Lo sbarco dei Saraceni

All’orizzonte apparvero minacciose decine di vele con la mezzaluna. Erano turchi, corsari musulmani che nel Cinquecento passavano il tempo a compiere scorrerie e incursioni devastanti sulle coste mediterranee. Piombavano con rapidità sulle spiagge, incendiavano paesi interi, uccidevano, violentavano, rapivano uomini e donne per fare schiavi e infoltire l’harem, rubavano bestiame e legna. Erano il terrore degli abitanti del luogo. Il 25 luglio 1546 toccò a Laigueglia. Dalla torre di avvistamento del paese ligure (oggi quelle torri sono chiamate “saracene” un po’ ovunque) si distinsero nettamente le sagome delle vele. Erano quelle dei turchi, sempre più vicine alla spiaggia. Lo sbarco dei corsari avvenne su un litorale deserto e assolato, anche i gabbiani erano volati via avvertendo un pericolo imminente, il tintinnio delle scimitarre preannunciava qualcosa di terribile, le urla impazzite degli invasori, pescatori e borghigiani che fuggivano in preda al terrore, le campane della chiesa che suonavano senza sosta ma era ormai troppo tardi. È tutto così vero e reale, sembra che stia accadendo sul serio… È la rievocazione dello sbarco dei Saraceni a Laigueglia, accaduto realmente cinque secoli fa. Una tragica giornata che ogni generazione di laiguegliesi ricorda anno dopo anno, a distanza di centinaia di anni, e la mette in scena con un grandioso spettacolo storico alla fine di luglio. È accaduto proprio così, i fatti sono storicamente accertati. Episodi simili non accadevano solo a Laigueglia ma in tante altre località rivierasche della penisola. Era l’epoca della guerra corsara nel Mediterraneo, un capitolo di storia poco conosciuto e poco studiato. La presenza di quelle torri di avvistamento che disegnavano un tempo la geografia delle coste italiane e, in parte, la disegnano ancora oggi con torri, bastioni e cinte murarie sopravvissute o restaurate, testimoniano che la pirateria sui mari e sulle coste era vissuta dalle popolazioni locali in modo ossessivo e angoscioso tra Cinquecento e Ottocento. Non solo cristiani contro musulmani ma anche cristiani contro altri cristiani convertiti all’islam, pescatori calabresi che diventano corsari e perfino ammiragli della flotta ottomana o figli di sultani che abbacciano la religione cattolica. Il personaggio principale della rievocazione storica è il corsaro Turgut Reis, chiamato Dragut dagli europei, già fedelissimo di un altro celebre corsaro, Khayr ed-Din, detto Barbarossa, figlio di una donna greca, che diventerà il comandante dell’armata navale imperiale di Solimano il Magnifico. Terrore delle isole e delle coste mediterranee, il corsaro Dragut divenne anche il rais di Tripoli libica che i turchi conquistarono ai Cavalieri di Malta nel 1551. Compì centinaia di incursioni, duellò sul mare con la flotta spagnola e con il grande ammiraglio genovese Andrea Doria, saccheggiò Pozzuoli e Castellamare di Stabia nel golfo di Napoli, Laigueglia e Rapallo in Liguria. Davanti a Lipari sbucò fuori come un fulmine da dietro un isolotto e catturò alcune galee dirette a Napoli facendo prigioniero il vescovo di Catania che trovò per caso a bordo e che fu poi liberato dopo quasi un anno di prigionia dietro il pagamento di un riscatto. Non gli andò sempre bene. Fu catturato nel Tirreno e imprigionato a Genova ma fu poi liberato. In galera radicalizzò il proprio odio verso i cristiani e lo mise in mostra nelle successive imprese. Ecco chi era il corsaro Dragut che il 27 luglio tornerà a “terrorizzare” Laigueglia. I piemontesi che trascorrono le vacanze da queste parti sono avvisati. Laigueglia ha conosciuto bene la pirateria turca, sia con Dragut che con il più famoso Khayr al Din, detto Barbarossa. Nel 1543 il paese venne bombardato dal mare dalle navi del Barbarossa. Gli abitanti fuggirono sui colli circostanti ma le navi genovesi costrinsero alla fuga i turchi che stavano per sbarcare. Tre anni più tardi, nel 1546, lo sbarco riuscì invece al pirata Dragut che saccheggiò il borgo e rapì donne e bambini. L’intervento del capitano di Alassio Giulio Berno salvò gli abitanti evitando una tragedia ben peggiore. Anche Laigueglia fece costruire tre torrioni dei quali è rimasto solo quello di Levante. Dragut morì, colpito in testa da una scheggia di pietra, durante il grande assedio turco di Malta del 1565. Tra gli appuntamenti in programma, visite guidate ai luoghi dei Saraceni, un libro gioco su Dragut con il racconto per i bambini e la caccia al tesoro. Ma il momento clou è la serata di venerdì 27 luglio a partire dalle 22.00 con “lo Sbarco dei Saraceni” e la rappresentazione del saccheggio di Dragut al molo centrale. Si tornerà indietro nel tempo di cinque secoli, al 1546. La quiete del paese, con gli uomini impegnati a pescare il corallo in mare e le donne occupate a rammendare e a badare ai figli, verrà stravolta dall’irruzione dei turchi. Oltre 200 figuranti animeranno il bacino d’acqua di fronte al Bastione per dare vita a uno spettacolo pirotecnico e musicale con golette, velieri e piccoli natanti a vela. La lunga “Notte dei Saraceni” si sposterà poi nel centro storico di Laigueglia con feste e concerti musicali fino a tarda notte.

Filippo Re

Leggi qui le ultime notizie: IL TORINESE
Articolo Precedente

Giovane aggredito: “Doveroso non restare in silenzio”

Articolo Successivo

Il piccolo Israel presto dimesso dal Sant’Anna

Recenti:

IL METEO E' OFFERTO DA

Auto Crocetta