Chiapello(Moderati) sulla durata delle impegnative mediche per esami e visite; di Gianluca Vignale (Movimento nazionale per la sovranità) sulla certezza disponibilità finanziaria agli enti locali; di Andrea Appiano (partito democratico) sulla riorganizzazione della rete di laboratori analisi dell’area Omogeneo Nord Ovest; di Nadia Conticelli (Partito democratico) sul completamento delle infrastrutture piazza Baldissera a Torino; di Benito Sinatora (Lega Nord) sulla carenza di carrozzine presso pronto soccorso dell’ospedale Molinette; di Marco Grimaldi (Liberi e uguali) sulla situazione delle comunità terapeutiche di Torino Nord; di Stefania Batzella (Movimento libero e indipendente) sulla rete oculistica  e ambulatori ad accesso diretto; di Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) sui tempi di apertura del nuovo ospedale di Verduno; di Giuseppe Antonio Policaro (Fratelli d’Italia) sulla Corte dei Conti sull’Asl di Vercelli; di Luca Angelo Bona (Forza Italia) sulle postazioni radio per le emergenze di Lusentino; di Andrea Fluttero (Forza Italia) sul depotenziamenti del laboratorio analisi di Rivoli; di Paolo Domenico Mighetti (Movimento 5 Stelle) sulla chiusura circonvallazione di Tortona; di Gianpaolo Andrissi (Movimento 5 Stelle) sulla grave situazione patrimoniale della società biellese Seab S.p.a.; di Mauro Campo (Movimento 5 Stelle) sull’individuazione di sedi appropriate  e sicure per gli istituti scolastici di Mondovì. 

Ragazzo chiede sesso a un sedicenne e lo rapina

Ha adescato un ragazzino di 16 anni su un bus della linea 56, gli ha chiesto di fare sesso a pagamento e , davanti al suo rifiuto, minacciandolo con un coltello l’ha costretto a seguirlo nel bagno di un bar, dove ha preteso di essere toccato. Gli ha chiesto di dargli  i soldi che aveva, 15 euro, e poi è scappato. L’aggressore, scrive l’Ansa,  è un ragazzo romeno di 21 anni che  è stato arrestato dalla polizia a Torino per rapina aggravata, violenza sessuale e minacce gravi. E’ stato preso grazie alla vittima che ne ha tracciato l’identikit agli agenti del commissariato San Paolo.

Ritratti, nature morte e paesaggi che dal XIX secolo s’affacciano al Novecento

Colpisce per il suo netto staccarsi dal resto delle opere – in questa abituale mostra autunnale ospitata nelle sale della Galleria Aversa di via Cavour 13, a palazzo Luserna-Rorengo di Rorà, diciotto quadri raccolti sotto il titolo Da Bossoli a Casorati che attraversano la seconda metà del secolo diciannovesimo per affacciarsi in quello successivo – la Veduta montana firmata da Andrea Tavernier (nato a Torino nel 1858 e morto a Grottaferrata nel 1932, allievo del Gastaldi), per questo scorcio di alte vette costruito per veloci e grumose pennellate, per tratti che si irrobustiscono sulla tela di colori decisamente materici, biancastri e brevemente rosacei e violacei nascosti nel terreno che sale, di luci che sapientemente illuminano il paesaggio e lo rendono vivificato. Grumi, asprezze, accumuli: a dire quanto si sia lontani dalle rifiniture dell’illustrazione esatta e testimone storica di quelle donne che ostentano il nastro tricolore e di quegli uomini sulla barricata milanese di piazza San Babila durante le Cinque Giornate, mentre le bandiere e il pubblico inneggiano dai balconi a una ritrovata libertà; o come, ancora il ticinese Carlo Bossoli, voglia fotografare con ricchezza di particolari l’angolo veneziano di Santa Maria dei Miracoli, perfetto nello scorcio e nella luce che lo attraversa, o come addirittura voglia testimoniare questo scoglio che s’allunga aspro nelle acque del Pacifico meridionale e altro non è che l’immagine dell’isola di Pitcairn, ultimo rifugio degli ammutinati del Bounty e del loro capitano Christian. Immagini a sottolineare la fotografia del tempo, la descrizione senza se e senza ma di epoche diverse, la volontà di trasmettere sino ad oggi un pezzo di storia, i sentimenti e gli eroismi, il quotidiano, il valore di un racconto.

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Verso casa e Strada di campagna sotto il sole sono le due opere (dell’ultimo decennio dell’Ottocento) che portano la firma di Lorenzo Delleani, uno dei nomi più importanti del paesaggio ottocentesco, che abbracciò dopo aver abbandonato la pittura storica, adagiando sulla tela delicate pennellate cariche di luce e brillanti nei toni. Impressioni, sguardi veloci, la cattura di sensazioni che avvolgono le piccole creature, le sagome imprecise, immerse in un paesaggio più ampio, tra le ombre che attraversano una strada e la luce del sole che colma le tracce incise nel terreno, o mentre s’avvicinano alle ultime case di un piccolo paese, posto dall’artista nella parte inferiore del quadro, su un terreno legato dalla verticalità di quei pochi e fragili alberi al cielo che la fa da padrone e che quasi s’accaparra completa l’attenzione di chi guarda. Di Giacomo Grosso (ritrattista per eccellenza: di cui forse il livornese Vittorio Matteo Corcos, rendendoci con Il banchiere le fattezze di Nathan Semama, figura di spicco della cultura del tempo – siamo nel 1893 – e grande amico di Pietro Mascagni, non possiede la morbidezza e soprattutto l’introspezione esatta e umana dei personaggi) due nature morte, Natura morta con uva e Natura morta con zucche, quest’ultima arricchita di pesche e fichi carnosi, la prima per molte parti eguale (la bellezza dell’uva con i suoi diversi colori, con gli acini colpiti dalla luce, che sfumano nei verdi, nei neri, nei bronzi, con quelli che penzolano dalla superficie del piatto messo al centro) a quel Trionfo d’autunno visto nella mostra dedicata proprio a Grosso nei mesi scorsi, tra l’altro, nelle sale del Museo Accorsi-Ometto. Ancora Cesare Maggi (allievo di Corcos) con Inverno a Bardonecchia, piccolo olio su cartone (23,2 x 28,2 cm), che risente dell’ammirazione che l’artista aveva per le montagne di Giovanni Segantini, per le sue distese innevate.

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Per l’ambientazione, per la ricercatezza delle sete e degli abiti, per una grazia che accompagna la figura femminile di fine secolo, si ammirano i due ritratti di Alpenore Gobbi, L’anello, e di Salvatore Postiglione, Tornano le rondini, permeato di sottile melanconia, il primo capace di conquistare un vasto successo dopo il 1896 in America Latina per continuarlo dal 1912 negli Stati Uniti, il secondo (“forse uno dei migliori acquerellisti della pittura meridionale dell’epoca”, si legge nel catalogo che accompagna la mostra) allievo di Domenico Morelli a Napoli, chiamato a esporre a Firenze come a Berlino e Dusseldorf o ad affrescare il castello di Miramare a Trieste. Ancora notevoli i nomi di Carlo Pittara, di Enrico Reycend (Roberto Longhi lo definì uno dei più originali artisti dell’ultimo quarto dell’Ottocento, tutta da guardare la poesia che attraversa la sua Giornata triste, il mare che si agita e il grigio dell’orizzonte, le barche alla riva e i pescatori che non sono potuti uscire, i due esili alberi beckettiani che non hanno vita), Leonardo Roda. Attento ai temi sociali, alla vita di ogni giorno inframmezzata tra l’amore, il lavoro e il dolore, Luigi Onetti è stato definito da Virginia Bertone “una delle personalità più interessanti della cultura figurativa torinese d’inizio secolo”, i tre suonatori di Les dames n’entrent pas ici (1899) lo testimoniano, silenzioso ritratto di vita, semplice e sincero, immediato nella rappresentazione della stentata quotidianità. Spazzapan con un nervosissimo Canale Michelotti a Torino del 1934 e il Nudo dormiente di Felice Casorati, una tempera su carta, chiudono una mostra assolutamente da vedere (sino al 17 novembre, orario dal martedì al sabato, dalle 10 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 19).

 

Elio Rabbione

 

Le immagini:

Lorenzo Delleani, “Strada di campagna sotto il sole”, olio su tavola 31,5 x 45 cm, datato 29.11.94

Luigi Onetti, “Les dames n’entrent pas ici”, olio su tavola, 33,5 x 28 cm, firmato, 1899

Andrea Tavernier, Veduta montana”, olio su tela, 55 x 65 cm, firmato in basso a destra

Felice Casorati, Nudo dormiente”, tempera su carta, 52 x 44 cm, firmato in basso a destra

 

Informazione commerciale

Gli orari dei cimiteri fino al 2 novembre

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Informazioni a cura di AFC – Servizi cimiteriali della Città 
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ORARIO CIMITERI ED UFFICI – Da mercoledì 24 ottobre fino a venerdì 2 novembre tutti i Cimiteri torinesi e gli Uffici del Monumentale e Parco aperti dalle 8.30 alle 17.30, compreso lunedì 29 ottobre. Da sabato 3 novembre, nei cimiteri apertura ordinaria con l’orario invernale dalle 8,30 alle 16,30, e chiusura al lunedì.

 

Uffici illuminazione votiva I.L.V.C – Apertura straordinaria anche al pomeriggio sino al 30 Novembre, degli uffici presso i cimiteri Parco e Monumentale della ditta che gestisce i lumini sulle tombe, con orario dalle 8.30 alle 12 e dalle 13 alle 16.30. Restano chiusi il sabato e la domenica presso il Monumentale e la domenica ed il lunedì al Parco

 

INFORMAZIONI ED ACCOGLIENZA

 

Punti informativi –Dal 24 ottobre al 2 novembre ad accogliere i visitatori ed a fornire ogni tipo di informazione utile, personale cimiteriale e nei giorni di maggior affluenza anche i “Volontari Giovani e Senior per Torino”. Una ventina i gazebo allestiti dentro i cimiteri. Ogni postazione è dotata di computer con cui collegarsi alla banca dati cimiteriale.

 

14 Totem informatici e wi-fi per cercare i defunti-In tutto sono 14 i totem informatici (di cui 11 permanenti) posti nei principali ingressi che consentono di cercare da soli la collocazione della sepoltura dei defunti. Lo stesso servizio può essere attivato tramite smartphone wi-fi nei cimiteri Monumentale e Parco. Cercando sul totem il nome del defunto, digitando il numero che esce sulla scheda, si può ricevere la collocazione della tomba direttamente sul proprio telefonino con un sms.

 

 ACCESSO CIMITERI

 

Servizi trasporto interno – Sospese per motivi di sicurezza dovuti alla grande affluenza, la navetta interna al Monumentale e la linea 102 al Parco, da sabato 27 ottobre a sabato 3 novembre compreso. Negli altri giorni invece servizio ordinario gratuito

 

 Ingresso autovetture private – Consentito l’accesso solo ai possessori del contrassegno europeo disabili. Sospeso invece l’ingresso da sabato 27 ottobre a sabato 3 novembre, per tutti gli altri autorizzati ad entrare con la propria auto (ultra settantenni, persone con grossi problemi di deambulazione ecc.).

 

Sedie a rotelle agli ingressi dei cimiteri – Dal 24 ottobre al 2 novembre possono essere richieste al personale AFC o ai Volontari. Tutti gli altri giorni negli uffici agli ingressi.

Di Maio a Torino: “Sulla Tav un malinteso”

Il vicepremier Luigi Di Maio, oggi a Torino dal presidente Chiamparino per un incontro sulla crisi Comital sembra più accomodante sulla Tav: “Non siamo contrari a prescindere. Ma utilizziamo quei denari  per fare la metro due a Torino, per rilanciare le infrastrutture su questo territorio . Si devono spendere i soldi per fare le opere. Non si devono fare le opere per spendere i soldi”.  E, in risposta agli imprenditori pro-Tav: “C’è  un grande malinteso, si pensa che si vogliano togliere soldi alla città di Torino e alla Regione Piemonte. Invece vogliamo recuperare soldi per reinvestirli dove serve”. Sul versante occupazione il vicepremier assicura e rassicura: “Faremo avere la cassa integrazione ai lavoratori Comital”.

Halloween, sequestrati due milioni di articoli pericolosi

Oltre due milioni di articoli tra giochi, maschere, adesivi, parrucche di Halloween  pericolosi per la salute stavano per  essere venduti per la festa di questa sera, ma sono stati sequestrati dalla guardia di finanza di Torino. Erano in vendita in due negozi gestiti da imprenditori cinesi, uno in Borgo Vittoria e l’altro a Nichelino. Denunciati dalle fiamme gialle i due titolari, una 50 enne e un 30 enne, multati per 50 mila euro. I gadget erano fabbricati con materiali di scarsa qualità e pericolosi per la salute. Erano  anche sprovvisti del marchio CE, in alcuni casi presente sul prodotto illegalmente o in maniera difforme.

Il pentimento degli industriali che scelsero Chiara

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STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
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Luigi Di Maio ha paura che i pentastellati implodano.Chiara Appendino è avanti su tutto: lei è già esplosa. Prima su molte cose, ma tutte negative. Ha tentato di imporre il suo volere sul gruppo pentastellato con un totale flop.  Non le é rimasta che la fuga, ottenendo il top del consenso negativo.  I no Tav arrabbiati per la sua assenza. Tutte le forze sindacali favorevoli alla Tav. Veramente sta venendo fuori che tutta la città e per la Tav. Del resto il ragionamento è semplicissimo. Per produrre ed esportare bisogna utilizzare ed avere efficienti infrastrutture, e un tunnel realizzato a metà dell’Ottocento non è proprio il massimo.  E perché i pentastellati hanno orgogliosamente votato all’unanimità l’ordine del giorno anti Tav? Innanzitutto molto ferrato sulla materia non sono, non è una novità che sono un po’ naif.  Soprattutto questa mozione non ha effetti pratici sull’opera. Tranne una credibilità della classe politica locale che ora è sottozero.
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E i leghisti Hanno votato contro e hanno ragione.  Peccato che la nostra città stia sempre più sprofondando nell’oblio del generale disinteresse per la totale non credibilità. Mi rimane una sola ultima domanda : ma gli industriali o operai che hanno votato gli epigoni di Beppe Grillo che dicono? Sostenendo che Piero Fassino era oramai inadeguato hanno puntato sulla giovane Sindachessa, laurea alla Bocconi, e ora si pentono? Sì, proprio così, si pentono amaramente. Ma oramai la frittata è fatta.E il treno della credibilità è partito per altri lidi. In soccorso dei pentastellati arriva la sinistra sbrindellata. Fratoianni parlamentare torinese di Sel insiste: siamo sempre stati contrari alla Torino-Lione. Oramai liberi ed uguali non c’è più. Bersani e company rimangono con il cerino in mano.
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La notizia del giorno è la Cgil: 163 favorevoli, 44 contrari e 22 astenuti. A larghissima maggioranza i figli di Giuseppe Di Vittorio, Luciano lama e Bruno Trentin sono contro la Tav. Come mai? Non sono più i figli di questi grandi sindacalisti.  Ora camminano da soli. Si perdono posti di lavoro? I ” rivoluzionari” non si preoccupano.Tanto la Cgil ha più del 60 % degli iscritti pensionati. Lo stipendio a fine mese è assicurato. Non è del resto una novità: alcuni sindacalisti hanno sempre avuto un debole per i centri sociali.Ed ora sono diventati maggioranza.Quasi sicuramente la Tav si completerà. Impossibile dire ai francesi che le opere che hanno realizzato sul loro territorio non servono a nulla.Dire all’Europa che abbiamo scherzato.Perché questo è il punto.  Per l’Europa, per i francesi, i pentastellati non sono solo gli epigoni del comico Beppe Grillo. Chi nasce comico muore comico e ricerca l’applauso del pubblico pagante. Per gli altri Paesi europei sono i governanti Italiani. Essendo tali rappresentano un problema dell’ Italia e degli Italiani. Difficilmente si voterà a Torino per il Comune. I pentastellati, come gli altri, sono troppo affezionati al loro indennità amministrativa. Anche loro tengono famiglia. Ma tra un po’ si voterà per Regione ed Europa. Vedremo cosa capiterà.

Le “Luci d’artista” si riaccendono fino a gennaio

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La ormai tradizionale manifestazione, una vera e propria mostra d’arte contemporanea a cielo aperto – progetto della Città di Torino realizzato da IREN Energia Spa e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo -, illuminerà le piazze e le strade di Torino fino al 13 gennaio . La ventunesima edizione vedrà allestite 23 opere d’arte contemporanea: 13nella Circoscrizione 1 (l’area del centro) e 10 nelle altre sette circoscrizioni. La rassegna, offre a cittadini e turisti scenari inediti grazie al contributo creativo di artisti di fama internazionale che hanno realizzato nel tempo un patrimonio significativo di opere luminose. È stata progettata nel 1997 con l’obiettivo di portare l’arte fuori dagli spazi istituzionali. La cerimonia di inaugurazione, mercoledì 31 ottobre, prenderà il via alle ore 17.00 in via Giulio Gianelli – Giardino Pietro Rava (Circoscrizione 8), con il progetto Mi illumino anch’io a cura di Assemblea Teatro. Si potrà assistere alla lettura di fiabe e filastrocche di Gianni Rodari, performance di teatro di strada, esibizioni di musica e danza dei bambini della scuola e dei musicisti itineranti della Parrocchia San Giovanni Maria Vianney. Inoltre, in via Piobesi, sarà presente il BiblioBus a cura del Servizio Biblioteche della Città. Qui, alle ore 19.00, con l’accensione dell’opera My Noon di Tobias Rehberger si illumineranno in contemporanea tutte le altre installazioni, dando il via alla nuova edizione della rassegna. Sarà presente l’artista Tobias Rehberger, impegnato nel  progetto ‘Incontri illuminanti Con L’arte Contemporanea’, realizzato dalla Città di Torino in collaborazione con la Circoscrizione 8 e in cooperazione con il Teatro Regio di Torino, il Dipartimento Educazione della GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea e il Programma Attività Educative e Formative del PAV Parco Arte Vivente – Centro sperimentale d’arte contemporanea, con il coinvolgimento della Scuola Elementare Collodi e di altre realtà scolastiche e associative operanti nel territorio. Ripetuta negli anni, Luci d’Artista ha consentito a tutti (non solo agli esperti d’arte contemporanea) di fruire dei lavori di maestri di fama internazionale. Le opere luminose, infatti, sono diventate occasione di dialogo tra il sistema dell’arte contemporanea e il grande pubblico. Portando la collezione nel tessuto urbano si è raggiunta una più ampia fruizione dell’opera d’arte e sollecitato i cittadini a rapportarsi con più familiarità.

(foto: R. Perna / il Torinese)

BIMBO COLPITO DA PALLINI DA CACCIA, ON. BRAMBILLA: “INTRODURRE IL REATO DI OMICIDIO VENATORIO DURANTE LA CACCIA”

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“Dato che questo governo afferma di aver a cuore la sicurezza dei cittadini, mandiamo in carcere chi uccide o ferisce una persona mentre caccia per divertimento. Ho appena depositato una proposta di legge per introdurre, sul modello dell’omicidio stradale, il reato di omicidio venatorio, con la fattispecie collegata di lesioni gravi o gravissime procurate durante l’esercizio della caccia, anche in forma non consentita”. Lo ha detto l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento Animalista e della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, commentando il caso del bambino di Osimo, colpito ieri da alcuni pallini da caccia e ricoverato nel riparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale di Ancona. “Quando si tratta di caccia – aggiunge l’ex ministro – certe forze politiche fanno sconti, anche in tema di sicurezza. Siamo stanchi della sostanziale indifferenza, quando non si tratta di vera e propria connivenza con cui le autorità competenti, dalle Regioni ai ministeri, assistono allo stillicidio di morti e feriti, anche persone di minore età, provocate dalle doppiette dei cacciatori. E’ ora di dire basta. Allo scopo non solo propongo di prevedere, a questo punto per legge, con un progetto che ho già scritto, il silenzio venatorio il sabato e la domenica, una stretta nelle concessioni delle licenze di porto d’armi per uso “sportivo” o di caccia insieme a controlli medici annuali, ma anche i reati di omicidio venatorio, lesioni gravissime e gravi. Chi spara nelle campagne e nei boschi e colpisce una persona dev’essere punito più gravemente di chi commette un “normale” omicidio colposo, proprio perché il cacciatore tiene legittimamente in mano un’arma letale. In analogia con l’omicidio stradale, la pena base ipotizzata è fino a 7 anni di reclusione. In aggiunta, sono previste numerose circostanze aggravanti”.”Alla piccola vittima – conclude l’on. Brambilla – auguro pronta guarigione, alla famiglia esprimo la mia vicinanza, a chi deve decidere chiedo: fino a quando dovremo sopportare tutto questo? Solo perché non ci sono di mezzo gli immigrati, il divertimento di pochi vale più della sicurezza di tutti? L’abolizione della caccia è e resta il nostro unico obiettivo”.

Se i pastori abbandonano le montagne

«Ci fa piacere che anche il Veneto stia promuovendo un disegno di legge per il contenimento del lupo, mentre in Piemonte, dove la presenza del predatore è la più consistente in Italia, la politica purtroppo non si è ancora mossa e non ha risposto alle nostre sollecitazioni. Sulle nostre montagne, se non si interviene per limitare i lupi, i pastori saranno costretti ad andarsene. Abbiamo bisogno di una legge che consenta di gestire i predatori, se occorre anche con dei piani di abbattimento, e non di tutelarli a tutti i costi, come avviene oggi, senza pensare alla reale salvaguardia dell’ecosistema, che certamente non può escludere l’uomo dall’ambiente». Così Gabriele Carenini, presidente regionale della Confederazione italiana agricoltori del Piemonte, a commento della notizia sull’iniziativa legislativa del Veneto, che peraltro segue quelle analoghe delle Province autonome di Trento e Bolzano e delle Regioni Valle d’Aosta e Toscana, impugnate dal Governo o in attesa del parere dell’Unione europea e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. «A maggio – aggiunge il presidente della Confederazione italiana agricoltori di Torino, Roberto Barbero – la nostra Organizzazione ha riunito a Fenestrelle centinaia di allevatori, insieme a parlamentari, consiglieri regionali e della Città Metropolitana, oltre ad amministratori locali, tecnici faunistici, ambientalisti e cacciatori, per fare il punto sull’emergenza lupo e tutti hanno convenuto che una soluzione vada trovata al più presto, riaprendo prima possibile il Tavolo del Piano lupo nazionale. Peccato che poi nessuno se ne sia fatto politicamente carico, a cominciare dalla Regione Piemonte, che sta con il lupo e fa finta di non vedere i danni irreparabili che il predatore causa alle aziende in montagna».