La ceramica e i lustri metallici, un patrimonio antico

In primo luogo la passione. Ma anche un ampio progetto e il ricordo e il recupero della documentazione scientifica che continuano a scavare per rintracciare le “nostre radici storiche”. Un percorso che ha avuto inizio una quindicina di anni fa e che oggi porta la ceramica e i lustri metallici di Maria José Etzi all’interno degli spazi della Galleria “Arte per Voi” (fino al 22 luglio, sabato e domenica dalle 15 alle 19), trovandovi luogo i boccali e i catini con le loro decorazioni di squisita eleganza, le ciotole e i piatti arricchiti di colori e di geometrie perfette, esempi di una antica attività e delle proprie difficoltà, “poiché le ricette e l’andamento della cottura del lustro sono sempre state tenute segrete, tramandate da padre in figlio e quasi perse ai nostri giorni”.

Lunga strada quella del lustro metallico. Una antica tecnica nata in Persia nel secolo IX e diffusasi più tardi nella Spagna dei Mori, soprattutto a Valencia e a Malaga, dove raggiunse risultati decisamente straordinari. Da noi s’iniziò la produzione soltanto nel ‘500, in Umbria e nelle Marche, per dover constatare un abbandono nel secolo successivo, a causa della congiuntura economico-sociale, e una ripresa poi, ancora in territorio umbro (come pure in Inghilterra), a metà dell’Ottocento. Con il processo a lustro, la superficie del manufatto appare iridescente per effetto della luce che si rifrange su minuscole particelle metalliche e sulla parete vetrosa della maiolica. Si ottiene con una mescola di rame, nitrato d’argento, perossido di ferro e bisolfuro di mercurio, che debitamente trattata si scioglie in aceto e si applica su una superficie smaltata. Il pezzo è in seguito sottoposto a una speciale terza cottura, detta “a piccolo fuoco”, in cui la temperatura è ricercata intorno ai 600-700 gradi secondo il tipo di smalto impiegato. Si prosegue la cottura in “riduzione”, privando dell’ossigeno la camera del forno. Lo smalto alla temperatura ideale si rammollisce e consente ai metalli di penetrarvi stabilmente. Quando si sforna il pezzo si deve eliminare la crosta lasciata dall’impasto applicato perché compaia il lustro.

Tecniche tramandate dunque, risultati antichi ed esperienze moderne, con quella scientificità che prende corpo nel forno. Ma l’autrice parla anche di magia allorché, scrostato l’impasto dalla ceramica, appare il lustro metallico con le diverse iridescenze. Tecniche e radici che ricompaiono, le bellezze del Rinascimento che possono ancora prendere forma sotto i nostri occhi, oggi, prova ne sono quei particolari della Cappella Sistina michelangiolesca che l’artista affida alle sue maioliche.

 

Elio Rabbione

 Nelle immagini: 

“Piatto a decoro geometrico e vegetale in blu e lustro dorato”, diam. 30 cm., Paterna 1400

“Boccale con decoro a palmette in blu”, h 20 cm., Paterna 1400

“Ciotola in blu e lustro dorato”, diam. 14 cm., Paterna 1400

 

 

 

 

 

 

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