La Madonna del Bronzino sulla cima del Grattacielo

“Oggi si vede Michelagnolo essere il maggior pittore che mai ci sia stato… perché tutto quello che fa di pittura lo cava dagli studiatissimi modelli fatti di scultura, né so  cognoscere chi più s’apprezzi oggi a te verità d’arte, che il virtuoso Bronzino”. Così nel  1546 Benvenuto Cellini riconosceva il talento del fiorentino Agnolo di Cosimo detto il  Bronzino tra gli artisti suoi contemporanei. Pittore allora quarantatreenne, già alla  scuola del Pontormo e ritrattista ufficiale alla corte dei Medici, fu ammiratore e  seguace degli esempi scultorei michelangioleschi. Ammirazione che pure traspare  nella  Madonna con il Bambino, sant’Elisabetta e San Giovannino (1560 circa) proveniente dal Museo napoletano di Capodimonte – che ne ha di recente completato il restauro – e ospitata fino al 7 gennaio prossimo all’interno del Grattacielo Intesa San  Paolo di corso Inghilterra, nella sala Spazio Trentacinque al trentaseiesimo piano,  secondo appuntamento della rassegna L’Ospite illustre che l’anno scorso aveva visto il  successo del ritratto del conte Porcia del Tiziano.  L’antico s’incrocia alle moderne strutture di Renzo Piano (ancor più spiazzante,  l’installazione “a-cromative” realizzata da Migliore+Servetto Architects), la tela  spadroneggia nel nuovo quanto inatteso ambiente. Un vero capolavoro del  Manierismo, dentro il quale, balzano fuori dal buio di fondo, trova principalmente posto la “altera dignità aristocratica” della Vergine avvolta nel suo ampio manto blu cobalto  chiuso da una ricca spilla e da due bottoni di perla, la Vergine che pare offrire lo  sguardo a una ben più dimessa cugina, come uno sguardo più esplicito si scambiano i  due piccoli, avvalorato dall’offerta di quella mela che vuol significare il passaggio del  peccato originale tra il profeta e il Cristo salvatore. Eccellente composizione che si  consolida nelle forme plastiche che l’artista ha qui inventato, l’insinuarsi efficace del  braccio di Maria, quasi perno di tutta l’azione, tra i giochi dei due piccoli personaggi, la perfezione delle carnagioni, il pregevole particolare floreale che raccoglie le rose e i  gigli cari alla Vergine, tutto lascia intravedere il capolavoro. Agli opposti, i due libri,  l’uno aperto e già svelato, l’altro chiuso e ancora tutto da scrivere, indicano il Vecchio  e il Nuovo Testamento.  Da vedere, ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria sul sito  www.grattacielointesasanpaolo.com , visite dalle 15.00 alle 20.00 nei giorni feriali  (ultimo ingresso ore 19.30), 9.30 – 20.00 nei giorni festivi (ultimo ingresso 19.30), 9.30 – 18.00 (il 31 dicembre, ultimo ingresso 17.30).
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Elio Rabbione
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